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giovedì 23 agosto 2012

La solitudine del procuratore Palazzi, la rabbia di Conte




Complottismo e dietrologie facili, ammettiamolo, nell'informazione nostrana si affacciano così, senza alcuna remora dalla dissoluzione della decenza, sancita dalla crepa di Calciopoli. C'è da inorridire, per la consueta esternazione di Sandulli su cui dovrà esprimersi la Commissione di Garanzia? Perché cercare l'equilibrio che non ti aspetti nelle esternazioni emotive di Conte, generatore automatico di titoli e destinatario di un trattamento speciale per questioni intrinseche al sistema della giustizia sportiva? 

Conte e il suo 'Carobbio e Procura pappa e ciccia' o 'è una vergogna' o 'il patteggiamento è un ricatto' sono il riassunto di uno tsunami annunciato, manifestazione di insofferenza al sistema della giustizia sportiva sgorgata dall'uomo più esposto e ora più tarantolato, colto da una sana e consapevole voglia di essere Antonio Conte dopo aver accusato - è evidente - la beffa di una sentenza che lo ha prosciolto per l'infamante accusa di Carobbio su quella famosa (così l'ha definita) riunione tecnica di Novara-Siena mantenendo inalterata la squalifica. Per Albinoleffe-Siena. Una reformatio in peius. 

La pubblicazione (obbligata) delle motivazioni della sentenza contestualmente all'offensiva contiana in conferenza stampa ha contribuito ad alimentare il partito dello sfascio, già in ascesa. 

L'epilogo è stato grottesco, come lo è stata la via del patteggiamento che andava rigettata a principio - lo ribadisco - per coerenza e manifesta volontà di ribadire l'estraneità a un sistema malato.

Giancarlo Abete dovrà dire qualcosa di diverso stavolta rispetto alle opportunistiche dichiarazioni di Daniele Capezzone - trascurabilissime - e alle frasi di Gianni Petrucci che vorrebbero difendere l'operato della giustizia sportiva. E di Stefano Palazzi.

Il rap garantista di Conte ha il suo perché, oggi e in quella sede. Ma il solito Sandulli, riferendosi all'illecito sportivo e a quel gli è andata bene, ha sollevato una questione per nulla banale che grava più sul procuratore federale che su Conte.

Abete non ne parla (per ora), Petrucci ne difende l'operato. Le sentenze, però, ridimensionano l'operato di una superprocura che fonda il proprio operato sull'attività investigativa della magistratura ordinaria, contratta da una celerità che pregiudica gli interessi di tutte le parti. 

Dopo l'euforia scaturita da quella relazione in cui Palazzi disegnò il ruolo dell'Inter da cui la questione della rinuncia alla prescrizione e l'emergere la scorsa estate di una rete di scommesse illegali di dimensioni abominevoli, il procuratore è solo. Con ancora la questione Genoa da chiudere e quella dipendenza dall'operato altrui. Ma questa è un'altra storia.  

venerdì 3 agosto 2012

Calcioscommesse: Conte, Palazzi e il generatore automatico di accuse




Curioso questo generatore automatico di patteggiamenti (vedi Metilparaben). Filippo Carobbio (illecito): 4 mesi (in continuazione ai 20 mesi del processo precedente);D'Urbano (2 omesse denunce): 5 mesi e 10 giorni; Da Costa Junior (omessa denuncia): 3 mesi e 30 mila euro; Daniele Faggiano (omessa denuncia): 4 mesi di inibizione; Carlo Gervasoni (illecito): 3 mesi (in continuazione ai 20 mesi e alla radiazione dei processi precedenti); Marcelo Larrondo (illecito derubricato in omessa denuncia): 3 mesi, 20 giorni e 30 mila euro; Passoni (illecito): 6 mesi e 15 giorni (in continuazione di pena); Poloni (illecito): 6 mesi (in continuazione di pena); Luigi Sala (illecito): 2 anni; Savorani (2 omesse denunce): 5 mesi e 10 giorni; Cristian Stellini (illecito e omessa denuncia): 2 anni e 50 mila euro; Torino (resp. oggettiva per illecito): 1 punto e 30 mila euro; Varese (resp. oggettiva per illecito): 1 punto e 30 mila euro; Siena (resp. oggettiva per illeciti): 6 punti e 100 mila euro; Albinoleffe (resp. oggettiva per illecito): 1 punto e 30 mila euro.


Conte? Antonio Conte, il tecnico della Juventus campione d'Italia e alla guida del Siena nell'anno della promozione in Serie A, è il solito escluso. La Commissione Disciplinare per arginare la centralità della figura del procuratore federale Stefano Palazzi ha respinto quel patteggiamento tecnico (così è, se vi pare) poiché 3 mesi di squalifica e l'ammenda correlata pari a 200mila euro è stata ritenuta sanzione 'non congrua'.


Conte? A processo, come sarebbe dovuto essere fin da principio. Fin da quel giorno di luglio in cui il tecnico della Juventus lasciò Chatillon, sede del ritiro estivo, per recarsi a Roma e incontrare gli avvocati che lo avrebbero scortato negli uffici di via Po, con Claudio Albanese responsabile della comunicazione di corso Galileo Ferraris.


Conte? Carobbio è attendibile e per questo, dopo la decisione del collegio presieduto da Sergio Artico, il procuratore chiede la condanna a 15 mesi per l'allenatore che nega alcun addebito e che frena sul opzione ri-patteggiamento dopo il tentativo (vano e ottimistico) di ricusazione. 


Conte? La cumulazione nel suo caso non prevede alcuno sconto, anzi. Va bene il patteggiamento, non si può? Fa nulla, allora si raddoppia. Per una lettura alquanto peculiare di Palazzi, teso a difendere più il suo ruolo che altro in queste udienze agostane, la richiesta di sospensione eccede il doppio. Melius abundare quam deficire, purché non si applichi a riscontri oltre la testimonianza di un collaboratore dicasi pentito. Ma qui già andiamo oltre. E' uno degli imprevedibili effetti del generatore automatico di squalifica

martedì 31 luglio 2012

Conte, non patteggiare. Non finirà così




Io credo in Antonio Conte. Credo in quella sua ossessione maniacale nel sentirsi inadeguato rispetto a chiunque per seguire la pulsione che lo muove tra desiderio di riscatto e tensione. In quell'urgenza che lo affama, più che appagarlo. Ne apprezzo le qualità di tecnico, come la dialettica sviluppata nel replicare a strumentalizzazioni e accuse, da capitano della Juventus. Non può, non deve patteggiare.


Mi aspetterei, fossimo ridotti a una mercificazione meno barbarica della giustizia, che Conte non cedesse alle lusinghe delle convenzioni ovvie e scontate del buon ufficio del patteggiamento per dimostrare in un equo processo, la sua integrità.La sua estraneità al cinismo di un Filippo Carobbio che ha ricostruito la sua versione dei fatti a puntate, in una fiction in cui al plot principale si sono aggiunti, di volta in volta, elementi di interesse per la procura in funzione delle contropartite e della giustizia ordinaria (la procura di Cremona, nello specifico) e della giustizia sportiva. 


E non per un adeguamento del lessico famigliare ginzburgiano. Il procuratore federale Stefano Palazzi, invece di valutare un connubio sbilenco affidato all'astigmatismo casuale di testimoni a gettone ha prediletto la via del deferimento. Per omessa denuncia, specifica che ammette la rivedibilità della tesi del grande accusatore.Anche se la Juventus, dopo le scelte controverse e discutibili e anti-economiche intraprese nell'estate della dissoluzione della triade, dovesse premere per il patteggiamento con quell'ignobile tariffa di 200.000 euro a quantificare il prezzo di un reato - fosse verificato -, Antonio Conte non deve convenire. Non deve farsi persuaso che sia la via indolore al rientro. 


Non per quel presunto e modaiolo inneggiare al fatto che nel diritto sportivo "patteggiare non è un'ammissione di colpa". 


Non per evidenziare il moltiplicarsi dei dubbi dopo i deferimenti, le incongruenze e l'ovvietà dell'inadeguatezza degli istituti e delle pene, come le inchieste giudiziarie ci impongono di valutare.



Non per la logica accusatoria che muove il procuratore a ritenere che non si sia accordato per alterare il risultato di quella partita ma che lo abbia solo saputo e abbia preferito tacere nonostante ciò risponda ad un reato sanzionato dal codice di giustizia sportiva.


Non per un sistema che ha fallito, imponendo in un processo dai richiami staliniani all'imputato l'onere della prova della propria discolpa dai tempi contratti, castrando i legali del collegio della difesa di produrre prove per scagionare i propri assistiti e ripristinare, dove veritiero, quanto accaduto realmente.



Non solo perché sei Antonio Conte. E hai vestito la maglia di capitano. E di allenatore, scartato dalla dirigenza che ti preferì allora Ciro Ferrara convivendo con l'abdicazione, la resa che un combattente come te detesta. Più dell'infamia, forse.


Perché non finirà con il patteggiamento. Continuerà. E verranno nuove accuse, altre dopo quelle che fintamente hanno riempito i titoli odierni. 


Il pallone criminale, il calcio malato si fonda sui silenzi, meschine geometrie fondate sulle fondamenta di compromessi e interessi le cui fila sono tenute da organizzazioni strutturate e ramificate ad ogni livello. Se Calciopoli va riscritto, se la Juventus si è riappropriata della propia identità stuprata dal giudizio grossolano e a tratti sintomatico di quella faciloneria italiota così consueta, se la prescrizione interista non va acquisita come un fastidioso così vissero felici e contenti, allora non si facciano mezze. 


Un patteggiamento, adesso, sarebbe peggio di una rete presa al 90', mister. Racconti la sua verità, senza compromessi.


mercoledì 4 luglio 2012

Calcioscommesse: il giorno di Conte



La copia di mille riassunti, la reiterazione dello stesso schema, il fattore psicologico. 


Il 13 luglio Antonio Conte risponderà al procuratore federale Stefano Palazzi, dietro quanto asserito da Filippo Carobbio e gli elementi acquisiti in merito nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse


La Juventus inizierà il ritiro a Chatillon il 12 luglio. Dubbi, commenti, perplessità?



Le altre audizioni. Oltre alla convocazione del tecnico della Juventus, Antonio Conte, e del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, la Procura Federale ha reso noto oggi il calendario delle nuove audizioni relative al filone di Cremona sul calcioscommesse.
Il 7 luglio verrà ascoltato, infatti, Marco Turati (svincolato), il 9 luglio sarà  la volta di Esmael Angelo Junior Da Costa (Sampdoria) e Paolo Acerbis (svincolato) e il 10 luglio Filippo Carobbio (Siena). Quattro, invece, gli interrogatori in programma l’11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (Fermana), Ferdinando Coppola (Milan) e Daniele Sebastiani (presidente Pescara), mentre il 13 luglio toccherà, oltre a Massimo Mezzaroma (presidente Siena) e Antonio Conte (tecnico Juventus), anche a Piero Camilli (presidente Grosseto). Questo il Calendario completo delle audizioni sui filoni di Bari, Napoli e Cremona.
- 5 luglio: Gianfranco Parlato (tecnico), Federico Cossato (ex calciatore), Michele Cossato (ex calciatore), Morgan De Sanctis (Napoli), Silvio Giusti (tecnico); Biagio Pagano (Nocerina), Eugenio Vincenti (Osservatore del Livorno).
- 6 luglio: Matteo Gianello (Villafranca Veronese), Walter Mazzarri (tecnico Napoli), Gianluca Grava (Napoli), Paolo Cannavaro (calciatore Napoli), Giuseppe Mascara (calciatore Novara).
- 7 luglio: Marco Turati (calciatore svincolato);
- 9 luglio: Giuseppe Santorum, Fabio Quagliarella (calciatore Juventus), Federico Piovaccari (calciatore Sampdoria), Luca Ariatti (calciatore Pescara), Esmael Angelo Junior Da Costa (calciatore Sampdoria), Paolo Acerbis (calciatore svincolato);
- 10 luglio: Filippo Carobbio (Siena);
- 11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (Fermana), Ferdinando Coppola (Milan), Daniele Sebastiani (presidente Pescara);
- 13 luglio: Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Piero Camilli (presidente Grosseto), Antonio Conte (tecnico Juventus).


mercoledì 9 maggio 2012

Deferimenti Calcioscommesse: colpite anche Atalanta, Siena, Novara



Ricapitolando: Atalanta, Novara e Siena. Tre sono le società di Serie A deferite per responsabilità oggettiva, come riporta con una enucleazione puntuale la nota stampa pubblicata dalla Figc. Si tratta di chiudere con una tempistica ragionevole il primo processo che dovrebbe celebrarsi entro la fine del mese per procedere poi a imbastire quello che verrà. Quello che presuppone nuovi deferimenti che deriveranno dall'acquisizione degli atti dalle procure di Bari e Napoli.


Volevamo i nomi. Li abbiamo. Aspettative diverse? Nient'affatto, perché da quanto trapaelato non poteva essere altrimenti o, almeno, non si riusciva a figurare uno scenario meno prepotente. Di queste 22 società, scorrendo l'elenco, se ne annotano alcune più importanti di altre. Vedi Atalanta, vedi Novara, vedi Siena. Ricoprono ruoli preminenti negli affari di Lega e gestione dell'industria calcio. E nel caso della società bergamasca già sconta nel campionato in corso 6 punti di penalizzazione.


Le partite truccate risultano 33: 29 di Serie B e Lega Pro, 2 di Tim Cup, due di Coppa Italia di Lega Pro. Le società di Serie B deferite risultano 10: Albinoleffe, Ascoli, Pescara, Empoli, Grosseto, Livorno, Modena, Padova, Reggina e Sampdoria. Soltanto l'Empoli per responsabilità presunta, le altre ai sensi del codice sono colpite da responsabilità oggettiva.


Risponderanno di questo e risponderanno davanti alla Commissione Disciplinare dei reati contestati, in base all'art. 9 del Codice cioè per associazione per illeciti sportivi e scommesse illecite alcuni nomi che sono ricorsi con estrema frequenza in questi due intensi mesi di attività: Luigi Sartor, Cristiano Doni, Filippo Carobbio, Alessandro Zamperini, Cristian Bertani, Mario Cassano. Tutti personaggi di primo piano secondo quanto delineato dal filone cremonese dell'inchiesta accusati: 

della violazione di cui all’art. 9 C.G.S. perché si associavano fra loro, in numero di tre o superiore a tre, e con altri soggetti, fra cui quelli già deferiti con provvedimento del 25 luglio 2011 e giudicati responsabili dagli Organi giudicanti della FIGC, al fine di commettere una serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i quali illeciti sportivi ex  art. 7 CGS e effettuazione scommesse illecite ex artt. 1 e 6 CGS, come dimostrato dalle specifiche contestazioni mosse ai suddetti associati che vengono integralmente richiamate, operando con condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento e il risultato di gare dei campionati nazionali con lo scopo di illecite locupletazioni o mediante dazioni di denaro costituenti il compenso per l’illecita attività posta in essere ovvero mediante scommesse dall’esito sicuro perché realizzate su gare combinate. Programma perseguito con un assetto stabile e con una distribuzione di ruoli. In epoca anteriore e contestuale ai fatti evidenziati nel presente procedimento e, comunque, per tutta la durata corrispondente ai singoli fatti in odierna contestazione. Su tutto il territorio nazionale e con contatti di natura internazionale. 


Vendersi, vendere una delle partite da quanto si legge poteva avere un costo variabile, anche di soli 5.000 euro. Una sorta di tariffario con modalità di accordo e di specifiche di linguaggio estremamente creative tra i giocatori, entrature che costituivano l'anello di congiunzione indispensabile per il gruppo degli zingari o dei bolognesi. Ma le modalità, i soprannomi e il loro gergo meritano una declinazione specifica. Come molti risvolti di quanto ricostruito da Palazzi e dalla procura di Cremona.

martedì 24 aprile 2012

Calcioscommesse: Lalic e quelle combine confermate

Ieri sera i primi, brevi resoconti di una giornata di interrogatori a Cremona. Della giornata di Dino Lalic. Sloveno, membro di spicco del gruppo degli zingari incaricato - stando a quanto di legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guido Salvini - di contattare i giocatori 'disponibili'. Il ruolo non va spiegato oltre. Lalic, ex portiere, è un personaggio di primo piano nella struttura del nucleo che raccordava l'Italia alla rete estera. Celavi, così come viene chiamato, è in Italia da giovedì dopo aver scontato un anno di reclusione a Zagabria una pena inflittagli per vicende simile. Per un calcioscommesse versione balcanica, insomma.

Davanti al gip, Lalic - riporta l'agenzia di stampa ANSA - avrebbe confermato l'identità delle sue entrature. "Erano Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio a darci informazioni sulle partite truccate in cambio di denaro". Il giocatore del Piacenza e quello dello Spezia informavano lo sloveno, procedendo alla combine. Così per sei partite, quelle indicate nell'ordinanza: Brescia-Mantova, Grosseto-Reggina (sulla quale gli zingari scommisero ma persero), Empoli-Grosseto e Grosseto-Mantova (sulle quali non effettuarono scommesse), Cittadella-Mantova e Ancona-Grosseto (su cui scommisero e vinsero), incontri disputatisi nel 2010.

Tutti e tre gli 'zingari' sentiti a Cremona hanno indicato nell'ex portiere del Chiasso, Almir Gegic (latitante), l'"intermediario" con i giocatori italiani, mentre Lalic ha ammesso sì di aver incontrato Tan Seet Eng, detto Dan, a capo dei finanziatori del giro delle scommesse di Singapore ma per ragioni diverse dai taroccamenti delle partite. I due si sarebbero  incontrati per trattare giocatori dell'Est europeo intenzionati ad andare a giocare in Asia. Su Carobbio e Gervasoni, però, Lalic, a detta dei suoi legali, Marcello Ceccherini e Kresmr Krsnic, è stato "chiarissimo": "Da loro comperavano notizie sulle partite per scommettere in Serbia, Croazia, Austria e Ungheria".

Un particolare interessante in chiave investigativa che si traduce per gli 'zingari', quindi, nella possibile scarcerazione con divieto di soggiorno nelle regioni dove operavano, cioè Lombardia, Toscana, Veneto e Marche. Ma anche conferme rilevanti per Salvini dopo gli interrogatori di Gervasoni e Carobbio che hanno indirizzato le indagini verso un nuovo filone.

Se ci fossero ulteriori riscontri a questi contenuti, uniti a una rogatoria giunta dall'Ungheria in cui si parla del presunto taroccamento di Lecce-Lazio, si potrebbero rileggere addirittura le prime due fasi dell'inchiesta Last Bet investendo personaggi forse ancora da decifrare. Con quegli arresti annunciati e di cui ancora non si ha notizia da Cremona.


Intanto, da Roma arriva la notiza, precisamente con una nota apparsa sul sito della Figc con cui si ufficializza il rinvio dell'audizione del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma chiamato in causa proprio da Carobbio. 

lunedì 23 aprile 2012

Genoa: due gare a porte chiuse non sanano questo calcio. La procura federale apre un fascicolo

Si toglie la maglia per dire che si molla. Si toglie la maglia per stizza. Da ieri si toglie la maglia per indicare il cedimento, il franare delle resistenze culturali e civili di fronte all'Anticalcio. Nello stadio Luigi Ferraris, il circo di Ivan Bogdanov e dello scempio procurato e dell'allagamento ingestibile, si consuma il reality show del pallone nostrano in cui i facinorosi noti, schedati e numerati prendono in ostaggio i giocatori, l'arbitro, il presidente di una società di Serie A come il Genoa. Per 40'. Per 40' non si gioca, i genoani si tolgono la maglia per consegnarla al capitano Marco Rossi (tutti ad eccezione di Giuseppe Sculli che media con la curva) il quale a sua volta le cede a questi presunti tifosi. 


Enrico Preziosi intima ai suoi di cedere. E' un atto condannato da parte delle istituzioni calcistiche , sportive e della pubblica sicuzurezza in questo ennesimo day after in cui si dibatte del dio pallone senza alcuna remora nell'argomentare. Eppure erano presenti le forze dell'ordine. Erano in unità sufficienti, hanno ribadito le autorità competenti. Perché sia accaduto ciò, perché si sia ceduto a un ricatto simile supporterebbe solo la tesi di quanti affidano al contesto calcistico un ordine, un codice proprio a cui si risponde solo all'interno degli stadi e che non si riesce a spezzare. Ma la sociologia non serve se non fornisce le indicazioni per ripristinare la civiltà, il rispetto, le regole in un luogo dove vige solo la violenza. 

Il sequestro di Marassi può scivolare nell'indifferenza delle istituzioni? Lo Stato arretra anche davanti agli ultras per partorire una molteplicità di Daspo e provvedimenti restrittivi? Se la risposta è quella del questore, Massimo Maria Mazza in polemica con Preziosi, il problema rimarrà tale. "Ho chiesto che non si assecondasse la richiesta ricattatoria del levarsi la maglia, perché avevamo abbastanza uomini per poter garantire l'incolumità dei giocatori. L'indicazione non e' stata della questura, dobbiamo capire se è stata una decisione della società piuttosto che dei giocatori. La società non è mai lasciata sola nella maniera più totale, noi abbiamo garantito che avevamo la forza idonea per garantire la sicurezza". 

Vedremo, vedremo che ne sarà anche sul versante della procura federale che ha aperto un'inchiesta a carico di dirigenza e giocatori sulla trattativa.

Ottimo, peccato che un gruppo di facinorosi abbia assunto il controllo di una struttura sportiva, che abbia minacciato, abusato, spadroneggiato fino a costringere il direttore di gara ad assumere la decisione di sospendere la partita. Asserire che le società sono responsabili e che vantano degli steward non cancella l'emergere di una questione di ordine pubblico come quella di ieri. 

Com'è accettabile che si assista a un sequestro che ha messo a repentaglio l'incolumità dei presenti e ritenere che questa dimensione appartenga di competenza alla sola sfera delle società? I provvedimenti, dopo i vertici ormai di routine a cui ci siamo purtroppo abituati all'indomani di questi avvenimenti, non contano. Sono rivolti quando il peggio si è visto. Neanche giocare a porte chiuse due turni (penalizzando gli spettatori paganti in grado di assistere civilmente a un incontro) può ritenersi una soluzione. Togliamo il palcoscenico a questi attori mediocri, ne gioveranno le società. E le curve stesse.

mercoledì 18 aprile 2012

Calcioscommesse: nuove audizioni in programma, convocato anche Mezzaroma


Se la procura di Cremona, come a più riprese e da più fonti annunciato, sarebbe nella condizione di emettere nuove ordinanze di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta Last Bet o calcioscommesse - come più vi aggrada - entro la fine del mese, quella federale non è da meno.  

In questa giornata densa di avvenimenti di rilevanza calcistica e non solo (vedi la cessione della Ducati) la procura della FIGC guidata da Stefano Palazzi ha provveduto a diramare un nuovo calendario delle audizioni includendovi il nome del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, il quale si presenterà davanti al procuratore il 26 aprile prossimo dopo essere stato indicato da Carlo Gervasoni.

Accuse di estrema gravità relativamente a Modena-Siena e sdegnosamente smentite con un comunicato ufficiale da parte del presidente della società toscana. Episodio su cui la procura federale approfondirà nella sede opportuna. 

Ma altri nomi eccellenti compaiono nella lista stesa da Palazzi e dai suoi uomini in Federcalcio. Giocatori di primo piano che hanno giocato nel massimo campionato e in quello cadetto chiamati a rispondere tra il 19 e il 26 aprile prossimo, stando alle convocazioni. 

19 aprile
Daniele Corvia (calciatore Lecce), Filippo Cristante (calciatore Portogruaro Summaga), Andrea De Falco (calciatore Bari), Franco De Falco (dirigente Reggiana), Thomas Hervè Job Iyock (calciatore Cittadella), Marco Rossi (calciatore Genoa), Vittorio Micolucci (ex calciatore Ascoli); 


20 aprile 
Alessandro Zamperini (ex calciatore Lettonia), Antonio Bellavista (ex calciatore), Antonio Rosati (calciatore Napoli); 


26 aprile 
Massimo Taibi (direttore sportivo), Massimo Melucci (calciatore Piacenza), Fabrizio Garilli (presidente Piacenza), Daniele Vantaggiato (calciatore Bologna), Maurizio Sarri (ex tecnico Sorrento), Vincenzo Santoruvo (calciatore Frosinone), Nicola Mora (calciatore Spezia Calcio), Marco Esposito (calciatore Pisa), Lorenzo Sibilano (tecnico Taranto), Giuseppe Cannella (direttore sportivo), Umberto Cazzola (calciatore Alma J. Fano), Federico Cossato (ex calciatore), Alberto Comazzi (ex calciatore), Nicola Ferrari (calciatore Hellas Verona), Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Michele Anaclerio (calciatore Benevento), Armando Perna (calciatore Modena), Juri Tamburini (calciatore Pergocrema), Alessandro Sbaffo (calciatore Ascoli), Giuseppe Vives (calciatore Torino), Daniele Cacia (calciatore Padova), Sergio Volpi (tecnico Piacenza).

venerdì 13 aprile 2012

Calcioscommesse: Gervasoni accusa Siena, Reggina e AlbinoLeffe



Se la verità ricostruita con una certa artificialità da parte di Cristiano Doni induce a interrogarsi su quanto asserito dalle ricostruzioni processuali che lo hanno visto imputato in precedenza, prima che questa nuova stagione del Calcioscommesse lo investissero del ruolo - non voluto - di pentito quella di Carlo Gervasoni inquieta per il livello di penetrazione del fenomeno. Un presidente - quello del Siena, l'imprenditore Massimo Mezzaroma, che paga due giocatori per falsare il risultato di un incontro. Altri due, vedi Foti e Andreoletti rispettivamente legati a Reggina e AlbinoLeffe scivolati nel fango delle combine. Un arbitro, Roberto Bagalini, possibilista. Con un fatto altrettanto interessante dal punto di vista giudiziario: una foto che ritrae il laziale Stefano Mauri con il capo del gruppo degli slavi. Partite che si aggiungono alle già citate dal pentito per antonomasia, ormai.


Da quel giocatore che si presenta con occhiali da sole e uno stile citazionista nell'abbigliamento curato. La Procura di Cremona - pronta a far scattare le manette stando ai ripetuti annunci di una parte dell'informazione - smista e verifica queste notizie che pervengono adesso numerose ai magistrati incaricati. Ieri, riporta Bianconi sul Corriere, il pm Roberto Di Martino ha ascoltato Vinko Saka che ha riferito al magistrato di Cremona di
"Ancona-Grosseto del 30-4-2010, con 18 giocatori su 22 corrotti".
Sconvolgente. Una proporzione che non assolve alcun calciatore di quelli in campo, fosse riscontrata l'effettiva congruenza delle affermazioni di Gervasoni con i fatti. Sussisterebbero solo diversi gradi di responsabilità. Altra notizia, fornita agli inquirenti dal pentito il cui verbale di interrogatorio è stato desecretato, riguarda poi il presidente della società toscana che ha respinto ogni coinvolgimento in una nota apparsa sul sito ufficiale bianconero.
"Il presidente Massimo Mezzaroma replica così alle notizie di agenzia relative alla partita Modena-Siena dello scorso campionato: “Sono esterrefatto da una tale notizia e nego sdegnosamente qualsiasi tipo di coinvolgimento del club e mio personale. Fino a questo momento avevamo scelto di non commentare i vari passaggi dell’inchiesta per il doveroso rispetto nei confronti degli organi inquirenti, verso i quali nutriamo la massima fiducia, e per non rincorrere il quotidiano chiacchiericcio alimentato da pseudo notizie di fonti difficilmente credibili. Ma di fronte a una falsità di tale portata, che coinvolge direttamente anche la mia persona, non posso esimermi dallo smentire nella maniera più assoluta certe affermazioni”.


Riferimenti specifici li fa, Gervasoni, anche su Lillo Foti e Gianfranco Andreoletti su Reggina-AlbinoLeffe. L'ex di Piacenza, Bari, Cremonese, AlbinoLeffe appunto riporta di un direttore di gara possibilista che sarebbe stato però solo sondato. Indicazioni misurate, pregnanti che non mancheranno di costituire argomento nell'interrogatorio odierno a cui sono stati sottoposti dalla procura federale (che ha già acquisito l'interrogatorio) due giocatori della Lazio, Stefano Mauri e Cristian Brocchi.


Mauri sarebbe stato immortalato con il capo degli zingari in una fotografia. Ma a destare le maggiori preoccupazioni, anche in seno alla società biancoceleste, sono Lazio-Genoa e Lecce-Lazio su cui i sospetti di accordi che avrebbero alterato gli incontri vengono accreditati da più affermazioni in questo interrogatorio. 


Nulla di rassicurante, dopo l'individuazione da parte della Procura di Bari del secondo emissario del Lecce nei contatti con Andrea Masiello in un avvocato salentino. Anzi, questi ulteriori elementi andrebbero a rinforzare il quadro delineato dalle procure coinvolte di un sistema marcio. Viziato. Fallimentare se come pare dalle indiscrezioni riguardanti la procura federale e i deferimenti in preparazione, sarebbero investite da quest'onta ben undici società.