Il mio blog è stato rinnovato!

Dovresti essere redirezionato sulla nuova versione tra 6 secondi. Se non fosse così, visita
http://elisabettadonofrio.wordpress.com
e aggiorna i tuoi bookmarks.

Visualizzazione post con etichetta andrea masiello. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta andrea masiello. Mostra tutti i post

mercoledì 12 settembre 2012

Conte sentito come persona informata sui fatti. Tnas, udienza fissata il 21 settembre



Monopoli, 6 settembre 2012. Annotatela questa data, perché inizia da un anonimo giovedì di settembre il capitolo secondo del caso Conte, di un allenatore (il migliore?) in emblema di un sistema, quello della giustizia sportiva incongruente e lacunoso. 

In una caserma dei carabinieri a circa 40 km dal capoluogo pugliese - come accaduto tra l'altro anche quando fu la volta di Andrea Masiello - il tecnico a cui è stata confermata in appello una squalifica di 10 mesi dalla Corte di Giustizia Federale per l'omessa denuncia di Albinoleffe-Siena si è presentato per rispondere su quanto la procura di Bari ha raccolto fino a questa fase in merito alle cose riguardanti la compagine capeggiata da Masiello. E Vittorio Micolucci.

Stando alle agenzie di stampa, Conte ha risposto per circa tre ore e un quarto alle domande del procuratore della Repubblica, Antonio Laudati, del sostituto procuratore Ciro Angelillis e del comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Bari, Riccardo Barbera. Quesiti che vertevano su uno dei filoni investigativi tra i più profilici, grazie al supporto dell'ex capitano Andrea Masiello e di un giocatore, Vittorio Micolucci appunto, il quale avrebbe menzionato per primo il nome di Conte. 

In un fax inviato da Micolucci al procuratore federale, Stefano Palazzi, si sarebbero menzionate altre partite dal risultato alterato nel corso di due distinti campionati sotto la guida tecnica del tecnico. Il riferimento a Conte, secondo il legale di Micolucci, l'avvocato Daniela Pigotti, sarebbe stato frainteso. "Quello a Conte è stato un puro riferimento cronologico - ha chiarito il legale a margine dell'interrogatorio di Micolucci, il 7 agosto scorso a Bari -. Micolucci all'epoca ha semplicemente fatto un riferimento temporale, dicendo che “nell'anno in cui allenava Conte mi risulta che...” come dire l'Inter di Mourinho o la Roma di Luis Enrique".

Invece la procura possiede elementi sufficienti per continuare a ricostruire quanto accaduto prima e dopo Salernitana-Bari del 23 maggio 2009, finita 3-2, e Bari-Treviso dell'11 maggio 2008, conclusasi 0-1. Incontri disputati durante l'era Conte, fautore di quella promozione nella massima serie, sentito come persona informata sui fatti

Ha scelto, Conte, di presentarsi senza assistenza legale. Dopo quella conferenza stampa, dopo la condanna a 10 mesi di squalifica e il ricorso al Tnas. Dopo le dichiarazioni di affiancamento della Juventus che in un futuro assai prossimo e verosimile elaborerà una linea in cui contemplare un ridimensionamento dell'organicità al tecnico, va considerata. Anche solo come eventualità. 

La versione ricostruita dalle indagini vedrebbe prima di quel Salernitana-Bari, ultima di campionato, un emissario del club amaranto avvicinare alcuni calciatori del Bari, tra cui Christian Stellini, ex collaboratore dell'allenatore salentino dimessosi recentemente dal suo staff. Per aggiustare il risultato con quel 3-2 utile ai salernitani sarebbero stati pagati 250mila euro: l'affare sarebbe stato concluso con la complicità della malavita locale, mentre i proventio derivanti da questa combine sarebbero stati spartiti secondo delle quote. 
   
Conte avrebbe negato di aver percepito alcun segnale: il Corriere dello Sport riporta che il tecnico avrebbe dichiarato: "Non so nulla di gare vendute, mai visti girare soldi". La Repubblica, sempre molto informata sulle vicende baresi, anticipa che a questo confronto ne potrebbe seguire un secondo. 

In tempi brevi? Per ora di date si discute in materia di giustizia sportiva: il 21 prima udienza del caso Conte al Tnas. Entro il 7 ottobre, la decisione. 







mercoledì 1 agosto 2012

Bonucci ha ragione, non si può patteggiare




L'invidia è la religione dei mediocri. Dei falliti, dei meschini, dei bugiardi. Di calciatori dal futuro promettente, dotati di quel dono divino che induce un tecnico a riporre fiducia in ragazzini avvezzi a tirare calci a un pallone senza alcuna disciplina. Sta all'allenatore educarli alle regole. E fare di loro uomini, adulti dotati della capacità di discernere tra le ipocrisie della ribalta calcistica le poche cose autentiche. Che abbia visto quella luce in Andrea Masiello, Fabio Capello tanto da introdurlo alla critica come il Thuram bianco, più che richiamare all'apologia dei cattivi maestri tratteggia un'umanità quasi sconosciuta nella ruvidità carsica di quest'uomo, capace di discorrere in una lingua antica e chiusa. 


La storia che lega Leonardo Bonucci a Andrea Masiello intreccia il talento all'ambizione, nella sua accezione biblica ovvero all'attenzione spasmodica, perversa al fine ultimo e alla sua dispersione. Per invidia, ha asserito Bonucci. Difensore della Juventus (società che lo ha prelevato da quel Bari che è all'origine delle sue vicissitudini giudiziarie), titolare nella Nazionale al fianco di Chiellini, eroe di questi Europei senz'anima, lamenta l'alimentarsi in questo subdolo sentimento la tensione di Masiello nell'imputargli un ruolo attivo in quell'infamante complottismo per alterare i risultati di quella partita indicata negli atti della procura di Bari e trasmessi alla procura federale che li ha acquisiti innescando una macchina infernale.


L'invidia. Un movente personale che andrebbe assunto proporzioni elefantiache nell'immaginario del Thuram bianco, stretto nella morsa del calcioscommesse. Nel provvedimento del procuratore federale Stefano Palazzi, in base a quanto acquisito dalla procura guidata da Antonio Laudati e a quanto emerso dalle audizioni, la partita manomessa cioè Udinese-Bari del 9 maggio 2010 venne manipolata realizzando quello che gli esperti definiscono un over. A lavorare per questo risultato sarebbero stati Andrea e Salvatore Masiello, Nicola Belmonte, Alessandro Parisi e Bonucci. Pepe, deferito per omessa denuncia, avrebbe ricevuto una telefonata da Salvatore Masiello prima dell'incontro proponendogli di aggiustare il risultato in cambio di soldi. Il giocatore rifiutò, ma non denunciò il fatto. Questa la versione dell'accusa, smentita da Salvatore Masiello, convocato in merito il quale ha negato di aver telefonato a Pepe. Per Bonucci il reato è di illecito sportivo, violazione del codice di giustizia sportiva per cui è prevista una squalifica minima di tre anni e ammenda non inferiore a 50.000 euro. E' Andrea Masiello, l'invidioso ad accusarlo.


Masiello è il principale collaboratore nell'ambito dell'inchiesta barese sul calcio malato, un intricato disegno che lega il mondo sotterraneo dell'illegalità pugliese, al mondo degli ultrà e  a quella internazionale su cui lavora una procura che vanta uno dei massimi esperti in materia di riciclaggio, a cui Palazzi è legato da un rapporto professionale di stima e collaborazione.


Il prediletto di Capello è un tesserato dell'Atalanta quanto esplode il bubbone, ma non può più sottrarsi e si consegna alla procura di Bari a cui affida la sua verità sugli anni baresi. Viene sentito dalla Procura di Bari in due interrogatori il 25/01/2012 ed il 24/02/2012. Nel primo per assecondare la richiesta di De Tullio, titolare di un'agenzia di scommesse, organizza una rete in cui pare avrebbe implicato anche Bonucci. Le accuse sarebbero state ripetute davanti ai magistrati di Cremona che avrebbero trasmesso il tutto però a Bari, per questioni di competenza. Tra De Tullio e Angelo Iacovelli, infermiere e uomo del Bari protagonista nelle indagini, non c'è perfetta coincidenza stando a quanto emerge.


Insomma, la versione di Andrea Masiello riguardo il ruolo di Bonucci lo vuole tra quanti avrebbero concordato l'alterazione della partita, circostanza che il giocatore non avrebbe confermato davanti ai magistrati baresi che hanno rinviato a giudizio con rito immediato Andrea Masiello e i suoi due amici, arrestati assieme al difensore, cioè Gianni Carella e Fabio Giacobbe per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Così, fino a questo momento.


Il deferimento di Bonucci, però, con una certa sorpresa è per illecito sportivo "per avere, prima della gara UDINESE-BARI del 9 maggio 2010, in concorso tra loro e con altri soggetti non tesserati ed altri allo stato non identificati, posto in essere atti diretti ad alterare lo svolgimento ed il risultato della gara suddetta, in funzione della realizzazione di un over con pareggio tra le due squadre;  con l’aggravante, per tutti, di cui al comma 6 dell’art. 7 del C.G.S., della effettiva alterazione dello svolgimento e del risultato finale della gara in questione, nonchè, per MASIELLO Andrea, PARISI Alessandro e BELMONTE Nicola, della pluralità di illeciti". Eppure di testimonianze confuse e di smentite ce ne sarebbero state sul ruolo di Bonucci e Ranocchia

Tre anni di squalifica sono troppi, anche per un giocatore dell'età del centrale bianconero. E una simile infamia è un precedente che non brilla in un curriculum, che ne dica la storia del calcio nostrano così educato a convivere con questi precedenti in cui si intravedono - stando alla lettura delle ordinanze - attività illecite sporche, sudicie. Per cui se davvero un margine di onestà e estraneità c'è rispetto all'orrida mercificazione delle scommesse illegali - ripeto - davvero, allora vale la pena prendersi i rischi del processo, Leonardo. E a ragion veduta.

mercoledì 11 luglio 2012

Le lacrime di Masiello, le conferme di Carobbio: calcioscommesse&calciospettacolo


Nella sospensione di giudizio che imporrebbe una corretta distanza dai fatti, le lacrime raccontate di Andrea Masiello andrebbero trascurate. Il rancore, scaturito da un permesso non concesso e da una lite tra rispettive consorti non spiega intrecci iperbolici come quelli tracciati dagli atti acquisiti dalla procura federale. Filippo Carobbio, ritenuto testimone attendibile, sarebbe stato mosso da risentimento personale per non aver ottenuto un permesso per stare vicino alla moglie in prossimità del parto perché a ridosso di una partita importante. Tra la moglie del centrocampista Elena Ghiraldi e la compagna del tecnico Antonio Conte, Elisabetta, sarebbe scoppiata poi una lite nel corso di una festa di compleanno a cui erano presenti consorti e figli di giocatori.


La moglie di Carobbio, intervistata dal settimanale Oggi, nella stesura definitiva dell'intervista per la rivista non menziona l'episodio né fa riferimento al rancore tra le parti limitandosi a difendere il giocatore pur ammettendo la sua responsabilità nell'ambito di questo sistema. Se l'episodio si fosse verificato producendo degli strascichi, farne accenno anche in questa circostanza avrebbe consentito di valutare diversamente il contesto ambientale. Smentito dal presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, alcun addebito compreso quanto asserito da Carlo Gervasoni, e dagli ex compagni sentiti in procura, la versione di Carobbio (già sottoposta a diverse revisioni) solleverebbe ulteriori dubbi in merito alla sua autenticità e inevitabili approfondimenti.


In primis sui contenuti emersi in quell'interrogatorio del 29 febbraio scorso a Cremona: prima della partita Siena-Varese (poi conclusasi 5-0, ndc), Ferdinando Coppola entrò negli spogliatoi sbiancato in volto riferendo che poco prima era stato avvicinato da una persona vicina al presidente che gli aveva chiesto se c'era la possibilità di perdere la partita. Carobbio ha confermato quanto dichiarato davanti ai magistrati cremonesi, avvalorando la tesi accusatoria del pool di Palazzi che ha posto ancora una volta domande dettagliate sulle riunioni tecniche andate in scena con Conte prima di quelle due partite che costituiscono principale materia di indagine a carico dell'attuale allenatore della Juventus.


Novara-Siena 2-2 del 30 aprile 2011 e AlbinoLeffe-Siena 1-0 del 29 maggio 2011: risultati combinati, secondo Carobbio nell'ultima delle sue verità. Ipotesi confermata anche davanti agli uomini della procura federale.


Nulla di nuovo sul fronte barese, invece, dopo un interrogatorio in cui Masiello ha dettagliato modalità, tempi e personaggi relativamente agli incontri manipolati nella stagione 2010-2011 compreso quel derby con il Lecce per cui l'ex presidente Pierandrea Semeraro avrebbe incaricato un suo emissario, individuato nell'imprenditore Carlo Quarta secondo quanto confermato dal complice Gianni Carella sentito nuovamente a Bari. Sei le partite su cui ha risposto Masiello negli uffici di Via Po fornendo ulteriori spaccati di un quadro assai più deprimente del suo pianto di sfogo su cui sono chiamati a esprimersi, il 16 luglio prossimo, Leonardo Bonucci e Andrea Ranocchia. Nello stesso giorno di Domenico Criscito e Matteo Gianello.

mercoledì 4 luglio 2012

Calcioscommesse, nuove audizioni: tocca a Masiello, Bonucci e Ranocchia


La fretta non potrebbe essere caratteristica più remota, nel panorama della giustizia italia sia essa ordinaria sia essa sportiva. Esattamente quanto si intende per non pervenuto. Eppure nella concitata attività della procura federale si intravede anche un simile suggerimento in questo inizio luglio. 

D'altronde a Stefano Palazzi è affidato l'arduo compito di contribuire per la sua parte così da chiudere entro l'estate calcistica (che differisce da quella del calendario) anche il secondo processo scaturito dalle inchieste sul calcioscommesse condotte dalle procure di Napoli e Bari con l'aggiunta di quanto più recentemente emerso a Cremona. 

Così da via Po, nella tensione a comporre l'impainto accusatorio nella modalità più adeguata possibile rispetto alla mole di atti trasmessi, nuovamente viene comunicato un aggiornamento del calendario delle audizioni. Si inseriscono personaggi di primo piano: Andrea Masiello, il grande pentito, Leonardo Bonucci (già destinatario di un avviso di garanzia ma a differenza di Mimmo Criscito rimasto nel ritiro di Coverciano a pieno titolo) e Andrea Ranocchia, difensore in uscita dell'Inter.

Questo il calendario completo delle audizioni sui filoni di Bari, Napoli e Cremona

- 5 luglio: Gianfranco Parlato (tecnico), Michele Cossato (ex calciatore), Silvio Giusti (tecnico); Biagio Pagano (calciatore della Nocerina), Eugenio Vincenti (Osservatore del Livorno).
- 6 luglio: Matteo Gianello (calciatore Villafranca Veronese), Walter Mazzarri (tecnico Napoli), Gianluca Grava (calciatore Napoli), Paolo Cannavaro (calciatore Napoli), Giuseppe Mascara (calciatore Novara).
- 7 luglio: Marco Turati (calciatore svincolato)
- 9 luglio: Giuseppe Santorum, Fabio Quagliarella (calciatore Juventus), Federico Piovaccari (calciatore Sampdoria), Luca Ariatti (calciatore Pescara), Esmael Angelo Junior Da Costa (calciatore Sampdoria), Paolo Acerbis (calciatore svincolato) ; Andrea Masiello (calciatore Atalanta), Dario Passoni (calciatore Folzano), Fabio Giacobbe e Angelo Iacovelli.
- 10 luglio: Filippo Carobbio (calciatore Siena) , Nicola De Tullio e Giovanni Carella.
- 11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (calciatore Fermana), Ferdinando Coppola (calciatore Milan), Daniele Sebastiani (presidente Delfino Pescara)
- 13 luglio: Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Piero Camilli (presidente Grosseto), Antonio Conte (tecnico Juventus).
- 15 luglio: Leonardo Bonucci (calciatore Juventus), Andrea Ranocchia (calciatore Inter).


sabato 23 giugno 2012

Calcioscommesse: calendari e Coppe comunque vada



Nel puritanesimo del sistema calcio si ritrovano quelle contraddizioni verso cui, quasi per una sorta di pigrizia dettata dall'acquietarsi per colpa dell'abitudine, non nutriamo neanche più scherno o insofferenza. Declamato per scacciare l'ombra della tecnologia che sanerebbe le incongruenze arbitrali e per appellarsi a valori di richiamo etico di controversa applicazione, quell'ortodossia declamata a parole cela un revisionismo d'occasione, anche quando si discute di violazioni del codice. Di reati commessi e dimostrati nelle sedi competenti.


Il calcioscommesse, con i suoi processi imbastiti dalla giustizia ordinaria e sportiva, rimanda la stesura dei calendari, pregiudica l'iscrizione a campionati e a Coppe Europee delle società coinvolte?


Nulla di scontato, nonostante le affermazioni così nette battute a principio di queste inchieste. Se Giancarlo Abete, presidente della Figc, si è affrettato a mantenere alta l'ambiguità sui tempi di stesura con dichiarazioni prevedibili sull'argomento il procuratore federale, Stefano Palazzi ha però accelerato i tempi per le audizioni relative ai fatti emersi dal filone pugliese dell'inchiesta e dai più recenti risvolti delle indagini condotte dalla procura di Cremona. Bari, Livorno, Lecce e anche Lazio e Napoli sono le società che verranno trattate nell'ambito dell'attività dell'ufficio del procuratore. Con le conseguenze del caso.


Entro il 20 luglio si dovrebbe chiudere il processo sportivo che riguarda le ultime due, che disputeranno l'Europa League, perché possano essere escluse dalla competizione. Una eventualità difficile ma non impossibile, considerato il fitto calendario di audizioni steso da Palazzi che in settimana ha avviato gli interrogatori che dovrebbero portare ai deferimenti. Qualora Lazio o Napoli fossero deferite allora toccherebbe alla Uefa, slittati i tempi, decidere. E non è detto che la penalizzazione, eventuale, incida sulla decisione degli organi deputati.


Altra questione, affascinante per gli incroci possibili, riguarda la stesura del calendario. Oggi Abete ha fornito la risposta più logica e prevedibile: "Al momento non è assolutamente prevedibile uno slittamento dei campionati. E poi non spetta al soggetto politico una calendarizzazione degli eventuali procedimenti, di competenza degli organi di giustizia", ha spiegato al termine del Consiglio federale svoltosi nella capitale. Espressioni deliziose, per non dire nulla che già non sapessimo.

venerdì 22 giugno 2012

Calcioscommesse: rinvio a giudizio per Andrea Masiello



Per Andrea Masiello, l'ex difensore di Bari attualmente sospeso dall'Atalanta, si è aperto l'inevitale capitolo processuale che segue al rinvio a giudizio.


Masiello e i suoi due amici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, saranno processati dai magistrati del tribunale di Bari davanti a cui si presenteranno il 4 ottobre prossimo. La decisione è stata presa dal gip di Bari, Giovanni Abbatista, che ha disposto per i tre il giudizio immediato. 

Masiello, Carella e Giacobbe sono stati arrestati lo scorso 2 aprile, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il pm Ciro Angelillis non ha contestato l'ipotesi di truffa a carico dei tre, come ipotizzato dal gip Ambrogio Marrone che aveva respinto la richiesta di patteggiamento.

mercoledì 20 giugno 2012

Calcioscommesse: rinviata l'audizione di Massimo Erodiani



Stefano Palazzi, procuratore federale, aveva convocato per oggi i primi tesserati da ascoltare nell'ambito delle indagini scaturite dall'acquisizione degli atti relativi all'inchiesta calcioscommesse dalla procura di Bari. Quello che viene comunemente indicato come protocollo Masiello più quei documenti del fascicolo attinenti a quelle partite combinate, negoziate. Vendute. Poi una nota, pubblicata sul sto ufficiale della Federazione con cui si annunciano le variazioni al programma.


La procura federale della Federcalcio ha modificato il calendario rinviando a data da destinarsi l'interrogatorio di Massimo Erodiani, il proprietario di una tabaccheria e riconducibile a una agenzia di scommesse di Pescara coinvolto nella prima inchiesta sul calcioscommesse risalente all'estate scorsa. Stessa situazione per Albin Ekdal. 


Rinviato anche l'incontro con Biagio Pagano (calciatore Torino), assente per motivi di salute.  Variazioni sul tema, attorno a incontri dal risultato alterato di cui hanno dato conto però gli altri giocatori convocati: Andrea Luci, Jurgen Prutsch e Simone Salviato (calciatori Livorno) sono stati interrogati per verificare quanto accadde in quel Bari-Livorno che dette il via all'inchiesta pugliese.


Domani sarà la volta di Alfonso De Lucia (calciatore Livorno) e Gianluca Galasso (calciatore Triestina) giocatori coinvolti nelle presunte combine di Atalanta-Livorno (0-2) del 26 novembre 2010 e Livorno-Ascoli (1-1) del 25 febbraio 2011. Marcello Sanfelice, team manager del Bologna, verrà ascoltato in anticipo rispetto al calendario iniziale per fornire chiarimenti sul tentativo di manipolare Bologna-Bari (0-4) del 22 maggio 2011. Per il 21 giugno, si apprende dal comunicato della procura federale, è atteso anche il dentista Marco Pirani. 


A chiudere questo primo blocco, Marco Rossi (Cesena) e Marco Esposito (Pisa) che si presenteranno da Palazzi e dai suoi collaboratori per rispondere di quanto emerso nel corso delle indagini baresi, infine, il 26 giugno prossimo.


Personaggio ambiguo, al centro di numerose intercettazioni che hanno consentito agli inquirenti di penetrare nel sistema scommesse riportate nelle 611 pagine di cui si compone la prima ordinanza di custodia cautelare dell'inchiesta Last Bet, Erodiani ha giocato come portiere di calcio a 5  in diverse società abruzzesi con risultati considerevoli. 


Ha vestito la maglia in serie B di calcetto del Raiano e in C quella Paglieta centrando una promozione, approdando infine nel campionato 2009/2010 all'asd Pino Di Matteo. Nella sentenza di primo grado pronunciata dalla Commissione Disciplinare, Erodiani è stata condannato a 5 anni con preclusione.

mercoledì 13 giugno 2012

Calcioscommesse, tocca a Simone Pepe



Simone Pepe in via Po dovrà rispondere, oggi, su quell'Udinese-Bari del 9 maggio 2010. Stefano Palazzi e i suoi, al lavoro sul terzo filone dell'inchiesta sportiva sul calcioscommesse, negli uffici romani della procura federale hanno sentito ieri sette tesserati. Delle audizioni trapela poco, ma quanto riportato assume una pregnanza notevole poiché alcuni tratti - fossero confermati - andrebbero a scardinare le dinamiche ricostruite da Andrea Masiello nell'ambito dell'indagine della procura barese


Massimo Donati, Alessandro Parisi e Salvatore Masiello: uomini importanti per accertare i fatti e ricostruire gli avvenimenti legati a quella combine non sarebbero convenuti su quanto affermato dal primo collaboratore dell'inchiesta pugliese in relazione a quella partita. Procediamo per punti, tanto per agevolare la sintesi:

  1. Salvatore Masiello, assistito dal'avvocato Ruggero Malagnini, al termine dell'interrogatorio non ha rilasciato dichiarazioni al termine dell'interrogatorio. Idem per Massimo Donati e Alessandro Parisi. Stando a Sky Sport avrebbe però continuato a negare la sua partecipazione come sostenuto in precedenza e avrebbe smentito di aver fatto la famigerata telefonata;
  2. Masiello, ex giocatore del Bari ora al Torino, continuerebbe a sostenere l'infondatezza della telefonata come ha affermato Leonardo Bonucci, all'epoca impegnato con la Nazionale. L'ex terzino biancorosso avrebbe asserito di essere stato infortunato e che concetto ribadito dal suo legale "in quella partita neppure scese in campo perché al rientro dopo un infortunio".
  3. Il calciatore, inoltre, avrebbe scagionato così non solo Bonucci ma anche gli altri compagni coinvolti. Masiello ha respinto ogni addebito e discolpato anche gli ex compagni della Sampdoria, Stefano Guberti. L'ex centrocampista blucerchiato e' stato tirato in ballo da Giovanni Carella, amico e scommettitore di Andrea Masiello: "Guberti e un altro giocatore del quale non ricordo il nome - ha raccontato Carella ai magistrati di Bari - facevano pressione su Masiello per vincere la partita Bari-Sampdoria (disputata il 23 aprile 2011 e terminata 1-0 per la squadra ligure, ndr)".

La Procura ha fissato per questa giornata altre nove audizioni: ascolteranno Pepe,  il direttore sportivo Guido Angelozzi, il direttore generale Claudio Garzelli, il team manager Claudio Vino e il segretario Pietro Doronzo; i calciatori Matteo Rubin e Ivan Radovanovic verranno invece sentiti in merito alla partita Bologna-Bari. Tornerà in Procura anche Cristian Stellini, collaboratore di Antonio Conte già ai tempi del Siena e ora alla Juventus, al fianco del tecnico salentino. In attesa di conoscere le decisioni della Commissione Disciplinare...

martedì 12 giugno 2012

Calcioscommesse: l'altro Masiello, quello che scagiona Pepe



Masiello scagiona. E Masiello rimane solo. Così è. L'altro Masiello, quello indisciplinato, problematico e rissoso smentisce la versione fornita alla Procura di Bari da Andrea - il Thuram bianco - in merito alla telefonata con cui si sarebbe proposta la combine a Simone Pepe, attuale giocatore della Juventus all'epoca dei fatti ancora tesserato dell'Udinese.


Quella telefonata che sarebbe stata effettuata da Salvatore nel racconto di Andrea e che avvenne alla presenza anche di Leonardo Bonucci che aveva asserito di non avere alcuna memoria di quella chiamata, stando alla ricostruzione fornita da uno dei pentiti chiave dell'inchiesta calcioscommesse. 

"Emergono importanti particolari dall'interrogatorio di Salvatore Masiello, chiamato in causa per Udinese-Bari, partita di tre stagioni fa. Secondo la ricostruzione - riporta Sky Sport - fatta dagli inquirenti e secondo alcune testimonianze, l'ex difensore del Bari avrebbe telefonato a Simone Pepe, in presenza di Bonucci, di Belmonte e anche di Andrea Masiello, e avrebbe cercato di corromperlo per quella partita. Pepe avrebbe rifiutato. Tale ricostruzione, però, sarebbe stata smentita oggi da Salvatore Masiello, che non avrebbe confermato questa telefonata. Una circostanza già negata da Bonucci, che aveva smentito di essere stato presente a quell'incontro perché in quel momento convocato dalla Nazionale. Sarebbero quindi due contro uno, perchè il solo Andrea Masiello parla della telefonata in questione. Se anche Belmonte dovesse negare, non ci sarebbe neanche il rischio di omessa denuncia per Simone Pepe, perché sappiamo che ci vuole una conferma ad ogni tipo di accusa. Se c'è soltanto la parola di Andrea Masiello, potrebbe non bastare".
No, potrebbe non bastare e gettare nuove ombre e inedite incertezze sull'attendibilità del collaboratore fondamentale nel filone barese di un'indagine che intreccia al mondo delle scommesse, la dimensione del tifo e quel sottobosco ambiguo di personaggi dalla duplice identità. Il gip barese quando ha valutato di non ratificare le proposte di patteggiamento lo ha motivato con la congruità della pena e la non concedibilità della sospensione condizionale, per il rischio di reiterazione del reato. 


Una posizione che suggeriva, già, l'individuazione di qualche falla.

mercoledì 23 maggio 2012

Calcioscommesse: Semeraro iscritto nel registro degli indagati a Bari. Conte rinnova, senza timori


AIC CONTRO CALCIOSCOMMESSE: VIDEO ANTEPRIMA ANSA

Va così, in questa primavera delle Procure. Si fissano date, si iscrivono nuovi nomi nel registro degli indagati, si agevolano i collaboratori e i tecnici, in attesa di essere sentiti, rinnovano i contratti (fino al 2015 a tre milioni a stagione). Se a Cremona le affermazioni messe a verbale (desecretato, ricordiamo) da Filippo Carobbio hanno indirizzato gli inquirenti verso Antonio Conte con metodo, a Bari il quadro emerso dalle affermazioni di Andrea Masiello e i suoi amici scommettitori pare addirittura più inquietante per alcuni versi, ovvero per le implicazioni di personaggi della tifoseria organizzata e protagonisti di vertice nel mondo calcistico e nella società civile.

Di quel Bari-Lecce adesso conosciamo le premesse. il ruolo di Pierandrea Semeraro, ex presidente dell'Us Lecce, è messo a fuoco dai magistrati coordinati dal procuratore generale Antonio Laudati. Il nome di Semeraro è da qualche settimana iscritto nel registro degli indagati. Per frode sportiva. E gli atti che lo riguardano dovrebbero essere tra quelli acquisiti da Stefano Palazzi, procuratore federale.

Quanto riferito da Andrea Masiello al pm Ciro Angellilis non è stato mai tralasciato, mai sottovalutato dai magistrati baresi che seguono il filone pugliese dell'inchiesta calcioscommesse. Fin da quando decise di ammettere il suo coinvolgimento nella manipolazione di alcuni incontri, nel febbrario scorso nel corso degli interrogatori a cui venne sottoposto. Ammise che quel derby, quel Bari-Lecce  del 15 maggio 2011 era falsata.

Truccata. E, successivamente, che questa vendita illegale aveva fruttato una cifra impensabile. Così era stato rivelato che un amico di Carella, riconosciuto in Carlo Quarta, aveva preso parte agli incontri, e che poi avrebbe avuto contatti anche con l'avvocato Andrea Starace, presente al momento della consegna della somma.

Per quella partita sarebbero stati versati 230.000 euro. La prima parte ammontava a 50.000 che sarebbe stata versata in un incontro all'Hotel Tiziano di Lecce a cui sarebbe stato presente Starace. Le altre parti sarebbe state versati durante i famigerati incroci presso la stazione di servizio sulla tangenziale di Bari e da Quarta a Masiello in una località del nord dove l'ex difensore biancorosso e dell'Atalanta viveva all'epoca.

Dietro questi emissari a muovere le fila e a elargire queste somme cospicue ci sarebbe stato Semeraro, espressione della società salentina che con quel derby si giocava la salvezza. Rivelazioni che sanciscono la quasi conclusione del secondo filone d'indagine per Laudati e i suoi collaboratori. Per i tre pentiti si profilano la libertà e il patteggiamento di pena, in riconoscimento della loro disponibilità a collaborare da parte della autorità giudiziaria.

Per Semeraro e gli altri, invece, la storia è tutta da scrivere da parte degli inquirenti. Saranno i diretti inetressati, a questo punto, a doversi esporre e a richiedere di essere sentiti per chiarire le rispettive posizioni in questa vicenda sempre più sporca. Per il Lecce, il futuro non riserva nulla di buono. Non preoccupa la Juventus quanto asserito da Carobbio in merito al ruolo di Stellini e Conte, pronto a siglare il rinnovo.

Squalifica, audizioni, rivelazioni: intanto si firma, poi quando sarà tempo di vagliare alternative si studierà l'alternativa. Il suggerimento, a cui indirizzano frasi e posizioni da parte dell'allenatore e della scoietà, sarebbe questo.

lunedì 7 maggio 2012

Calcioscommesse: anche Bari-Chievo nel mirino della Procura di Bari. Abete: "Domani deferimenti"

Bari-Sampdoria, Cesena-Bari e Bari-Chievo. Tre partite falsate, il cui risultato sarebbe stato alterato in seguito a reiterate pressioni e minacce da parte di tre ultrà biancorossi che avrebbero minacciato alcuni giocatori del Bari per incassare vincite derivanti, appunto, da puntate dirottate.

La Procura di Bari, che segue il filone pugliene dell'inchiesta calcioscommesse, avrebbe acquisito informazioni in tale direzione: gli accertamenti dei carabinieri a carico di questi tre presunti tifosi si sono sostanzalmente conclusi. Ora sta alla magistatura valutare il reato da contestare a questi assidui frequentatori della curva e di tesserati baresi.

Altra notizia che trapela e che viene riportata dall'agenzia di stampa ANSA investe prepotentemente Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce già inserito nelle indagini dopo la ricostruzione effettuata da Andrea Masiello - ex giocatore del Bari e sospeso dall'Atalanta -. I suoi conti correnti sarebbe in corso accertamenti anche bancari da parte dei carabinieri.

Già domani, 8 maggio, saranno ufficializzati i deferimenti da parte della procura federale di quel troncone d'inchiesta che fa riferimento a Cremona. Entro metà maggio, come affermato oggi dal presidente Giancarlo Abete alla presentazione del Comitato Etico della Lega Pro: "avremo sul tavolo gli esiti dell'inchiesta della procura di Bari e faremo le nostre valutazioni". Verosimilmente, secondo il programma di Stefano Palazzi e i suoi, dopo l'Europeo si celebrerà un secondo processo.

lunedì 23 aprile 2012

Calcioscommesse: Masiello e il pagamento nella stazione di servizio. Rosati da Palazzi

Masiello, Carella e Giacobbe: 230mila euro in tre, versati per la combine del derby Bari-Lecce, quel derby analizzato in ogni minimo dettaglio dalla procura di Bari nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse. E su cui gli inquirenti avrebbero acquisito nuovi elementi emersi dagli interrogatori dei giorni scorsi, dettagli trapelati e riportati dalla stampa specializzata nelle ultime ore. La somma, 230mila euro per inteso, sarebbe stata indicata proprio in questi ultimi incontri con i magistrati baresi a cui sarebbero state specificate anche le modalità di versamento.


I primi 50mila furono consegnati all'hotel Tiziano di Lecce il 22 agosto 2011, la restante parte del denaro pattuito fu saldata in più tranche, versate durante incontri in una stazione di servizio sulla tangenziale di Bari. Intanto Erik Huseklepp, l'attaccante norvegese transitato per Bari nella seconda parte della scorsa stagione, quando ormai la situazione era segnata, nega o ritratta tutto. "Non ho mai pensato né visto queste cose", ha detto ai microfoni di Radio Manà, in riferimento alle minacce degli ultras ai baresi.


Ma un secondo elemento emerge in queste ultime ore ad aggravre il quadro relativo a quel derby di fine campionato. Riguarda l'accompagnatore di Carlo Quarta indicato come l'emissario del Lecce secondo quanto riportato tempo addietro da Repubblica e che anche stavolta riporta l'identità del secondo. Si tratterebbe di Andrea Starace, legale salentino, identificato in foto da Masiello e da Carella durante l'interrogatorio dinanzi al pm Ciro Angelillis. Il tutto da verificare, perché si tratterebbe comunque di una indicazione di parte.


Sul versante della giustizia sportiva, come da calendario si è presentato negli uffici romani della Procura della Federcalcio, Antonio Rosati, ex portiere del Lecce e ora al Napoli per chiarire la propria posizione. 

Le accuse relative a Lecce-Lazio avanzate da Carlo Gervasoni sono rigettate da Rosati, interrogato oggi pomeriggio dai collaboratori del procuratore Stefano Palazzi. "Il giocatore è del tutto estraneo al calcioscommesse - ha spiegato Paolo Rodella, avvocato del giocatore - Ci hanno soltanto chiesto chiarimenti sulle solite partite (presumibilmente anche Brescia-Lecce 2-2 del 27 febbraio 2011 e Inter-Lecce 1-0 del marzo 2011, ndr)". 

mercoledì 11 aprile 2012

Calcioscommesse: Masiello e il secondo emissario





Andrea Masiello e le parole. Quelle messe a verbale. Quelle pronunciate dopo quell'autogol assurdo durante Bari-Lecce che abbiamo rivisto fotogramma per fotogramma. Quelle affermazioni sicure, ferme durante l'interrogatorio di garanzia e quello a cui è stato sottoposto dal procuratore Antonio Laudati e dal sostituto Ciro Angelillis nel pomeriggio in cui ha riconosciuto, come trapelato e riportato da agenzie di stampa e quotidiani, due emissari. Due uomini indicati dall'ex difensore del Bari e dell'Atalanta in maniera inequivocabile. Da una fotografia. Un primo interlocutore individuato anche grazie al riconoscimento di uno dei pentiti di questa oscena inchiesta, a cui si aggiunge un secondo interlocutore, un avvocato di Lecce.


La Procura di Bari - che con quelle di Cremona e Napoli indaga - ha identificato quell'uomo che consegnò materialmente a Masiello e a Gianni Carella l'acconto da 50.000 euro della somma pattuita. Di quei 230.000 euro complessivi. Il riconoscimento del presunto secondo Mister X sarebbe stata fatta dal giocatore. Durante quell'incontro all'hotel Tiziano di Lecce il 22 agosto 2011 erano presenti in quattro. Masiello, Carella, Carlo Quarta, indagato, e il quarto uomo. Personaggi investiti di una funzione che sarebbe stata loro attribuita dalla famiglia Semeraro che in un comunicato ufficiale, diffuso dal sito ufficiale del Lecce, con cui il patron prende le distanze dall'intera vicenda. Concetto che è poi stato ribadito senza perifrasi o ambiguità linguistiche.


Le sollecitazioni secondo quanto trapela in merito alle dichiarazioni di Masiello sarebbero state fate a Gianni Carella da un suo amico leccese che gli avrebbe consegnato un assegno da 300.000 euro. Non poco. Carella avrebbe fatto una proposta quindi al giocatore dopo un allenamento per poi insistere, di nuovo, in un albergo - il Vittoria - una seconda volta dietro richiesta di questo presunto 'amico'.


Fu ancora lui, secondo quanto ricostruisce La Repubblica, la prima persona che i tre baresi incontrarono proprio a Lecce il 22 agosto: un uomo che chiese poi di non incassare l'assegno e che avrebbe chiamato un uomo vicino a un esponente della dirigenza della società salentina. Costui avrebbe raggiunto il gruppo al Tiziano, consegnando loro circa 200.000 euro che custodiva in una valigetta. Quel signore sarebbe, a detta degli indagati, Carlo Quarta a sua volta indagato per frode sportiva. 


Un quadro che getta su questo esponente leccese ombre non da poco, considerata la sua militanza politica agli albori (era in lista per le amministrative) e quella combine che avrebbe inorridito per modalità e centralità nel passato campionato su cui i sospetti si moltiplicano preoccupantemente. E non solo per le ammissioni di pressioni da parte degli ultrà dei giocatori di quel Bari e per le denunce di esponenti di un un calcio sano - meritevole nella sua onestà ovvia - come Simone Farina e Fabio Pisacane. Sospetti che, da quanto asserito da Enrico Mentana e più parti, dovrebbero tradursi in ulteriori arresti. Su mandato della Procura di Cremona, stavolta. 

lunedì 2 aprile 2012

Calcioscommesse, arrestato Masiello: l'autogol del derby combinato

CALCIOSCOMMESSE: L'ORDINANZA DEL GIP DI BARI


Partiamo dall'ultimo tassello che compone il mosaico di questa giornata incominciata presto. Prestissimo. Con l'arresto di Andrea Masiello, difensore di Serie A coinvolto nell'inchiesta Calcioscommesse, che alle 6.50 circa è stato tradotto in carcere dai carabinieri eseguendo il provvedimento di custodia cautelare firmato dal gip della procura di Bari, Giovanni Abbattista.


L'ultimo componente si inserisce alla perfezione in un equilibrio di incastri in cui Enrico Mentana, direttore e conduttore del Tg La7, annuncia con una certa disinvoltura (da non attribuirsi alla camera) altri arresti, stavolta da parte della procura di Cremona. 


Quanto di più prevedibile, se non fosse per l'attribuzione specifica a quell'ufficio, a quel gruppo di magistrati. Forse, per un certo esercizio del paradosso, l'arresto di Masiello poteva essere addirittura programmabile perché nelle ammissioni riportate negli interrogatori trapelavano mezze verità, presunte ricostruzioni. Poi quella nota, depositata il 28 marzo scorso, che irrompe squarciando quella velata strategia difensiva per rendere manifesto non solo l'ammissione di combine, ma uno dei gesti più infamanti nel codice del tifo organizzato, degli ultrà: vendersi la partita decisiva per la permanenza in Serie A contro il Lecce, l'antagonista.


"Voglio aggiungere che quando il risultato era sullo 0-1 - scrive - ho sfruttato un'occasione che mi si è posta per poter cristallizzare definitivamente l'esito della sconfitta del Bari e per poter, quindi, ottenere il pagamento promessomi, realizzando così l'autogol con cui si è concluso l'incontro". Insomma, mi sono venduto la partita per soldi".

Dissociazioni, estraneità ai fatti, ridimensionamento: a ciascuno la sua difesa per fermare l'inarrestabile sequenza di dichiarazioni di circostanza. Lo scenario che si paventa dopo l'ammissione che quel 15 maggio 2011 si è consumata l'alterazione della realtà con una manipolazione che - secondo la tesi della procura - andrebbe verificata in altri incontri.


La lotta per la permanenza in A - optassimo per una formulazione più sofisticata - è stata falsata, da quanto riporta il gip nell'ordinanzaL'alterazione della partita, scrive nell'ordinanza, "è stata richiesta" da persone "verosimilmente gravitanti nell'orbita del Lecce per motivi di classifica" e che "per questa ragione hanno corrisposto una importante somma di denaro".


Il ristoratore Nicola De Tullio, ad esempio, uno del giro. "C'era questa cosa che gridava, il tam tam era già arrivato" mette a verbale parlando di cosa si diceva in città prima del derby. Ma è Marco Rossi, il 27 gennaio scorso, ad aprire uno squarcio di verità, anche se il suo ruolo è tutto da chiarire. "La settimana prima della partita - racconta l'ex centrocampista del Bari ora al Cesena ai magistrati - sono stato avvicinato da Masiello che mi disse che ci sarebbe stato un milione di euro da dividerci in caso di sconfitta". Qualche giorno dopo la proposta fu rinnovata in una camera dell'hotel Vittoria Park di Bari, dove la squadra era in ritiro. E fu in quell'occasione che, sostiene Rossi, venne fuori anche chi si nascondeva dietro Masiello.


Di quell'autogol, sospetto oltre il consentito, che sentenziò la retrocessione della società di Matarrese ha dato conto Masiello. Gillet avrebbe asserito che in lui il sospetto è stato temporaneo, parziale per poi ammettere che un autogol può capitare nel calcio. 

Durante un'audizione del 7 febbraio scorso, davanti al gip di Bari, Jean Francois Gillet (ex portiere del Bari, ora al Bologna) aveva ammesso di aver subito pressioni puntualmente respinte da capi ultra' del Bari. I quali avrebbero imposto al portiere ed allo stesso Masiello di perdere alcune partite (Cesena-Bari e Bari-Sampdoria), per incassare i proventi delle scommesse su quegli incontri. Il giocatore francese ha desiderato respingere alcuna possibile collusione, in merito a quei due match. Entrambi persi

giovedì 8 marzo 2012

Calcioscommesse, l'avvertimento di Manganelli. Intanto l'inchiesta di Bari si allarga




Quel terzo passaggio fondamentale nell'inchiesta Calcioscommesse da quella assolata giornataccia estiva in cui il pm di Cremona, Roberto Di Martino, aveva vomitato sull'industria del calcio i risultati delle indagini ancora manca. Quando alle 18.40 del 6 marzo l'agenzia di stampa ANSA riporta che la Procura di Bari ha allargato a società oltre che giocatori le indagini, le esternazioni di quella mattina del Capo della Polizia Antonio Manganelli (evidentemente informato sui prossimi sviluppi) acquistano un senso in più. Riordinano gli avvenimenti, spiegano i flash e i take, le indiscrezioni che vengono riportate rafforzando la tesi degli immanentisti, il partito di quanti attendono che da parte degli inquirenti si imprima quella svolta decisiva.


Siamo ancora in attesa, anche se i tasselli iniziano a posizionarsi per andare a comporre un quadro squallido più che allarmante, disgustoso più che semplicemente, banalmente illecito.

Secondo Dagospia, quegli sviluppi di cui evidentemente ha già notizia Manganelli così esplicito nel ribadire il ripristino della legalità in un calcio che a ogni livello manifesta forme più o meno colluse e infette.


“In Puglia si trema: spifferi bene informati annunciano imminenti novità clamorose sull’asse Cremona-Bari-Lecce-Ungheria – due giorni fa le dichiarazioni choc del capo della polizia Manganelli: “Siamo nel vivo delle indagini: sono in arrivo nuove sorprese” – rivelazioni scottanti di pentiti attese dall’estero per le prossime ore: operazioni spettacolari in vista? Penalizzazioni? Retrocessioni? Ah saperlo…” 
Penalizzazione e retrocessioni: gravi sanzioni che investirebbero due società già al centro delle indagini da parte dei magistrati e che, stando al sito di Roberto D'Agostino, potrebbero essere schiacciate da ulteriori rivelazioni.


Tre Procure della Repubblica (Cremona, Bari e Napoli), intercettazioni, schede Sim in prestito, ultras, faccendieri e il 'sistema'. Il pm barese, Ciro Angelillis, intanto ha fatto parlare uno degli uomini più interessanti nel disegnare le connessioni, gli appunti e le modalità con cui avvenivano le combine già raccontate a Cremona e a Bari, appunto, dal difensore dell'Atalanta e ex del Bari Andrea Masiello e dal factotum della società pugliese Angelo Iacovelli


"Tutti sapevano" che alcune partite del Bari probabilmente erano truccate: è uno dei passaggi dell'interrogatorio, durato circa un'ora, a cui è stato sottoposto Onofrio De Benedictis, titolare del ristorante barese 'Il Pescatore', frequentato da alcuni ex giocatori della società coinvolti nell'indagine. De Benedictis avrebbe confermato agli investigatori di essersi recato a Bologna nei giorni immediatamente precedenti la partita sospetta con il Bari, finita 0-4, ma di esserci andato per motivi di lavoro "insieme ad altre persone". 


Il passaggio sarebbe stato già riportato da Iacovelli, dal ristoratore barese Nico De Tullio e da altri indagati che avrebbero confermato la trasferta emiliana. I sospetti erano che quel viaggio a Bologna si fosse concluso incontrando il difensore del Bologna Daniele Portanova, circostanza pare non confermata da De Tullio in città per incontrare scommettitori. De Benedictis sarebbe stato tirato in ballo da Masiello nell'interrogatorio di fine febbraio: il ristoratore avrebbe riferito agli investigatori di essere stato presente all'incontro con Portanova, in cui il giocatore del Bologna doveva dare una risposta a Masiello, senza sapere però di cosa si trattasse, secondo quanto pubblica stasera Repubblica.


Per il resto l'interrogatorio, delegato dal pm ai carabinieri del nucleo investigativo, si sarebbe basato su "domande generiche". Se, cioè, De Benedictis avesse mai scommesso e in quali ricevitorie, se il suo ristorante era frequentato dai giocatori del Bari, se conoscesse Masiello e i dirigenti del club o di altre società. L'imprenditore ha ammesso di avere avuto a che fare con il giocatore come altri giocatori tirati dentro all'inchiesta e di aver ricevuto conferme sulle scommesse illecite. "Tutti lo sapevano", ha ripetuto.