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giovedì 31 maggio 2012

Buffon, calcioscommesse e presunzione di innocenza


Metti che il portiere della Nazionale italiana, sublimazione del modello difensivista, palesi la propria indignazione, testimone involontario di una perquisizione durante il ritiro a Coverciano con telecamere e inviati presenti dalle 6 del mattino conclusasi con sequestro di beni personali e l'esclusione di un compagno. Non uno sfigatello, come ha sentenziato con una faciloneria confinante con l'ingenuità il c.t. Cesare Prandelli.


Metti che sia Gianluigi Buffon, non solo il migliore nel suo ruolo ma il giocatore che indossa la maglia numero uno della Juventus. Di Antonio Conte. Di Leonardo Bonucci. Entrambi iscritti nel registro degli indagati a Cremona con la differenza che per quest'ultimo la procura di competenza sia Bari.


Metti che Buffon davanti ai soliti nomi al seguito della rappresentativa nostrana abbia palesato l'insofferenza verso un sistema espressione di una versione anche rivedibile dello Stato di Polizia ai tempi del post berlusconismo


Metti che abbia sottolineato che certe notizie, informative ad esempio, trovino spazio prima sui giornali e dunque accoglienza presso redazioni piuttosto che essere prima notificate a chi di competenza. 


Metti che abbia evidenziato che la vera vergogna è questa. Che atti, informative, ipotesi accusatorie, sensazioni (ricorrendo all'espressione utilizzata dal pm di Cremona Roberto di Martino l'estate scorsa) circolino senza cura alcuna tra addetti all'informazione con puntualità, senza che ciò implichi la necessaria veridicità degli stessi, la loro indiscutibile fondatezza.


Calciopoli con la sentenza dell'8 novembre 2011 ci ha ricordato che l'Italia dalle stucchevoli moltiplicazioni normative cela un paese senza memoria che preferisce omettere quando è conveniente, pur fondandosi su una cultura giuridica evoluta. Non sulla necessità di accontentare in un colosseo virtuale le voglie delle folle alla ricerca di virtuosismi circensi.


Buffon con altri colleghi (Maresca, Chimenti, Iuliano) già nel 2006 fu coinvolto in un procedimento in merito a presunte scommesse illegali da parte della procura federale. Stefano Palazzi, il procuratore federale che oggi ha aperto il primo dei processi sportivi di questa nuova stagione di calcioscommesse, allora decise di non procedere contro il portiere archiviando la sua posizione (cito Repubblica non a caso, dopo le pubblicazioni odierne). 


Uno dei fondamenti del diritto penale e della procedura è la presunzione di innocenza sino a condanna definitiva. Andrebbe ricordato anche questo, prima di giungere a facili conclusioni. Servite magari con tutte le cure del caso grazie alle ormai a quelle, puntuali, veline. 

Calcioscommesse: Conte, Gervasoni e Carobbio. #carobbiohadetto




Innocentisti e colpevolisti, giustizialisti e garantisti, monarchici e repubblicani, doroteismo e sinistra sociale, socialisti e comunisti, riformisti e massimalisti. L'Italia delle semplificazioni, delle generalizzazioni, si esercita in questi dualismi per arrivare alla pancia dell'ascoltatore o del lettore educato oramai al solo zapping mentale, all'informazione dei titoli e poco meno. Non è esentato da questa tendenza il calcioscommesse scritto. Compreso quello delle ordinanze tradotte, come se si potesse attribuire l'assoluta certezza - già in questa fase - un aggettivo, una valenza. E nonostante non lo azzardi chi l'ha stesa, questa elencazione di fatti, testimonianze, intercettazioni per ben 488 pagine. Non lo affermi, insomma, il gip Guido Salvini che questa ordinanza l'ha firmata. 


Quanto asserito con così tanta sicurezza da Carlo Gervasoni e da Filippo Carobbio, i pentiti ritenuti attendibili anche dal procuratore federale Stefano Palazzi, deve ancora essere dimostrato nelle sedi opportune, vedi tribunale. La versione dell'ex giocatore del Siena in merito alla presunta combine con il Novara diverge completamente da quella fornita da Cristian Bertani. Diverge da quanto riferito da altri giocatori del club toscano, in primis Coppola che di quella formazione è stato portiere. La questione è introdotta con cautela:

Il ruolo delle società NOVARA e SIENA nella combine delle rispettive compagini calcistiche dello campionato di serie B 2010-2011. Il possibile ruolo di Antonio CONTE - attualmente allenatore della JUVENTUS Calcio, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA calcio – e dei dirigenti sportivi del SIENA PERINETTI e FAGGIANO.
NOVARA - SIENA - La prima partita incriminata di cui si riporta la versione di Carobbio è Novara-Siena. "“..In NOVARA – SIENA del 30 aprile 2011, ci fu un accordo per far finire la gara in parità, in effetti ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara; lo stesso allenatore, Antonio CONTE, ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio; non sono certo di chi per primo si accordò, comunque DRASCEK venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con VITIELLO; credo che quello sia stato il primo contatto, ma poi l’accordo è stato comunicato a tutti, visto che, come precisato, se ne parlò anche durante la riunione tecnica con l’allenatore; ricordo che, oltre a parlarne con l’intera squadra durante la riunione tecnica, ne parlai, singolarmente al campo, con BERTANI e GHELLER del
Novara, prima della partita. Dalle dichiarazioni rese emergerebbe un altrettanto inquietante caso di pianificazione della combine sportiva tra due società di primo livello del campionato di serie B dello scorso anno(entrambe militano attualmente in serie A), al quale evidentemente avrebbero aderito tutte le componenti del sodalizio senese, (calciatori e dirigenti), d’intesa con l’altra società. Di più, risulterebbe il coinvolgimento, ma è tutto da verificare e non in questa sede, di Antonio CONTE, già importante giocatore della massima serie, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA". 
"…omissis…
ADR: alla riunione tecnica partecipavano l’allenatore, il vice allenatore, il preparatore dei portieri ed il collaboratore tecnico. 
ADR: è evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente, ricordo, peraltro, nel caso di specie, di averne anche parlato con Daniele FAGIANO (ndr. Direttore Sportivo del SIENA) che è un dirigente, braccio destro di PERINETTI (ndr. Giorgio PERINETTI, Direttore Generale della formazione toscana)".
La partecipazione alla combine sportiva dell’intero staff tecnico societario senese viene ribadita da CAROBBIO in occasione della partita ALBINOLEFFE-SIENA (terminata 1-0), la cui
pianificazione sarebbe iniziata addirittura al termine della gara di andata, a riprova di un
“attitudine”, oramai consolidata in taluni ambienti calcistici, a ritenere “normale” l’adesione di accordi di tal fatta".


MODENA - SIENA - Ma la lucidità espositiva che viene riconosciuta a Gervasoni e la dovizia di particolari mancano, quando si riferisce della vicenda che vede coinvolti il Siena e i giocatori del Modena che sarebbero stati coinvolti in una combine. 
"GEGIC mi riferi di avere appreso da un suo amico del Kazakistan che il presidente del Siena diede dei soldi ai giocatori del Modena TAMBURINI e PERNA, per vincere l’incontro Modena – Siena, terminato 0 a 1. L’incontro è stato il 26 febbraio 2011". Di elementi ulteriori, niente. Solo una manipolazione riferita. 


SIENA - ALBINOLEFFE - La connivenza sarebbe poi evidente anche da altre partite manipolate nel risultato: "Al termine della gara SIENA – ALBINOLEFFE dell’8 gennaio 2011, l’allenatore in seconda, STELLINI chiese a me e TERZI di contattare qualcuno dell’Albinoleffe per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse avuto maggiormente bisogno. Ne parlai con GARLINI, un senatore dell’Albinoleffe e TERZI parlò con BOMBARDINI, entrambi 55 mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara ALBINOLEFFE – SIENA del 29 maggio 2011, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park Hotel di Stezzano (BG), dove vennero Luigi SALA, Dario PASSONI e Mirko POLONI, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’Albinoleffe, che si incontrarono con me, Nando COPPOLA ed un altro calciatore che ora non ricordo e, in quell’occasione, ci accordammo di concedere i punti all’Albinoleffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai Play Out, ma chiedemmo di limitare la vittoria ad un solo goal di scarto, possibilmente 1-0, sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori su risultati troppo eclatanti; preciso che in settimana si parlò molto in società tra calciatori, allenatore e società, dell’accordo raggiunto con l’Albinoleffe, in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio “primo posto” (qualora l’Atalanta non avesse vinto), poi alla fine fummo tutti d’accordo, squadra ed allenatore, di lasciare il risultato all’Albinoleffe".

domenica 27 maggio 2012

Quello che Buffon (indirettamente) rivela sul Calcioscommesse



Il presunto imbarazzo a cui sarebbero stati sottoposti i puristi, investiti dalle affermazioni di Gianluigi Buffon portiere della Nazionale e della Juventus, rischia di azionare quel meccanismo di distrazione di massa dai contenuti - più che preoccupanti, drammatici - sullo stato in cui versa il sistema.
Sono affari loro. Alcune volte, se qualcuno ci pensa bene, cosa devi fare? In alcuni casi si dice: meglio due feriti che un morto. È chiaro che le squadre le partite se le giocano e sarà sempre così. Penso che ogni tanto anche qualche conto è giustificato farlo.
Oliviero Beha con Andrea Di Carlo aveva elaborato un libro-inchiesta sconcertante, che anticipò alla sua prima edizione quanto ritroviamo in atti. Nella sua ultima edizione, 'Il calcio alla sbarra', si aggiorna. Postille obbligatorie. Perché i fenomeni che avevano destato così tanta indignazione all'epoca dell'uscita del volume (come di altri legati al calcio, sul campo e di Palazzo) non sono certo estinti del tutto.

Temo, però, che questo impennarsi di dichiarazioni di circostanza distraggano da quanto si deve sottolineare. Che le partite vengano combinate è un sospetto, più di un dubbio per alcuni, che attraversa addetti ai lavori che potrebbero tacere in merito, nonostante il codice di giustizia sportiva sanzioni in caso di omessa denuncia. Se ad asserire, in modo indiretto, che di incontri manipolati ve ne siano è il numero due dell'Associazione Nazionale Calciatori, sindacato dei giocatori, la diffusione della negoziazione dei risultati risulta quasi ovvia.


Le partite si farebbero negli spogliatoi. O addirittura in campo, come ci ricordano alcuni passaggi dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Cremona, Guido Salvini, e dei verbali che riportano le verità dei collaboratori e pubblicati in questi ultimi mesi.

No, non ho paura prima di tutto perché lo conosco; secondariamente perché conosco il calcio; terzo perché ho già sentito che moltissimi giocatori del Siena hanno dato delle versioni completamente diverse da quelle accusatorie; quarto perché per chi conosce il calcio e vive il calcio, nella propria testa può avere già in mente cosa possa essere accaduto e cosa accade in certe situazioni, che sicuramente non è nulla di negativo o nulla che possa far pensare alla malavita o a qualcosa del genere.
Antonio Conte, il fautore di questa Juventus dal bel gioco e dall'aggressività vincente, risponderà a Stefano Palazzi presto.Intanto, ha firmato il rinnovo fino al 2015. Non ha paura, la società non teme le conseguenze delle accuse formulate da Filippo Carobbio che mutano lo scenario dal punto di vista disciplinare. Buffon ha ribadito la propria serenità. E, da uomo di calcio, non nega quella malattia. Partirei da questo, più che analizzare il perché discuterne così adesso. 


lunedì 21 maggio 2012

Del Piero, addio incompiuto alla Juventus dell'ultima bandiera del calcio moderno



Di più, che cosa può dare un uomo al calcio? Me lo chiedo da ieri sera, da quando ho assistito a quell'ortodossa applicazione di quanto si annovera come realpolitik. Antonio Conte ne è fine interprete: toglie il capitano, allineandosi a quell'annuncio di Andrea Agnelli all'Assemblea agli azionisti quando decise di liquidare Alessandro Del Piero con quelle frasi scarne, unilaterali 


Pinturicchio si può permettere la lentezza, in campo. Legittimamente. Appellarsi a un cristallizzazione dell'ubriacatura di bandiere. E cori. E applausi, nell'ultima notte con la sua maglia addosso, quella che mette per scendere in campo da 19 anni non meriterebbe di interrompersi nell'incompiutezza. Tirarlo via in quel momento, in quella fase non è stato rispettoso. Non è da annoverare nella lista dei giusti epiloghi di un giocatore che capitano lo è e lo è stato con la compiutezza, il suo equilibrio e la correttezza. 


Calciopoli ha retrocesso in B la Juventus, non Del Piero (che è rimasto comunque). So che non avrebbe voluto assistere a quella finale dalla panca, neanche un secondo. Chiunque avrebbe chiosato con amarezza per quel gesto, francamente, offensivo. Non ha espresso che emozione, commozione e cautela Pinturicchio. Un capitano rimane retto anche quando c'è da incassare, nelle sconfitte. Un capitano rimane retto nelle sconfitte. Rimane fedele alla maglia, non si svende, non rimette le sue responsabilità. Un allenatore che sottrae a Del Piero gli ultimi minuti dell'ultima sera, invece? Che cosa dimostra con quella scelta paradossale? Nulla, nulla che io metta via

venerdì 18 maggio 2012

Calcioscommesse, Carobbio coinvolge Conte: "Sapeva delle combine"



Sul pentitismo rateizzato nutro una certa diffidenza, derivante da una reiterata enucleazione di casi costruiti sulle rivelazioni d'occasione, poi ribaltati dagli accertamenti della magistratura che ricordano la necessità di porsi dalla giusta distanza rispetto ad accuse e dichiarazioni. Nel caso di Antonio Conte, tirato in ballo dal pentito Filippo Carobbio nell'inchiesta calcioscommesse precisamente durate l'interrogatorio del 29 febbraio scorso (oggi desecretato) va acquisito il suo nome tra quelli inseriti nel fascicolo dei giudici della Procura di Cremona, che ritiene l'ex giocatore del Siena attendibile.

Conte è stato accusato, al pari del suo collaboratore Stellini stando a quanto asserito da Carobbio, di aver avuto notizia della combine relativa a Novara-Siena finita 2-2 e a AlbinoLeffe-Siena, conclusasi 1-0. Non solo.

Dall'articolo del quotidiano sportivo, si evince che l'allenatore della Juventus sarebbe stato parte attiva nell'organizzazione del risultato artificiale dell'incontro con il Novara: addirittura avrebbe dato indicazioni in tal senso durante la riunione tecnica. 

La prima contro il Novara risale al 30 aprile 2011: "Ci fu un accordo per il pareggio e in effetti ne parlammo durante la riunione tecnica. Eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarci di conseguenza durante la sfida - queste le dichiarazioni, riportate dalla Gazzetta, di Carobbio al pm Roberto Di Martino - Lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci disse che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l'accordo con il Novara. Non sono certo su chi si accordò per primo, ma Drascek venne nel nostro ritiro e ne parlò con Vitiello. Quello è stato il contatto iniziale, ma poi fu comunicato all'intera squadra e io ne discussi in campo prima del match con Bertani e Gheller, giocatori del Novara". 

Il secondo illecito sarebbe invece stato relativo alla sfida con l'Albinoleffe, persa dal Siena già promosso in Serie A a Bergamo contro una squadra a caccia di punti nella lotta salvezza: "Al termine di Siena-AlbinoLeffe dell'8 gennaio 2011, l'allenatore in seconda, Stellini, chiese a me e a Terzi di contattare qualcuno degli avversari per prendere accordi sulla partita del ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse maggiormente bisogno - racconta Carobbio - Ne parlai con Garlini, un senatore dell'AlbinoLeffe, e Terzi che contattò Bombardini, entrambi mostrarono la loro disponibilità". 

"Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park hotel di Stizzano, in provincia di Bergamo. Vennero Sala, Passoni e Poloni, quest'ultimo collaboratore tecnico dell'AlbinoLeffe, che s'incontrarono con me, Nando Coppola e un altro del Siena che non ricordo - aggiunge il calciatore - In quell'occasione ci accordammo per dare i punti all'AlbinoLeffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai playout, ma chiedemmo di limitare la sconfitta a un solo gol di scarto, possibilmente 1-0. Sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori per un risultato eclatante. In settimana si parlò molto tra società, calciatori e allenatore sull'accordo raggiunto. Qualcuno voleva vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio previsto. Ma alla fine fummo tutti d'accordo, squadra e allenatore, nel lasciare la vittoria all'AlbinoLeffe".

Sempre nell'interrogatorio Carobbio ha chiarito come tutta la società del Siena fosse a conoscenza delle combine, da qui il coinvolgimento della stessa: "Alla riunione tecnica partecipavano l'allenatore, il vice, il preparatore dei portieri e il collaboratore. E' evidente che la società fosse al corrente degli accordi. Tutte le componenti partecipavano a questi discorsi. Ricordo di averne anche parlato con Daniele Faggiano, che è un dirigente, braccio destro di Perinetti.  A fine campionato certi accordi sono prassi tra i club: si tratta di meccanismi più grandi di me", ha puntualizzato il giocatore.

Accuse, ripeto, che richiedono riscontri puntuali visto il peso delle affermazioni messe a verbale. Per il tecnico, il cui ruolo sarebbe così mutato anche dal punto di vista del Codice di Giustizia Sportiva, il rischio di una squalifica ben più pesante di quella prevista per l'omessa denuncia si presenta nel momento della massima consacrazione della sua carriera da allenatore. Stefano Palazzi, procuratore federale, ascolterà plausibilmente Conte dopo la finale di Coppa Italia compatibilmente con gli impegni del primo processo che prenderà il via dal 31 maggio.
Va aggiunto, per completezza, che la ricostruzione di Carobbio è stata peraltro smentita da altri giocatori del club toscano: Terzi, Vitiello e Ficagna. Sarà il processo previsto per luglio a sancire una verità che sembra fino a questo momento ancora incompleta e lacunosa.



lunedì 7 maggio 2012

Serie A: l'ultima giornata di campionato, orari aggiornati

Con la vittoria dello Scudetto 2011-2012 alla Juventus, ecco che anche il calendario si ridisegna per l'ultima giornata, quella che chiude il campionato di Serie A. Come ha reso la Lega Calcio in un comunicato ufficiale diffuso nel pomeriggio, si disputeranno tutte le gare in programma domenica 13 maggio.


38esima
Domenica 13 maggio ore 15 
JUVENTUS – ATALANTA
Domenica 13 maggio ore 15
MILAN-NOVARA
Domenica 13 maggio ore 18 CESENA-ROMA

Domenica 13 maggio ore 18 PARMA-BOLOGNA

Domenica 13 maggio ore 20.45 CATANIA-UDINESE

Domenica 13 maggio ore 20.45 CHIEVO-LECCE

Domenica 13 maggio ore 20.45 FIORENTINA-CAGLIARI

Domenica 13 maggio ore 20.45 GENOA-PALERMO

Domenica 13 maggio ore 20.45
LAZIO-INTER
Domenica 13 maggio ore 20.45
NAPOLI-SIENA

Juve Campione: perché è e rimarrà lo Scudetto di Conte



Fosse stato l'allenatore di un'altra squadra, lo avrebbero tacciato di arroganza. Di un certo difensivismo linguistico nel tutelare il suo sistema, la storia della società. Della Juventus degli Agnelli. Invece Antonio Conte, l'ex capitano che ha giocato quel 5 maggio 2002, a 10 anni e un giorno di distanza riscopre l'identità di quell'orgoglio gobbo a cui il presidente che che segna il ritorno del cognome Agnelli, Andrea (definito giovin signore dal numero uno della squadra che ha collaborato alla conquista del titolo) si è appellato senza riuscire a ritrovarne le componenti radicali


Quella fatica, quell'umiltà, quella convinzione a cui la catechizzazione contiana ha educato i suoi, come abbiamo osservato poco tempo addietro nel cerchio magico costruito attorno allla sua figura caricato di una componente simbolica di una potenza epica. Nonostante fosse un allenamento qualunque. Nonostante fossimo a Vinovo. 


Perché Conte è lo juventino per antonomasia, pur risultando eccezionale. Ma non uno Special One, Uno Speciale. No, di grazia. Perché Conte ha studiato, si è preparato ma non ha persaso della sua riconversione. E' stato rifiutato. Quando toccò scegliere tra lui e Ciro Ferrara, che all'epoca ricopriva una funzione dirigenziale, si optò per il discepolo di Marcello Lippi. E conosciamo l'esito nefasto di quella scelta di cui il tecnico dell'Under 21 è responsabile solo in parte. 


Ha allenato così squadre non di pregio: è stato a Bari. E ha fatto bene. E' passato per Bergamo, ma non ha mai trovato intesa con la società e soprattutto con i tifosi dell'Atalanta. A Siena ha lasciato un ricordo ottimo e la Lady, Valentina Mezzaroma non spende che parole di elogio nei suoi riguardi per competenza e spessore umano.


La Juventus Campione d'Italia vanta 30 Scudetti perché a sedere su quella panchina c'è Antonio Conte. Un salentino che ha sempre l'insoddisfazione a muoverlo. Un orgoglio riflesso che si alimenta della voglia di riscatto dopo quella tarda primavera di facili entusiami e il disegno di un perfetto ritorno che lo ha visto capitano della squadra che ora guida da tecnico. 


Questo è il suo titolo perché ha scelto gli uomini, indicando gli inserimenti corretti da apportare alla rosa costruita da Marotta e Paratici. E' suo, questo tricolore, perché ha saputo adattarsi pur negando alcun revisione tattica respingendo allusioni, presunte tensioni e incertezze proteggendo con uno schermo pressoché invalicabile il suo ambiente. Dove ha imposto le sue leggi, forse come nessuno era riuscito a fare prima di lui. E dopo l'onta di Calciopoli. Perché a Trieste pur nell'amarezza dell'addio ad Alessandro Del Piero si è ribadito sul campo la pronuncia di una sentenza - quella di Napoli - che ha aperto, escludendo la responsabilità oggettiva della società, un nuovo ciclo. Che inizia stasera, sotto il cielo di una città di confine, Trieste.

lunedì 23 aprile 2012

Genoa: due gare a porte chiuse non sanano questo calcio. La procura federale apre un fascicolo

Si toglie la maglia per dire che si molla. Si toglie la maglia per stizza. Da ieri si toglie la maglia per indicare il cedimento, il franare delle resistenze culturali e civili di fronte all'Anticalcio. Nello stadio Luigi Ferraris, il circo di Ivan Bogdanov e dello scempio procurato e dell'allagamento ingestibile, si consuma il reality show del pallone nostrano in cui i facinorosi noti, schedati e numerati prendono in ostaggio i giocatori, l'arbitro, il presidente di una società di Serie A come il Genoa. Per 40'. Per 40' non si gioca, i genoani si tolgono la maglia per consegnarla al capitano Marco Rossi (tutti ad eccezione di Giuseppe Sculli che media con la curva) il quale a sua volta le cede a questi presunti tifosi. 


Enrico Preziosi intima ai suoi di cedere. E' un atto condannato da parte delle istituzioni calcistiche , sportive e della pubblica sicuzurezza in questo ennesimo day after in cui si dibatte del dio pallone senza alcuna remora nell'argomentare. Eppure erano presenti le forze dell'ordine. Erano in unità sufficienti, hanno ribadito le autorità competenti. Perché sia accaduto ciò, perché si sia ceduto a un ricatto simile supporterebbe solo la tesi di quanti affidano al contesto calcistico un ordine, un codice proprio a cui si risponde solo all'interno degli stadi e che non si riesce a spezzare. Ma la sociologia non serve se non fornisce le indicazioni per ripristinare la civiltà, il rispetto, le regole in un luogo dove vige solo la violenza. 

Il sequestro di Marassi può scivolare nell'indifferenza delle istituzioni? Lo Stato arretra anche davanti agli ultras per partorire una molteplicità di Daspo e provvedimenti restrittivi? Se la risposta è quella del questore, Massimo Maria Mazza in polemica con Preziosi, il problema rimarrà tale. "Ho chiesto che non si assecondasse la richiesta ricattatoria del levarsi la maglia, perché avevamo abbastanza uomini per poter garantire l'incolumità dei giocatori. L'indicazione non e' stata della questura, dobbiamo capire se è stata una decisione della società piuttosto che dei giocatori. La società non è mai lasciata sola nella maniera più totale, noi abbiamo garantito che avevamo la forza idonea per garantire la sicurezza". 

Vedremo, vedremo che ne sarà anche sul versante della procura federale che ha aperto un'inchiesta a carico di dirigenza e giocatori sulla trattativa.

Ottimo, peccato che un gruppo di facinorosi abbia assunto il controllo di una struttura sportiva, che abbia minacciato, abusato, spadroneggiato fino a costringere il direttore di gara ad assumere la decisione di sospendere la partita. Asserire che le società sono responsabili e che vantano degli steward non cancella l'emergere di una questione di ordine pubblico come quella di ieri. 

Com'è accettabile che si assista a un sequestro che ha messo a repentaglio l'incolumità dei presenti e ritenere che questa dimensione appartenga di competenza alla sola sfera delle società? I provvedimenti, dopo i vertici ormai di routine a cui ci siamo purtroppo abituati all'indomani di questi avvenimenti, non contano. Sono rivolti quando il peggio si è visto. Neanche giocare a porte chiuse due turni (penalizzando gli spettatori paganti in grado di assistere civilmente a un incontro) può ritenersi una soluzione. Togliamo il palcoscenico a questi attori mediocri, ne gioveranno le società. E le curve stesse.

domenica 22 aprile 2012

Juve-Roma da prova tv: provocazione di Lichtsteiner, sputo di Lamela



A Luis Enrique, alle sue scelte, all'ostinazione su De Rossi centrale, Totti panchinaro affidiamo le sapienti argomentazioni calcistiche degli esperti che hanno inteso il profondo senso castrista della rivoluzione de #erprogetto. L'epilogo deprimente di questa giornata squallida - Genoa-Siena è più di quanto si dica nel salotti buoni della tv della domenica sera o di quello che si legge sui quotidiani del giorno dopo - si vede nel frammento che ferma senza alcun dubbio l'episodio che con buone probabilità passerà alla storia di questa giornata. Quella che segue al rinvio in seguito alla morte di Piermario MorosiniLichtsteiner sfotte un po', facendo il gesto del quattro (come Totti, citazione superlativa) con le dita verso il romanista Lamela.


fotogramma Sky Sport


L'argentino non gradisce affatto. La sua reazione? Sputa, come TottiIl difensore bianconero richiama subito l'attenzione dell'arbitro Bergonzi su quanto accaduto e le immagini televisive alimentano il dubbio su un gesto sgradevole anche per il contesto. La reazione del direttore di gara è nulla. E nei riguardi di Lichtsteiner e nei confronti di Lamela. Stefano Palazzi potrebbe non convenire e ritenere che ci siano i presupposti per sollevare la questione con la prova tv. Aspettiamo a vedere...



fotogramma Sky Sport

Calcioscommesse: quanto rischia Conte? Che cosa dice il Codice di giustizia sportiva

Non mi interessa ricadere in una delle categorie in cui, semplicisticamente, si declinano gli opinionisti e gli specialisti del genere. Mi riferisco alla dicotomia tra giustizialisti e garantisti così inutile in questo quadro sofferente. Preferisco appellarmi al Codice. Di Giustizia Sportiva, tanto per non trascurare le specifiche postille e fugare ogni dubbio. Preferisco capire che cosa prevede il nostro apparato normativo qualora quanto asserito da Filippo Carobbio in merito ad il suo ex tecnico ai tempi del Siena, Antonio Conte, rispondesse all'esatta sequenza dei fatti. Preferisco capire, quando si rischia di imputare a Conte responsabilità che non gli sono proprie con tutti i limiti della giustizia sportiva (per non parlare di quella ordinaria). 


L'allenatore della Juventus, che ha preferisco ricorrere alla strategia comunicativa dell'aggressione ieri in conferenza stampa esprimendo disponibilità ed estraneità, deve fronteggiare una pressione duplice e sul fronte del campionato e su quello dell'inchiesta della procura federale che il 26 aprile prossimo dovrebbe chiudere il capitolo audizioni. L'intenzione di Palazzi pare sia quella di un'estate di processi. E forse, prima che si celebrino gli stessi, avrebbe senso comprendere quale sia la versione di Conte. Vedremo. A riprendere il codice, a disciplinare il Divieto di scommesse e obbligo di denuncia è l'art. 6 che al paragrafo 6 specifica in merito a chi ha notizia di reato che:
Il mancato adempimento dell’obbligo di cui al comma 5, comporta per i soggetti  di cui all’art. 1, commi 1 e 5 la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a 3 mesi e dell’ammenda non inferiore ad euro 15.000,00.
Illecito sportivo e obbligo di denunzia costituiscono la materia delle norme all'art.7 che inquadra in maniera più aderente la situazione:
Art. 7
Illecito sportivo e obbligo di denunzia 
1. Il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica costituisce illecito sportivo.
2. Le società e i soggetti di cui all’art. 1, commi 1 e 5, che commettono direttamente o che consentono che altri compiano, a loro nome o nel loro interesse, i fatti di cui al comma 1 ne sono responsabili.
3. Se viene accertata la responsabilità diretta della società ai sensi dell'art. 4, il fatto è punito, a seconda della sua gravità, con le sanzioni di cui alle lettere h), i), l) dell’art. 18, comma 1, salva l’applicazione di una maggiore sanzione in caso di insufficiente afflittività.
4. Se viene accertata la responsabilità oggettiva o presunta della società ai sensi dell'art. 4, comma 5, il fatto è punito, a seconda della sua gravità, con le sanzioni di cui alle lettere g), h), i), l), m) dell’art. 18, comma 1.
5. I soggetti di cui all’art. 1, commi 1 e 5, riconosciuti responsabili di illecito sportivo, sono puniti con una sanzione non inferiore all'inibizione o alla squalifica per un periodo minimo di tre anni e con l’ammenda non
inferiore ad euro 50.000,00.
6. In caso di pluralità di illeciti ovvero se lo svolgimento o il risultato della gara è stato alterato oppure se il vantaggio in classifica è stato conseguito, le sanzioni sono aggravate.
7. I soggetti di cui all’art. 1, commi 1 e 5, che comunque abbiano avuto rapporti con società o persone che abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi precedenti ovvero che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno di detti atti, hanno l’obbligo di informarne, senza indugio, la Procura federale della FIGC.
8. Il mancato adempimento dell’obbligo di cui al comma 7, comporta per i soggetti  di cui all’art. 1, commi 1 e 5 la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a 6 mesi e dell’ammenda non inferiore ad euro 30.000,00.     
Questo quanto prevede la legge, quanto verrà deciso è altra cosa. Per Palazzi e i suoi collaboratori (12, tanto per rendere l'entità dell'inchiesta) sono maturate le condizioni per i primi deferimenti che si attendono per inizio maggio. Certo, saranno con ogni probabilità i primi dato che le inchieste delle procure di Bari e Napoli offriranno ancora spunti per la procura federale con il rischio di prospettare una giustizia più che parziale a scadenze fisse.  Qualche collaboratore, pentitosi di aver ricoperto ruolo attivo nella rete del calcioscommesse, ha fornito indicazioni utili alle indagini. Se ne terrà conto, come si terrà conto - qualora le confessioni di Carobbio, Gervasoni, Doni venissero confermate - delle mancanze da parte dei singoli e delle società. I nomi di quei giocatori che non hanno parlato si sono letti tra atti e giornali in un numero esorbitante. Che ne sarà di loro? Che ne sarà di quelle società - comprese quelle di Serie A - che vengono investite da questa storiaccia? A quasi un anno di distanza da quella conferenza stampa a Cremona, la sensazione è che ancora una volta avremo classifiche stravolte e punti di penalizzazione. 
  

sabato 21 aprile 2012

Calcioscommesse: il caso Conte e i rischi in termini di squalifica

Se quanto riportato oggi dai quotidiani fosse accertato, verificato con prove inequivocabili ci misureremmo con la constatazione di una contaminazione tale del sistema da non riuscire a porre rimedio tramite le attuali sanzioni. La notizia è che, secondo quanto si legge su Repubblica e La Gazzetta dello Sport, Antonio Conte tecnico della Juventus avrebbe ricevuto informazioni in merito al tentativo di combine all'epoca del Siena come già emerso in precedenza e su cui lo stesso allenatore si è espresso in conferenza stampa - dunque pubblicamente - all'indomani dell'esplosione mediatica del caso.




Quindi, dagli interrogatori di Carobbio davanti al procuratore federale Stefano Palazzi e al pm Roberto di Martino di Cremona, emergerebbe (il condizionale è d'obbligo in considerazione del fatto che i suddetti verbali sono secretati) che Conte sapesse delle combine. Così fosse provato, la guida tecnica della Juventus in corsa per il titolo verrebbe accusato di omessa denuncia. Soffermiamoci su questo punto: da un punto di vista penale, con le poche informazioni disponibili, non gli sarebbe imputabile nulla mentre in quanto tesserato avrebbe mancato poiché non ha informato la procura federale del contatto e delle possibili manipolazioni su quel match all'epoca del Siena. Il tutto - ricordiamo - mentre si discute del suo rinnovo.


LEGGI REGOLAMENTO FIGC
LEGGI CODICE GIUSTIZIA SPORTIVA


Carobbio, ex giocatore del Siena allenato dall'ex tecnico della Juventus, avrebbe fatto il nome di Conte che a suo dire avrebbe saputo della combine (insieme con il vice Cristian Stellini, che lo ha seguito nello staff tecnico a Torino) di almeno una gara del Siena. Sotto la lente delle procure sono diverse gare della squadra toscana: sulla Gazza e Repubblica vengoni citate oltre a Novara-Siena, Siena-Piacenza 2-3, Siena-Sassuolo 4-0, Siena-Ascoli 3-0, AlbinoLeffe-Siena 1-0. A cui si aggiunge il filone che riguarda la società e il versamento di un compenso a due giocatori del Modena per cui Palazzi ha convocato il presidente Massimo Mezzaroma il 26 aprile prossimo, data che potrebbe slittare come detto anche qui a causa dei problemi di salute del numero uno. Mezzaroma, stando a quanto riferisce il club in una nota stampa sarebbe stato sottoposto a intervento chirurgico a Vienna.


Quanto affermato da due tra i più importanti collaboratori in queste indagini andrà supportato dai fatti, da prove incontrovertibili. E i verbali secretati di Carobbio non consentono ad oggi di delineare la posizione dei singoli tirati in ballo. Dal punto di vista della giustizia sportiva potrebbe bastare poco altro per il nodo dell'omessa denuncia, un punto già complesso in sé la cui criticità si è palesata in precedenza quando è emerso che Paolo Cannavaro e Gianluca Grava avrebbero ricevuto una proposta di combine da parte dell'ex portiere del Napoli Matteo Gianello. I due giocatori hanno ribadito di non aver mai ricevuto proposte in tal senso. Per Simone Pepe, citato però da Andrea Masiello il pentito del filone barese dell'inchiesta, le implicazioni relative alla omessa denuncia per la partita Udinese Bari (finita 3-3) della stagione di serie A 2009/2010 sarebbero le medesime.


In precedenza per simili questioni la squalifica commisurata è stata di 12 mesi: questo quanto realisticamente si può rischiare (il tutto va contestualizzato, ovviamente) anche se è da capire se sarà così e che ne verrà da quanto trapelato. Di sicuro c'è che il procuratore Palazzi ha dettato i tempi e sancito che  i deferimenti sono pronti. Il che lascia intendere che anche la prossima estate sarà una stagione di processi. Come lo fu quella del 2006, è da verificare.

lunedì 16 aprile 2012

Serie A: in campo il 24 e 25 aprile per recuperare la 33° giornata

Prendete il calendario della Serie A, depennate anticipi e posticipi. Anzi, cancellate la vostra griglia Excel (perché è così che lo ordinate, vero?) e riscrivete queste ultime giornate. Anche la 34° giornata di Serie A, dopo la tragica fine di Piermario Morosini e il rinvio della 33° di campionato, subisce delle ulteriori variazioni. Oltre ai già previsti Chievo-Udinese e Novara-Napoli si giocano anche altri due anticipi: Parma-Cagliari e Catania-Atalanta. La 33° giornata prevede invece due anticipi martedì 24 alle 18.30, un match mercoledì 25 alle 12.30, 5 partite alle 15 e le sole sfide di Juve e Milan alle 18. 
Tutto da rifare.


34ª GIORNATA 
Sabato 21 
ore 18: Chievo-Udinese
Parma-Cagliari
ore 20.45: Napoli-Novara
Catania-Atalanta
Domenica 22 
ore 12.30: Fiorentina-Inter
ore 15: Cesena-Palermo
Genoa-Siena
Lazio-Lecce
Milan-Bologna
ore 20.45: Juventus-Roma
33ª GIORNATA 
martedì 24 
ore 18.30: Atalanta-Chievo
Cagliari-Catania (a Trieste)
mercoledì 25 
ore 12.30: Novara-Lazio
ore 15: Lecce-Napoli
Palermo-Parma
Roma-Fiorentina
Siena-Bologna
Udinese-Inter
ore 18: Cesena-Juventus
Milan-Genoa

sabato 14 aprile 2012

Rossi crack e addio a Euro2012. E se Prandelli chiamasse Del Piero?



Giuseppe Rossi, passaporto italiano e svaghi americani, rimane uno di quegli attaccanti da decifrare. In cerca di una seconda occasione per convincerti della sua qualità, delle sue qualità tecniche e della sua visione di gioco e importi l'onere di stendere un panegirico celebrativo per celebrarne la bellezza, l'eccezionalità. Chi per lui ha deciso che non è tempo di consacrazioni da 3000 caratteri rimandando ancora il suo rientro in campo. Niente Europei. Peccato, davvero. 


Il 26 ottobre scorso la rottura del legamento crociato anteriore, dopo un impagabile incontro del Villarreal con il Real Mou, oggi di nuovo un infortunio al ginocchio. Di nuovo un intervento chirurgico. Di nuovo fermo per almeno 6 mesi.

 "E' stato un colpo bruttissimo per l'atleta e l'uomo, gli voglio un bene dell'anima - ha detto Enrico Castellacci, il medico della Nazionale italana -. L'ho sentito al telefono ed era addoloratissimo, si aspettava di rientrare e magari di avere una speranza per gli Europei. Ora credo che tornerà negli Stati Uniti. L'avevo sentito due giorni fa e mi aveva detto 'prof sono a posto'. Eravamo felici di sentirlo così, e probabilmente sarei andato a vederlo per sincerarmi delle sue condizioni. Di intervento ai crociati ne faccio centinaia all'anno, lui dice che è stato un trauma banale, le cause possono essere tante ma non mi sembra il caso di parlarne finché non saprò nel dettaglio, il dramma del ragazzo rimane. Dovrà sottoporsi a un altro intervento e attendere i fatidici 6 mesi per tornare a giocare".

Antonio Cassano, invece è rientrato in campo dopo l'operazione al cuore e il rischio di chiudere con il calcio agonistico. "Notizia splendida perché le condizioni di Antonio ci avevano preoccupato - ha aggiunto Castellacci -. Anche in questo caso starà al mister decidere, la soddisfazione è comunque quella di rivedere in campo un ragazzo per il quale sembrava a rischio il proseguimento della carriera". Un'apertura lieta, quasi. Ma è più ottimismo che altro. Forse sarebbe da valutare l'esperienza di numeri 10 dalla carriera consolidata. Discussi quanto basta per vantare una certa abitudine all'esposizione mediatica e alla pressione. Uno alla Del Piero, tanto per fare un esempio.

sabato 17 marzo 2012

Conte ritrova il nemico Bergonzi a Firenze. Provocazione per la Juve?



da Virgilio Sport
(riflessioni precedenti alla conferenza stampa)

Quello tra Antonio Conte e Mauro Bergonzi è un rapporto controverso, condito da un dialogo iperbolico conclusosi - come è noto - da urla e moniti reciproci. Scontri verbali ritenuti assolutamente nei ranghi da parte juventina, oltre il regolamento dall'altra che è costata l'espulsione al tecnico che ha perso il controllo della situazione durante quel maledetto recupero (secondo i bianconeri) al Dall'Ara contro il Bologna. E comunque dopo quel "Conte, alla prossima fuori", seguita dalla segnalazione al direttore di gara nella settimana del dossier e del silenzio stampa designare proprio Bergonzi per la Fiorentina desta almeno ammirazione solo per il coraggio mostrato da Stefano Braschi.

Nella memoria di quanti hanno visto la partita, l'immagine di Conte dietro il parapetto mentre abbandona il campo e poi il suo agitarsi in tribuna lontano dal campo svela la rilevanza di quegli incontri liquidati come partite da piccole in cui la concorrente del Milan alla corsa scudetto ha racimolato solo punticini. L'esondazione Conte al mancato rigore su De Ceglie aveva fatto inalberareBergonzi, in quel match quarto uomo, che aveva segnalato all'arbitro l'esuberanza del tecnico bianconero. La reazione di Conte è divenuta un leitmotiv in questi strani giorni: "Non ti ho detto niente, non ti ho detto niente!".


Ecco, ci vuole fermezza e convincimento, dopo tanto clamore ad affidare questo incontro cardine nella questione scudetto a Bergonzi. C’era lui a Napoli la sera in cui Zalayeta ingannò tutti prendendosi un rigore che non c’era e pagando con due giornate di squalifica per simulazione. A Bergonzi andò peggio. Il designatore era Collinache lo punì aspramente estromettendolo dalle questioni Juventus.


In questa stagione a lui sono toccate decisioni difficili, anche controverse come quella di proseguire durante il derby capitolino quando i buu avrebbero magari imposto di virare verso l'interruzione di Roma-Lazio per i cori razzisti (vergognosi) uditi allo stadio Olimpico. Bergonzi passa, però anche per un uomo di carattere molto fermo, forse la persona giusta a controllare gli impeti di questa accesa fase del campionato per cui passa molto della sfida con il Milan. Se non tutto.

giovedì 8 marzo 2012

Pessotto, lo striscione della vergogna che non scandalizza il Giudice Sportivo


PREMESSA
Libera informazione in libero Paese. Motto da propinare al pubblico di potenziali acquirenti, consumatori bulimici di notizie che attingono da giornali, blog, forum, televisioni, satellite. Purché ci sia circolazione di idee che consente di strutturare quella che animiamo come opinione pubblica, ben vengano argomentazioni e ragioni a sostegno. Ma il becerume va arginato, cancellato, penalizzato. Altrimenti le regole sono fatte per chi ne trae giovamento senza nessuna evoluzione sociale.

Una premessa doverosa per introdurre l'incongruenza e la finta giustizia che vediamo (e da qui in poi sarò semplice) negli stadi. Uno striscione esposto in curva che recita: "Pessotto simulatore, si è buttato o era rigore" non deve produrre solo ammende o sanzioni pecuniarie. Deve suscitare indignazione per i contenuti offensivi nei riguardi un dirigente, ex giocatore, colpito da una grave malattia e per il luogo - il Dall'Ara - in cui si è visto celebrare un grande artista come Lucio Dalla dalla stessa tifoseria. Ecco, alcuni blog tra cui quello di Fabrizio Bocca (la Repubblica), riportano la notizia di una immediata sollevazione dei presenti per quella frase priva di senso civico, di rispetto, di sportività. Che vorrebbe l'intervento della Federcalcio della Giustizia sportiva se non del direttore di gara e colleghi. Il derby capitolino per quei cori razzisti andava sospeso. Forse avrebbe mandato finalmente un segnale positivo visto che il Giudice Sportivo ha deciso, stavolta, di non andare oltre. 


Dopo i buu razzisti diretti a Juan e a Diakité nell'ultimo Roma-Lazio, quegli insulti censurati dallo stesso pubblico bolognese toccano chiunque coltiva ancora l'apparente riguardo della memoria e una parvenza di moralità. Ripeto: scrivo semplice perché questo becerume arrivi a destare la medesima indignazione e la richiesta di isolare e cacciare definitivamente fuori elementi violenti e dalle pulsioni irrazionali. Pessotto non ha subito solo questo. In un Inter-Juve d'annata, un bel coretto curvaiolo menzionava Bettega, l'auto e Gianluca. Il video ancora è in Rete, a testimoniare che quelle demenziali esternazioni si sono già sentite. E che se stiamo qui a parlarne, la moltiplicazione di organi, poltrone e ruoli a poco è servita. 

lunedì 5 marzo 2012

Juve-Chievo: la testardaggine di Conte e quella presunta inadeguatezza



da Virgilio Sport 
Non è consentito abbandonarsi alle lusinghe delle distorsioni di una espulsione evitata(quella di Dramé), presunti rigori mancanti, infortuni:con il Chievo era determinante vincere per una Juventus sfilacciata e appannata. Un pari non è abbastanza per recuperare sul Milan, dopo una settimana in cui le contrapposizioni dialettiche si sono risolte in un acuirsi dell’antagonismo.L’analisi delle errori porta alla constatazione che ancora, di nuovo, c’è tempo e da imparare. Anche dalle piccole. Anche dai propri sbagli.

Che sia pretattica o una posizione ideologica quella che anima la convinzione in Antonio Conte che non ci sia più spazio (e tempo) per Alessandro Del Piero, non è dato saperlo. Più che il valore in sé (tre sono i punti in ballo e tre rimangono), contava non arretrare, non consentire al Milan di distendersi davvero dopo una settimana di litigi, scontri, scuse e presunti chiarimenti che hanno a che vedere con finali da soap opera anni ottanta. Soprattutto dopo l'epica rinascita di Ibrahimovic (le statistiche sono impressionanti) e la lezione impartita al Palermo.Quindi si inizia con Matri-Vucinic e Bonucci in panca. Qualche incertezza iniziale e poi arriva una rete che susciterà polemiche da parte dei moviolisti espertiDe Ceglie ribadisce in rete la palla che Chiellini ha schiaffato contro il palo, rendendo vana l'idea di PirloE' rete. Peccato che il dubbio fuorigioco (non visto da Gervasoni e dai guardalinee) venga sollevato pressoché subito dai commentatori. E forse, il Chievo non meriterebbe di subire lo svantaggio perché la Juventus che si riorganizza è pigra, disordinata. Bradley si avvicina troppo a Buffon, Paloschi è proattivo più del consentito, tanto che viene fermato prima in offside e poi dal portiere bianconero. Per amministrare un risultato, si rischia troppo. Sul piano offensivo, se Vucinic non appare incisivo a sorprendere piacevolmente è Padoin che quasi sfiora la rete. Più e meglio di Giaccherini che si fa vedere, ma non trova la misura. Si va all'intervallo con un cambio importante per quelli che saranno i fatti: Barzagli si fa male, al suo posto entra Bonucci.

Poco muta con la ripresa: il contropiede dei veronesi si replica senza intoppi e le disattenzioni da parte bianconera abbondano. E, infatti, la rete del pari giunge dopo un trascinarsi svogliato tra cambi e l'inserimento di capitan Del Piero. La tensione cresce. E non per i rigori reclamati o il giallo rivendicato nel primo tempo. Il punto di non ritorno è la mancata espulsione di Dramé che doveva avere un rosso per un fallo da dietro su Vucinic. Proprio lui crossa per Paloschino in modo fiacco, Bonucci tenta di spazzare e la butta dentro in modo a dir poco masochistico. La partita da vincere per non rimanere (in)dietro si tramuta in un incubo. Chiellini zoppica, Acerbi si ferma per i crampi. Del Piero chiede un penalty, tramuta un suggerimento del montenegrino in un tiro, Pirlo sfiora il 2-1 trovandosi contro un Sorrentino superlativo. Matri si eclissa sul finire del primo tempo, Vucinic va (lento) a sprazzi. A Gervasoni toccano scelte controverse. Il pubblico fischia. E anche i 5 minuti di recupero vanno senza altro che rumore.