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domenica 15 luglio 2012

Calcioscommesse: la verità di Conte, l'ordine delle cose e quel patteggiamento per omessa denuncia


Per quel fenomeno tutto italiano che potremmo riassumere nel revisionismo confinante con l'opportunismo di posizione, Antonio Conte è assolto. Si consuma così, nel breve volgere di quattro ore quanto filtrato da attenti interpreti delle cose calcistiche, costruito su supposizioni iperboliche


In quattro ore, ovvero quanto è durata l'audizione negli uffici di via Po si è passati dalla colpevolezza derivante dall'attendibilità di Filippo Carobbio (riconosciuta nel primo processo sportivo ma alquanto incongruente per quanto riguarda questa vicenda nello specifico) al patteggiamento per l'omessa denuncia (6 mesi più ammenda) e alla convinzione di una totale estraneità del tecnico alle combine relative alle due partite incriminate della stagione 2010/2011, Novara-Siena e Albinoleffe-Siena. 


''Sono contento, ho chiarito tutto e sono totalmente soddisfatto. Finalmente ho potuto raccontare la verità. Ora torno in Valle d'Aosta a fare ciò che mi riesce meglio: vincere'', ha dichiarato Conte all'uscita degli uffici di via Po, dove il tecnico della Juventus è arrivato alle 15.10 di venerdì protetto dal cordone costituito dai legali Luigi Chiappero e Antonio De Rensis e dal responsabile della comunicazione della società, Claudio Albanese.


Se la società si tutela proteggendo l'allenatore su cui ha investito, chi ha già esaurito una delicata vicenda giudiziaria in una richiesta di patteggiamento, in una linea difensiva fondata su un litigio o su quei verbali cremonesi non confermati da Coppola, Larrondo e Sestu su quella riunione tecnica osserva una parte. Per comprendere e studiare il tutto, mancano ancora tasselli rilevanti in questo quadro.

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