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giovedì 29 marzo 2012

Calcioscommesse, e venne il momento della Lazio



Calciopoli
annacqua negli effetti perversi legati all'esercizio del giudizio della classe arbitrale, Calcioscommesse (l'assonanza è costruita) nella vulnerabilità dei singoli, uomini gonfi di un'ambizione enigmatica. Un intersecarsi di motivi - personali e di gioco - che inducono nuovi modelli verso cui converge l'approvazione sociale a sciupare integrità, successi e maglie rimanendo invischiati in vicende in cui figurano soggetti assoldato da gruppi a loro volta legati -stando a quanto ipotizzano le procure di Napoli e Bari in particolare - alla criminalità organizzata. Sono arrivati i due zingari per rilasciare a Cremona la loro deposizione, il capo della polizia Antonio Manganelli ha esternato - di nuovo - in materia e il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, annuncia (o ha annunciato per i puristi)  entro 24/48 ore arresti di calciatori anche del massimo campionato. Serie A, insomma. Lazio, insomma.

Sì perché a essere investita sarà la società guidata da Claudio Lotito di cui ben due giocatori, il riferimento è a Stefano Mauri e a Cristian Brocchi verranno ascoltati dal procuratore federale Stefano palazzi il 13 aprile prossimo. Alla diffusione del calendario delle audizioni, con nomi e cognomi lì evidenti, trasparenti, è scoppiata la bomba.

Le audizioni sono state inserite nelle nuove date, quelle del 12 e del 13 aprile per capirci con Dainelli e Milanetto relativamente a Lazio-Genoa, conclusasi 4-2. Mauri è stato menzionato da Gervasoni, uno dei collaboratori della procura, che avrebbe riferito di un contatto con il gruppo degli zingari. Così anche nel caso di Dainelli.

Brocchi, invece, sarebbe stato indicato da Alessandro Zamperini, quando spiega il suo modus operandi: Iliveski, il capo degli zingari, lo pressava perché gli procurasse incontri, contatti, con giocatori per riuscire a pianificare combine che non comportassero inconvenienti. I Farina o i Pisacane del caso.  

Affermazioni di circostanza? "Mauri è tranquillo - ha dichiarato il suo agente Tiziano Gonzaga -. È un semplice interrogatorio, lui continua ad allenarsi e ad impegnarsi come prima. Spera fino all'ultimo nella chiamata di Prandelli per Euro 2012. Magari da festeggiare insieme ad un piazzamento in zona Champions League". Anche la società, attraverso l'avvocato Gian Michele Gentile, sembra non preoccuparsi. "Non c'è nessun procedimento penale e sportivo nei confronti della Lazio, quindi siamo assolutamente tranquilli - le parole del legale raccolte dallo stesso sito internet -. La Lazio ha ascoltato tutti i suoi tesserati quando è venuta fuori l'indagine di Cremona e ha avuto ampie rassicurazioni dagli stessi circa eventuali atteggiamenti contrari al codice sportivo".

giovedì 8 marzo 2012

Calcioscommesse, l'avvertimento di Manganelli. Intanto l'inchiesta di Bari si allarga




Quel terzo passaggio fondamentale nell'inchiesta Calcioscommesse da quella assolata giornataccia estiva in cui il pm di Cremona, Roberto Di Martino, aveva vomitato sull'industria del calcio i risultati delle indagini ancora manca. Quando alle 18.40 del 6 marzo l'agenzia di stampa ANSA riporta che la Procura di Bari ha allargato a società oltre che giocatori le indagini, le esternazioni di quella mattina del Capo della Polizia Antonio Manganelli (evidentemente informato sui prossimi sviluppi) acquistano un senso in più. Riordinano gli avvenimenti, spiegano i flash e i take, le indiscrezioni che vengono riportate rafforzando la tesi degli immanentisti, il partito di quanti attendono che da parte degli inquirenti si imprima quella svolta decisiva.


Siamo ancora in attesa, anche se i tasselli iniziano a posizionarsi per andare a comporre un quadro squallido più che allarmante, disgustoso più che semplicemente, banalmente illecito.

Secondo Dagospia, quegli sviluppi di cui evidentemente ha già notizia Manganelli così esplicito nel ribadire il ripristino della legalità in un calcio che a ogni livello manifesta forme più o meno colluse e infette.


“In Puglia si trema: spifferi bene informati annunciano imminenti novità clamorose sull’asse Cremona-Bari-Lecce-Ungheria – due giorni fa le dichiarazioni choc del capo della polizia Manganelli: “Siamo nel vivo delle indagini: sono in arrivo nuove sorprese” – rivelazioni scottanti di pentiti attese dall’estero per le prossime ore: operazioni spettacolari in vista? Penalizzazioni? Retrocessioni? Ah saperlo…” 
Penalizzazione e retrocessioni: gravi sanzioni che investirebbero due società già al centro delle indagini da parte dei magistrati e che, stando al sito di Roberto D'Agostino, potrebbero essere schiacciate da ulteriori rivelazioni.


Tre Procure della Repubblica (Cremona, Bari e Napoli), intercettazioni, schede Sim in prestito, ultras, faccendieri e il 'sistema'. Il pm barese, Ciro Angelillis, intanto ha fatto parlare uno degli uomini più interessanti nel disegnare le connessioni, gli appunti e le modalità con cui avvenivano le combine già raccontate a Cremona e a Bari, appunto, dal difensore dell'Atalanta e ex del Bari Andrea Masiello e dal factotum della società pugliese Angelo Iacovelli


"Tutti sapevano" che alcune partite del Bari probabilmente erano truccate: è uno dei passaggi dell'interrogatorio, durato circa un'ora, a cui è stato sottoposto Onofrio De Benedictis, titolare del ristorante barese 'Il Pescatore', frequentato da alcuni ex giocatori della società coinvolti nell'indagine. De Benedictis avrebbe confermato agli investigatori di essersi recato a Bologna nei giorni immediatamente precedenti la partita sospetta con il Bari, finita 0-4, ma di esserci andato per motivi di lavoro "insieme ad altre persone". 


Il passaggio sarebbe stato già riportato da Iacovelli, dal ristoratore barese Nico De Tullio e da altri indagati che avrebbero confermato la trasferta emiliana. I sospetti erano che quel viaggio a Bologna si fosse concluso incontrando il difensore del Bologna Daniele Portanova, circostanza pare non confermata da De Tullio in città per incontrare scommettitori. De Benedictis sarebbe stato tirato in ballo da Masiello nell'interrogatorio di fine febbraio: il ristoratore avrebbe riferito agli investigatori di essere stato presente all'incontro con Portanova, in cui il giocatore del Bologna doveva dare una risposta a Masiello, senza sapere però di cosa si trattasse, secondo quanto pubblica stasera Repubblica.


Per il resto l'interrogatorio, delegato dal pm ai carabinieri del nucleo investigativo, si sarebbe basato su "domande generiche". Se, cioè, De Benedictis avesse mai scommesso e in quali ricevitorie, se il suo ristorante era frequentato dai giocatori del Bari, se conoscesse Masiello e i dirigenti del club o di altre società. L'imprenditore ha ammesso di avere avuto a che fare con il giocatore come altri giocatori tirati dentro all'inchiesta e di aver ricevuto conferme sulle scommesse illecite. "Tutti lo sapevano", ha ripetuto.