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mercoledì 27 giugno 2012

Calcioscommesse, liquidato filone barese: nel mirino di Palazzi anche l'Inter


Per Stefano Palazzi il cerchio si chiude con loro: Marco Esposito e Marco Rossi.
Dopo aver già ascoltato 43 tesserati, raccogliendo conferme e numerose smentite, i collaboratori del procuratore federale hanno interrogato i due ex giocatori del Bari. Una chiosa alquanto squallida già delineata dagli atti acquisiti dall procura guidata da Antonio Laudati.

Tre ore per Rossi, sentito negli uffici di via Po al mattino, e più di tre ore e mezza per Esposito nel pomeriggio. Inevitabile, considerate le partite su cui gli uomini della procura federale hanno rivolto quesiti ai due. Da quanto emerso a essere statae manipolate in quella stagione sono stati gli incontri in calendario contro il Chievo, il Cesena, la Sampdoria, il Palermo, Lecce e Bologna.  

Sia Rossi, sia Esposito non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, come prevedibile. Ma in queste circostanze non si va oltre le frasi di circostanza, risposte da avvocati preparate a tavolino. Decisamnete più interessante il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche di cui danno conto ripeiloghi d'agenzia. Una in particolare tra l'ex compagno di squadra e attuale collaboratore tecnico della Juventus, Cristian Stellini.

La prossima settimana si apre la fase più delicata dell'attività della procura federale, le audizioni degli investigatori federali in merito a quanto acquisito da Napoli riprenderanno lunedì prossimo: Claudio Furlan, Luca Ariatti, Dario Passoni e Marco Zamboni per poi entrare addentro alle cose napoletane. Evitato lo slittamento a settembre, il secondo processo si fonderà su quanto emergerà dall'attività investigativa relativa ai fascicoli acquisiti da Bari e Napoli.


Già tra giovedì 5 e venerdì 6 verranno ascoltati i fratelli Cossato, ma soprattutto il reo confesso Matteo Gianello, Gianluca Grava e Paolo Cannavaro (tirati in ballo proprio dall'ex portiere partenopeo per la tentata combine della gara Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010), più il tecnico Mazzarri, Mascara e anche Quagliarella come persone informate sui fatti. Combine che investono anche l'Inter. 

Intanto lunedì 2 luglio compariranno i 14 club - tra cui il Pescara e l'AlbinoLeffe, punito per ora con 15 punti di penalizzazione - e i 33 tesserati condannati in primo grado in appello davanti alla Corte di giustizia federale. Avvio interessante, per una settimana che promette bene.

mercoledì 23 maggio 2012

Calcioscommesse: Semeraro iscritto nel registro degli indagati a Bari. Conte rinnova, senza timori


AIC CONTRO CALCIOSCOMMESSE: VIDEO ANTEPRIMA ANSA

Va così, in questa primavera delle Procure. Si fissano date, si iscrivono nuovi nomi nel registro degli indagati, si agevolano i collaboratori e i tecnici, in attesa di essere sentiti, rinnovano i contratti (fino al 2015 a tre milioni a stagione). Se a Cremona le affermazioni messe a verbale (desecretato, ricordiamo) da Filippo Carobbio hanno indirizzato gli inquirenti verso Antonio Conte con metodo, a Bari il quadro emerso dalle affermazioni di Andrea Masiello e i suoi amici scommettitori pare addirittura più inquietante per alcuni versi, ovvero per le implicazioni di personaggi della tifoseria organizzata e protagonisti di vertice nel mondo calcistico e nella società civile.

Di quel Bari-Lecce adesso conosciamo le premesse. il ruolo di Pierandrea Semeraro, ex presidente dell'Us Lecce, è messo a fuoco dai magistrati coordinati dal procuratore generale Antonio Laudati. Il nome di Semeraro è da qualche settimana iscritto nel registro degli indagati. Per frode sportiva. E gli atti che lo riguardano dovrebbero essere tra quelli acquisiti da Stefano Palazzi, procuratore federale.

Quanto riferito da Andrea Masiello al pm Ciro Angellilis non è stato mai tralasciato, mai sottovalutato dai magistrati baresi che seguono il filone pugliese dell'inchiesta calcioscommesse. Fin da quando decise di ammettere il suo coinvolgimento nella manipolazione di alcuni incontri, nel febbrario scorso nel corso degli interrogatori a cui venne sottoposto. Ammise che quel derby, quel Bari-Lecce  del 15 maggio 2011 era falsata.

Truccata. E, successivamente, che questa vendita illegale aveva fruttato una cifra impensabile. Così era stato rivelato che un amico di Carella, riconosciuto in Carlo Quarta, aveva preso parte agli incontri, e che poi avrebbe avuto contatti anche con l'avvocato Andrea Starace, presente al momento della consegna della somma.

Per quella partita sarebbero stati versati 230.000 euro. La prima parte ammontava a 50.000 che sarebbe stata versata in un incontro all'Hotel Tiziano di Lecce a cui sarebbe stato presente Starace. Le altre parti sarebbe state versati durante i famigerati incroci presso la stazione di servizio sulla tangenziale di Bari e da Quarta a Masiello in una località del nord dove l'ex difensore biancorosso e dell'Atalanta viveva all'epoca.

Dietro questi emissari a muovere le fila e a elargire queste somme cospicue ci sarebbe stato Semeraro, espressione della società salentina che con quel derby si giocava la salvezza. Rivelazioni che sanciscono la quasi conclusione del secondo filone d'indagine per Laudati e i suoi collaboratori. Per i tre pentiti si profilano la libertà e il patteggiamento di pena, in riconoscimento della loro disponibilità a collaborare da parte della autorità giudiziaria.

Per Semeraro e gli altri, invece, la storia è tutta da scrivere da parte degli inquirenti. Saranno i diretti inetressati, a questo punto, a doversi esporre e a richiedere di essere sentiti per chiarire le rispettive posizioni in questa vicenda sempre più sporca. Per il Lecce, il futuro non riserva nulla di buono. Non preoccupa la Juventus quanto asserito da Carobbio in merito al ruolo di Stellini e Conte, pronto a siglare il rinnovo.

Squalifica, audizioni, rivelazioni: intanto si firma, poi quando sarà tempo di vagliare alternative si studierà l'alternativa. Il suggerimento, a cui indirizzano frasi e posizioni da parte dell'allenatore e della scoietà, sarebbe questo.

venerdì 11 maggio 2012

Calcioscommmesse: Palazzi da Laudati per le carte dell'inchiesta, rischiano Bari e Lecce


E' tarda mattinata quando il procuratore federale Stefano Palazzi arriva alla Procura di Bari per incontrare il procuratore generale Antonio Laudati, il giorno dopo l'esecuzione dei provvedimenti restrittivi a carico di tre capi ultrà della squadra del capoluogo pugliese per violenza privata aggravata. 

Verranno acquisiti gli atti che sanciranno l'apertura di un nuovo capitolo nell'inchiesta sportiva, quella che sancirà l'ingresso plausibilmente nell'attività di Palazzi e dei suoi collaboratori di Lecce e Bari società coinvolte nelle vicende legate a Andrea Masiello e nell'operato dei magistrati che seguono il filone pugliese del calcioscommesse.

Nella conferenza stampa convocata ieri, oltre ai contenuti tracciati con puntualità e parole scelte dal procuratore generale nella ricostruzione degli avvenimenti che hanno condotto agli arresti di presunti esponenti del mondo del tifo organizzato rei di aver minacciato giocatori e giornalisti. 

Durante l'incontro co i cronisti, Laudati ha poi confermato che quanto inerente alla frode sportiva va esarendosi e che dunque, di riflesso, i presupposti per l'avvio dei lavori di competenza della procura federale sono ormai imminenti. Atti funzionali a completare l'impianto edificato dagli inquirenti e che andrebbe a investire le società le cui posizioni sono state stralciate dai deferimenti di inizio settimana. 

Per Bari e Lecce il coinvolgimento sarà ovvio: l'incolpazione per responsabilità oggettiva è altrettanto scontato, meno quello diretto per i salentini su cui grava la vicenda Quarta-Masiello e l'inserimento come trapelato della società nella combine. Da dimostrare l'estraneità dei Semeraro quanto la responsabilità diretta relativa a incontri all'hotel Tiziano e versamenti di oboli a Masiello. Palazzi, poco fa, ha tenuto a dire: "Pene meno severe per chi collabora". Un impegno per quei giocatori che hanno squarciato il silenzio.


Il Lecce rischierebbe sanzioni che vanno dai punti di penalizzazione alla retrocessione, stando alle eventualità contemplate dal codice che non lascia confidare al Bari di soluzioni migliori sul versante della giustizia sportiva. Altre società potrebbero essere investite poi da questa secondo spezzone dell'inchiesta sportiva. Classifiche da rivedere? Playoff e playout da riposizionare in calendario? Calcio caos? Sarà un'estate lunga e calda anche questa.




martedì 24 aprile 2012

Calcioscommesse: Lalic e quelle combine confermate

Ieri sera i primi, brevi resoconti di una giornata di interrogatori a Cremona. Della giornata di Dino Lalic. Sloveno, membro di spicco del gruppo degli zingari incaricato - stando a quanto di legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guido Salvini - di contattare i giocatori 'disponibili'. Il ruolo non va spiegato oltre. Lalic, ex portiere, è un personaggio di primo piano nella struttura del nucleo che raccordava l'Italia alla rete estera. Celavi, così come viene chiamato, è in Italia da giovedì dopo aver scontato un anno di reclusione a Zagabria una pena inflittagli per vicende simile. Per un calcioscommesse versione balcanica, insomma.

Davanti al gip, Lalic - riporta l'agenzia di stampa ANSA - avrebbe confermato l'identità delle sue entrature. "Erano Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio a darci informazioni sulle partite truccate in cambio di denaro". Il giocatore del Piacenza e quello dello Spezia informavano lo sloveno, procedendo alla combine. Così per sei partite, quelle indicate nell'ordinanza: Brescia-Mantova, Grosseto-Reggina (sulla quale gli zingari scommisero ma persero), Empoli-Grosseto e Grosseto-Mantova (sulle quali non effettuarono scommesse), Cittadella-Mantova e Ancona-Grosseto (su cui scommisero e vinsero), incontri disputatisi nel 2010.

Tutti e tre gli 'zingari' sentiti a Cremona hanno indicato nell'ex portiere del Chiasso, Almir Gegic (latitante), l'"intermediario" con i giocatori italiani, mentre Lalic ha ammesso sì di aver incontrato Tan Seet Eng, detto Dan, a capo dei finanziatori del giro delle scommesse di Singapore ma per ragioni diverse dai taroccamenti delle partite. I due si sarebbero  incontrati per trattare giocatori dell'Est europeo intenzionati ad andare a giocare in Asia. Su Carobbio e Gervasoni, però, Lalic, a detta dei suoi legali, Marcello Ceccherini e Kresmr Krsnic, è stato "chiarissimo": "Da loro comperavano notizie sulle partite per scommettere in Serbia, Croazia, Austria e Ungheria".

Un particolare interessante in chiave investigativa che si traduce per gli 'zingari', quindi, nella possibile scarcerazione con divieto di soggiorno nelle regioni dove operavano, cioè Lombardia, Toscana, Veneto e Marche. Ma anche conferme rilevanti per Salvini dopo gli interrogatori di Gervasoni e Carobbio che hanno indirizzato le indagini verso un nuovo filone.

Se ci fossero ulteriori riscontri a questi contenuti, uniti a una rogatoria giunta dall'Ungheria in cui si parla del presunto taroccamento di Lecce-Lazio, si potrebbero rileggere addirittura le prime due fasi dell'inchiesta Last Bet investendo personaggi forse ancora da decifrare. Con quegli arresti annunciati e di cui ancora non si ha notizia da Cremona.


Intanto, da Roma arriva la notiza, precisamente con una nota apparsa sul sito della Figc con cui si ufficializza il rinvio dell'audizione del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma chiamato in causa proprio da Carobbio. 

venerdì 20 aprile 2012

Calcioscommesse: la procura federale prepara i deferimenti? Rosati da Palazzi il 23 aprile


Qualunque sia l'epilogo a cui condurrà l'inchiesta calcioscommesse, sul versante sportivo, lo scenario atteso sarà di totale annichilimento. Di quel sistema calcio fondato su risultati, punteggi, classifiche. Fittizie, falsate, truccate le partite, altrettanto le promozioni e le retrocessioni se quanto delineato dai pentiti (Doni, Gervasoni e Masiello per citare i nomi noti) fosse riscontrato e se le società coinvolte si rivelassero nel numero indicato dalle diverse inchieste. D'altronde se le indagini condotte dal procuratore Stefano Palazzi coadiuvato dall'ufficio indagini della FIGC richiedono un aggiornamento pressoché quotidiano del calendario delle audizioni, non vi sono più dubbi sui deferimenti. E' solo questione di tempo, visto lo slittamento in avanti delle date degli interrogatori. A rischiare sono 4-5 società che non scanseranno il codice né le conseguenze a livello europeo che potrebbero culminare nell'impossibilità di gareggiare nelle Coppe.
LA GIORNATA - Dopo Stefano Mauri e Cristian Brocchi, gli investigatori della procura federale hanno convocato a Roma Marco Rossi e Daniele Corvia. Lazio-Genoa e Lecce-Lazio le partite di fine campionato che sarebbero state combinate e oggetto delle convocazioni odierne. 
L'audizione del genoano Rossi si è protratta per circa due ore e mezzo, ma "solo per colpa mia - ha spiegato Alessandro Vaccaro, legale del calciatore - perchè abbiamo parlato di questioni forensi. Rossi è stato chiamato in quanto capitano del Genoa, per riferire le proprie impressioni sulla partita giocata il 14 maggio 2011 contro la Lazio. La discussione sulla gara si è esaurita in poco tempo, alla fine è stato stilato un verbale di appena una pagina e mezzo". È durato invece due ore l'interrogatorio di Corvia, "totalmente estraneo al calcioscommesse", secondo l'avvocato Massimo Ciardullo. "È andata bene - ha spiegato l'attaccante del Lecce - sono tranquillo". "Abbiamo chiarito le contestazioni che ci sono state mosse - ha precisato l'avvocato Ciardullo - sulle solite partite: tra queste c'è anche Lecce-Lazio del 22 maggio 2011, ma non il derby con il Bari. Domande sull'eventuale coinvolgimento delle dirigenze? Nessuna".
Ascoltato anche Vittorio Micolucci, che ha risposto per circa tre ore senza concludere. L'ex giocatore dell'Ascoli, fermato per un 14 mesi dalla giustizia sportiva dopo le ammissioni della scorsa estate sul calcioscommesse, verrà sentito domani mattina negli uffici della Procura federale per completare la propria deposizione, la seconda in pochi mesi.
"Micolucci è uno dei principali collaboratori sul calcioscommesse - ha dichiarato l'avvocato del calciatore Daniela Pigotti - e anche stavolta ha fornito particolari e dettagli su quanto dichiarato da Gervasoni e da altri tesserati (presumibilmente il centrocampista dell'Ascoli Alessandro Pederzoli, ndr)". Nel pomeriggiosentiti anche gli ex calciatori dell'Ancona Filippo Cristante e Andrea De Falco sulla partita Ancona-Mantova 2-2 del 30 maggio 2010, l'ex giocatore del Grosseto Thomas Hervè Job Iyock e l'ex dirigente del Piacenza Franco De Falcio per la presunta combine della gara Albinoleffe-Piacenza 3-3 del 20 dicembre 2010. 

Ma oggi è stato anche il giorno dell'arrivo a Roma dello sloveno Dino Lalic, uno degli uomini del gruppo degli zingari, e sarà presto interrogato dai magistrati di Cremona. Un passo ulteriore verso quelle ordinanze di custodia cautelare annunciate?

CALENDARIO AUDIZIONI AGGIORNATO

20 aprile 
Alessandro Zamperini (ex calciatore Lettonia), Antonio Bellavista (ex calciatore);

23 aprile 
Antonio Rosati (calciatore Napoli);

26 aprile
Massimo Taibi (direttore sportivo), Massimo Melucci (calciatore Piacenza), Fabrizio Garilli (presidente Piacenza), Daniele Vantaggiato (calciatore Bologna), Maurizio Sarri (ex tecnico Sorrento), Vincenzo Santoruvo (calciatore Frosinone), Nicola Mora (calciatore Spezia Calcio), Marco Esposito (calciatore Pisa), Lorenzo Sibilano (tecnico Taranto), Giuseppe Cannella (direttore sportivo), Umberto Cazzola (calciatore Alma J. Fano), Federico Cossato (ex calciatore), Alberto Comazzi (ex calciatore), Nicola Ferrari (calciatore Hellas Verona), Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Michele Anaclerio (calciatore Benevento), Armando Perna (calciatore Modena), Juri Tamburini (calciatore Pergocrema), Alessandro Sbaffo (calciatore Ascoli), Giuseppe Vives (calciatore Torino), Daniele Cacia (calciatore Padova), Sergio Volpi (tecnico Piacenza).

giovedì 12 aprile 2012

Calcioscommesse: interrogato Parisi, verbale secretato

Verbale secretato. Su disposizione del pubblico ministero Ciro Angelillis. E un altro ragazzo di quel Bari che viene ascoltato. L'ex difensore della squadra pugliese, Alessandro Parisi, ora al Torino (allenato proprio dal tecnico ex Bari Giampiero Ventura), è stato interrogato per tre ore e mezzo dai carabinieri come indagato nell'ambito dell'indagine Calcioscommesse. 


L'audizione si è svolta nella caserma dei carabinieri Bari Centro, dove ha sede il locale reparto operativo dell'Arma. Parisi, difeso dai legali Piero Nacci Manara e Paolo Rodella, avrebbe risposto a tutte le domande che gli sono state rivolte, specifica l'agenzia di stampa ANSA

mercoledì 11 aprile 2012

Calcioscommesse: Masiello e il secondo emissario





Andrea Masiello e le parole. Quelle messe a verbale. Quelle pronunciate dopo quell'autogol assurdo durante Bari-Lecce che abbiamo rivisto fotogramma per fotogramma. Quelle affermazioni sicure, ferme durante l'interrogatorio di garanzia e quello a cui è stato sottoposto dal procuratore Antonio Laudati e dal sostituto Ciro Angelillis nel pomeriggio in cui ha riconosciuto, come trapelato e riportato da agenzie di stampa e quotidiani, due emissari. Due uomini indicati dall'ex difensore del Bari e dell'Atalanta in maniera inequivocabile. Da una fotografia. Un primo interlocutore individuato anche grazie al riconoscimento di uno dei pentiti di questa oscena inchiesta, a cui si aggiunge un secondo interlocutore, un avvocato di Lecce.


La Procura di Bari - che con quelle di Cremona e Napoli indaga - ha identificato quell'uomo che consegnò materialmente a Masiello e a Gianni Carella l'acconto da 50.000 euro della somma pattuita. Di quei 230.000 euro complessivi. Il riconoscimento del presunto secondo Mister X sarebbe stata fatta dal giocatore. Durante quell'incontro all'hotel Tiziano di Lecce il 22 agosto 2011 erano presenti in quattro. Masiello, Carella, Carlo Quarta, indagato, e il quarto uomo. Personaggi investiti di una funzione che sarebbe stata loro attribuita dalla famiglia Semeraro che in un comunicato ufficiale, diffuso dal sito ufficiale del Lecce, con cui il patron prende le distanze dall'intera vicenda. Concetto che è poi stato ribadito senza perifrasi o ambiguità linguistiche.


Le sollecitazioni secondo quanto trapela in merito alle dichiarazioni di Masiello sarebbero state fate a Gianni Carella da un suo amico leccese che gli avrebbe consegnato un assegno da 300.000 euro. Non poco. Carella avrebbe fatto una proposta quindi al giocatore dopo un allenamento per poi insistere, di nuovo, in un albergo - il Vittoria - una seconda volta dietro richiesta di questo presunto 'amico'.


Fu ancora lui, secondo quanto ricostruisce La Repubblica, la prima persona che i tre baresi incontrarono proprio a Lecce il 22 agosto: un uomo che chiese poi di non incassare l'assegno e che avrebbe chiamato un uomo vicino a un esponente della dirigenza della società salentina. Costui avrebbe raggiunto il gruppo al Tiziano, consegnando loro circa 200.000 euro che custodiva in una valigetta. Quel signore sarebbe, a detta degli indagati, Carlo Quarta a sua volta indagato per frode sportiva. 


Un quadro che getta su questo esponente leccese ombre non da poco, considerata la sua militanza politica agli albori (era in lista per le amministrative) e quella combine che avrebbe inorridito per modalità e centralità nel passato campionato su cui i sospetti si moltiplicano preoccupantemente. E non solo per le ammissioni di pressioni da parte degli ultrà dei giocatori di quel Bari e per le denunce di esponenti di un un calcio sano - meritevole nella sua onestà ovvia - come Simone Farina e Fabio Pisacane. Sospetti che, da quanto asserito da Enrico Mentana e più parti, dovrebbero tradursi in ulteriori arresti. Su mandato della Procura di Cremona, stavolta. 

lunedì 2 aprile 2012

Calcioscommesse, arrestato Masiello: l'autogol del derby combinato

CALCIOSCOMMESSE: L'ORDINANZA DEL GIP DI BARI


Partiamo dall'ultimo tassello che compone il mosaico di questa giornata incominciata presto. Prestissimo. Con l'arresto di Andrea Masiello, difensore di Serie A coinvolto nell'inchiesta Calcioscommesse, che alle 6.50 circa è stato tradotto in carcere dai carabinieri eseguendo il provvedimento di custodia cautelare firmato dal gip della procura di Bari, Giovanni Abbattista.


L'ultimo componente si inserisce alla perfezione in un equilibrio di incastri in cui Enrico Mentana, direttore e conduttore del Tg La7, annuncia con una certa disinvoltura (da non attribuirsi alla camera) altri arresti, stavolta da parte della procura di Cremona. 


Quanto di più prevedibile, se non fosse per l'attribuzione specifica a quell'ufficio, a quel gruppo di magistrati. Forse, per un certo esercizio del paradosso, l'arresto di Masiello poteva essere addirittura programmabile perché nelle ammissioni riportate negli interrogatori trapelavano mezze verità, presunte ricostruzioni. Poi quella nota, depositata il 28 marzo scorso, che irrompe squarciando quella velata strategia difensiva per rendere manifesto non solo l'ammissione di combine, ma uno dei gesti più infamanti nel codice del tifo organizzato, degli ultrà: vendersi la partita decisiva per la permanenza in Serie A contro il Lecce, l'antagonista.


"Voglio aggiungere che quando il risultato era sullo 0-1 - scrive - ho sfruttato un'occasione che mi si è posta per poter cristallizzare definitivamente l'esito della sconfitta del Bari e per poter, quindi, ottenere il pagamento promessomi, realizzando così l'autogol con cui si è concluso l'incontro". Insomma, mi sono venduto la partita per soldi".

Dissociazioni, estraneità ai fatti, ridimensionamento: a ciascuno la sua difesa per fermare l'inarrestabile sequenza di dichiarazioni di circostanza. Lo scenario che si paventa dopo l'ammissione che quel 15 maggio 2011 si è consumata l'alterazione della realtà con una manipolazione che - secondo la tesi della procura - andrebbe verificata in altri incontri.


La lotta per la permanenza in A - optassimo per una formulazione più sofisticata - è stata falsata, da quanto riporta il gip nell'ordinanzaL'alterazione della partita, scrive nell'ordinanza, "è stata richiesta" da persone "verosimilmente gravitanti nell'orbita del Lecce per motivi di classifica" e che "per questa ragione hanno corrisposto una importante somma di denaro".


Il ristoratore Nicola De Tullio, ad esempio, uno del giro. "C'era questa cosa che gridava, il tam tam era già arrivato" mette a verbale parlando di cosa si diceva in città prima del derby. Ma è Marco Rossi, il 27 gennaio scorso, ad aprire uno squarcio di verità, anche se il suo ruolo è tutto da chiarire. "La settimana prima della partita - racconta l'ex centrocampista del Bari ora al Cesena ai magistrati - sono stato avvicinato da Masiello che mi disse che ci sarebbe stato un milione di euro da dividerci in caso di sconfitta". Qualche giorno dopo la proposta fu rinnovata in una camera dell'hotel Vittoria Park di Bari, dove la squadra era in ritiro. E fu in quell'occasione che, sostiene Rossi, venne fuori anche chi si nascondeva dietro Masiello.


Di quell'autogol, sospetto oltre il consentito, che sentenziò la retrocessione della società di Matarrese ha dato conto Masiello. Gillet avrebbe asserito che in lui il sospetto è stato temporaneo, parziale per poi ammettere che un autogol può capitare nel calcio. 

Durante un'audizione del 7 febbraio scorso, davanti al gip di Bari, Jean Francois Gillet (ex portiere del Bari, ora al Bologna) aveva ammesso di aver subito pressioni puntualmente respinte da capi ultra' del Bari. I quali avrebbero imposto al portiere ed allo stesso Masiello di perdere alcune partite (Cesena-Bari e Bari-Sampdoria), per incassare i proventi delle scommesse su quegli incontri. Il giocatore francese ha desiderato respingere alcuna possibile collusione, in merito a quei due match. Entrambi persi