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domenica 26 agosto 2012

Antonio Conte, dietro i vetri oscurati


Più dell'editoriale di un Marco Travaglio intriso di travaglismo, più dell'intervista di Gianluigi Buffon per respingere i sospetti suscitati copiosi da quella informativa che lo riguarda. Nulla più dell'indugiare delle telecamere, ieri durante Juventus-Parma, sull'oscurato Antonio Conte svela il clima in cui versa il sistema calcio.

Se la reiterazione focosa di un Conte altamente infiammabile ha spronato l'orgoglio gobbo e acceso, di contro, le ostilità oltre ogni ragionevole dubbio tra i detrattori di un tecnico che nulla ha fatto - lo ammette lui stesso - per suscitare quella cordialità degli anni dell'operazione simpatica, e ha creato un vuoto, la sua esposizione ha sottoposto all'attenzione anche di chi non ha alcuna prossimità con la giustizia sportiva uno dei tanti casi ambigui di amministrazione. Il tutto contratto, pressato, archiviato dietro vetri oscurati.

Un filtro più spesso delle precauzioni paoliniane, dietro cui nascondersi e valutare l'andamento di una partita attesa e discussa in cui, inevitabilmente come di prassi, si è sofferto, si sono registrati errori e scaramucce. Il tutto intervallato da una insistenza su quello Sky Box sopra la tribuna da cui il mister osservava l'incontro (la prima di campionato, senza Del Piero). 

La potenza del mezzo televisivo va ravvisata in questa sovrapposizione, in questa dialettica in cui una parte è muta, celata dietro i vetri a scontare la squalifica confermata dalla Corte di Giustizia Federale e quella di un giudizio altrettanto filtrato, eccitato e voyeristico come quell'opinione scaturita da immagini sovrapposte fino a risultare stucchevoli.