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domenica 29 luglio 2012

Il derby non si vende, Preziosi e il Genoa nella rete del calcioscommmesse


Enrico Preziosi e il Como. Enrico Preziosi e Calciopoli. Enrico Preziosi e Io non mollo. L'eclettico imprenditore riuscito nell'ardua impresa di combinare l'industria del calcio con i Gormiti e altri geniali prodotti ha rivestito nel corso di quell'estate del 2006 il ruolo assai spregiudicato di grande accusatore. Il richiamo alla pulizia nel nostro calcio, inquinato nelle fondamenta, se fatto da un personaggio pubblico di primo piano come il presidente del Genoa andrebbe elogiato a prescindere dalla sbavature, dalle imperfezioni un po' naif che gli si imputano volentieri. Allora come oggi, esploso il bubbone del calcioscommesse.

Però Preziosi non può cancellare la vicenda del fallimento del Como Calcio, il caso Genoa-Venezia, le indagini sui conti di Fabio Capello e quel derby maledetto da cui lo scempio a cui inermi abbiamo assistito. La consegna delle maglie agli ultrà, ordinata dal presidente ha l'irruenza simbolica propria della resa. Giuseppe Sculli con una manciata di parole pacifica, in quel circo triste. 

Il nome di Enrico Preziosi figurava negli atti trasmessi dalla procura di Cremona ai colleghi genovesi. Inevitabile, visti gli elementi emersi relativamente al derby nel maggio del 2011 nell'inchiesta del pm genovese, Biagio Mazzeo, che indaga tra l'altro sul coinvolgimento della Sampdoria nella vicenda e sulla partita Genoa-Siena.

In un'intercettazione del curvaiolo Massimo Leopizzi è saltato fuori che la squadra blucerchiata avrebbe raccolto 1,8 milioni di euro per corrompere 5 genoani. Accordo fallito per il rifiuto del capitano Marco Rossi che si sarebbe opposto al tentativo di combine.

Dei particolari in più potrebbero essere forniti da Sculli che non risulta indagato dalla procura di Cremona e non è stato mai sentito dal gip Guido Salvini, ma sarà sicuramente ascoltato dai magistrati del capoluogo ligure.

 "Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia - ha fatto sapere Preziosi -, pertanto non risulto indagato. Sono illazioni non suffragate da alcuna certezza. Giù le mani dal Genoa. Se gli inquirenti hanno necessità di sentirmi sono a disposizione. Forse sono un bersaglio facile, ma il tiro al piccione non lo accetto. Finché avrò io la gestione del club, è mio compito tutelare il nome del Genoa sotto ogni aspetto". 

Così era a Cremona, in effetti, perché la procura di Genova non ha iscritto nel registro degli indagati il nome del presidente del Genoa. Gli elementi hanno indirizzato la magistratura ligure ad altre conclusioni.

Quelle che ci hanno offerto lo spettacolo di Bormio, l'irruzione della Digos a Bormio per sentire i giocatori, lì in ritiro, in merito a quella vicenda altrettanto ambigua e sospetta dell'irruzione nello spogliatoio nel gennaio scorso di tifosi che culminò con un ceffone a Dainelli (che chiese di essere ceduto).

Per frode sportiva, nel registro degli indagati sono stati iscritti quattro calciatori. Si tratta di Domenico Criscito, Omar Milanetto, Rodrigo Palacio e Dario Dainelli. Nulla di casuale.





giovedì 31 maggio 2012

Calcioscommesse: Conte, Gervasoni e Carobbio. #carobbiohadetto




Innocentisti e colpevolisti, giustizialisti e garantisti, monarchici e repubblicani, doroteismo e sinistra sociale, socialisti e comunisti, riformisti e massimalisti. L'Italia delle semplificazioni, delle generalizzazioni, si esercita in questi dualismi per arrivare alla pancia dell'ascoltatore o del lettore educato oramai al solo zapping mentale, all'informazione dei titoli e poco meno. Non è esentato da questa tendenza il calcioscommesse scritto. Compreso quello delle ordinanze tradotte, come se si potesse attribuire l'assoluta certezza - già in questa fase - un aggettivo, una valenza. E nonostante non lo azzardi chi l'ha stesa, questa elencazione di fatti, testimonianze, intercettazioni per ben 488 pagine. Non lo affermi, insomma, il gip Guido Salvini che questa ordinanza l'ha firmata. 


Quanto asserito con così tanta sicurezza da Carlo Gervasoni e da Filippo Carobbio, i pentiti ritenuti attendibili anche dal procuratore federale Stefano Palazzi, deve ancora essere dimostrato nelle sedi opportune, vedi tribunale. La versione dell'ex giocatore del Siena in merito alla presunta combine con il Novara diverge completamente da quella fornita da Cristian Bertani. Diverge da quanto riferito da altri giocatori del club toscano, in primis Coppola che di quella formazione è stato portiere. La questione è introdotta con cautela:

Il ruolo delle società NOVARA e SIENA nella combine delle rispettive compagini calcistiche dello campionato di serie B 2010-2011. Il possibile ruolo di Antonio CONTE - attualmente allenatore della JUVENTUS Calcio, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA calcio – e dei dirigenti sportivi del SIENA PERINETTI e FAGGIANO.
NOVARA - SIENA - La prima partita incriminata di cui si riporta la versione di Carobbio è Novara-Siena. "“..In NOVARA – SIENA del 30 aprile 2011, ci fu un accordo per far finire la gara in parità, in effetti ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara; lo stesso allenatore, Antonio CONTE, ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio; non sono certo di chi per primo si accordò, comunque DRASCEK venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con VITIELLO; credo che quello sia stato il primo contatto, ma poi l’accordo è stato comunicato a tutti, visto che, come precisato, se ne parlò anche durante la riunione tecnica con l’allenatore; ricordo che, oltre a parlarne con l’intera squadra durante la riunione tecnica, ne parlai, singolarmente al campo, con BERTANI e GHELLER del
Novara, prima della partita. Dalle dichiarazioni rese emergerebbe un altrettanto inquietante caso di pianificazione della combine sportiva tra due società di primo livello del campionato di serie B dello scorso anno(entrambe militano attualmente in serie A), al quale evidentemente avrebbero aderito tutte le componenti del sodalizio senese, (calciatori e dirigenti), d’intesa con l’altra società. Di più, risulterebbe il coinvolgimento, ma è tutto da verificare e non in questa sede, di Antonio CONTE, già importante giocatore della massima serie, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA". 
"…omissis…
ADR: alla riunione tecnica partecipavano l’allenatore, il vice allenatore, il preparatore dei portieri ed il collaboratore tecnico. 
ADR: è evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente, ricordo, peraltro, nel caso di specie, di averne anche parlato con Daniele FAGIANO (ndr. Direttore Sportivo del SIENA) che è un dirigente, braccio destro di PERINETTI (ndr. Giorgio PERINETTI, Direttore Generale della formazione toscana)".
La partecipazione alla combine sportiva dell’intero staff tecnico societario senese viene ribadita da CAROBBIO in occasione della partita ALBINOLEFFE-SIENA (terminata 1-0), la cui
pianificazione sarebbe iniziata addirittura al termine della gara di andata, a riprova di un
“attitudine”, oramai consolidata in taluni ambienti calcistici, a ritenere “normale” l’adesione di accordi di tal fatta".


MODENA - SIENA - Ma la lucidità espositiva che viene riconosciuta a Gervasoni e la dovizia di particolari mancano, quando si riferisce della vicenda che vede coinvolti il Siena e i giocatori del Modena che sarebbero stati coinvolti in una combine. 
"GEGIC mi riferi di avere appreso da un suo amico del Kazakistan che il presidente del Siena diede dei soldi ai giocatori del Modena TAMBURINI e PERNA, per vincere l’incontro Modena – Siena, terminato 0 a 1. L’incontro è stato il 26 febbraio 2011". Di elementi ulteriori, niente. Solo una manipolazione riferita. 


SIENA - ALBINOLEFFE - La connivenza sarebbe poi evidente anche da altre partite manipolate nel risultato: "Al termine della gara SIENA – ALBINOLEFFE dell’8 gennaio 2011, l’allenatore in seconda, STELLINI chiese a me e TERZI di contattare qualcuno dell’Albinoleffe per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse avuto maggiormente bisogno. Ne parlai con GARLINI, un senatore dell’Albinoleffe e TERZI parlò con BOMBARDINI, entrambi 55 mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara ALBINOLEFFE – SIENA del 29 maggio 2011, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park Hotel di Stezzano (BG), dove vennero Luigi SALA, Dario PASSONI e Mirko POLONI, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’Albinoleffe, che si incontrarono con me, Nando COPPOLA ed un altro calciatore che ora non ricordo e, in quell’occasione, ci accordammo di concedere i punti all’Albinoleffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai Play Out, ma chiedemmo di limitare la vittoria ad un solo goal di scarto, possibilmente 1-0, sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori su risultati troppo eclatanti; preciso che in settimana si parlò molto in società tra calciatori, allenatore e società, dell’accordo raggiunto con l’Albinoleffe, in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio “primo posto” (qualora l’Atalanta non avesse vinto), poi alla fine fummo tutti d’accordo, squadra ed allenatore, di lasciare il risultato all’Albinoleffe".

martedì 8 maggio 2012

Calcioscommesse, Palazzi firma: deferiti 22 società e 61 tesserati



Stefano Palazzi non abbandonerà la procura federale (ma di questo tema se ne parlerà a suo tempo e in uno spazio dedicato) senza aver chiuso la sua personale partita con quelle trecento pagine e più in cui si raccolgono le prove, le testimonianze, le note e, soprattutto, i riscontri degli ultimi due mesi di attività nell'ambito del filone cremonese. Dell'inchiesta Last Bet, dell'inchiesta sul calcioscommesse.


Che avrebbe firmato i provvedimenti in questo martedì, era noto. D'altronde per rispettare un calendario così denso, Palazzi non poteva e non voleva procrastinare oltre: 111 i tesserati ascoltati, 22 le società e 61 le persone fisiche deferite di cui 52 giocatori a cui le notifiche giungeranno nella giornata di domani. Sarà poi la Figc a rendere noto il contenuto del provvedimento.


Le partite su cui si è concentrata l'attività della procura federale e da cui sono scaturiti i deferimenti ammontano a 33 incontri: corrisponderebbero a 29 partite di serie B in diverse stagioni, 2 di Tim Cup, 2 Coppa Italia di Lega Pro della stagione 2010-2011. Tra i tesserati deferiti, ci sarebbero anche dirigenti e allenatori. 


In questa fase dovrebbero rientrare anche i match che interessano Novara e Atalanta, che all'epoca dei fatti erano iscritte al campionato minore. Ma perché si possa asserire con certezza quanto indicato, si dovrà attendere la giornata di domani, salvo sorprese.


Nessuna incertezza riguarda invece il periodo in cui verrà celebrato il primo processo: entro fine maggio si procederà con il rito abbreviato. Come più volte ribadito, entro fine mese l'ufficio della procura federale dovrebbe poi ricevere gli atti da Bari e Napoli, dove sono tuttora in fase di svolgimento le indagini su quanto attiene agli due filoni delle inchieste sul calcioscommesse. Poi, il procuratore preparerà i provvedimenti che condurranno a un secondo processo presumibilmente dopo gli Europei.

sabato 24 marzo 2012

Calcioscommesse: Ferrario e Cassano, attori non protagonisti. In arrivo deferimenti


Sei lì che riordini per comprendere la portata di queste informazioni e capisci che non sono mai abbastanza i fatti che hai appreso per descrivere la reale entità di queste combine, della loro frequenza, degli intrecci con organizzazioni strutturate. In queste ultime ore si viene fagocitati dalle nuove scadenze e dall'imminenza di un annuncio che sembra ormai prossimo dopo le audizioni chiave, l'intervista di Hiristyan Ilievski ad Agorà e le esternazioni di Erodiani.

Nello stabile di via Po proseguono gli interrogatori del pool guidato dal procuratore federale Stefano Palazzi secondo il calendario delle audizioni che elenca un numero spropositato di nomi noti del bel calcio. Spropositato per la profondità e l'analisi di questo scempio semplificato nell'espressione Calcioscommesse, su cui indagano le Procure di Cremona, Napoli e Bari sul versante della magistratura ordinaria italiana.


Palazzi e i suoi hanno fissato la data in cui per Chievo e Bari si dovrebbe decidere, ovvero il 3 aprile mentre per le situazioni che potrebbe ritenere definite, la Procura federale sta perfezionando (perché solo di qualche nodo si tratta) quanto occorre per i deferimenti relativi alla seconda tranche del filone d'inchiesta di Cremona. Inchiesta che, sul versante sportivo, rimane aperta in considerazione di quegli sviluppi che Antonio Manganelli annunciò con tanta fermezza da lasciar intendere la celerità con cui si sarebbero visti.


Tra i lanci di agenzia, le indiscrezioni, articoli più o meno esaustivi (per quanto si possa auspicare completezza in questi frangenti) due elementi dovrebbero meritare maggiore attenzione: l'interrogatorio dell'ex leccese Ferrario e le smentite (il plurale è voluto) del portiere Mario Cassano in merito al suo coinvolgimento nelle combine.


Ferrario è stato sentito dalla procura federale per quasi ore in merito anche a Lecce-Lazio (2-4) partita disputata lo scorso 22 maggio. Da lì poi la revisione dell'agenda e il punto della situazione di Palazzi e i suoi, compreso il capitolo deferimenti. Un punto di svolta in attesa di conoscere - almeno in parte - i contenuti delle rivelazioni di Benassi e di Gervasoni e Benfenati. E di capire il ruolo di alcuni giocatori, vedi Pellissier (Chievo) in questa inchiesta.


Cassano, l'ex del Piacenza tirato in ballo dal pentito dei pentito, Cristiano Doni. L'ex capitano dell'Atalanta aveva ammesso l'accordo con l'estremo difensore. Ma quest'ultimo nega, nega ripetutamente nell'interrogatorio tenutosi a Empoli dove si trova agli arresti domiciliari. "Nessun coinvolgimento nello scandalo del Calcioscommesse, nessun rapporto né con Doni né con il gruppo degli 'zingari' ". 


"Specificando, però, dei dettagli in più che hanno evidenziato una netta contraddizione con quanto affermato da Gervasoni e Doni nei loro interrogatori". "Il mio assistito - ha spiegato al termine dell'interrogatorio (durato oltre 5 ore) l'avvocato Maresca - non ha niente a che vedere con il Calcioscommesse. Cassano era amico di Gervasoni al Piacenza, ma non ha mai commesso alcun tipo di illecito e non è nemmeno a conoscenza di questi fatti (mentre ha ammesso di conoscere Zamperini, in maniera superficiale, ma di non averlo mai messo in contatto con Gervasoni ndr). E' troppo facile tirare in ballo un portiere in questo tipo di vicende". Insomma, fare il nome di Cassano sarebbe servito a Gervasoni e Doni per godere di alcuni benefici derivanti dal mostrarsi disponibili davanti alla Procura di Cremona.


Un ribaltamento netto e di quanto sostenuto dall'ex capitano e da Gervasoni, compagno di squadra e ex amico di Cassano, il quale aveva fatto il suo nome in merito ad incontri di campionato. Oltre al noto Atalanta-Piacenza, sono sottoposte all'attenzione della magistratura Siena-Piacenza (19-03-2011), Piacenza-Albinoleffe (20-12-2010), Piacenza-Mantova (23-05-2009)

Circostanze non confermate da Cassano che, alla visione delle immagini del famigerato rigore, ha ribadito che non vi era alcun accordo con Doni prima dell'incontro né di aver mai conosciuto elementi riconducibili al gruppo degli zingari.



Versioni discrepanti, dunque, ai limiti della contraddizione su cui lprocura tornerà a breve. Non vi sono dubbi. Il programma della prossima settimana, ne è la conferma.

lunedì 5 marzo 2012

Calcioscommesse, la prima volta di Manganelli



Nell'ordinanza di custodia cautelare stesa dal gip della Procura di Cremona, Guido Salvini, intrecci, protagonisti e meccanismi nel fango del Calcioscommesse venivano descritti con l'asetticità di un linguaggio tecnico e di una forma inappuntabile. Cristiano Doni, l'Atalanta e gli altri: una cricca di belli al cospetto del dio pallone, auto investitisi del ruolo di burattinai in una organizzazione complessa, strutturata con gerarchie enucleate con dovizia di riferimenti in quell'ordinanza. 


L'inchiesta di Cremona, che ha preceduto filoni altrettanto rilevanti come quello seguito dalla Procura di Bari, ci ha rigettato nella storia dell'Italia del Totonero, del primo Calcioscommesse, delle vicende dei singoli (il nostro calcio è fatto anche di giocatori fermati per aver puntato in palese contrasto con il regolamento). Per la prima volta, oggi, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, si è espresso con fermezza sulla preoccupante estensione del fenomeno delle scommesse illegali e di come il marciume emerso fino a questo momento dagli atti prodotti dalla magistratura sia ancora parziale. 'Ci saranno altre notizie, altri dati e risultati, perché le indagini continuano - riporta l'agenzia ANSA - e questo comporta l'acquisizioni di nuovi elementi', ha detto a margine del seminario sulla legalità nello sport a Roma relativamente a fenomeni 'di non poco conto in Italia. Questo aspetto costituisce un momento di attenzione molto particolare'.


Nessun allarmismo, quanto raccolto nelle indagini e dagli interrogatori e dalle informazioni trapelate restituisce esattamente un calcio molle, promiscuo e di complessa definizione anche in termini di proprietà e recupero dei capitali per finanziare società che approvvigionano in maniera indiretta riciclaggio e attività illecite come emerso periodicamente non solo da parte delle procure ma dalle organizzazioni e dagli organi deputati a controlli di natura finanziaria. Una pratica che la Fatf, la Financial Action Task Force dell'Ocse, Organizzazione mondiale per il commercio e lo sviluppo economico, ha denunciato nel rapporto del 2009
"Nonostante la tremenda crescita del mercato nel suo insieme - scrive l'Ocse - molti club sono in pesante crisi finanziaria e le loro difficoltà li potrebbe costringere ad accettare fondi da soggetti di dubbia provenienza: ci sono molti rischi che club indebitati non facciano molte domande quando si presenta un nuovo investitore".
Passaggio minimo di un documento che solleva interrogativi sulla bontà di un'industria da miliardi di euro.