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sabato 4 agosto 2012

La Disciplinare contro Palazzi: gli effetti perversi sul caso Conte



Negatemi ora se quanto si consuma nella dialettica tra procuratore federale e Commissione Disciplinare non trasla sul piano della vicenda giudiziaria l'inscenarsi dell'epilogo - decadente - di una giustizia frammentaria che arriva a ribaltare il senso delle cose indicando lo stato di confusione in cui versa.


Negatemi che ora dopo il rigetto del patteggiamento annunciato in una spettacolizzazione senza eguali sul caso Conte non vale come una indicazione netta, nettissima nei riguardi di Palazzi su come gestire questo scempio culturale e sociale che liquidiamo assai spesso con la sintesi riduttiva di calcioscommesse. Nella diatriba interna tra Disciplinare e Procura c'è il seme della frattura interna? Probabile, perché quest'estate di processi che si risolveranno con la continuazione del medesimo schema senza incidere sul calendario ( e spero nella smentita dei fatti) imporrebbe non le sole dimissioni - come suggeriscono alcuni - del procuratore ma una riforma seria, strutturata e consapevole della giustizia sportiva.


Negatemi che già alla prima lettura dei deferimenti non vi siete interrogati sulla coerenza dell'impianto accusatorio e, poi sul senso di una linea difensiva fondata sulla negoziazione con una parte chiusa su una posizone a prescindere, riferendosi a verità parziali e frammentarie di Filippo Carobbio relativamente a quella famigerata riunione tecnica e al coinvolgimento del tecnico nella due partite da cui l'omessa denuncia.


Negatemi che sia scattato in voi l'insofferenza nei riguardi di un sistema che premia con il patteggiamento un giocatore come Andrea Masiello, reo di aver creato la macchina delle scommesse, con 2 anni e a 2 mesi più un'ammenda di 30mila euro quando di anni per il presunto illecito commesso da Bonucci (per cui la procura di Bari ha deciso di non andare oltre dopo lo tsunami mediatico precedente a Euro 2012) vuole 3 anni e 6 mesi di squalifica. Un anno e 3 mesi per Conte aveva chiesto mercoledì Palazzi, in quella che ormai ha assunto i contorni di una contrapposizione personale ad Artico e alla Commissione Disciplinare. Ieri, per Pepe ha chiesto nuovamente un anno. Per omessa denuncia. 


La Juventus contrattacca, la Figc replica nella consueta querelle nell'anno sesto post Calciopoli. Si procede con il secondo processo in calendario questa settimana sul filone di Bari. E si vocifera nuovamente, stamani, di un patteggiamento. Sarebbe un suicidio assistito, francamente, in questo quadro convenire ancora ad accordi dopo il moltiplicarsi di elementi volti a sostenere la tesi di quanti hanno individuato nelle diatribe interne alla magistratura sportiva uno dei fattori che hanno trascinato a questo punto di non ritorno. Nulla è stato modificato rispetto al 2006, nonostante gli appelli di esimi esponenti della giustizia sull'arretratezza del codice. 


Invece, nella più italica delle consuetudini tutto cambia perché le cose rimangano uguali. 

mercoledì 9 maggio 2012

Deferimenti Calcioscommesse: colpite anche Atalanta, Siena, Novara



Ricapitolando: Atalanta, Novara e Siena. Tre sono le società di Serie A deferite per responsabilità oggettiva, come riporta con una enucleazione puntuale la nota stampa pubblicata dalla Figc. Si tratta di chiudere con una tempistica ragionevole il primo processo che dovrebbe celebrarsi entro la fine del mese per procedere poi a imbastire quello che verrà. Quello che presuppone nuovi deferimenti che deriveranno dall'acquisizione degli atti dalle procure di Bari e Napoli.


Volevamo i nomi. Li abbiamo. Aspettative diverse? Nient'affatto, perché da quanto trapaelato non poteva essere altrimenti o, almeno, non si riusciva a figurare uno scenario meno prepotente. Di queste 22 società, scorrendo l'elenco, se ne annotano alcune più importanti di altre. Vedi Atalanta, vedi Novara, vedi Siena. Ricoprono ruoli preminenti negli affari di Lega e gestione dell'industria calcio. E nel caso della società bergamasca già sconta nel campionato in corso 6 punti di penalizzazione.


Le partite truccate risultano 33: 29 di Serie B e Lega Pro, 2 di Tim Cup, due di Coppa Italia di Lega Pro. Le società di Serie B deferite risultano 10: Albinoleffe, Ascoli, Pescara, Empoli, Grosseto, Livorno, Modena, Padova, Reggina e Sampdoria. Soltanto l'Empoli per responsabilità presunta, le altre ai sensi del codice sono colpite da responsabilità oggettiva.


Risponderanno di questo e risponderanno davanti alla Commissione Disciplinare dei reati contestati, in base all'art. 9 del Codice cioè per associazione per illeciti sportivi e scommesse illecite alcuni nomi che sono ricorsi con estrema frequenza in questi due intensi mesi di attività: Luigi Sartor, Cristiano Doni, Filippo Carobbio, Alessandro Zamperini, Cristian Bertani, Mario Cassano. Tutti personaggi di primo piano secondo quanto delineato dal filone cremonese dell'inchiesta accusati: 

della violazione di cui all’art. 9 C.G.S. perché si associavano fra loro, in numero di tre o superiore a tre, e con altri soggetti, fra cui quelli già deferiti con provvedimento del 25 luglio 2011 e giudicati responsabili dagli Organi giudicanti della FIGC, al fine di commettere una serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i quali illeciti sportivi ex  art. 7 CGS e effettuazione scommesse illecite ex artt. 1 e 6 CGS, come dimostrato dalle specifiche contestazioni mosse ai suddetti associati che vengono integralmente richiamate, operando con condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento e il risultato di gare dei campionati nazionali con lo scopo di illecite locupletazioni o mediante dazioni di denaro costituenti il compenso per l’illecita attività posta in essere ovvero mediante scommesse dall’esito sicuro perché realizzate su gare combinate. Programma perseguito con un assetto stabile e con una distribuzione di ruoli. In epoca anteriore e contestuale ai fatti evidenziati nel presente procedimento e, comunque, per tutta la durata corrispondente ai singoli fatti in odierna contestazione. Su tutto il territorio nazionale e con contatti di natura internazionale. 


Vendersi, vendere una delle partite da quanto si legge poteva avere un costo variabile, anche di soli 5.000 euro. Una sorta di tariffario con modalità di accordo e di specifiche di linguaggio estremamente creative tra i giocatori, entrature che costituivano l'anello di congiunzione indispensabile per il gruppo degli zingari o dei bolognesi. Ma le modalità, i soprannomi e il loro gergo meritano una declinazione specifica. Come molti risvolti di quanto ricostruito da Palazzi e dalla procura di Cremona.

martedì 31 luglio 2012

Conte, non patteggiare. Non finirà così




Io credo in Antonio Conte. Credo in quella sua ossessione maniacale nel sentirsi inadeguato rispetto a chiunque per seguire la pulsione che lo muove tra desiderio di riscatto e tensione. In quell'urgenza che lo affama, più che appagarlo. Ne apprezzo le qualità di tecnico, come la dialettica sviluppata nel replicare a strumentalizzazioni e accuse, da capitano della Juventus. Non può, non deve patteggiare.


Mi aspetterei, fossimo ridotti a una mercificazione meno barbarica della giustizia, che Conte non cedesse alle lusinghe delle convenzioni ovvie e scontate del buon ufficio del patteggiamento per dimostrare in un equo processo, la sua integrità.La sua estraneità al cinismo di un Filippo Carobbio che ha ricostruito la sua versione dei fatti a puntate, in una fiction in cui al plot principale si sono aggiunti, di volta in volta, elementi di interesse per la procura in funzione delle contropartite e della giustizia ordinaria (la procura di Cremona, nello specifico) e della giustizia sportiva. 


E non per un adeguamento del lessico famigliare ginzburgiano. Il procuratore federale Stefano Palazzi, invece di valutare un connubio sbilenco affidato all'astigmatismo casuale di testimoni a gettone ha prediletto la via del deferimento. Per omessa denuncia, specifica che ammette la rivedibilità della tesi del grande accusatore.Anche se la Juventus, dopo le scelte controverse e discutibili e anti-economiche intraprese nell'estate della dissoluzione della triade, dovesse premere per il patteggiamento con quell'ignobile tariffa di 200.000 euro a quantificare il prezzo di un reato - fosse verificato -, Antonio Conte non deve convenire. Non deve farsi persuaso che sia la via indolore al rientro. 


Non per quel presunto e modaiolo inneggiare al fatto che nel diritto sportivo "patteggiare non è un'ammissione di colpa". 


Non per evidenziare il moltiplicarsi dei dubbi dopo i deferimenti, le incongruenze e l'ovvietà dell'inadeguatezza degli istituti e delle pene, come le inchieste giudiziarie ci impongono di valutare.



Non per la logica accusatoria che muove il procuratore a ritenere che non si sia accordato per alterare il risultato di quella partita ma che lo abbia solo saputo e abbia preferito tacere nonostante ciò risponda ad un reato sanzionato dal codice di giustizia sportiva.


Non per un sistema che ha fallito, imponendo in un processo dai richiami staliniani all'imputato l'onere della prova della propria discolpa dai tempi contratti, castrando i legali del collegio della difesa di produrre prove per scagionare i propri assistiti e ripristinare, dove veritiero, quanto accaduto realmente.



Non solo perché sei Antonio Conte. E hai vestito la maglia di capitano. E di allenatore, scartato dalla dirigenza che ti preferì allora Ciro Ferrara convivendo con l'abdicazione, la resa che un combattente come te detesta. Più dell'infamia, forse.


Perché non finirà con il patteggiamento. Continuerà. E verranno nuove accuse, altre dopo quelle che fintamente hanno riempito i titoli odierni. 


Il pallone criminale, il calcio malato si fonda sui silenzi, meschine geometrie fondate sulle fondamenta di compromessi e interessi le cui fila sono tenute da organizzazioni strutturate e ramificate ad ogni livello. Se Calciopoli va riscritto, se la Juventus si è riappropriata della propia identità stuprata dal giudizio grossolano e a tratti sintomatico di quella faciloneria italiota così consueta, se la prescrizione interista non va acquisita come un fastidioso così vissero felici e contenti, allora non si facciano mezze. 


Un patteggiamento, adesso, sarebbe peggio di una rete presa al 90', mister. Racconti la sua verità, senza compromessi.


mercoledì 4 luglio 2012

Calcioscommesse, nuove audizioni: tocca a Masiello, Bonucci e Ranocchia


La fretta non potrebbe essere caratteristica più remota, nel panorama della giustizia italia sia essa ordinaria sia essa sportiva. Esattamente quanto si intende per non pervenuto. Eppure nella concitata attività della procura federale si intravede anche un simile suggerimento in questo inizio luglio. 

D'altronde a Stefano Palazzi è affidato l'arduo compito di contribuire per la sua parte così da chiudere entro l'estate calcistica (che differisce da quella del calendario) anche il secondo processo scaturito dalle inchieste sul calcioscommesse condotte dalle procure di Napoli e Bari con l'aggiunta di quanto più recentemente emerso a Cremona. 

Così da via Po, nella tensione a comporre l'impainto accusatorio nella modalità più adeguata possibile rispetto alla mole di atti trasmessi, nuovamente viene comunicato un aggiornamento del calendario delle audizioni. Si inseriscono personaggi di primo piano: Andrea Masiello, il grande pentito, Leonardo Bonucci (già destinatario di un avviso di garanzia ma a differenza di Mimmo Criscito rimasto nel ritiro di Coverciano a pieno titolo) e Andrea Ranocchia, difensore in uscita dell'Inter.

Questo il calendario completo delle audizioni sui filoni di Bari, Napoli e Cremona

- 5 luglio: Gianfranco Parlato (tecnico), Michele Cossato (ex calciatore), Silvio Giusti (tecnico); Biagio Pagano (calciatore della Nocerina), Eugenio Vincenti (Osservatore del Livorno).
- 6 luglio: Matteo Gianello (calciatore Villafranca Veronese), Walter Mazzarri (tecnico Napoli), Gianluca Grava (calciatore Napoli), Paolo Cannavaro (calciatore Napoli), Giuseppe Mascara (calciatore Novara).
- 7 luglio: Marco Turati (calciatore svincolato)
- 9 luglio: Giuseppe Santorum, Fabio Quagliarella (calciatore Juventus), Federico Piovaccari (calciatore Sampdoria), Luca Ariatti (calciatore Pescara), Esmael Angelo Junior Da Costa (calciatore Sampdoria), Paolo Acerbis (calciatore svincolato) ; Andrea Masiello (calciatore Atalanta), Dario Passoni (calciatore Folzano), Fabio Giacobbe e Angelo Iacovelli.
- 10 luglio: Filippo Carobbio (calciatore Siena) , Nicola De Tullio e Giovanni Carella.
- 11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (calciatore Fermana), Ferdinando Coppola (calciatore Milan), Daniele Sebastiani (presidente Delfino Pescara)
- 13 luglio: Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Piero Camilli (presidente Grosseto), Antonio Conte (tecnico Juventus).
- 15 luglio: Leonardo Bonucci (calciatore Juventus), Andrea Ranocchia (calciatore Inter).


domenica 15 luglio 2012

Calcioscommesse: la verità di Conte, l'ordine delle cose e quel patteggiamento per omessa denuncia


Per quel fenomeno tutto italiano che potremmo riassumere nel revisionismo confinante con l'opportunismo di posizione, Antonio Conte è assolto. Si consuma così, nel breve volgere di quattro ore quanto filtrato da attenti interpreti delle cose calcistiche, costruito su supposizioni iperboliche


In quattro ore, ovvero quanto è durata l'audizione negli uffici di via Po si è passati dalla colpevolezza derivante dall'attendibilità di Filippo Carobbio (riconosciuta nel primo processo sportivo ma alquanto incongruente per quanto riguarda questa vicenda nello specifico) al patteggiamento per l'omessa denuncia (6 mesi più ammenda) e alla convinzione di una totale estraneità del tecnico alle combine relative alle due partite incriminate della stagione 2010/2011, Novara-Siena e Albinoleffe-Siena. 


''Sono contento, ho chiarito tutto e sono totalmente soddisfatto. Finalmente ho potuto raccontare la verità. Ora torno in Valle d'Aosta a fare ciò che mi riesce meglio: vincere'', ha dichiarato Conte all'uscita degli uffici di via Po, dove il tecnico della Juventus è arrivato alle 15.10 di venerdì protetto dal cordone costituito dai legali Luigi Chiappero e Antonio De Rensis e dal responsabile della comunicazione della società, Claudio Albanese.


Se la società si tutela proteggendo l'allenatore su cui ha investito, chi ha già esaurito una delicata vicenda giudiziaria in una richiesta di patteggiamento, in una linea difensiva fondata su un litigio o su quei verbali cremonesi non confermati da Coppola, Larrondo e Sestu su quella riunione tecnica osserva una parte. Per comprendere e studiare il tutto, mancano ancora tasselli rilevanti in questo quadro.

venerdì 25 maggio 2012

Calcioscommesse: il proliferare di un pentitismo d'occasione. Bertani, l'amico di Gervasoni


Abbiamo una sola forza, una sola difesa: i fatti. Perché le parole sono importanti (tralasciamo la possibile accusa di citazionismo banale e prevedibile), perché le ricostruzioni puntuali restituiscono verità che, per quanto lacunose, appagano quell'esigenza di comprendere. E poi, perché vendere partite? Perché tirare in mezzo compagni, amici, colleghi? Il 31 maggio alle 9.30 inizierà il primo dei processi che ci attendono in quest'estate alleggerita da Euro 2012 e dalle Olimpiadi: 22 società. 61 persone di cui 52 giocatori, tra cui Cristian Bertani, attaccante della Sampdoria. Un giocatore imune dal pentitismo virale che pare essersi inflazionato all'indomani della dichiarazione del procuratore federale Stefano Palazzi a Bari, fuori dalla Procura guidata da Antonio Laudati.

Bertani è stato chiamato in causa da Carlo Gervasoni, uno dei collaboratori che ha fatto nomi, cognomi, indicato combine, suggerito il disegno dell'organizzazione che ha manipolato incontri di serie a come in altre categorie. Ecco, Bertani anche oggi ha continuato a parlare. A usare la parola per ribadire che quanto asserito dall'ex collega e che gli è costato il deferimento è supposto, non certo. Risponde così da sostenere la sua estraneità alle vicende, la sua convinzione che non sia stato il suo un caso isolato. Lo ha affermato a Radio Sportiva, lo ha ribadito a Sky Sport24. 

"Conte può stare tranquillo: Siena-Novara fu partita vera, ci si giocava la posizione in griglia per i playoff e loro la promozione. Quello che dovevo dire sulla partita l'ho detto in deposizione, Carobbio dice la sua""Ho visto e letto tante cose che non mi sono piaciute - le parole dell'attaccante, ora alla Samp ma deferito per il periodo Novara -. So che faccio un lavoro in cui sono sempre sotto i riflettori, ma sono stato condannato senza giudizio e in più sul mio conto non c'è una prova, a differenza di colleghi in cui ci sono intercettazioni compromettenti. Nel mio caso c'è solo un pentito, purtroppo un mio vecchio amico, che parla e parla sempre in terza persona. Col rapporto che avevamo me lo avrebbe detto direttamente, invece parla sempre per sentito dire: la cosa è poco chiara. La giustizia sportiva non può arrogarsi il diritto di decidere senza prova, e io dimostrare di non aver fatto, cosa non certo semplice""Altra cosa che mi ha lasciato perplesso - ha aggiunto -è che le accuse di un pentito sembrano la verità assoluta: il mio interrogatorio è stato molto blando, non incalzante o severo: loro avevano già deciso il mio destino. Si parla di 33 partite, io sono chiamato in causa in due sole di queste e mi contestano l'associazione a delinquere: in una delle due non ero neanche convocato. La scheda telefonica datami da Gervasoni? E' la sua parola contro quattro miei compagni che negano. Io lotterò fino all'ultimo secondo per salvaguardare la mia famiglia e i miei figli, non mollerò mai. Sono messo sullo stesso piani di Gervasoni, rischio la sua stessa condanna, è una cosa fuori dal normale"

Palazzi l’ha deferito, Gervasoni lo ha menzionato in terza persona, dice lui. Alla vigilia del processo, Cristian Bertani parla a Sky e si ribella alle accuse: "Il mio stato d’animo non può essere dei migliori. E’ un periodo molto delicato, dopo il deferimento con un’accusa pesante solo perché un mio amico dopo essersi pentito di quello che ha fatto e ha sempre parlato di me sempre in terza persona, per sentito dire e quindi una volta uscito il deferimento ero ancor più sorpreso di questa vicenda. Ci sono cose che non quadrano, Gervasoni viveva a casa mia, parla di me sempre in terza persona. Ci voleva poco, se era un capo di un’associazione, veniva a casa mia visto che la sua casa era a 500 metri da casa mia… e parlarmi direttamente. I soldi nell’asciugamano? Non voglio parlarne io, ma la direttrice dell’hotel, pochi giorni dopo ha fatto un articolo di suo pugno in cui nega tutto. E io non la conosco: “l’anno scorso noi Bertani l’abbiamo mai visto qui dentro a ritirare pacchi e asciugamani”. Io in quell’albergo non sono mai stato. Altro che asciugamenti o maglie. Perché sono finito in questa storia? Penso che quando sei con le spalle al muro, provi a tirarti fuori in ogni modo. Millanterie? Sembra sempre che quando parla un pentito dica sempre la verità e che sia oro colato… Il video dell’Aic l’ho visto, ce lo hanno mostrato, quello era una iniziativa importante dell’Aic per tutelare l’immagine del calciatore. Il video è toccante. Io so che il giudizio della gente arriva prima, nel nostro lavoro la stampa e i media sono quelli che ti possono portare alle stelle se va bene o ti buttano giù quando le cose vanno male. Io non ho mai scommesso in vita mia, mai. Mi piace giocare a carte, durante tutti i ritiri lo faccio sempre: io non scommetto su niente, sul calcio, sul tennis, su niente. La presa di posizione mia è stata d’accordo con la società, il deferimento che arriva nel momento più caldo: insieme abbiamo deciso che era meglio per me e la squadra non distogliere energie, ho preferito restare al di fuori delle partite. Non sono stato messo fuori rosa".



Il proliferare di pentiti nel calcioscommesse, in una visione così comune di do ut des, non scansa la diffusione del fenomeno e gli esiti fallimentari della giustizia nostrana a cui, stando a quanto affermato da Laudati, non sono stati supportati da pene adeguate. Per ora, pondero e valuto il punto di osservazione di Bertani che, come gli altri, verrà giudicato per quelle accuse formulate da Gervasoni. E rifletto su questo sistema fondato sui collaboratori, i suoi limiti e l'incertezza di dipendere in alcuni casi da costoro. Dalla loro, di parola. 

domenica 17 giugno 2012

Calciopoli, calcioscommesse, Buffon e Conte: le esternazioni di Travaglio



Più di Marco Travaglio temo la travaglizzazione, la trasfigurazione di quell'ostentata supponenza accompagnata da un giustizialismo preventivo che scivola assai volentieri nel sentenziare senza appello. Una sorta di Dogma di Lars Von Trier traslato nel giornalismo d'opinione, una mutazione inarrestabile che dall'equilibrata inizializzazione alla coscienza critica si è evoluta in una opposizione militante senza più un nemico chiaro all'orizzonte.


L'impossibilità di opporre a un giudizio così fermo, così impenetrabile, osservazioni pragmatiche e altrettanto documentate scevre da una lettura parziale rischia di offuscare casi quali Calciopoli, più di recente le inchieste sul calcioscommesse e i casi Buffon e Bonucci di cui il vicedirettore de Il Fatto discorre con altissima frequenza ultimamente. Sul suo blog, in radio.


La travaglizzazione anche in tempi di Europei si è manifestata per quello che è: una lettura di parte, dalla prospettiva distorta attraverso una lente che tende a confondere interpretazione e fatti come emerso nella vicenda Buffon che ha animato il blog del vicedirettore. Come già in quei commenti, a cui juventini e cittadini comuni hanno replicato più in difesa della presunzione di innocenza che per simpatia umana nei confronti del portiere della Nazionale e della Juventus. O nella controversa intervista a Beppe Grillo, declassata post critiche a 'colloquio' e quasi sull'orlo di essere rinnegata. Per quanto attiene alla mia formazione, nel mondo delle idee non può definirsi un'intervista ma nella prassi giornalista se ne contano tante da comporre una antologia, di questi dialoghi. Peccato che gli autori non si vestano di altri ruoli né ostentino un pedigree.


La travaglizzazione si riassume, poi, in quelle risposte che rivelano conflitti di difficile comprensione. Tipo: "Tifo contro l'Italia soprattutto a questi Europei, in cui se dovessimo vincere ci dimenticheremmo subito dello scandalo di Calciopoli, come nel 2006 ai mondiali. Insomma, spero che l'Italia - continua - venga eliminata subito, immediatamente". Il fenomeno delle scommesse illegali non è solo italiano, purtroppo. Lo sostengono quelle carte citate a ripetizione della procura di Cremona e poi di Bari. Per non parlare dei sospetti concernenti i campionati esteri che hanno riempito colonne e imposto indagini federali. Confondere il sentimento popolare con inchieste giudiziarie tuttora in corso non agevola la creazione di un bagaglio informativo che sostenga la creazione di un'opinione ma proprio il suo contrario. 


"Buffon deve sperare di non fare mai una papera. Perché dopo quello che si è scoperto, se fa una papera qualcuno può pensare male…", ha detto a Sabelli Fioretti e Lauro a Un giorno da pecora. La cultura del sospetto non va relegata al biscotto senza considerare che se vi sono i presupposti autorità competenti entreranno in scena per accertare quanto dovuto. E non mi riferisco ad opinionisti/giornalisti, ma all'attività della magistratura che non è autonoma e indipendente solo quando si tratta di certi fascicoli. 


La travaglizzazione risiede nel rischio di mischiare atti e giudizi, come per Calciopoli e come avvenuto per Buffon al centro di un'informativa ma a cui non è stato (ancora?) notificato alcun avviso di garanzia. "Ho letto le carte, e se verrano confermate le cose che dice il calciatore del Siena (fa riferimento a Filippo Carobbio, ndr), (Conte) va ovviamente squalificato. Peccato, perché è un buon allenatore". 


Anche io ho letto le carte (e non una volta) e ho registrato quanto ne è scaturito: le testimonianze non sono state avallate dai presenti a quella riunione tecnica fin dalla diffusione di quei documenti e di quelle informazioni relative ad Antonio Conte. A proposito: leggere le carte è il mio lavoro. E' quanto viene fatto tutti i giorni nelle redazioni. Non mi sembra eroico né lodevole. 

venerdì 6 luglio 2012

Il giorno del Napoli: Gianello indisposto, Mazzarri risponde. Il 16 luglio convocato anche Criscito



Matteo Gianello presenta un certificato medico in cui - riportano le agenzie - si riporta di una indisposizione.


Walter Mazzarri si presenta attorno alle 14.45. "Sono venuto a dare il mio contributo ai giudici in un momento in cui c'è bisogno di chiarezza, come ho già fatto l'altra volta quando sono stato chiamato (dalla Procura di Napoli, ndr). Con grande serenità. Paura? Ma state scherzando?", afferma rivolgendosi ai giornalisti presenti. 


Mattia Grassani, il suo avvocato e legale esperto in materia aggiunge: "Gli aspetti sui quali si è soffermata la Procura sono quelli noti - ha spiegato -. Non c'è stato nulla di ulteriore rispetto a quello detto da Mazzarri avanti alla Procura di Napoli. Il confronto è stato franco e tranquillo e la Procura federale è rimasta molto soddisfatta e confidiamo che la posizione di Mazzarri non abbia alcun tipo di seguito nella giustizia sportiva". Su Napoli-Inter del 15 maggio 2011, Grassani precisa che il tecnico non è stato chiesto di "nessuna gara in particolare". L'oltre un'ora e mezzo in cui l'allenatore toscano è rimasto negli uffici di via Po è dovuta, a detta di Grassani, "alle formalità di apertura e di chiusura, alla rilettura e alla verbalizzazione che hanno determinato un confronto sereno della durata complessiva di meno di un'ora". L'avvocato ha puntualizzato inoltre che oggi era in Procura "per rappresentare il club e non il signor Mazzarri" e per "coordinare gli interrogatori di tutti i giocatori del Napoli".


Gianluca Grava che, con il capitano Paolo Cannavaro, aveva ricevuto la proposta dall'ex portiere del Napoli di alterare il risultato di Sampdoria-Napoli del 10 maggio 2010 si è presentato negli uffici di via Po per essere ascoltato su quella vicenda per cui rischia l'omessa denuncia. 


Domenico Criscito perso Euro 2012 è stato inserito nel calendario delle audizioni da parte della procura federale. Il difensore dello Zenit San Pietroburgo è convocato per il 16 luglio prossimo.


E' l'inizio. Solo l'inizio. 



Questo il calendario completo delle audizioni sui filoni di Bari, Napoli e Cremona


-6 luglio: Walter Mazzarri (tecnico Napoli), Gianluca Grava (calciatore Napoli), Paolo Cannavaro (calciatore Napoli), Giuseppe Mascara (calciatore Novara). 
-9 luglio: Giuseppe Santorum, Fabio Quagliarella (calciatore Juventus), Federico Piovaccari (calciatore Sampdoria), Luca Ariatti (calciatore Pescara), Paolo Acerbis (calciatore svincolato), Dario Passoni (calciatore Folzano), Fabio Giacobbe e Angelo Iacovelli.
-10 luglio: Filippo Carobbio (calciatore Siena) , Andrea Masiello (calciatore Atalanta), Nicola De Tullio e Giovanni Carella.
-11 luglio: Roberto Bagalini (associato A.I.A), Stefano Bagalini (calciatore Fermana), Ferdinando Coppola (calciatore Milan), Daniele Sebastiani (presidente Delfino Pescara), Marco Turati (calciatore svincolato).
-12 luglio: Massimo Mezzaroma (presidente Siena).
-13 luglio: Piero Camilli (presidente Grosseto), Esmael Angelo Junior Da Costa (calciatore Sampdoria), Antonio Conte (tecnico Juventus).
-16 luglio: Leonardo Bonucci (calciatore Juventus), Andrea Ranocchia (calciatore Inter), Domenico Criscito (calciatore Zenit).