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mercoledì 26 settembre 2012

Almeyda e quella partita che regalò lo Scudetto alla Roma

Non subisce il variare delle mode, delle tendenze, quel vizio che prolifera, stando a quanto sono costrette a documentare le procure della Repubblica. Alterare il risultato delle partite si rivela usanza assai antica, nel mondo del pallone. Consuetudine criminale, a prescindere dal variare di campionati e gestioni. Se quanto asserito con così forte convincimento da Matias Almeyda nella sua autobiografia Almeyda, anima e vita avesse dei riscontri oggettivi, quello scudetto 2000-01 come andrebbe riletto? Come, dopo simili affermazioni?
“Sul finire del campionato 2000-01, alcuni compagni del Parma ci hanno detto che i giocatori della Roma volevano che noi perdessimo la partita. Che siccome non giocavamo per nessun obiettivo, era uguale. Io ho detto di no. Sensini, lo stesso. La maggioranza ha risposto così. Ma in campo ho visto che alcuni non correvano come sempre. Allora ho chiesto la sostituzione e me ne sono andato in spogliatoio. Soldi? Non lo so. Loro lo definivano un favore...”.

martedì 25 settembre 2012

Calcioscommesse: Bertani, Drascek e Gheller possono ricorrere al Tnas


Informazione di servizio: con un ritardo incommensurabile per coloro i quali attendevano le motivazioni per ricorrere al Tnas sono state pubblicate i dispositivi relativi a Cristian Bertani, Davide Drascek e Mavillo Gheller. La vicenda assai nota, su cui vige l'attenzione dei mezzi di informazione fin dal deferimento dei giocatori investiti dai provvedimenti derivanti dall'emergere di una manipolazione su Novara-Siena. Riporto solo un passaggio, questo relativo a Drascek: 
"Le circostanze addotte dal Drascek che egli, non avendo preso parte alla gara, non poteva aver commesso la violazione nei sensi contestati dalla Procura e fatti propri dal Giudice di primo grado, è, al riguardo, del tutto irrilevante,  in quanto il perfezionamento dell'accordo e la conseguente propalazione agli altri calciatori hanno integrato la contestata violazione avendo così le squadre rispettato proprio quanto dal Drascek e dal Vitiello concordato, essendo, peraltro, irrilevante la circostanza che il Drascek non sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati". 

Il resto vi invito a leggerlo qui. E a valutare da voi.

venerdì 14 settembre 2012

Conte, l'uomo squalificato due volte

Non che fosse imprevedibile, non che sia trascurabile ma il rigore della Fifa ci coglie quando ancora l'iter giudiziario sul caso Conte deve concludersi considerando che il 21 settembre prossimo, alle ore 12 è fissata la prima udienza al Tnas.

Squalificato in Europa, in Champions, nelle amichevoli e nella totalità e nelle varie declinazioni delle gare internazionali. E vai di Stangata su Conte, pugno duro per il tecnico della Juve, mano pesante della Fifa: così è, anche se non vi pare. E niente panca a Londra, contro il Chelsea.

"Il presidente del comitato disciplinare Fifa - si legge nella nota diffusa - ai sensi dell'articolo 136 del Codice Disciplinare, ha esteso a livello internazionale gli effetti della squalifica di 10 mesi imposta dalla Figc all'allenatore della Juventus Antonio Conte. La squalifica copre tutti i tipi di partite, nazionali e internazionali, ufficiali e amichevoli. La decisione di estendere la sanzione della Figc terrà conto dell'esito di un eventuale ricorso - come quello attualmente in corso presso il Tribunale Arbitrale Nazionale per lo sport in Italia - purché le decisioni dell'appello rispettino le regole stabilite dalla Fifa che sta attualmente rivedendo la documentazione aggiuntiva fornita dalla Figc in relazione alle altre sanzioni comminate dagli organi federali italiani. Qualsiasi ulteriore estensione delle sanzioni emanate saranno eventualmente comunicate in seguito. La decisione del presidente del comitato disciplinare della Fifa segue le sanzioni globali già applicate dalla Fifa in relazione ai provvedimenti individuali emanati da Finlandia, Croazia, Corea del Sud e Turchia a partire dal febbraio di quest'anno".

giovedì 13 settembre 2012

Quantificare il danno subito da Criscito



Non è stato divertente assistere a quella perquisizione nelle prime ore del mattino, a Coverciano durante il ritiro della Nazionale. Quel 21 maggio 2012 le conseguenze dei fascicoli aperti presso le procure furono lapalissiani per chiunque, anche per chi aveva  preferito celarsi dietro a una puerile negazione di quanto si stava (e si sta ancora) consumando dentro e fuori gli uffici giudiziari. 

Non sono stati divertenti (nell'ordine): le inchieste, i deferimenti e gli inviti a comparire, le informative in alcune fasi sbucati (o risbucate) fuori ad arte.

No, non è stato divertente neanche assistere alla progressiva enucleazione di ipotesi pirotecniche per distrarre dai fatti, incentrando la questione sulla più palese violazione del principio che sancisce la presunzione di innocenza, fondamento dello Stato di diritto e del processo per quanti imputati. Figuriamoci quando si tratta di tutt'altra condizione, come nel caso di Criscito ora iscritto nel registro degli indagati solo a Cremona. 

Giustizialismo, facile allineamento all'opinione comune, necessità di interpretare gli umori provenienti dal basso, da quello che in maniera grossolana e semplicistica viene liquidato come il popolo della Rete o la gente? Che cosa ha generato l'esempio di Criscito?

Non è divertente, non è divertente affatto apprendere che il pubblico ministero presso la procura di Genova, Biagio Mazzeo, abbia ritenuto doveroso procedere alla richiesta di archiviazione per Domenico Criscito, Rodrigo Palacio, Dario Dainelli e Omar Milanetto per l'ipotesi di frode sportiva. Perché Criscito, quello delle foto agli atti in compagnia di Sculli e Leopizzi all'Osteria del Coccio nell'ordinanza cremonese non ha rivestito alcun ruolo nella combine del derby. 

Ha ribadito fin dall'inizio la propria estraneità, innescando indirettamente una diatriba a uso e consumo dei beati polemici sul perché fossero ammessi agli Europei, a vestire la maglia Leonardo Bonucci e Simone Pepe - gli juventini - in condizioni similari (ricordiamo che sono stati entrambi assolti dalla giustizia sportiva e che la procura di Bari non ha ritenuto di dover procedere nei riguardi di Bonucci, ndr). Senza che fosse sottolineata abbastanza che le ipotesi possono cadere, come effettivamente verificatosi e potrebbe ancora ripetersi, almeno per quel Genoa-Sampdoria. Eppure le cose sono andate diversamente.

E non è divertente quantificare il danno arrecato a un giocatore il quale assiste alla propria esclusione dal giro della Nazionale, da quell'Europeo. Non lo è ascoltare le dichiarazioni con annesse spiegazioni tecniche da parte del pm che a Cremona ha in mano il fascicolo che lo investe e che spiega il senso di un avviso di garanzia. A suo dire, non implica chissà cosa. Non lo è assistere come da copione al suo reintegro con la stessa disinvoltura sfoggiata nel motivare la scelta di lasciarlo a casa, perché verrebbe a mancare la tranquillità. 

Il presidente Giancarlo Abete non ha consentito che ci sfuggisse la sua personale ilarità alla notizia della richiesta di archiviazione, dopo aver manifestato estrema serietà nel sentenziare che non si poteva portare Criscito in Polonia e Ucraina. Che ne rimarrà di questa decisione iniqua, di questa riabilitazione tardiva e di questa soluzione raffazzonata? Rabbia, felicità e rabbia. E cocci rotti, da riassemblare con l'imminenza di elezioni e campagne elettorali per depurare l'ambiente.





mercoledì 12 settembre 2012

Conte sentito come persona informata sui fatti. Tnas, udienza fissata il 21 settembre



Monopoli, 6 settembre 2012. Annotatela questa data, perché inizia da un anonimo giovedì di settembre il capitolo secondo del caso Conte, di un allenatore (il migliore?) in emblema di un sistema, quello della giustizia sportiva incongruente e lacunoso. 

In una caserma dei carabinieri a circa 40 km dal capoluogo pugliese - come accaduto tra l'altro anche quando fu la volta di Andrea Masiello - il tecnico a cui è stata confermata in appello una squalifica di 10 mesi dalla Corte di Giustizia Federale per l'omessa denuncia di Albinoleffe-Siena si è presentato per rispondere su quanto la procura di Bari ha raccolto fino a questa fase in merito alle cose riguardanti la compagine capeggiata da Masiello. E Vittorio Micolucci.

Stando alle agenzie di stampa, Conte ha risposto per circa tre ore e un quarto alle domande del procuratore della Repubblica, Antonio Laudati, del sostituto procuratore Ciro Angelillis e del comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Bari, Riccardo Barbera. Quesiti che vertevano su uno dei filoni investigativi tra i più profilici, grazie al supporto dell'ex capitano Andrea Masiello e di un giocatore, Vittorio Micolucci appunto, il quale avrebbe menzionato per primo il nome di Conte. 

In un fax inviato da Micolucci al procuratore federale, Stefano Palazzi, si sarebbero menzionate altre partite dal risultato alterato nel corso di due distinti campionati sotto la guida tecnica del tecnico. Il riferimento a Conte, secondo il legale di Micolucci, l'avvocato Daniela Pigotti, sarebbe stato frainteso. "Quello a Conte è stato un puro riferimento cronologico - ha chiarito il legale a margine dell'interrogatorio di Micolucci, il 7 agosto scorso a Bari -. Micolucci all'epoca ha semplicemente fatto un riferimento temporale, dicendo che “nell'anno in cui allenava Conte mi risulta che...” come dire l'Inter di Mourinho o la Roma di Luis Enrique".

Invece la procura possiede elementi sufficienti per continuare a ricostruire quanto accaduto prima e dopo Salernitana-Bari del 23 maggio 2009, finita 3-2, e Bari-Treviso dell'11 maggio 2008, conclusasi 0-1. Incontri disputati durante l'era Conte, fautore di quella promozione nella massima serie, sentito come persona informata sui fatti

Ha scelto, Conte, di presentarsi senza assistenza legale. Dopo quella conferenza stampa, dopo la condanna a 10 mesi di squalifica e il ricorso al Tnas. Dopo le dichiarazioni di affiancamento della Juventus che in un futuro assai prossimo e verosimile elaborerà una linea in cui contemplare un ridimensionamento dell'organicità al tecnico, va considerata. Anche solo come eventualità. 

La versione ricostruita dalle indagini vedrebbe prima di quel Salernitana-Bari, ultima di campionato, un emissario del club amaranto avvicinare alcuni calciatori del Bari, tra cui Christian Stellini, ex collaboratore dell'allenatore salentino dimessosi recentemente dal suo staff. Per aggiustare il risultato con quel 3-2 utile ai salernitani sarebbero stati pagati 250mila euro: l'affare sarebbe stato concluso con la complicità della malavita locale, mentre i proventio derivanti da questa combine sarebbero stati spartiti secondo delle quote. 
   
Conte avrebbe negato di aver percepito alcun segnale: il Corriere dello Sport riporta che il tecnico avrebbe dichiarato: "Non so nulla di gare vendute, mai visti girare soldi". La Repubblica, sempre molto informata sulle vicende baresi, anticipa che a questo confronto ne potrebbe seguire un secondo. 

In tempi brevi? Per ora di date si discute in materia di giustizia sportiva: il 21 prima udienza del caso Conte al Tnas. Entro il 7 ottobre, la decisione. 







domenica 26 agosto 2012

Antonio Conte, dietro i vetri oscurati


Più dell'editoriale di un Marco Travaglio intriso di travaglismo, più dell'intervista di Gianluigi Buffon per respingere i sospetti suscitati copiosi da quella informativa che lo riguarda. Nulla più dell'indugiare delle telecamere, ieri durante Juventus-Parma, sull'oscurato Antonio Conte svela il clima in cui versa il sistema calcio.

Se la reiterazione focosa di un Conte altamente infiammabile ha spronato l'orgoglio gobbo e acceso, di contro, le ostilità oltre ogni ragionevole dubbio tra i detrattori di un tecnico che nulla ha fatto - lo ammette lui stesso - per suscitare quella cordialità degli anni dell'operazione simpatica, e ha creato un vuoto, la sua esposizione ha sottoposto all'attenzione anche di chi non ha alcuna prossimità con la giustizia sportiva uno dei tanti casi ambigui di amministrazione. Il tutto contratto, pressato, archiviato dietro vetri oscurati.

Un filtro più spesso delle precauzioni paoliniane, dietro cui nascondersi e valutare l'andamento di una partita attesa e discussa in cui, inevitabilmente come di prassi, si è sofferto, si sono registrati errori e scaramucce. Il tutto intervallato da una insistenza su quello Sky Box sopra la tribuna da cui il mister osservava l'incontro (la prima di campionato, senza Del Piero). 

La potenza del mezzo televisivo va ravvisata in questa sovrapposizione, in questa dialettica in cui una parte è muta, celata dietro i vetri a scontare la squalifica confermata dalla Corte di Giustizia Federale e quella di un giudizio altrettanto filtrato, eccitato e voyeristico come quell'opinione scaturita da immagini sovrapposte fino a risultare stucchevoli.

mercoledì 22 agosto 2012

Calcioscommesse: Conte senza sconto. Le ombre su una giustizia imperfetta




"Non poteva non sapere", principio disturbante di risoluzione del caso Conte introdotto con la conferma a 10 mesi con proscioglimento su Novara-Siena. Se non lo rammentate nonostante vantiate un trascorso più o meno di successo tra i corridoi e le aule universitarie e una certa formazione calcistica, non permettete che la cosa presentata così, vi annichilisca. E' solo una delle varianti della parzialità scatenatasi con il caso Conte e le sue implicazioni nelle inchieste sul calcioscommesse.

Per la Corte di Giustizia Federale (organo di secondo grado della giustizia sportiva) l'infamante accusa lanciata da Filippo Carobbio che ha riferito - smentito - di una riunione tecnica in cui Conte avrebbe riferito ai suoi del risultato concordato non sarebbe credibile. In attesa delle motivazioni che illustreranno (spero) le ragioni, le contraddizioni di Carobbio, della sua parzialità e frammentarietà nella ricostruzione degli eventi relativi a quella singola circostanza hanno escluso alcuna responsabilità dell'allenatore salentino.  

Carobbio non sarebbe credibile per quella gara, mentre risulterebbe tale quando riferisce di Albinoleffe-Siena, partita per cui è stata confermata la squalifica a 10 mesi inflitta a Conte. Troppo, poco? Riscontri nulli nel vostro percorso accademico? Dubbi, perplessità, commenti?

Come se la confusione non risultasse abbondante in questa giornata agostana di rara calura, in cui tra ricorsi respinti, proscioglimenti confermati per Leonardo Bonucci e Simone Pepe e per Marco Di Vaio e ulteriori incertezze vedi il caso Pesoli ecco che il giudice Piero Sandulli (uno dei nomi noti relativamente alla vicenda Calciopoli) a Repubblica Tv liquida la questione con 'gli è andata bene' riferendosi al rischio del deferimento corso da Conte per illecito sportivo. Allusione pesante a cui il buon Sandulli ci ha abituati con le sue esternazioni.

Se fosse stata così evidente l'illecito, come lascia intendere Sandulli, perché il procuratore federale Stefano Palazzi (fino a quando ricoprirà questo ruolo?) ha valutato inizialmente il patteggiamento, un segnale dello scarso convincimento della stessa procura della versione di Carobbio? Perché questo monito all'operato di Palazzi con la revisione addirittura del reato da cui il deferimento e poi il ribaltone Grosseto? 


Al doppiopesismo della giustizia sportiva che sconta Stellini e raddoppia su Conte, sommaria fino a risultare una simile aggettivazione quasi banale, contribuisce con un apporto da non sottovalutare all'equilibrismo con cui questi dispositivi ammoniscono Palazzi respingendo ricorsi, confermando proscioglimenti, ricorrendo a escamotage per fornire - forse - indirizzi pedagogici inediti. Senza sconfessare del tutto l'impianto accusatorio. Una garanzia tutta italiana di continuità, insomma che ci imporrà nuovamente di interrogarci sul sistema vigente. Fino alla prossima volta. 

Le reazioni, abbondanti a fine giornata, si raccolgono e si amalgamano in un pastone per compattare e mettere ordine dove il paradosso nelle vicende bianconere assume un ruolo dominante rispetto agli intenti di una buona cucina redazionale. Si ricorrerà al Tnas, come prevedibile. Prevedibilissimo anche il comunicato della Juventus e le dichiarazioni di Andrea Agnelli

Intanto lo spauracchio di una nuova Calciopoli, nel suo risvolto persecutorio nell'immaginario juventinofilo (mi prendo questa licenza), appena accennato ormai si tasta a ogni occasione. On e off line.  

sabato 4 agosto 2012

La Disciplinare contro Palazzi: gli effetti perversi sul caso Conte



Negatemi ora se quanto si consuma nella dialettica tra procuratore federale e Commissione Disciplinare non trasla sul piano della vicenda giudiziaria l'inscenarsi dell'epilogo - decadente - di una giustizia frammentaria che arriva a ribaltare il senso delle cose indicando lo stato di confusione in cui versa.


Negatemi che ora dopo il rigetto del patteggiamento annunciato in una spettacolizzazione senza eguali sul caso Conte non vale come una indicazione netta, nettissima nei riguardi di Palazzi su come gestire questo scempio culturale e sociale che liquidiamo assai spesso con la sintesi riduttiva di calcioscommesse. Nella diatriba interna tra Disciplinare e Procura c'è il seme della frattura interna? Probabile, perché quest'estate di processi che si risolveranno con la continuazione del medesimo schema senza incidere sul calendario ( e spero nella smentita dei fatti) imporrebbe non le sole dimissioni - come suggeriscono alcuni - del procuratore ma una riforma seria, strutturata e consapevole della giustizia sportiva.


Negatemi che già alla prima lettura dei deferimenti non vi siete interrogati sulla coerenza dell'impianto accusatorio e, poi sul senso di una linea difensiva fondata sulla negoziazione con una parte chiusa su una posizone a prescindere, riferendosi a verità parziali e frammentarie di Filippo Carobbio relativamente a quella famigerata riunione tecnica e al coinvolgimento del tecnico nella due partite da cui l'omessa denuncia.


Negatemi che sia scattato in voi l'insofferenza nei riguardi di un sistema che premia con il patteggiamento un giocatore come Andrea Masiello, reo di aver creato la macchina delle scommesse, con 2 anni e a 2 mesi più un'ammenda di 30mila euro quando di anni per il presunto illecito commesso da Bonucci (per cui la procura di Bari ha deciso di non andare oltre dopo lo tsunami mediatico precedente a Euro 2012) vuole 3 anni e 6 mesi di squalifica. Un anno e 3 mesi per Conte aveva chiesto mercoledì Palazzi, in quella che ormai ha assunto i contorni di una contrapposizione personale ad Artico e alla Commissione Disciplinare. Ieri, per Pepe ha chiesto nuovamente un anno. Per omessa denuncia. 


La Juventus contrattacca, la Figc replica nella consueta querelle nell'anno sesto post Calciopoli. Si procede con il secondo processo in calendario questa settimana sul filone di Bari. E si vocifera nuovamente, stamani, di un patteggiamento. Sarebbe un suicidio assistito, francamente, in questo quadro convenire ancora ad accordi dopo il moltiplicarsi di elementi volti a sostenere la tesi di quanti hanno individuato nelle diatribe interne alla magistratura sportiva uno dei fattori che hanno trascinato a questo punto di non ritorno. Nulla è stato modificato rispetto al 2006, nonostante gli appelli di esimi esponenti della giustizia sull'arretratezza del codice. 


Invece, nella più italica delle consuetudini tutto cambia perché le cose rimangano uguali. 

venerdì 3 agosto 2012

Calcioscommesse: Conte, Palazzi e il generatore automatico di accuse




Curioso questo generatore automatico di patteggiamenti (vedi Metilparaben). Filippo Carobbio (illecito): 4 mesi (in continuazione ai 20 mesi del processo precedente);D'Urbano (2 omesse denunce): 5 mesi e 10 giorni; Da Costa Junior (omessa denuncia): 3 mesi e 30 mila euro; Daniele Faggiano (omessa denuncia): 4 mesi di inibizione; Carlo Gervasoni (illecito): 3 mesi (in continuazione ai 20 mesi e alla radiazione dei processi precedenti); Marcelo Larrondo (illecito derubricato in omessa denuncia): 3 mesi, 20 giorni e 30 mila euro; Passoni (illecito): 6 mesi e 15 giorni (in continuazione di pena); Poloni (illecito): 6 mesi (in continuazione di pena); Luigi Sala (illecito): 2 anni; Savorani (2 omesse denunce): 5 mesi e 10 giorni; Cristian Stellini (illecito e omessa denuncia): 2 anni e 50 mila euro; Torino (resp. oggettiva per illecito): 1 punto e 30 mila euro; Varese (resp. oggettiva per illecito): 1 punto e 30 mila euro; Siena (resp. oggettiva per illeciti): 6 punti e 100 mila euro; Albinoleffe (resp. oggettiva per illecito): 1 punto e 30 mila euro.


Conte? Antonio Conte, il tecnico della Juventus campione d'Italia e alla guida del Siena nell'anno della promozione in Serie A, è il solito escluso. La Commissione Disciplinare per arginare la centralità della figura del procuratore federale Stefano Palazzi ha respinto quel patteggiamento tecnico (così è, se vi pare) poiché 3 mesi di squalifica e l'ammenda correlata pari a 200mila euro è stata ritenuta sanzione 'non congrua'.


Conte? A processo, come sarebbe dovuto essere fin da principio. Fin da quel giorno di luglio in cui il tecnico della Juventus lasciò Chatillon, sede del ritiro estivo, per recarsi a Roma e incontrare gli avvocati che lo avrebbero scortato negli uffici di via Po, con Claudio Albanese responsabile della comunicazione di corso Galileo Ferraris.


Conte? Carobbio è attendibile e per questo, dopo la decisione del collegio presieduto da Sergio Artico, il procuratore chiede la condanna a 15 mesi per l'allenatore che nega alcun addebito e che frena sul opzione ri-patteggiamento dopo il tentativo (vano e ottimistico) di ricusazione. 


Conte? La cumulazione nel suo caso non prevede alcuno sconto, anzi. Va bene il patteggiamento, non si può? Fa nulla, allora si raddoppia. Per una lettura alquanto peculiare di Palazzi, teso a difendere più il suo ruolo che altro in queste udienze agostane, la richiesta di sospensione eccede il doppio. Melius abundare quam deficire, purché non si applichi a riscontri oltre la testimonianza di un collaboratore dicasi pentito. Ma qui già andiamo oltre. E' uno degli imprevedibili effetti del generatore automatico di squalifica

martedì 31 luglio 2012

Conte, non patteggiare. Non finirà così




Io credo in Antonio Conte. Credo in quella sua ossessione maniacale nel sentirsi inadeguato rispetto a chiunque per seguire la pulsione che lo muove tra desiderio di riscatto e tensione. In quell'urgenza che lo affama, più che appagarlo. Ne apprezzo le qualità di tecnico, come la dialettica sviluppata nel replicare a strumentalizzazioni e accuse, da capitano della Juventus. Non può, non deve patteggiare.


Mi aspetterei, fossimo ridotti a una mercificazione meno barbarica della giustizia, che Conte non cedesse alle lusinghe delle convenzioni ovvie e scontate del buon ufficio del patteggiamento per dimostrare in un equo processo, la sua integrità.La sua estraneità al cinismo di un Filippo Carobbio che ha ricostruito la sua versione dei fatti a puntate, in una fiction in cui al plot principale si sono aggiunti, di volta in volta, elementi di interesse per la procura in funzione delle contropartite e della giustizia ordinaria (la procura di Cremona, nello specifico) e della giustizia sportiva. 


E non per un adeguamento del lessico famigliare ginzburgiano. Il procuratore federale Stefano Palazzi, invece di valutare un connubio sbilenco affidato all'astigmatismo casuale di testimoni a gettone ha prediletto la via del deferimento. Per omessa denuncia, specifica che ammette la rivedibilità della tesi del grande accusatore.Anche se la Juventus, dopo le scelte controverse e discutibili e anti-economiche intraprese nell'estate della dissoluzione della triade, dovesse premere per il patteggiamento con quell'ignobile tariffa di 200.000 euro a quantificare il prezzo di un reato - fosse verificato -, Antonio Conte non deve convenire. Non deve farsi persuaso che sia la via indolore al rientro. 


Non per quel presunto e modaiolo inneggiare al fatto che nel diritto sportivo "patteggiare non è un'ammissione di colpa". 


Non per evidenziare il moltiplicarsi dei dubbi dopo i deferimenti, le incongruenze e l'ovvietà dell'inadeguatezza degli istituti e delle pene, come le inchieste giudiziarie ci impongono di valutare.



Non per la logica accusatoria che muove il procuratore a ritenere che non si sia accordato per alterare il risultato di quella partita ma che lo abbia solo saputo e abbia preferito tacere nonostante ciò risponda ad un reato sanzionato dal codice di giustizia sportiva.


Non per un sistema che ha fallito, imponendo in un processo dai richiami staliniani all'imputato l'onere della prova della propria discolpa dai tempi contratti, castrando i legali del collegio della difesa di produrre prove per scagionare i propri assistiti e ripristinare, dove veritiero, quanto accaduto realmente.



Non solo perché sei Antonio Conte. E hai vestito la maglia di capitano. E di allenatore, scartato dalla dirigenza che ti preferì allora Ciro Ferrara convivendo con l'abdicazione, la resa che un combattente come te detesta. Più dell'infamia, forse.


Perché non finirà con il patteggiamento. Continuerà. E verranno nuove accuse, altre dopo quelle che fintamente hanno riempito i titoli odierni. 


Il pallone criminale, il calcio malato si fonda sui silenzi, meschine geometrie fondate sulle fondamenta di compromessi e interessi le cui fila sono tenute da organizzazioni strutturate e ramificate ad ogni livello. Se Calciopoli va riscritto, se la Juventus si è riappropriata della propia identità stuprata dal giudizio grossolano e a tratti sintomatico di quella faciloneria italiota così consueta, se la prescrizione interista non va acquisita come un fastidioso così vissero felici e contenti, allora non si facciano mezze. 


Un patteggiamento, adesso, sarebbe peggio di una rete presa al 90', mister. Racconti la sua verità, senza compromessi.


domenica 29 luglio 2012

Il derby non si vende, Preziosi e il Genoa nella rete del calcioscommmesse


Enrico Preziosi e il Como. Enrico Preziosi e Calciopoli. Enrico Preziosi e Io non mollo. L'eclettico imprenditore riuscito nell'ardua impresa di combinare l'industria del calcio con i Gormiti e altri geniali prodotti ha rivestito nel corso di quell'estate del 2006 il ruolo assai spregiudicato di grande accusatore. Il richiamo alla pulizia nel nostro calcio, inquinato nelle fondamenta, se fatto da un personaggio pubblico di primo piano come il presidente del Genoa andrebbe elogiato a prescindere dalla sbavature, dalle imperfezioni un po' naif che gli si imputano volentieri. Allora come oggi, esploso il bubbone del calcioscommesse.

Però Preziosi non può cancellare la vicenda del fallimento del Como Calcio, il caso Genoa-Venezia, le indagini sui conti di Fabio Capello e quel derby maledetto da cui lo scempio a cui inermi abbiamo assistito. La consegna delle maglie agli ultrà, ordinata dal presidente ha l'irruenza simbolica propria della resa. Giuseppe Sculli con una manciata di parole pacifica, in quel circo triste. 

Il nome di Enrico Preziosi figurava negli atti trasmessi dalla procura di Cremona ai colleghi genovesi. Inevitabile, visti gli elementi emersi relativamente al derby nel maggio del 2011 nell'inchiesta del pm genovese, Biagio Mazzeo, che indaga tra l'altro sul coinvolgimento della Sampdoria nella vicenda e sulla partita Genoa-Siena.

In un'intercettazione del curvaiolo Massimo Leopizzi è saltato fuori che la squadra blucerchiata avrebbe raccolto 1,8 milioni di euro per corrompere 5 genoani. Accordo fallito per il rifiuto del capitano Marco Rossi che si sarebbe opposto al tentativo di combine.

Dei particolari in più potrebbero essere forniti da Sculli che non risulta indagato dalla procura di Cremona e non è stato mai sentito dal gip Guido Salvini, ma sarà sicuramente ascoltato dai magistrati del capoluogo ligure.

 "Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia - ha fatto sapere Preziosi -, pertanto non risulto indagato. Sono illazioni non suffragate da alcuna certezza. Giù le mani dal Genoa. Se gli inquirenti hanno necessità di sentirmi sono a disposizione. Forse sono un bersaglio facile, ma il tiro al piccione non lo accetto. Finché avrò io la gestione del club, è mio compito tutelare il nome del Genoa sotto ogni aspetto". 

Così era a Cremona, in effetti, perché la procura di Genova non ha iscritto nel registro degli indagati il nome del presidente del Genoa. Gli elementi hanno indirizzato la magistratura ligure ad altre conclusioni.

Quelle che ci hanno offerto lo spettacolo di Bormio, l'irruzione della Digos a Bormio per sentire i giocatori, lì in ritiro, in merito a quella vicenda altrettanto ambigua e sospetta dell'irruzione nello spogliatoio nel gennaio scorso di tifosi che culminò con un ceffone a Dainelli (che chiese di essere ceduto).

Per frode sportiva, nel registro degli indagati sono stati iscritti quattro calciatori. Si tratta di Domenico Criscito, Omar Milanetto, Rodrigo Palacio e Dario Dainelli. Nulla di casuale.





mercoledì 18 luglio 2012

Calcioscommesse: Lotito, Cannavaro e Grava o le ragioni della difesa. Blitz a Bormio, interrogati giocatori del Genoa



"Mi viene da ridere, anzi, non so se ridere o incavolarmi"- Claudio Lotito


Massimo Erodiani accusa Claudio Lotito, presidente della Lazio, di essere a conoscenza di due combine. Le partite in questione sono Siena-Lazio (27 maggio 2007) e Lazio-Albinoleffe (Coppa Italia, 25 novembre 2010). I legali hanno già avuto mandato per provvedere a tutelare la sua immagine.


Matteo Gianello ha confermato quanto asserito davanti ai magistrati napoletani in via Po, presso gli uffici della procura federale. Paolo Cannavaro e Gianluca Grava sono pronti a sporgere denuncia per diffamazione. Il Napoli rischia il deferimento per responsabilità oggettiva.


Alberto Gilardino e altri giocatori del Genoa in ritiro a Bormio sono stati condotti nella vicina caserma della Guardia di Finanza per rispondere dell'irruzione negli spogliatoi da parte di un gruppo di ultrà avvenuta a gennaio. Un sequestro di persona in cui si è ricostruito gli esponenti del tifo organizzato presero a schiaffi e minacciarono Dainelli, che chiese e ottenne di essere ceduto (Chievo). Tutto per quel derby, Genoa-Sampdoria dell'8 maggio 2011. Quello per cui fu venduto anche Milanetto dietro sua esplicita richiesta.


"Il derby non si vende, il derby non si vende".  


Non è stata una giornata semplice.

lunedì 16 luglio 2012

Gianello, il tentativo di combine di quel Sampdoria-Napoli



Più di Ranocchia, più di Criscito, più di Bonucci. L'attesa era per lui, dopo un rinvio giustificato da motivi di salute.


Matteo Gianello, il portiere delle combine e presunte tali, era in via Po oggi per riferire in merito a quanto acquisito dalla procura di Napoli. Da quel Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, al tentativo di persuadere i compagni di squadra di allora, Paolo Cannavaro e Gianluca Grava di acconsentire ad alterare il risultato di quella partita dalla straordinaria rilevanza in chiave Champions League per il Napoli. Durante il suo confronto con i magistrati napoletani, 


Gianello menzionò i loro nomi. "Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa", si legge. Ed erano pure contrariati, secondo Gianello. Per il codice di giustizia sportiva potrebbe ricadere, una simile fattispecie, nel reato di omessa denuncia. 


La società rischia la responsabilità oggettiva versante procura federale, con quel che viene sul fronte aperto dell'Europa League.


Ma Gianello avrebbe ricoperto anche l'incauto ruolo di raccordo, stando a quanto asserito davanti ai pm partenopei, tra l'ex calciatore Silvio Giusti e Dentino, Giuseppe Mascara in merito a Brescia-Catania. E un suo coinvolgimento sarebbe plausibile in altre partite, come Bologna-Parma o Lecce-Napoli (8 maggio 2011).




domenica 15 luglio 2012

Calcioscommesse, la settimana che verrà: calendario aggiornato delle audizioni


La settimana che verrà segna la conclusione del ciclo di audizioni relative alla seconda tranche dell'inchiesta cremonese e di quanto emerso dalle procure di Bari e Napoli. Un secondo aspetto degno di nota riguarda le audizioni più attese, quelle in cui forniranno le versioni Bonucci, Ranocchia (ora rispettivamente alla Juventus e all'Inter), Gianello e Criscito. Più che sull'aggiornamento con relativo inserimento di nomi nuovi, mi attendo maggiori elementi di interesse da costoro.

Questo il calendario aggiornato: 
- 16 luglio: Andrea Ranocchia (calciatore Inter), Giuseppe Vives (calciatore Torino), David Dei (tecnico portieri Portogruaro), Vinicio Eduards Marte Espinal  (calciatore Pro Vercelli), Antonino Imborgia (consulente mercato Parma), Leonardo Bonucci (calciatore Juventus), Davis Curiale (calciatore Grosseto), Aniello Cutolo (calciatore Padova), Massimo Erodiani (calciatore Pino di Matteo), Matteo Gianello (calciatore Villafranca Veronese), Domenico Criscito (calciatore Zenit).
- 17 luglio: Federico Cossato (ex calciatore), Mariano Stendardo (calciatore svincolato), Nicola Mora (calciatore Spezia).
- 18 luglio: Stefano Marchetti (direttore sportivo Cittadella), Cristian Altinier (calciatore Benevento), Andrea Agostinelli (tecnico svincolato), Pierandrea Semeraro (ex presidente Lecce).

Calcioscommesse: la verità di Conte, l'ordine delle cose e quel patteggiamento per omessa denuncia


Per quel fenomeno tutto italiano che potremmo riassumere nel revisionismo confinante con l'opportunismo di posizione, Antonio Conte è assolto. Si consuma così, nel breve volgere di quattro ore quanto filtrato da attenti interpreti delle cose calcistiche, costruito su supposizioni iperboliche


In quattro ore, ovvero quanto è durata l'audizione negli uffici di via Po si è passati dalla colpevolezza derivante dall'attendibilità di Filippo Carobbio (riconosciuta nel primo processo sportivo ma alquanto incongruente per quanto riguarda questa vicenda nello specifico) al patteggiamento per l'omessa denuncia (6 mesi più ammenda) e alla convinzione di una totale estraneità del tecnico alle combine relative alle due partite incriminate della stagione 2010/2011, Novara-Siena e Albinoleffe-Siena. 


''Sono contento, ho chiarito tutto e sono totalmente soddisfatto. Finalmente ho potuto raccontare la verità. Ora torno in Valle d'Aosta a fare ciò che mi riesce meglio: vincere'', ha dichiarato Conte all'uscita degli uffici di via Po, dove il tecnico della Juventus è arrivato alle 15.10 di venerdì protetto dal cordone costituito dai legali Luigi Chiappero e Antonio De Rensis e dal responsabile della comunicazione della società, Claudio Albanese.


Se la società si tutela proteggendo l'allenatore su cui ha investito, chi ha già esaurito una delicata vicenda giudiziaria in una richiesta di patteggiamento, in una linea difensiva fondata su un litigio o su quei verbali cremonesi non confermati da Coppola, Larrondo e Sestu su quella riunione tecnica osserva una parte. Per comprendere e studiare il tutto, mancano ancora tasselli rilevanti in questo quadro.

mercoledì 11 luglio 2012

Le lacrime di Masiello, le conferme di Carobbio: calcioscommesse&calciospettacolo


Nella sospensione di giudizio che imporrebbe una corretta distanza dai fatti, le lacrime raccontate di Andrea Masiello andrebbero trascurate. Il rancore, scaturito da un permesso non concesso e da una lite tra rispettive consorti non spiega intrecci iperbolici come quelli tracciati dagli atti acquisiti dalla procura federale. Filippo Carobbio, ritenuto testimone attendibile, sarebbe stato mosso da risentimento personale per non aver ottenuto un permesso per stare vicino alla moglie in prossimità del parto perché a ridosso di una partita importante. Tra la moglie del centrocampista Elena Ghiraldi e la compagna del tecnico Antonio Conte, Elisabetta, sarebbe scoppiata poi una lite nel corso di una festa di compleanno a cui erano presenti consorti e figli di giocatori.


La moglie di Carobbio, intervistata dal settimanale Oggi, nella stesura definitiva dell'intervista per la rivista non menziona l'episodio né fa riferimento al rancore tra le parti limitandosi a difendere il giocatore pur ammettendo la sua responsabilità nell'ambito di questo sistema. Se l'episodio si fosse verificato producendo degli strascichi, farne accenno anche in questa circostanza avrebbe consentito di valutare diversamente il contesto ambientale. Smentito dal presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, alcun addebito compreso quanto asserito da Carlo Gervasoni, e dagli ex compagni sentiti in procura, la versione di Carobbio (già sottoposta a diverse revisioni) solleverebbe ulteriori dubbi in merito alla sua autenticità e inevitabili approfondimenti.


In primis sui contenuti emersi in quell'interrogatorio del 29 febbraio scorso a Cremona: prima della partita Siena-Varese (poi conclusasi 5-0, ndc), Ferdinando Coppola entrò negli spogliatoi sbiancato in volto riferendo che poco prima era stato avvicinato da una persona vicina al presidente che gli aveva chiesto se c'era la possibilità di perdere la partita. Carobbio ha confermato quanto dichiarato davanti ai magistrati cremonesi, avvalorando la tesi accusatoria del pool di Palazzi che ha posto ancora una volta domande dettagliate sulle riunioni tecniche andate in scena con Conte prima di quelle due partite che costituiscono principale materia di indagine a carico dell'attuale allenatore della Juventus.


Novara-Siena 2-2 del 30 aprile 2011 e AlbinoLeffe-Siena 1-0 del 29 maggio 2011: risultati combinati, secondo Carobbio nell'ultima delle sue verità. Ipotesi confermata anche davanti agli uomini della procura federale.


Nulla di nuovo sul fronte barese, invece, dopo un interrogatorio in cui Masiello ha dettagliato modalità, tempi e personaggi relativamente agli incontri manipolati nella stagione 2010-2011 compreso quel derby con il Lecce per cui l'ex presidente Pierandrea Semeraro avrebbe incaricato un suo emissario, individuato nell'imprenditore Carlo Quarta secondo quanto confermato dal complice Gianni Carella sentito nuovamente a Bari. Sei le partite su cui ha risposto Masiello negli uffici di Via Po fornendo ulteriori spaccati di un quadro assai più deprimente del suo pianto di sfogo su cui sono chiamati a esprimersi, il 16 luglio prossimo, Leonardo Bonucci e Andrea Ranocchia. Nello stesso giorno di Domenico Criscito e Matteo Gianello.

domenica 8 luglio 2012

Cristiano Doni, dal Calcioscommesse all'apertura di un beach bar





Cristiano Doni dimentica la fuga in mutande (così narrata dalle cronache), l'umiliazione scaturita dall'enucleazione asettica dell'ordinanza di custodia cautelare delle esemplari imprese del cosiddetto Gruppo di Cervia, le lacrime amare e gli inviti - pubblici - a fornire elementi utili alla ricostruzione dei fatti. Accantona le conseguenze di quel vizio, ammesso e per cui ha fatto pubblico abiura, e rilancia. Peccato che avvenga con il dubbio che ciò accadrebbe con la medesima compagnia di sempre.


Un mese e mezzo fa, ma se ne ha notizia solo adesso, l'ex capitano dell'Atalanta accantonata con la scadenza del contratto al 30 giugno ha inaugurato un beach bar a Palma di Maiorca. Immagini di circostanza, già pubblicate dai quotidiani on line e dalle testate cartacee, in cui Doni sorride circondato da fanciulle avvenenti invitate per l'occasione al Chiringo Palmanova


L'attività è la seconda aperta dall'ex capitano dopo il lido I figli del sole a Cervia, stabilimento in cui figurano nomi eccellenti tra i proprietari alcuni dei quali (vedi Nicola santoni) nella prima inchiesta cremonese sulle scommesse illegali. Nel locale della movida figurerebbe anche Filippo Russo, socio di Doni stando a quanto riportato da Tuttosport e siti specializzati. Il ristoratore bolognese compare ripetutamente quale protagonista dell'attività illecita del Gruppo di Cervia nella stessa ordinanza che portò all'arresto di Doni. 

sabato 7 luglio 2012

Sentenza della Corte di Giustizia Federale: Pescara, niente penalizzazione. Sconti per Reggina e Novara

CORTE DI GIUSTIZIA FEDERALE: LA SENTENZA


Il Pescara ha vinto. E disputerà il prossimo campionato, quello della promozione di in Serie A priva dell'onta di quei 2 punti di penalizzazione sanciti dalla sentenza pronunciata dalla Commissione Disciplinare contro cui ha presentato ricorso la società, difendendo la propria posizione fortemente, come nell'indignazione per la disparità di trattamento manifestata dal presidente Daniele Sebastiani.


La Corte di Giustizia Federale ha infatti accolto l'appello degli abruzzesi, convertendo la penalizzazione di due punti relativa al primo filone del calcio scommesse in un'ammenda da 30.000 euro.


Parzialmente accolti anche altri sei ricorsi delle società: ridotte le penalizzazioni di Novara e Siena (entrambe da -4 a -3), Albinoleffe (da -15 a -9), Reggina (da -4 a -3) e Monza (da -5 a -4). Al procedimento di appello hanno preso parte solo 10 dei 14 club coinvolti (mancavano la società dilettantistica Avesa, seconda categoria veneta, e le fallite Ancona, Piacenza e Ravenna).




venerdì 6 luglio 2012

Il giorno del Napoli: Gianello indisposto, Mazzarri risponde. Il 16 luglio convocato anche Criscito



Matteo Gianello presenta un certificato medico in cui - riportano le agenzie - si riporta di una indisposizione.


Walter Mazzarri si presenta attorno alle 14.45. "Sono venuto a dare il mio contributo ai giudici in un momento in cui c'è bisogno di chiarezza, come ho già fatto l'altra volta quando sono stato chiamato (dalla Procura di Napoli, ndr). Con grande serenità. Paura? Ma state scherzando?", afferma rivolgendosi ai giornalisti presenti. 


Mattia Grassani, il suo avvocato e legale esperto in materia aggiunge: "Gli aspetti sui quali si è soffermata la Procura sono quelli noti - ha spiegato -. Non c'è stato nulla di ulteriore rispetto a quello detto da Mazzarri avanti alla Procura di Napoli. Il confronto è stato franco e tranquillo e la Procura federale è rimasta molto soddisfatta e confidiamo che la posizione di Mazzarri non abbia alcun tipo di seguito nella giustizia sportiva". Su Napoli-Inter del 15 maggio 2011, Grassani precisa che il tecnico non è stato chiesto di "nessuna gara in particolare". L'oltre un'ora e mezzo in cui l'allenatore toscano è rimasto negli uffici di via Po è dovuta, a detta di Grassani, "alle formalità di apertura e di chiusura, alla rilettura e alla verbalizzazione che hanno determinato un confronto sereno della durata complessiva di meno di un'ora". L'avvocato ha puntualizzato inoltre che oggi era in Procura "per rappresentare il club e non il signor Mazzarri" e per "coordinare gli interrogatori di tutti i giocatori del Napoli".


Gianluca Grava che, con il capitano Paolo Cannavaro, aveva ricevuto la proposta dall'ex portiere del Napoli di alterare il risultato di Sampdoria-Napoli del 10 maggio 2010 si è presentato negli uffici di via Po per essere ascoltato su quella vicenda per cui rischia l'omessa denuncia. 


Domenico Criscito perso Euro 2012 è stato inserito nel calendario delle audizioni da parte della procura federale. Il difensore dello Zenit San Pietroburgo è convocato per il 16 luglio prossimo.


E' l'inizio. Solo l'inizio. 



Questo il calendario completo delle audizioni sui filoni di Bari, Napoli e Cremona


-6 luglio: Walter Mazzarri (tecnico Napoli), Gianluca Grava (calciatore Napoli), Paolo Cannavaro (calciatore Napoli), Giuseppe Mascara (calciatore Novara). 
-9 luglio: Giuseppe Santorum, Fabio Quagliarella (calciatore Juventus), Federico Piovaccari (calciatore Sampdoria), Luca Ariatti (calciatore Pescara), Paolo Acerbis (calciatore svincolato), Dario Passoni (calciatore Folzano), Fabio Giacobbe e Angelo Iacovelli.
-10 luglio: Filippo Carobbio (calciatore Siena) , Andrea Masiello (calciatore Atalanta), Nicola De Tullio e Giovanni Carella.
-11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (calciatore Fermana), Ferdinando Coppola (calciatore Milan), Daniele Sebastiani (presidente Delfino Pescara), Marco Turati (calciatore svincolato).
-12 luglio: Massimo Mezzaroma (presidente Siena).
-13 luglio: Piero Camilli (presidente Grosseto), Esmael Angelo Junior Da Costa (calciatore Sampdoria), Antonio Conte (tecnico Juventus).
-16 luglio: Leonardo Bonucci (calciatore Juventus), Andrea Ranocchia (calciatore Inter), Domenico Criscito (calciatore Zenit).

Lotito e la versione di un presidente sul Calcioscommesse. Rinviate audizioni di Bonucci e Ranocchia



Più che l'aggiornamento (l'ennesimo) del calendario della audizioni le risorse odierne dovrebbero concentrarsi sull'estenuante, argomentata e paradossale difesa del presidente della Lazio, Claudio Lotito.


Un uomo controverso, in lotta con le istituzioni calcistiche e sfiorato ripetutamente dalla magistratura sportiva e ordinaria anche in sede giudicante, come nel processo di Napoli. Un uomo discusso anche dalla sua stessa tifoseria, da cui si difende. E non solo appellandosi a una dialettica e a una oratoria d'occasione, quando ne ravvede l'urgenza. 


"Sculli e Mauri non sono orchi, dei banditi, e squadra e dirigenti non hanno dimostrato insofferenza nei loro confronti. C'è dell'allarmismo eccessivo". La risposta in conferenza stampa in merito alle conseguenze dell'inchiesta calcioscommesse è quasi già scritta. Nonostante la distanza tra i due, per motivazioni estremamente diverse come si evince dalle specifiche dell'ultima ordinanza emessa dal gip Guido Salvini della Procura di Cremona.


"Non è detto che rientrino - ha precisato Lotito -, ma nessuno all'interno dell'organico ha avuto la sensazione di avere problemi nei confronti di questi due calciatori". 


"Bisogna che le cose abbiano un percorso e trovino riscontro dal punto di vista ocumentale. In Italia stiamo ancora in una condizione democratica e ci sono tre gradi di giudizio, le condanne morali non fanno testo. Io non faccio l'avvocato - ha aggiunto -, ma noi siamo al di fuori di ogni cosa. Da quanto emerge, credo ci sia stato un allarmismo eccessivo, non parliamo di orchi visti male dagli altri compagni. Di banditi. Poi la storia dirà chi ha avuto ragione". 


E se e quali conseguenze verranno dettate dalla responsabilità oggettiva



Questo il calendario completo delle audizioni sui filoni di Bari, Napoli e Cremona


-6 luglio: Matteo Gianello (calciatore Villafranca Veronese), Walter Mazzarri (tecnico Napoli), Gianluca Grava (calciatore Napoli), Paolo Cannavaro (calciatore Napoli), Giuseppe Mascara (calciatore Novara). 
-9 luglio: Giuseppe Santorum, Fabio Quagliarella (calciatore Juventus), Federico Piovaccari (calciatore Sampdoria), Luca Ariatti (calciatore Pescara), Esmael Angelo Junior Da Costa (calciatore Sampdoria), Paolo Acerbis (calciatore svincolato); Andrea Masiello (calciatore Atalanta), Dario Passoni (calciatore Folzano), Fabio Giacobbe e Angelo Iacovelli.
-10 luglio: Filippo Carobbio (calciatore Siena) , Nicola De Tullio e Giovanni Carella.
-11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (calciatore Fermana), Ferdinando Coppola (calciatore Milan), Daniele Sebastiani (presidente Delfino Pescara), Marco Turati (calciatore svincolato) 
-12 luglio: Massimo Mezzaroma (presidente Siena)
-13 luglio: Piero Camilli (presidente Grosseto), Antonio Conte (tecnico Juventus).
-16 luglio: Leonardo Bonucci (calciatore Juventus), Andrea Ranocchia (calciatore Inter).