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giovedì 28 giugno 2012

Lo strano caso (su Twitter) di Crosetti, Buffon e l'informativa

Il moralismo è la deriva del diritto all'informazione a cui si approda inconsapevolmente. E' quell'utile veicolo di sollevazione popolare che viene impiegato con dovizia di particolari dagli abitudinari del sensazionalismo. Buffon è il portiere della Nazionale e della Juventus, presunto scommettitore da cifre salva-PIL. Nulla di illecito, per il codice, purché si rimanga entro determinati limiti. Rivedibili, ma tuttora vigenti per i tesserati. 


Maurizio Crosetti, firma de la Repubblica, scrive di calcio. Scrive principalmente di Juventus e di cose bianconere. Possiede la padronanza linguistica e un certo gusto per l'iperbole che si individua in quei giornalisti della carta stampata che amano ricamare il proprio pezzo. I repubblichini, poi, vantano uno stile unico, specifico. Non è un vezzo. E' questione di stile. Quello che lo ha indotto a scrivere da militante, a prediligere le sensazioni epidermiche delle volte all'analisi dei fatti. 


L'opinione si costruisce nella difficile ricerca dei fatti e non il contrario. Crosetti non piace agli juventini. Non era gradito a Fabio Capello, né alla triade decaduta e le cui gesta (per nulla epiche nelle di lui presentazioni) sono state poi narrate da questo allora giovane cronista torinese. Di nascita, per nulla juventino nonostante sia stato costretto a seguire questa squadra, a scriverne. Con una costante severità, prima e dopo Calciopoli. Prima e dopo aver scritto con Alessandro Del Piero, il capitano di quei tifosi che oggi discutono l'opportunità di certe sue esternazioni, di certe sue tesi riviste e corrette, il suo libro Giochiamo ancora.


Più che sull'allusione su Twitter che pure ha destato irritazione dalle parti juventine, da Giù le mani dalla Juve al blogger Antonio Corsa a Ju29ro, l'indignazione sarebbe da rivolgere al perpretare di una incessante opera di moralizzazione su quello che non viene censurato dalle norme che regolano l'attività. Un corto circuito informativo in cui i giudizi - rigorosamente universali - rischiano di nascondere avvenimenti e regole e persone. 


Perché Crosetti, nello specifico, ha preso a pretesto una frase di Montano alquanto distante da Buffon alludendo a quell'informativa (una informativa, ribadisco di cui ho scritto qui) che non costituisce una sentenza passata in giudicato. Un livore che - in questa manciata di parole - ha fagocitato i fatti, purtroppo.   

giovedì 12 aprile 2012

Calcioscommesse: interrogato Parisi, verbale secretato

Verbale secretato. Su disposizione del pubblico ministero Ciro Angelillis. E un altro ragazzo di quel Bari che viene ascoltato. L'ex difensore della squadra pugliese, Alessandro Parisi, ora al Torino (allenato proprio dal tecnico ex Bari Giampiero Ventura), è stato interrogato per tre ore e mezzo dai carabinieri come indagato nell'ambito dell'indagine Calcioscommesse. 


L'audizione si è svolta nella caserma dei carabinieri Bari Centro, dove ha sede il locale reparto operativo dell'Arma. Parisi, difeso dai legali Piero Nacci Manara e Paolo Rodella, avrebbe risposto a tutte le domande che gli sono state rivolte, specifica l'agenzia di stampa ANSA

giovedì 29 marzo 2012

Calcioscommesse, e venne il momento della Lazio



Calciopoli
annacqua negli effetti perversi legati all'esercizio del giudizio della classe arbitrale, Calcioscommesse (l'assonanza è costruita) nella vulnerabilità dei singoli, uomini gonfi di un'ambizione enigmatica. Un intersecarsi di motivi - personali e di gioco - che inducono nuovi modelli verso cui converge l'approvazione sociale a sciupare integrità, successi e maglie rimanendo invischiati in vicende in cui figurano soggetti assoldato da gruppi a loro volta legati -stando a quanto ipotizzano le procure di Napoli e Bari in particolare - alla criminalità organizzata. Sono arrivati i due zingari per rilasciare a Cremona la loro deposizione, il capo della polizia Antonio Manganelli ha esternato - di nuovo - in materia e il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, annuncia (o ha annunciato per i puristi)  entro 24/48 ore arresti di calciatori anche del massimo campionato. Serie A, insomma. Lazio, insomma.

Sì perché a essere investita sarà la società guidata da Claudio Lotito di cui ben due giocatori, il riferimento è a Stefano Mauri e a Cristian Brocchi verranno ascoltati dal procuratore federale Stefano palazzi il 13 aprile prossimo. Alla diffusione del calendario delle audizioni, con nomi e cognomi lì evidenti, trasparenti, è scoppiata la bomba.

Le audizioni sono state inserite nelle nuove date, quelle del 12 e del 13 aprile per capirci con Dainelli e Milanetto relativamente a Lazio-Genoa, conclusasi 4-2. Mauri è stato menzionato da Gervasoni, uno dei collaboratori della procura, che avrebbe riferito di un contatto con il gruppo degli zingari. Così anche nel caso di Dainelli.

Brocchi, invece, sarebbe stato indicato da Alessandro Zamperini, quando spiega il suo modus operandi: Iliveski, il capo degli zingari, lo pressava perché gli procurasse incontri, contatti, con giocatori per riuscire a pianificare combine che non comportassero inconvenienti. I Farina o i Pisacane del caso.  

Affermazioni di circostanza? "Mauri è tranquillo - ha dichiarato il suo agente Tiziano Gonzaga -. È un semplice interrogatorio, lui continua ad allenarsi e ad impegnarsi come prima. Spera fino all'ultimo nella chiamata di Prandelli per Euro 2012. Magari da festeggiare insieme ad un piazzamento in zona Champions League". Anche la società, attraverso l'avvocato Gian Michele Gentile, sembra non preoccuparsi. "Non c'è nessun procedimento penale e sportivo nei confronti della Lazio, quindi siamo assolutamente tranquilli - le parole del legale raccolte dallo stesso sito internet -. La Lazio ha ascoltato tutti i suoi tesserati quando è venuta fuori l'indagine di Cremona e ha avuto ampie rassicurazioni dagli stessi circa eventuali atteggiamenti contrari al codice sportivo".