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giovedì 31 maggio 2012

Calcioscommesse: Conte, Gervasoni e Carobbio. #carobbiohadetto




Innocentisti e colpevolisti, giustizialisti e garantisti, monarchici e repubblicani, doroteismo e sinistra sociale, socialisti e comunisti, riformisti e massimalisti. L'Italia delle semplificazioni, delle generalizzazioni, si esercita in questi dualismi per arrivare alla pancia dell'ascoltatore o del lettore educato oramai al solo zapping mentale, all'informazione dei titoli e poco meno. Non è esentato da questa tendenza il calcioscommesse scritto. Compreso quello delle ordinanze tradotte, come se si potesse attribuire l'assoluta certezza - già in questa fase - un aggettivo, una valenza. E nonostante non lo azzardi chi l'ha stesa, questa elencazione di fatti, testimonianze, intercettazioni per ben 488 pagine. Non lo affermi, insomma, il gip Guido Salvini che questa ordinanza l'ha firmata. 


Quanto asserito con così tanta sicurezza da Carlo Gervasoni e da Filippo Carobbio, i pentiti ritenuti attendibili anche dal procuratore federale Stefano Palazzi, deve ancora essere dimostrato nelle sedi opportune, vedi tribunale. La versione dell'ex giocatore del Siena in merito alla presunta combine con il Novara diverge completamente da quella fornita da Cristian Bertani. Diverge da quanto riferito da altri giocatori del club toscano, in primis Coppola che di quella formazione è stato portiere. La questione è introdotta con cautela:

Il ruolo delle società NOVARA e SIENA nella combine delle rispettive compagini calcistiche dello campionato di serie B 2010-2011. Il possibile ruolo di Antonio CONTE - attualmente allenatore della JUVENTUS Calcio, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA calcio – e dei dirigenti sportivi del SIENA PERINETTI e FAGGIANO.
NOVARA - SIENA - La prima partita incriminata di cui si riporta la versione di Carobbio è Novara-Siena. "“..In NOVARA – SIENA del 30 aprile 2011, ci fu un accordo per far finire la gara in parità, in effetti ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara; lo stesso allenatore, Antonio CONTE, ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio; non sono certo di chi per primo si accordò, comunque DRASCEK venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con VITIELLO; credo che quello sia stato il primo contatto, ma poi l’accordo è stato comunicato a tutti, visto che, come precisato, se ne parlò anche durante la riunione tecnica con l’allenatore; ricordo che, oltre a parlarne con l’intera squadra durante la riunione tecnica, ne parlai, singolarmente al campo, con BERTANI e GHELLER del
Novara, prima della partita. Dalle dichiarazioni rese emergerebbe un altrettanto inquietante caso di pianificazione della combine sportiva tra due società di primo livello del campionato di serie B dello scorso anno(entrambe militano attualmente in serie A), al quale evidentemente avrebbero aderito tutte le componenti del sodalizio senese, (calciatori e dirigenti), d’intesa con l’altra società. Di più, risulterebbe il coinvolgimento, ma è tutto da verificare e non in questa sede, di Antonio CONTE, già importante giocatore della massima serie, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA". 
"…omissis…
ADR: alla riunione tecnica partecipavano l’allenatore, il vice allenatore, il preparatore dei portieri ed il collaboratore tecnico. 
ADR: è evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente, ricordo, peraltro, nel caso di specie, di averne anche parlato con Daniele FAGIANO (ndr. Direttore Sportivo del SIENA) che è un dirigente, braccio destro di PERINETTI (ndr. Giorgio PERINETTI, Direttore Generale della formazione toscana)".
La partecipazione alla combine sportiva dell’intero staff tecnico societario senese viene ribadita da CAROBBIO in occasione della partita ALBINOLEFFE-SIENA (terminata 1-0), la cui
pianificazione sarebbe iniziata addirittura al termine della gara di andata, a riprova di un
“attitudine”, oramai consolidata in taluni ambienti calcistici, a ritenere “normale” l’adesione di accordi di tal fatta".


MODENA - SIENA - Ma la lucidità espositiva che viene riconosciuta a Gervasoni e la dovizia di particolari mancano, quando si riferisce della vicenda che vede coinvolti il Siena e i giocatori del Modena che sarebbero stati coinvolti in una combine. 
"GEGIC mi riferi di avere appreso da un suo amico del Kazakistan che il presidente del Siena diede dei soldi ai giocatori del Modena TAMBURINI e PERNA, per vincere l’incontro Modena – Siena, terminato 0 a 1. L’incontro è stato il 26 febbraio 2011". Di elementi ulteriori, niente. Solo una manipolazione riferita. 


SIENA - ALBINOLEFFE - La connivenza sarebbe poi evidente anche da altre partite manipolate nel risultato: "Al termine della gara SIENA – ALBINOLEFFE dell’8 gennaio 2011, l’allenatore in seconda, STELLINI chiese a me e TERZI di contattare qualcuno dell’Albinoleffe per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse avuto maggiormente bisogno. Ne parlai con GARLINI, un senatore dell’Albinoleffe e TERZI parlò con BOMBARDINI, entrambi 55 mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara ALBINOLEFFE – SIENA del 29 maggio 2011, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park Hotel di Stezzano (BG), dove vennero Luigi SALA, Dario PASSONI e Mirko POLONI, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’Albinoleffe, che si incontrarono con me, Nando COPPOLA ed un altro calciatore che ora non ricordo e, in quell’occasione, ci accordammo di concedere i punti all’Albinoleffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai Play Out, ma chiedemmo di limitare la vittoria ad un solo goal di scarto, possibilmente 1-0, sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori su risultati troppo eclatanti; preciso che in settimana si parlò molto in società tra calciatori, allenatore e società, dell’accordo raggiunto con l’Albinoleffe, in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio “primo posto” (qualora l’Atalanta non avesse vinto), poi alla fine fummo tutti d’accordo, squadra ed allenatore, di lasciare il risultato all’Albinoleffe".

venerdì 25 maggio 2012

Calcioscommesse: il proliferare di un pentitismo d'occasione. Bertani, l'amico di Gervasoni


Abbiamo una sola forza, una sola difesa: i fatti. Perché le parole sono importanti (tralasciamo la possibile accusa di citazionismo banale e prevedibile), perché le ricostruzioni puntuali restituiscono verità che, per quanto lacunose, appagano quell'esigenza di comprendere. E poi, perché vendere partite? Perché tirare in mezzo compagni, amici, colleghi? Il 31 maggio alle 9.30 inizierà il primo dei processi che ci attendono in quest'estate alleggerita da Euro 2012 e dalle Olimpiadi: 22 società. 61 persone di cui 52 giocatori, tra cui Cristian Bertani, attaccante della Sampdoria. Un giocatore imune dal pentitismo virale che pare essersi inflazionato all'indomani della dichiarazione del procuratore federale Stefano Palazzi a Bari, fuori dalla Procura guidata da Antonio Laudati.

Bertani è stato chiamato in causa da Carlo Gervasoni, uno dei collaboratori che ha fatto nomi, cognomi, indicato combine, suggerito il disegno dell'organizzazione che ha manipolato incontri di serie a come in altre categorie. Ecco, Bertani anche oggi ha continuato a parlare. A usare la parola per ribadire che quanto asserito dall'ex collega e che gli è costato il deferimento è supposto, non certo. Risponde così da sostenere la sua estraneità alle vicende, la sua convinzione che non sia stato il suo un caso isolato. Lo ha affermato a Radio Sportiva, lo ha ribadito a Sky Sport24. 

"Conte può stare tranquillo: Siena-Novara fu partita vera, ci si giocava la posizione in griglia per i playoff e loro la promozione. Quello che dovevo dire sulla partita l'ho detto in deposizione, Carobbio dice la sua""Ho visto e letto tante cose che non mi sono piaciute - le parole dell'attaccante, ora alla Samp ma deferito per il periodo Novara -. So che faccio un lavoro in cui sono sempre sotto i riflettori, ma sono stato condannato senza giudizio e in più sul mio conto non c'è una prova, a differenza di colleghi in cui ci sono intercettazioni compromettenti. Nel mio caso c'è solo un pentito, purtroppo un mio vecchio amico, che parla e parla sempre in terza persona. Col rapporto che avevamo me lo avrebbe detto direttamente, invece parla sempre per sentito dire: la cosa è poco chiara. La giustizia sportiva non può arrogarsi il diritto di decidere senza prova, e io dimostrare di non aver fatto, cosa non certo semplice""Altra cosa che mi ha lasciato perplesso - ha aggiunto -è che le accuse di un pentito sembrano la verità assoluta: il mio interrogatorio è stato molto blando, non incalzante o severo: loro avevano già deciso il mio destino. Si parla di 33 partite, io sono chiamato in causa in due sole di queste e mi contestano l'associazione a delinquere: in una delle due non ero neanche convocato. La scheda telefonica datami da Gervasoni? E' la sua parola contro quattro miei compagni che negano. Io lotterò fino all'ultimo secondo per salvaguardare la mia famiglia e i miei figli, non mollerò mai. Sono messo sullo stesso piani di Gervasoni, rischio la sua stessa condanna, è una cosa fuori dal normale"

Palazzi l’ha deferito, Gervasoni lo ha menzionato in terza persona, dice lui. Alla vigilia del processo, Cristian Bertani parla a Sky e si ribella alle accuse: "Il mio stato d’animo non può essere dei migliori. E’ un periodo molto delicato, dopo il deferimento con un’accusa pesante solo perché un mio amico dopo essersi pentito di quello che ha fatto e ha sempre parlato di me sempre in terza persona, per sentito dire e quindi una volta uscito il deferimento ero ancor più sorpreso di questa vicenda. Ci sono cose che non quadrano, Gervasoni viveva a casa mia, parla di me sempre in terza persona. Ci voleva poco, se era un capo di un’associazione, veniva a casa mia visto che la sua casa era a 500 metri da casa mia… e parlarmi direttamente. I soldi nell’asciugamano? Non voglio parlarne io, ma la direttrice dell’hotel, pochi giorni dopo ha fatto un articolo di suo pugno in cui nega tutto. E io non la conosco: “l’anno scorso noi Bertani l’abbiamo mai visto qui dentro a ritirare pacchi e asciugamani”. Io in quell’albergo non sono mai stato. Altro che asciugamenti o maglie. Perché sono finito in questa storia? Penso che quando sei con le spalle al muro, provi a tirarti fuori in ogni modo. Millanterie? Sembra sempre che quando parla un pentito dica sempre la verità e che sia oro colato… Il video dell’Aic l’ho visto, ce lo hanno mostrato, quello era una iniziativa importante dell’Aic per tutelare l’immagine del calciatore. Il video è toccante. Io so che il giudizio della gente arriva prima, nel nostro lavoro la stampa e i media sono quelli che ti possono portare alle stelle se va bene o ti buttano giù quando le cose vanno male. Io non ho mai scommesso in vita mia, mai. Mi piace giocare a carte, durante tutti i ritiri lo faccio sempre: io non scommetto su niente, sul calcio, sul tennis, su niente. La presa di posizione mia è stata d’accordo con la società, il deferimento che arriva nel momento più caldo: insieme abbiamo deciso che era meglio per me e la squadra non distogliere energie, ho preferito restare al di fuori delle partite. Non sono stato messo fuori rosa".



Il proliferare di pentiti nel calcioscommesse, in una visione così comune di do ut des, non scansa la diffusione del fenomeno e gli esiti fallimentari della giustizia nostrana a cui, stando a quanto affermato da Laudati, non sono stati supportati da pene adeguate. Per ora, pondero e valuto il punto di osservazione di Bertani che, come gli altri, verrà giudicato per quelle accuse formulate da Gervasoni. E rifletto su questo sistema fondato sui collaboratori, i suoi limiti e l'incertezza di dipendere in alcuni casi da costoro. Dalla loro, di parola. 

mercoledì 9 maggio 2012

Deferimenti Calcioscommesse: colpite anche Atalanta, Siena, Novara



Ricapitolando: Atalanta, Novara e Siena. Tre sono le società di Serie A deferite per responsabilità oggettiva, come riporta con una enucleazione puntuale la nota stampa pubblicata dalla Figc. Si tratta di chiudere con una tempistica ragionevole il primo processo che dovrebbe celebrarsi entro la fine del mese per procedere poi a imbastire quello che verrà. Quello che presuppone nuovi deferimenti che deriveranno dall'acquisizione degli atti dalle procure di Bari e Napoli.


Volevamo i nomi. Li abbiamo. Aspettative diverse? Nient'affatto, perché da quanto trapaelato non poteva essere altrimenti o, almeno, non si riusciva a figurare uno scenario meno prepotente. Di queste 22 società, scorrendo l'elenco, se ne annotano alcune più importanti di altre. Vedi Atalanta, vedi Novara, vedi Siena. Ricoprono ruoli preminenti negli affari di Lega e gestione dell'industria calcio. E nel caso della società bergamasca già sconta nel campionato in corso 6 punti di penalizzazione.


Le partite truccate risultano 33: 29 di Serie B e Lega Pro, 2 di Tim Cup, due di Coppa Italia di Lega Pro. Le società di Serie B deferite risultano 10: Albinoleffe, Ascoli, Pescara, Empoli, Grosseto, Livorno, Modena, Padova, Reggina e Sampdoria. Soltanto l'Empoli per responsabilità presunta, le altre ai sensi del codice sono colpite da responsabilità oggettiva.


Risponderanno di questo e risponderanno davanti alla Commissione Disciplinare dei reati contestati, in base all'art. 9 del Codice cioè per associazione per illeciti sportivi e scommesse illecite alcuni nomi che sono ricorsi con estrema frequenza in questi due intensi mesi di attività: Luigi Sartor, Cristiano Doni, Filippo Carobbio, Alessandro Zamperini, Cristian Bertani, Mario Cassano. Tutti personaggi di primo piano secondo quanto delineato dal filone cremonese dell'inchiesta accusati: 

della violazione di cui all’art. 9 C.G.S. perché si associavano fra loro, in numero di tre o superiore a tre, e con altri soggetti, fra cui quelli già deferiti con provvedimento del 25 luglio 2011 e giudicati responsabili dagli Organi giudicanti della FIGC, al fine di commettere una serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i quali illeciti sportivi ex  art. 7 CGS e effettuazione scommesse illecite ex artt. 1 e 6 CGS, come dimostrato dalle specifiche contestazioni mosse ai suddetti associati che vengono integralmente richiamate, operando con condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento e il risultato di gare dei campionati nazionali con lo scopo di illecite locupletazioni o mediante dazioni di denaro costituenti il compenso per l’illecita attività posta in essere ovvero mediante scommesse dall’esito sicuro perché realizzate su gare combinate. Programma perseguito con un assetto stabile e con una distribuzione di ruoli. In epoca anteriore e contestuale ai fatti evidenziati nel presente procedimento e, comunque, per tutta la durata corrispondente ai singoli fatti in odierna contestazione. Su tutto il territorio nazionale e con contatti di natura internazionale. 


Vendersi, vendere una delle partite da quanto si legge poteva avere un costo variabile, anche di soli 5.000 euro. Una sorta di tariffario con modalità di accordo e di specifiche di linguaggio estremamente creative tra i giocatori, entrature che costituivano l'anello di congiunzione indispensabile per il gruppo degli zingari o dei bolognesi. Ma le modalità, i soprannomi e il loro gergo meritano una declinazione specifica. Come molti risvolti di quanto ricostruito da Palazzi e dalla procura di Cremona.

martedì 24 aprile 2012

Calcioscommesse: Lalic e quelle combine confermate

Ieri sera i primi, brevi resoconti di una giornata di interrogatori a Cremona. Della giornata di Dino Lalic. Sloveno, membro di spicco del gruppo degli zingari incaricato - stando a quanto di legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guido Salvini - di contattare i giocatori 'disponibili'. Il ruolo non va spiegato oltre. Lalic, ex portiere, è un personaggio di primo piano nella struttura del nucleo che raccordava l'Italia alla rete estera. Celavi, così come viene chiamato, è in Italia da giovedì dopo aver scontato un anno di reclusione a Zagabria una pena inflittagli per vicende simile. Per un calcioscommesse versione balcanica, insomma.

Davanti al gip, Lalic - riporta l'agenzia di stampa ANSA - avrebbe confermato l'identità delle sue entrature. "Erano Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio a darci informazioni sulle partite truccate in cambio di denaro". Il giocatore del Piacenza e quello dello Spezia informavano lo sloveno, procedendo alla combine. Così per sei partite, quelle indicate nell'ordinanza: Brescia-Mantova, Grosseto-Reggina (sulla quale gli zingari scommisero ma persero), Empoli-Grosseto e Grosseto-Mantova (sulle quali non effettuarono scommesse), Cittadella-Mantova e Ancona-Grosseto (su cui scommisero e vinsero), incontri disputatisi nel 2010.

Tutti e tre gli 'zingari' sentiti a Cremona hanno indicato nell'ex portiere del Chiasso, Almir Gegic (latitante), l'"intermediario" con i giocatori italiani, mentre Lalic ha ammesso sì di aver incontrato Tan Seet Eng, detto Dan, a capo dei finanziatori del giro delle scommesse di Singapore ma per ragioni diverse dai taroccamenti delle partite. I due si sarebbero  incontrati per trattare giocatori dell'Est europeo intenzionati ad andare a giocare in Asia. Su Carobbio e Gervasoni, però, Lalic, a detta dei suoi legali, Marcello Ceccherini e Kresmr Krsnic, è stato "chiarissimo": "Da loro comperavano notizie sulle partite per scommettere in Serbia, Croazia, Austria e Ungheria".

Un particolare interessante in chiave investigativa che si traduce per gli 'zingari', quindi, nella possibile scarcerazione con divieto di soggiorno nelle regioni dove operavano, cioè Lombardia, Toscana, Veneto e Marche. Ma anche conferme rilevanti per Salvini dopo gli interrogatori di Gervasoni e Carobbio che hanno indirizzato le indagini verso un nuovo filone.

Se ci fossero ulteriori riscontri a questi contenuti, uniti a una rogatoria giunta dall'Ungheria in cui si parla del presunto taroccamento di Lecce-Lazio, si potrebbero rileggere addirittura le prime due fasi dell'inchiesta Last Bet investendo personaggi forse ancora da decifrare. Con quegli arresti annunciati e di cui ancora non si ha notizia da Cremona.


Intanto, da Roma arriva la notiza, precisamente con una nota apparsa sul sito della Figc con cui si ufficializza il rinvio dell'audizione del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma chiamato in causa proprio da Carobbio. 

sabato 21 aprile 2012

Calcioscommesse: il caso Conte e i rischi in termini di squalifica

Se quanto riportato oggi dai quotidiani fosse accertato, verificato con prove inequivocabili ci misureremmo con la constatazione di una contaminazione tale del sistema da non riuscire a porre rimedio tramite le attuali sanzioni. La notizia è che, secondo quanto si legge su Repubblica e La Gazzetta dello Sport, Antonio Conte tecnico della Juventus avrebbe ricevuto informazioni in merito al tentativo di combine all'epoca del Siena come già emerso in precedenza e su cui lo stesso allenatore si è espresso in conferenza stampa - dunque pubblicamente - all'indomani dell'esplosione mediatica del caso.




Quindi, dagli interrogatori di Carobbio davanti al procuratore federale Stefano Palazzi e al pm Roberto di Martino di Cremona, emergerebbe (il condizionale è d'obbligo in considerazione del fatto che i suddetti verbali sono secretati) che Conte sapesse delle combine. Così fosse provato, la guida tecnica della Juventus in corsa per il titolo verrebbe accusato di omessa denuncia. Soffermiamoci su questo punto: da un punto di vista penale, con le poche informazioni disponibili, non gli sarebbe imputabile nulla mentre in quanto tesserato avrebbe mancato poiché non ha informato la procura federale del contatto e delle possibili manipolazioni su quel match all'epoca del Siena. Il tutto - ricordiamo - mentre si discute del suo rinnovo.


LEGGI REGOLAMENTO FIGC
LEGGI CODICE GIUSTIZIA SPORTIVA


Carobbio, ex giocatore del Siena allenato dall'ex tecnico della Juventus, avrebbe fatto il nome di Conte che a suo dire avrebbe saputo della combine (insieme con il vice Cristian Stellini, che lo ha seguito nello staff tecnico a Torino) di almeno una gara del Siena. Sotto la lente delle procure sono diverse gare della squadra toscana: sulla Gazza e Repubblica vengoni citate oltre a Novara-Siena, Siena-Piacenza 2-3, Siena-Sassuolo 4-0, Siena-Ascoli 3-0, AlbinoLeffe-Siena 1-0. A cui si aggiunge il filone che riguarda la società e il versamento di un compenso a due giocatori del Modena per cui Palazzi ha convocato il presidente Massimo Mezzaroma il 26 aprile prossimo, data che potrebbe slittare come detto anche qui a causa dei problemi di salute del numero uno. Mezzaroma, stando a quanto riferisce il club in una nota stampa sarebbe stato sottoposto a intervento chirurgico a Vienna.


Quanto affermato da due tra i più importanti collaboratori in queste indagini andrà supportato dai fatti, da prove incontrovertibili. E i verbali secretati di Carobbio non consentono ad oggi di delineare la posizione dei singoli tirati in ballo. Dal punto di vista della giustizia sportiva potrebbe bastare poco altro per il nodo dell'omessa denuncia, un punto già complesso in sé la cui criticità si è palesata in precedenza quando è emerso che Paolo Cannavaro e Gianluca Grava avrebbero ricevuto una proposta di combine da parte dell'ex portiere del Napoli Matteo Gianello. I due giocatori hanno ribadito di non aver mai ricevuto proposte in tal senso. Per Simone Pepe, citato però da Andrea Masiello il pentito del filone barese dell'inchiesta, le implicazioni relative alla omessa denuncia per la partita Udinese Bari (finita 3-3) della stagione di serie A 2009/2010 sarebbero le medesime.


In precedenza per simili questioni la squalifica commisurata è stata di 12 mesi: questo quanto realisticamente si può rischiare (il tutto va contestualizzato, ovviamente) anche se è da capire se sarà così e che ne verrà da quanto trapelato. Di sicuro c'è che il procuratore Palazzi ha dettato i tempi e sancito che  i deferimenti sono pronti. Il che lascia intendere che anche la prossima estate sarà una stagione di processi. Come lo fu quella del 2006, è da verificare.

venerdì 20 aprile 2012

Calcioscommesse: la procura federale prepara i deferimenti? Rosati da Palazzi il 23 aprile


Qualunque sia l'epilogo a cui condurrà l'inchiesta calcioscommesse, sul versante sportivo, lo scenario atteso sarà di totale annichilimento. Di quel sistema calcio fondato su risultati, punteggi, classifiche. Fittizie, falsate, truccate le partite, altrettanto le promozioni e le retrocessioni se quanto delineato dai pentiti (Doni, Gervasoni e Masiello per citare i nomi noti) fosse riscontrato e se le società coinvolte si rivelassero nel numero indicato dalle diverse inchieste. D'altronde se le indagini condotte dal procuratore Stefano Palazzi coadiuvato dall'ufficio indagini della FIGC richiedono un aggiornamento pressoché quotidiano del calendario delle audizioni, non vi sono più dubbi sui deferimenti. E' solo questione di tempo, visto lo slittamento in avanti delle date degli interrogatori. A rischiare sono 4-5 società che non scanseranno il codice né le conseguenze a livello europeo che potrebbero culminare nell'impossibilità di gareggiare nelle Coppe.
LA GIORNATA - Dopo Stefano Mauri e Cristian Brocchi, gli investigatori della procura federale hanno convocato a Roma Marco Rossi e Daniele Corvia. Lazio-Genoa e Lecce-Lazio le partite di fine campionato che sarebbero state combinate e oggetto delle convocazioni odierne. 
L'audizione del genoano Rossi si è protratta per circa due ore e mezzo, ma "solo per colpa mia - ha spiegato Alessandro Vaccaro, legale del calciatore - perchè abbiamo parlato di questioni forensi. Rossi è stato chiamato in quanto capitano del Genoa, per riferire le proprie impressioni sulla partita giocata il 14 maggio 2011 contro la Lazio. La discussione sulla gara si è esaurita in poco tempo, alla fine è stato stilato un verbale di appena una pagina e mezzo". È durato invece due ore l'interrogatorio di Corvia, "totalmente estraneo al calcioscommesse", secondo l'avvocato Massimo Ciardullo. "È andata bene - ha spiegato l'attaccante del Lecce - sono tranquillo". "Abbiamo chiarito le contestazioni che ci sono state mosse - ha precisato l'avvocato Ciardullo - sulle solite partite: tra queste c'è anche Lecce-Lazio del 22 maggio 2011, ma non il derby con il Bari. Domande sull'eventuale coinvolgimento delle dirigenze? Nessuna".
Ascoltato anche Vittorio Micolucci, che ha risposto per circa tre ore senza concludere. L'ex giocatore dell'Ascoli, fermato per un 14 mesi dalla giustizia sportiva dopo le ammissioni della scorsa estate sul calcioscommesse, verrà sentito domani mattina negli uffici della Procura federale per completare la propria deposizione, la seconda in pochi mesi.
"Micolucci è uno dei principali collaboratori sul calcioscommesse - ha dichiarato l'avvocato del calciatore Daniela Pigotti - e anche stavolta ha fornito particolari e dettagli su quanto dichiarato da Gervasoni e da altri tesserati (presumibilmente il centrocampista dell'Ascoli Alessandro Pederzoli, ndr)". Nel pomeriggiosentiti anche gli ex calciatori dell'Ancona Filippo Cristante e Andrea De Falco sulla partita Ancona-Mantova 2-2 del 30 maggio 2010, l'ex giocatore del Grosseto Thomas Hervè Job Iyock e l'ex dirigente del Piacenza Franco De Falcio per la presunta combine della gara Albinoleffe-Piacenza 3-3 del 20 dicembre 2010. 

Ma oggi è stato anche il giorno dell'arrivo a Roma dello sloveno Dino Lalic, uno degli uomini del gruppo degli zingari, e sarà presto interrogato dai magistrati di Cremona. Un passo ulteriore verso quelle ordinanze di custodia cautelare annunciate?

CALENDARIO AUDIZIONI AGGIORNATO

20 aprile 
Alessandro Zamperini (ex calciatore Lettonia), Antonio Bellavista (ex calciatore);

23 aprile 
Antonio Rosati (calciatore Napoli);

26 aprile
Massimo Taibi (direttore sportivo), Massimo Melucci (calciatore Piacenza), Fabrizio Garilli (presidente Piacenza), Daniele Vantaggiato (calciatore Bologna), Maurizio Sarri (ex tecnico Sorrento), Vincenzo Santoruvo (calciatore Frosinone), Nicola Mora (calciatore Spezia Calcio), Marco Esposito (calciatore Pisa), Lorenzo Sibilano (tecnico Taranto), Giuseppe Cannella (direttore sportivo), Umberto Cazzola (calciatore Alma J. Fano), Federico Cossato (ex calciatore), Alberto Comazzi (ex calciatore), Nicola Ferrari (calciatore Hellas Verona), Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Michele Anaclerio (calciatore Benevento), Armando Perna (calciatore Modena), Juri Tamburini (calciatore Pergocrema), Alessandro Sbaffo (calciatore Ascoli), Giuseppe Vives (calciatore Torino), Daniele Cacia (calciatore Padova), Sergio Volpi (tecnico Piacenza).

venerdì 13 aprile 2012

Calcioscommesse: Gervasoni accusa Siena, Reggina e AlbinoLeffe



Se la verità ricostruita con una certa artificialità da parte di Cristiano Doni induce a interrogarsi su quanto asserito dalle ricostruzioni processuali che lo hanno visto imputato in precedenza, prima che questa nuova stagione del Calcioscommesse lo investissero del ruolo - non voluto - di pentito quella di Carlo Gervasoni inquieta per il livello di penetrazione del fenomeno. Un presidente - quello del Siena, l'imprenditore Massimo Mezzaroma, che paga due giocatori per falsare il risultato di un incontro. Altri due, vedi Foti e Andreoletti rispettivamente legati a Reggina e AlbinoLeffe scivolati nel fango delle combine. Un arbitro, Roberto Bagalini, possibilista. Con un fatto altrettanto interessante dal punto di vista giudiziario: una foto che ritrae il laziale Stefano Mauri con il capo del gruppo degli slavi. Partite che si aggiungono alle già citate dal pentito per antonomasia, ormai.


Da quel giocatore che si presenta con occhiali da sole e uno stile citazionista nell'abbigliamento curato. La Procura di Cremona - pronta a far scattare le manette stando ai ripetuti annunci di una parte dell'informazione - smista e verifica queste notizie che pervengono adesso numerose ai magistrati incaricati. Ieri, riporta Bianconi sul Corriere, il pm Roberto Di Martino ha ascoltato Vinko Saka che ha riferito al magistrato di Cremona di
"Ancona-Grosseto del 30-4-2010, con 18 giocatori su 22 corrotti".
Sconvolgente. Una proporzione che non assolve alcun calciatore di quelli in campo, fosse riscontrata l'effettiva congruenza delle affermazioni di Gervasoni con i fatti. Sussisterebbero solo diversi gradi di responsabilità. Altra notizia, fornita agli inquirenti dal pentito il cui verbale di interrogatorio è stato desecretato, riguarda poi il presidente della società toscana che ha respinto ogni coinvolgimento in una nota apparsa sul sito ufficiale bianconero.
"Il presidente Massimo Mezzaroma replica così alle notizie di agenzia relative alla partita Modena-Siena dello scorso campionato: “Sono esterrefatto da una tale notizia e nego sdegnosamente qualsiasi tipo di coinvolgimento del club e mio personale. Fino a questo momento avevamo scelto di non commentare i vari passaggi dell’inchiesta per il doveroso rispetto nei confronti degli organi inquirenti, verso i quali nutriamo la massima fiducia, e per non rincorrere il quotidiano chiacchiericcio alimentato da pseudo notizie di fonti difficilmente credibili. Ma di fronte a una falsità di tale portata, che coinvolge direttamente anche la mia persona, non posso esimermi dallo smentire nella maniera più assoluta certe affermazioni”.


Riferimenti specifici li fa, Gervasoni, anche su Lillo Foti e Gianfranco Andreoletti su Reggina-AlbinoLeffe. L'ex di Piacenza, Bari, Cremonese, AlbinoLeffe appunto riporta di un direttore di gara possibilista che sarebbe stato però solo sondato. Indicazioni misurate, pregnanti che non mancheranno di costituire argomento nell'interrogatorio odierno a cui sono stati sottoposti dalla procura federale (che ha già acquisito l'interrogatorio) due giocatori della Lazio, Stefano Mauri e Cristian Brocchi.


Mauri sarebbe stato immortalato con il capo degli zingari in una fotografia. Ma a destare le maggiori preoccupazioni, anche in seno alla società biancoceleste, sono Lazio-Genoa e Lecce-Lazio su cui i sospetti di accordi che avrebbero alterato gli incontri vengono accreditati da più affermazioni in questo interrogatorio. 


Nulla di rassicurante, dopo l'individuazione da parte della Procura di Bari del secondo emissario del Lecce nei contatti con Andrea Masiello in un avvocato salentino. Anzi, questi ulteriori elementi andrebbero a rinforzare il quadro delineato dalle procure coinvolte di un sistema marcio. Viziato. Fallimentare se come pare dalle indiscrezioni riguardanti la procura federale e i deferimenti in preparazione, sarebbero investite da quest'onta ben undici società.