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domenica 8 luglio 2012

Cristiano Doni, dal Calcioscommesse all'apertura di un beach bar





Cristiano Doni dimentica la fuga in mutande (così narrata dalle cronache), l'umiliazione scaturita dall'enucleazione asettica dell'ordinanza di custodia cautelare delle esemplari imprese del cosiddetto Gruppo di Cervia, le lacrime amare e gli inviti - pubblici - a fornire elementi utili alla ricostruzione dei fatti. Accantona le conseguenze di quel vizio, ammesso e per cui ha fatto pubblico abiura, e rilancia. Peccato che avvenga con il dubbio che ciò accadrebbe con la medesima compagnia di sempre.


Un mese e mezzo fa, ma se ne ha notizia solo adesso, l'ex capitano dell'Atalanta accantonata con la scadenza del contratto al 30 giugno ha inaugurato un beach bar a Palma di Maiorca. Immagini di circostanza, già pubblicate dai quotidiani on line e dalle testate cartacee, in cui Doni sorride circondato da fanciulle avvenenti invitate per l'occasione al Chiringo Palmanova


L'attività è la seconda aperta dall'ex capitano dopo il lido I figli del sole a Cervia, stabilimento in cui figurano nomi eccellenti tra i proprietari alcuni dei quali (vedi Nicola santoni) nella prima inchiesta cremonese sulle scommesse illegali. Nel locale della movida figurerebbe anche Filippo Russo, socio di Doni stando a quanto riportato da Tuttosport e siti specializzati. Il ristoratore bolognese compare ripetutamente quale protagonista dell'attività illecita del Gruppo di Cervia nella stessa ordinanza che portò all'arresto di Doni. 

mercoledì 9 maggio 2012

Deferimenti Calcioscommesse: colpite anche Atalanta, Siena, Novara



Ricapitolando: Atalanta, Novara e Siena. Tre sono le società di Serie A deferite per responsabilità oggettiva, come riporta con una enucleazione puntuale la nota stampa pubblicata dalla Figc. Si tratta di chiudere con una tempistica ragionevole il primo processo che dovrebbe celebrarsi entro la fine del mese per procedere poi a imbastire quello che verrà. Quello che presuppone nuovi deferimenti che deriveranno dall'acquisizione degli atti dalle procure di Bari e Napoli.


Volevamo i nomi. Li abbiamo. Aspettative diverse? Nient'affatto, perché da quanto trapaelato non poteva essere altrimenti o, almeno, non si riusciva a figurare uno scenario meno prepotente. Di queste 22 società, scorrendo l'elenco, se ne annotano alcune più importanti di altre. Vedi Atalanta, vedi Novara, vedi Siena. Ricoprono ruoli preminenti negli affari di Lega e gestione dell'industria calcio. E nel caso della società bergamasca già sconta nel campionato in corso 6 punti di penalizzazione.


Le partite truccate risultano 33: 29 di Serie B e Lega Pro, 2 di Tim Cup, due di Coppa Italia di Lega Pro. Le società di Serie B deferite risultano 10: Albinoleffe, Ascoli, Pescara, Empoli, Grosseto, Livorno, Modena, Padova, Reggina e Sampdoria. Soltanto l'Empoli per responsabilità presunta, le altre ai sensi del codice sono colpite da responsabilità oggettiva.


Risponderanno di questo e risponderanno davanti alla Commissione Disciplinare dei reati contestati, in base all'art. 9 del Codice cioè per associazione per illeciti sportivi e scommesse illecite alcuni nomi che sono ricorsi con estrema frequenza in questi due intensi mesi di attività: Luigi Sartor, Cristiano Doni, Filippo Carobbio, Alessandro Zamperini, Cristian Bertani, Mario Cassano. Tutti personaggi di primo piano secondo quanto delineato dal filone cremonese dell'inchiesta accusati: 

della violazione di cui all’art. 9 C.G.S. perché si associavano fra loro, in numero di tre o superiore a tre, e con altri soggetti, fra cui quelli già deferiti con provvedimento del 25 luglio 2011 e giudicati responsabili dagli Organi giudicanti della FIGC, al fine di commettere una serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i quali illeciti sportivi ex  art. 7 CGS e effettuazione scommesse illecite ex artt. 1 e 6 CGS, come dimostrato dalle specifiche contestazioni mosse ai suddetti associati che vengono integralmente richiamate, operando con condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento e il risultato di gare dei campionati nazionali con lo scopo di illecite locupletazioni o mediante dazioni di denaro costituenti il compenso per l’illecita attività posta in essere ovvero mediante scommesse dall’esito sicuro perché realizzate su gare combinate. Programma perseguito con un assetto stabile e con una distribuzione di ruoli. In epoca anteriore e contestuale ai fatti evidenziati nel presente procedimento e, comunque, per tutta la durata corrispondente ai singoli fatti in odierna contestazione. Su tutto il territorio nazionale e con contatti di natura internazionale. 


Vendersi, vendere una delle partite da quanto si legge poteva avere un costo variabile, anche di soli 5.000 euro. Una sorta di tariffario con modalità di accordo e di specifiche di linguaggio estremamente creative tra i giocatori, entrature che costituivano l'anello di congiunzione indispensabile per il gruppo degli zingari o dei bolognesi. Ma le modalità, i soprannomi e il loro gergo meritano una declinazione specifica. Come molti risvolti di quanto ricostruito da Palazzi e dalla procura di Cremona.

lunedì 5 marzo 2012

Calcioscommesse, la prima volta di Manganelli



Nell'ordinanza di custodia cautelare stesa dal gip della Procura di Cremona, Guido Salvini, intrecci, protagonisti e meccanismi nel fango del Calcioscommesse venivano descritti con l'asetticità di un linguaggio tecnico e di una forma inappuntabile. Cristiano Doni, l'Atalanta e gli altri: una cricca di belli al cospetto del dio pallone, auto investitisi del ruolo di burattinai in una organizzazione complessa, strutturata con gerarchie enucleate con dovizia di riferimenti in quell'ordinanza. 


L'inchiesta di Cremona, che ha preceduto filoni altrettanto rilevanti come quello seguito dalla Procura di Bari, ci ha rigettato nella storia dell'Italia del Totonero, del primo Calcioscommesse, delle vicende dei singoli (il nostro calcio è fatto anche di giocatori fermati per aver puntato in palese contrasto con il regolamento). Per la prima volta, oggi, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, si è espresso con fermezza sulla preoccupante estensione del fenomeno delle scommesse illegali e di come il marciume emerso fino a questo momento dagli atti prodotti dalla magistratura sia ancora parziale. 'Ci saranno altre notizie, altri dati e risultati, perché le indagini continuano - riporta l'agenzia ANSA - e questo comporta l'acquisizioni di nuovi elementi', ha detto a margine del seminario sulla legalità nello sport a Roma relativamente a fenomeni 'di non poco conto in Italia. Questo aspetto costituisce un momento di attenzione molto particolare'.


Nessun allarmismo, quanto raccolto nelle indagini e dagli interrogatori e dalle informazioni trapelate restituisce esattamente un calcio molle, promiscuo e di complessa definizione anche in termini di proprietà e recupero dei capitali per finanziare società che approvvigionano in maniera indiretta riciclaggio e attività illecite come emerso periodicamente non solo da parte delle procure ma dalle organizzazioni e dagli organi deputati a controlli di natura finanziaria. Una pratica che la Fatf, la Financial Action Task Force dell'Ocse, Organizzazione mondiale per il commercio e lo sviluppo economico, ha denunciato nel rapporto del 2009
"Nonostante la tremenda crescita del mercato nel suo insieme - scrive l'Ocse - molti club sono in pesante crisi finanziaria e le loro difficoltà li potrebbe costringere ad accettare fondi da soggetti di dubbia provenienza: ci sono molti rischi che club indebitati non facciano molte domande quando si presenta un nuovo investitore".
Passaggio minimo di un documento che solleva interrogativi sulla bontà di un'industria da miliardi di euro.