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mercoledì 12 settembre 2012

Conte sentito come persona informata sui fatti. Tnas, udienza fissata il 21 settembre



Monopoli, 6 settembre 2012. Annotatela questa data, perché inizia da un anonimo giovedì di settembre il capitolo secondo del caso Conte, di un allenatore (il migliore?) in emblema di un sistema, quello della giustizia sportiva incongruente e lacunoso. 

In una caserma dei carabinieri a circa 40 km dal capoluogo pugliese - come accaduto tra l'altro anche quando fu la volta di Andrea Masiello - il tecnico a cui è stata confermata in appello una squalifica di 10 mesi dalla Corte di Giustizia Federale per l'omessa denuncia di Albinoleffe-Siena si è presentato per rispondere su quanto la procura di Bari ha raccolto fino a questa fase in merito alle cose riguardanti la compagine capeggiata da Masiello. E Vittorio Micolucci.

Stando alle agenzie di stampa, Conte ha risposto per circa tre ore e un quarto alle domande del procuratore della Repubblica, Antonio Laudati, del sostituto procuratore Ciro Angelillis e del comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Bari, Riccardo Barbera. Quesiti che vertevano su uno dei filoni investigativi tra i più profilici, grazie al supporto dell'ex capitano Andrea Masiello e di un giocatore, Vittorio Micolucci appunto, il quale avrebbe menzionato per primo il nome di Conte. 

In un fax inviato da Micolucci al procuratore federale, Stefano Palazzi, si sarebbero menzionate altre partite dal risultato alterato nel corso di due distinti campionati sotto la guida tecnica del tecnico. Il riferimento a Conte, secondo il legale di Micolucci, l'avvocato Daniela Pigotti, sarebbe stato frainteso. "Quello a Conte è stato un puro riferimento cronologico - ha chiarito il legale a margine dell'interrogatorio di Micolucci, il 7 agosto scorso a Bari -. Micolucci all'epoca ha semplicemente fatto un riferimento temporale, dicendo che “nell'anno in cui allenava Conte mi risulta che...” come dire l'Inter di Mourinho o la Roma di Luis Enrique".

Invece la procura possiede elementi sufficienti per continuare a ricostruire quanto accaduto prima e dopo Salernitana-Bari del 23 maggio 2009, finita 3-2, e Bari-Treviso dell'11 maggio 2008, conclusasi 0-1. Incontri disputati durante l'era Conte, fautore di quella promozione nella massima serie, sentito come persona informata sui fatti

Ha scelto, Conte, di presentarsi senza assistenza legale. Dopo quella conferenza stampa, dopo la condanna a 10 mesi di squalifica e il ricorso al Tnas. Dopo le dichiarazioni di affiancamento della Juventus che in un futuro assai prossimo e verosimile elaborerà una linea in cui contemplare un ridimensionamento dell'organicità al tecnico, va considerata. Anche solo come eventualità. 

La versione ricostruita dalle indagini vedrebbe prima di quel Salernitana-Bari, ultima di campionato, un emissario del club amaranto avvicinare alcuni calciatori del Bari, tra cui Christian Stellini, ex collaboratore dell'allenatore salentino dimessosi recentemente dal suo staff. Per aggiustare il risultato con quel 3-2 utile ai salernitani sarebbero stati pagati 250mila euro: l'affare sarebbe stato concluso con la complicità della malavita locale, mentre i proventio derivanti da questa combine sarebbero stati spartiti secondo delle quote. 
   
Conte avrebbe negato di aver percepito alcun segnale: il Corriere dello Sport riporta che il tecnico avrebbe dichiarato: "Non so nulla di gare vendute, mai visti girare soldi". La Repubblica, sempre molto informata sulle vicende baresi, anticipa che a questo confronto ne potrebbe seguire un secondo. 

In tempi brevi? Per ora di date si discute in materia di giustizia sportiva: il 21 prima udienza del caso Conte al Tnas. Entro il 7 ottobre, la decisione. 







mercoledì 4 luglio 2012

Calcioscommesse, nuove audizioni: tocca a Masiello, Bonucci e Ranocchia


La fretta non potrebbe essere caratteristica più remota, nel panorama della giustizia italia sia essa ordinaria sia essa sportiva. Esattamente quanto si intende per non pervenuto. Eppure nella concitata attività della procura federale si intravede anche un simile suggerimento in questo inizio luglio. 

D'altronde a Stefano Palazzi è affidato l'arduo compito di contribuire per la sua parte così da chiudere entro l'estate calcistica (che differisce da quella del calendario) anche il secondo processo scaturito dalle inchieste sul calcioscommesse condotte dalle procure di Napoli e Bari con l'aggiunta di quanto più recentemente emerso a Cremona. 

Così da via Po, nella tensione a comporre l'impainto accusatorio nella modalità più adeguata possibile rispetto alla mole di atti trasmessi, nuovamente viene comunicato un aggiornamento del calendario delle audizioni. Si inseriscono personaggi di primo piano: Andrea Masiello, il grande pentito, Leonardo Bonucci (già destinatario di un avviso di garanzia ma a differenza di Mimmo Criscito rimasto nel ritiro di Coverciano a pieno titolo) e Andrea Ranocchia, difensore in uscita dell'Inter.

Questo il calendario completo delle audizioni sui filoni di Bari, Napoli e Cremona

- 5 luglio: Gianfranco Parlato (tecnico), Michele Cossato (ex calciatore), Silvio Giusti (tecnico); Biagio Pagano (calciatore della Nocerina), Eugenio Vincenti (Osservatore del Livorno).
- 6 luglio: Matteo Gianello (calciatore Villafranca Veronese), Walter Mazzarri (tecnico Napoli), Gianluca Grava (calciatore Napoli), Paolo Cannavaro (calciatore Napoli), Giuseppe Mascara (calciatore Novara).
- 7 luglio: Marco Turati (calciatore svincolato)
- 9 luglio: Giuseppe Santorum, Fabio Quagliarella (calciatore Juventus), Federico Piovaccari (calciatore Sampdoria), Luca Ariatti (calciatore Pescara), Esmael Angelo Junior Da Costa (calciatore Sampdoria), Paolo Acerbis (calciatore svincolato) ; Andrea Masiello (calciatore Atalanta), Dario Passoni (calciatore Folzano), Fabio Giacobbe e Angelo Iacovelli.
- 10 luglio: Filippo Carobbio (calciatore Siena) , Nicola De Tullio e Giovanni Carella.
- 11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (calciatore Fermana), Ferdinando Coppola (calciatore Milan), Daniele Sebastiani (presidente Delfino Pescara)
- 13 luglio: Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Piero Camilli (presidente Grosseto), Antonio Conte (tecnico Juventus).
- 15 luglio: Leonardo Bonucci (calciatore Juventus), Andrea Ranocchia (calciatore Inter).


lunedì 4 giugno 2012

Calcioscommesse: le proposte di Laudati, gli arresti domiciliari di Mauri e Milanetto




Ho creduto che avrei dovuto riflettere più nello specifico sulle proposte del procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, che ha sostenuto con la consueta incisività che gli deriva da una forma mentis strutturata dal diritto e da una coscienza civile rara.


Ho creduto che l'abolizione della responsabilità oggettiva per le società investite anche dalla volgarità del calcioscommesse avrebbe destato in me interrogativi degni di approfondimento. Di risposte. Di studio volto a sostenere un'opinione.


Poi, in serata, le agenzie ribattono la notizia che per Stefano Mauri e Omar Milanetto il gip di Cremona, Guido Salvini, ha concesso gli arresti domiciliari anche se la sua versione è ritenuta 'scarsamente plausibile'. 


Nega Mauri le combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, sostenendo di avere puntato solo sul basket. Pratica non vietata che avrebbe insospettito il magistrato. Per Milanetto, il gip ha spiegato che sul derby "Genoa-Sampdoria, pur non oggetto di contestazione, e sul ruolo in tale contesto di Milanetto e di altri giocatori, si sono allungate pesanti ombre". 


Domiciliari per Gritti, obbligo di firma per Tisci. Ruopolo ha ammesso la sua partecipazione. E la restituzione dei soldi perché non era stato raggiunto l'over concordato. 


Ecco, la conclusione è che adesso, di domande, me ne faccio più sui contenuti degli interrogatori che sui possibili miglioramenti di legge. 





mercoledì 23 maggio 2012

Calcioscommesse: Semeraro iscritto nel registro degli indagati a Bari. Conte rinnova, senza timori


AIC CONTRO CALCIOSCOMMESSE: VIDEO ANTEPRIMA ANSA

Va così, in questa primavera delle Procure. Si fissano date, si iscrivono nuovi nomi nel registro degli indagati, si agevolano i collaboratori e i tecnici, in attesa di essere sentiti, rinnovano i contratti (fino al 2015 a tre milioni a stagione). Se a Cremona le affermazioni messe a verbale (desecretato, ricordiamo) da Filippo Carobbio hanno indirizzato gli inquirenti verso Antonio Conte con metodo, a Bari il quadro emerso dalle affermazioni di Andrea Masiello e i suoi amici scommettitori pare addirittura più inquietante per alcuni versi, ovvero per le implicazioni di personaggi della tifoseria organizzata e protagonisti di vertice nel mondo calcistico e nella società civile.

Di quel Bari-Lecce adesso conosciamo le premesse. il ruolo di Pierandrea Semeraro, ex presidente dell'Us Lecce, è messo a fuoco dai magistrati coordinati dal procuratore generale Antonio Laudati. Il nome di Semeraro è da qualche settimana iscritto nel registro degli indagati. Per frode sportiva. E gli atti che lo riguardano dovrebbero essere tra quelli acquisiti da Stefano Palazzi, procuratore federale.

Quanto riferito da Andrea Masiello al pm Ciro Angellilis non è stato mai tralasciato, mai sottovalutato dai magistrati baresi che seguono il filone pugliese dell'inchiesta calcioscommesse. Fin da quando decise di ammettere il suo coinvolgimento nella manipolazione di alcuni incontri, nel febbrario scorso nel corso degli interrogatori a cui venne sottoposto. Ammise che quel derby, quel Bari-Lecce  del 15 maggio 2011 era falsata.

Truccata. E, successivamente, che questa vendita illegale aveva fruttato una cifra impensabile. Così era stato rivelato che un amico di Carella, riconosciuto in Carlo Quarta, aveva preso parte agli incontri, e che poi avrebbe avuto contatti anche con l'avvocato Andrea Starace, presente al momento della consegna della somma.

Per quella partita sarebbero stati versati 230.000 euro. La prima parte ammontava a 50.000 che sarebbe stata versata in un incontro all'Hotel Tiziano di Lecce a cui sarebbe stato presente Starace. Le altre parti sarebbe state versati durante i famigerati incroci presso la stazione di servizio sulla tangenziale di Bari e da Quarta a Masiello in una località del nord dove l'ex difensore biancorosso e dell'Atalanta viveva all'epoca.

Dietro questi emissari a muovere le fila e a elargire queste somme cospicue ci sarebbe stato Semeraro, espressione della società salentina che con quel derby si giocava la salvezza. Rivelazioni che sanciscono la quasi conclusione del secondo filone d'indagine per Laudati e i suoi collaboratori. Per i tre pentiti si profilano la libertà e il patteggiamento di pena, in riconoscimento della loro disponibilità a collaborare da parte della autorità giudiziaria.

Per Semeraro e gli altri, invece, la storia è tutta da scrivere da parte degli inquirenti. Saranno i diretti inetressati, a questo punto, a doversi esporre e a richiedere di essere sentiti per chiarire le rispettive posizioni in questa vicenda sempre più sporca. Per il Lecce, il futuro non riserva nulla di buono. Non preoccupa la Juventus quanto asserito da Carobbio in merito al ruolo di Stellini e Conte, pronto a siglare il rinnovo.

Squalifica, audizioni, rivelazioni: intanto si firma, poi quando sarà tempo di vagliare alternative si studierà l'alternativa. Il suggerimento, a cui indirizzano frasi e posizioni da parte dell'allenatore e della scoietà, sarebbe questo.

venerdì 11 maggio 2012

Calcioscommmesse: Palazzi da Laudati per le carte dell'inchiesta, rischiano Bari e Lecce


E' tarda mattinata quando il procuratore federale Stefano Palazzi arriva alla Procura di Bari per incontrare il procuratore generale Antonio Laudati, il giorno dopo l'esecuzione dei provvedimenti restrittivi a carico di tre capi ultrà della squadra del capoluogo pugliese per violenza privata aggravata. 

Verranno acquisiti gli atti che sanciranno l'apertura di un nuovo capitolo nell'inchiesta sportiva, quella che sancirà l'ingresso plausibilmente nell'attività di Palazzi e dei suoi collaboratori di Lecce e Bari società coinvolte nelle vicende legate a Andrea Masiello e nell'operato dei magistrati che seguono il filone pugliese del calcioscommesse.

Nella conferenza stampa convocata ieri, oltre ai contenuti tracciati con puntualità e parole scelte dal procuratore generale nella ricostruzione degli avvenimenti che hanno condotto agli arresti di presunti esponenti del mondo del tifo organizzato rei di aver minacciato giocatori e giornalisti. 

Durante l'incontro co i cronisti, Laudati ha poi confermato che quanto inerente alla frode sportiva va esarendosi e che dunque, di riflesso, i presupposti per l'avvio dei lavori di competenza della procura federale sono ormai imminenti. Atti funzionali a completare l'impianto edificato dagli inquirenti e che andrebbe a investire le società le cui posizioni sono state stralciate dai deferimenti di inizio settimana. 

Per Bari e Lecce il coinvolgimento sarà ovvio: l'incolpazione per responsabilità oggettiva è altrettanto scontato, meno quello diretto per i salentini su cui grava la vicenda Quarta-Masiello e l'inserimento come trapelato della società nella combine. Da dimostrare l'estraneità dei Semeraro quanto la responsabilità diretta relativa a incontri all'hotel Tiziano e versamenti di oboli a Masiello. Palazzi, poco fa, ha tenuto a dire: "Pene meno severe per chi collabora". Un impegno per quei giocatori che hanno squarciato il silenzio.


Il Lecce rischierebbe sanzioni che vanno dai punti di penalizzazione alla retrocessione, stando alle eventualità contemplate dal codice che non lascia confidare al Bari di soluzioni migliori sul versante della giustizia sportiva. Altre società potrebbero essere investite poi da questa secondo spezzone dell'inchiesta sportiva. Classifiche da rivedere? Playoff e playout da riposizionare in calendario? Calcio caos? Sarà un'estate lunga e calda anche questa.




giovedì 10 maggio 2012

Calcioscommesse, arrestati ultrà Bari: minacciati giocatori e giornalisti. Palazzi da Laudati


Nel baratro melmoso in cui il calcioscommesse ha trascinato giocatori, dirigenti, giornalisti (perché no) costretti a documentare l'oscenità di questa deriva non c'è sistema più ridicolo di quello agli atti. Non c'è assurdità più grottesca di quanto riportato dalla Procura di Bari. Perversione più odiosa del tradimento di una maglia da parte di quanti abbracciata una fede per quanto pagana, celebrano la domenica nel templio del pallone offrendo alla propria squadra l'omaggio di cori, urla, striscioni. 

Eppure se i carabinieri provinciale hanno provveduto ad eseguire i provvedimenti restrittivi a carico di tre capi ultrà del Bari innegabilmente colpevoli di aver minacciato calciatori e indotto gli stessi a manipolare il risultato di tre incontri per personali profitti, i magistrati hanno raccolto riscontri sufficienti per dare seguito a queste decisioni. E ai tre destinatari viene contestato un reato che svela la macchinazione che si nasconde dietro a tutta quella pantomima della domenica e della celebrazione di un culto mercanteggiato. Il reato  che viene loro addossato è di violenza privata aggravata. 

Le partite che questo terzetto, costituito da Raffaele Lo Iacono, Roberto Sblendorio (portati in carcere) e Alberto Savarese (ai domiciliari), avrebbe aggiustato per ottenere i proventi delle scommesse rispondono a: Bari-Sampdoria, Cesena-Bari e Bari-Chievo. Incontri che andavano combinato secondo le scommesse dei tre capi ultrà per incassare. Che ciò implicasse il ricorso ad argomenti illeciti non costituiva un deterrente come documentato nel corso delle indagini e sulla base delle testimonianze di Andrea Masiello, dell'ex portiere del Bari Jean Francois Gillet e Marco Rossi, ora non più tesserato del club pugliese. 

I tre avevano minacciato e intimidito i giocatori con cui avevano avuto un confronto: Gillet e Masiello, a cui era stato chiesto di perdere due partite per incassare i proventi delle scommesse. Il francese, nel suo interrogatorio, aveva aggiunto che aveva ricevuto - personalmente - minacce molto serie. Una pratica che i vertici della tifoseria organizzata biancorossa avevano in programma di estendere a altri. Secondo le intercettazioni e da quanto riportano quotidiani e agenzie, sarebbero state studiate delle ritorsioni nei confronti di due giornalisti.

Al contrario, però, di quanto emerso nella fase convulsa delle indiscrezioni successive alle rivelazioni di Masiello, quando l'inchiesta barese poteva delineare una sorta di inserimento nelle questioni della criminalità organizzata, i tre arrestati non sarebbero stati legati a clan. Almeno a questo livello.

Perché il lavoro della Procura non si conclude con questi arresti. Il messaggio del procuratore Antonio Laudati, nelle recenti interviste e nei suoi interventi nell'ambito di diverse manifestazioni sulla legalità e nella conferenza stampa odierna, va tenuto sempre a mente in queste circostanze. Il suo invito a tradurre per questi reati pene più severe, meno suscettibili di interpretazione in sede di giudizio è una richiesta di supporto all'attività delle procure. 

Laudati ha spiegato, davanti alla stampa, che i tre ultrà devono rispondere di violenza privata "perché in più occasioni questi personaggi, che non definisco tifosi perché ho rispetto della parola 'tifosi', si sono resi protagonisti di atti violenti nei confronti di giocatori del Bari al fine di perdere le partite, non di propria iniziativa ma mandati da alcuni scommettitori".

I tre ultras durante lo scorso campionato minacciarono alcuni calciatori del club biancorosso invitandoli a indirizzare i risultati di tre gare con Samp, Cesena e Chievo verso la sconfitta. "Il primo episodio si è verificato durante l'antidoping di Bari-Chievo - racconta Laudati - quando si sono introdotti nello spogliatoio per fare minacce. Il secondo episodio è stato invece prima di Cesena-Bari e il terzo prima di Bari-Samp, quando sono andati sul campo, hanno preso anche a schiaffi i calciatori e li hanno minacciati creando un clima di paura. L'utilizzo dei tifosi - ha detto il procuratore generale - in un meccanismo che chiamo 'sistema criminale' è stata una delle modalità con le quali si riuscivano a condizionare i giocatori e le società per lucrare dall'esito delle scommesse"

E se il Lecce e il Bari, nei deferimenti del procuratore federale Stefano Palazzi, per ora non compaiono se non da attori non protagonisti ciò non toglie che le cose possano mutare molto velocemente. Palazzi andrà da Laudati. E non sarà una visita di cortesia.



sabato 5 maggio 2012

Calcioscommesse, l'analisi di Laudati e i limiti del sistema

C'è un tempo per l'analisi, c'è un tempo per le riforme. Uno per l'ordine e uno per la giustizia. Di proposte per una riforma della magistratura, in toto, si discorre praticamente dal varo della Carta Costituzionale. Da quando, già durante l'Assemblea Costituente (e ancora prima in seno ai ricostituiti nuclei partitici) si valutarono soluzioni differenti in materia di potere giurisdizionale.

La vicenda calcioscommesse che squarcia così profondamente quel velo di Maya utile a quanti desideravano trascurare le modalità di trarre profitto dall'industria del calcio (e del divertimento in generale) occorre a delineare come sia non solo ramificato il fenomeno (che vanta precedenti di livello), ma quanto sia complessa la macchina della giustizia messa in atto. Complessi (e anacronistici) i rapporti tra gli organi investiti e come si possa apportare maggiore incisività anche con migliorie normative. Perché il diritto deve vantare un'attinenza sociale.

L'intervista del procuratore Antonio Laudati a Sky Sport24 suggerisce degli spunti di riflessione sulle perversioni tutte italiane legate all'evolversi delle scommesse, alla proporzioni ridicole di quelle legali rispetto al sommerso e di come ancora sia complesso il passaggio di notizie e atti utili tra guistizia ordinaria e sportiva. Non sono temi inediti. Ma sono quelle evidenze che il magistrato che segue il filone barese dell'inchiesta ripete. Perché il business c'è, le pene sono inadeguate e le sinergie equivalgono alla distanza tra analogico e digitale. Nell'intervista di Laudati c'è l'esatto riflesso di un mondo sommerso a cui non si può porre rimedio nel breve scorrere di un post, ma alcuni correttivi come la richiesta di rigore sono leggittimamamente auspicabili e realizzabili.

"Le scommesse hanno avuto un'evoluzione inimmaginabile - ha risposto Laudati in un'intervista ai microfoni di Sky Sport -. Ora si scommette durante l'arco di tutta la partita e non solo sul risultato ma anche su singoli episodi di gioco, su una punizione, su un calcio d'angolo, su un'espulsione, e questo fa sì che le scommesse non condizionino tanto il risultato ma singoli eventi di gioco. Possiamo considerare che oggi l'interferenza delle scommesse prescinde dal risultato, ci sono comportamenti che non incidono sul risultato ma che hanno condizionato grosse vincite". 

I dati elencati dal procuratore sono emblematici dell'illegalità dominante in questo fenomeno in cui "il business delle scommesse è molto ampio, si parla di un fatturato legale di 4 miliardi di euro ma solo il 30% della portata generale delle scommesse va sul circuito legale per cui abbiamo una massa di denaro che oscilla tra i 12 e i 15 miliardi di euro all'anno e questo ha attirato gli interessi della criminalita' organizzata. Sul calcio c'è stata una pressione molto forte, con interessi molto importanti in gioco e questo ha condizionato alcuni eventi sportivi". 

"Le indagini sono presenti in tutta Europa e forse in tutto il mondo - continua - Dall'indagine di Bari emerge che alcuni comportamenti sono stati mutuati da organizzazioni criminali straniere, soprattutto dei Paesi dell'Est, e il fenomeno dell'interferenza sul circuito delle scommesse e' presente in moltissimi Paesi europei".
Andando all'indagine di Bari che a inizio aprile ha portato anche all'arresto di Andrea Masiello, "per quanto riguarda gli accertamenti in corso, gli atti di rilievo saranno trasferiti alla procura federale e spetterà all'ordinamento sportivo fare le valutazioni del caso - aggiunge Laudati - Il calcio è un sistema dalle pesanti interferenze molto complesso, un po' per il ruolo dei calciatori, un po' per il ruolo dei tifosi, e le valutazioni del caso sono da fare alla fine dell'indagine". 

Il procuratore capo di Bari ritiene pero' che il mondo del calcio resta "pieno di passioni, di comportamenti virtuosi e il reato di un singolo non puo' danneggiare l'immagine di un singolo sistema", fermo restando che occorre "intervenire per evitare che ci siano condizionamenti e che si possano favorire le attività criminali". 

I suggeriemnti di Laudati sono puntuali, specifici visto che attualmente "applichiamo la norma di frode sportiva che risale al 1989 e che è stata fatta dopo il calcioscommesse del 1982 - prosegue Laudati - Questa norma sanziona fino a un anno di reclusione o con la multa comportamenti tesi ad alterare un risultato sportivo ma oggi ritengo che questo tipo di sanzione sia inadeguata per aver alterato il risultato di un derby o per aver tradito la passione sportiva di milioni di tifosi. E' un comportamento grave come la corruzione che però può essere applicata solo ai pubblici ufficiali. Se per esempio viene data una piccola somma di denaro a un usciere per entrare in un ufficio pubblico dove non si può entrare il fatto e' punito fino a 6 anni di reclusione".

"Per un calciatore che riceve denaro e altera il risultato di un derby o fa un autogol la sanzione è invece la multa o fino a un anno di reclusione - spiega ancora Laudati - Ma per il grande interesse sociale e la rilevanza degli interessi che ruotano attorno al calcio si tratta di comportamenti gravi equiparabili alla corruzione". 

Lascia per ultimo un altro problema, quello del raccordo "tra la giustizia penale e la giustizia sportiva che persegue comportamenti che non hanno rilevanza penale e che però possono condizionare i risultati delle indagini. La responsabilità oggettiva, per esempio, fa sì che le società abbiano difficoltà a collaborare mentre nel caso dell'omessa denuncia chi è a conoscenza di comportamenti illeciti o viene chiamato a testimoniare incorre poi in una sanzione sportiva con gravi conseguenze a suo carico". Un fattore che di certo non agevola l'emergere dei fatti in un quadro che risente, inevitabilmente di un quadro ancora così arretrato.

mercoledì 2 maggio 2012

Calcioscommesse: l'allarme del procuratore barese Laudati. Venerdì audizione Locatelli


A indagini ancora in corso, il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati squarcia un silenzio ipocrita, inutile su quella perversione non solo nostrana: le scommesse illegali su cui indagano i magistrati baresi di raccordo con le Procure di Cremona e Napoli e con quella federale.
"Ci sono più soldi da guadagnare con le scommesse che con la droga"
France Football, autorevole settimanale francese di settore, dedica l'intero numero a una indagine giornalistica sul calcioscommesse e sulle inchieste aperte in Italia dalla magistratura ordinaria e sportiva. Nell’intervista rilasciata al giornale, Laudati spiega come è partita l’inchiesta e quali sono le ramificazioni con la criminalità: ”c’è una riflessione da fare, il mondo del calcio non era pronto ad affrontare questo nuovo grande affare delle scommesse…il fatto di poter scommettere, durante la partita, su chi tirerà il primo corner, la prima punizione…con queste scommesse si esagera. Siamo davvero andati troppo lontano”.


Venerdì è prevista l'audizione del giocatore dell'Atletico Arezzo, Tomas Locatelli, già ascoltato. Si attendono a breve i primi deferimenti da parte del procuratore, Stefano Palazzi.