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sabato 2 giugno 2012

Buffon, l'informativa e i Rolex in cassaforte



Un grande Paese non dovrebbe celebrare la gogna mediatica di un giocatore. Un grande quotidiano non necessita di una informativa sul portiere della Nazionale e campione d'Italia con la Juventus, ennesima prova di fuga di notizia dalle procure italiane, perché ne sia riconosciuta l'autorevolezza. Due giorni e più di titoli e contenuti accusatori riconducibili alle sole prassi di uno Stato di Polizia - o peggio, se possibile - in cui gli allegati sono pubblicati quando serve, relegando il diritto a una informazione verificata e oggettiva a una dimensione trascurabile. Un argomento futile e banale. Quel take di agenzia dell'ANSA, battuto sul finire di una serata trascinata da vicende risalenti al 2006 o alle indicazioni di Santoni, ordina le cose già in parte delineate nelle conclusioni della stessa informativa:

Secondo Agipronews dall'Ufficio scommesse dei Monopoli si sottolinea come "non si hanno informative circa comportamenti scorretti da parte del bookmaker e del titolare del punto vendita, ivi compresi quelli relativi all'antiriciclaggio, che obbliga il gestore al riconoscimento del giocatore che scommetta o incassi vincite per cifre superiori a mille euro". In sostanza, se si volessero approfondire i dati registrati dal punto vendita, questi ultimi sarebbero a disposizione degli inquirenti per l'identificazione degli scommettitori. 

Il corner Lottomatica inoltre, secondo le analisi svolte a piazza Mastai, risulta specializzato nell'accettazione delle scommesse sugli sport minori, in particolare basket, hockey su ghiaccio e tennis. "E' in ogni caso apprezzabile - aggiungono all'Ufficio scommesse di Aams - che magistratura e forze dell'ordine si dedichino al controllo della rete legale delle scommesse, laddove ogni puntata "sospetta" viene registrata e, eventualmente, segnalata alle federazioni e agli organi inquirenti. Non riscontriamo però analoga attenzione verso punti vendita non autorizzati massicciamente presenti sul territorio italiano e la cui attività è finita anche nel mirino di recenti trasmissioni televisive. Senza entrare in questioni etiche, è altamente apprezzabile il fatto che venga utilizzato il canale distributivo autorizzato, riconoscendone l'importanza del processo regolatorio a tutela dei giocatori, dell'Erario e delle società, italiane ed estere, che vogliono operare nel rispetto delle stringenti regole, da sportivi che amano divertirsi su sport o manifestazioni che non sono quelli per i quali indossano la maglia in campo", conclude l'agenzia.
Per inciso, in Italia, non è consentito scommettere a calciatori su partite di campionati italiani ed esteri della loro disciplina il che non esclude che ciò sia plausibile su altri sport. Buffon non è indagato. Buffon non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. Le ragioni sono in quello stesso allegato dove si riporta della vicenda dei Rolex acquistati dal capitano azzurro, come spiega egli stesso dopo l'amichevole disputatasi ieri sera, Italia-Russia. Sul piano formale non vi sono i presupposti per alcuna azione nei suoi riguardi ai sensi di questa informativa. 


Ma la pubblicazione di questi dettagli strettamente personali e sottoposti al vaglio della magistratura, a distanza di qualche ora appena dall'esplicitazione di una serie di considerazioni in conferenza stampa sulle modalità di procedere nell'inchiesta calcioscommesse, è preoccupante al pari di questo calcio malato (e lo spiego qui) nello stato agonizzante della democrazia nostrana. Far uscire carte a comando non è sintomatico di capacità professionale, a mio personalissimo avviso. Soprattutto se con tempi e spazi sospetti.


Un grande Paese non si riconosce in principi che scardinano lo Stato di Diritto. Non deve. E il giornalismo esasperato delle procure non è che un sintomo ulteriore della sclerotizzante gara a primati inconsistenti. L'attentato di Brindisi, il 2 giugno, il caso Buffon o Avetrana non sono - nella moda del sensazionalismo spiccio - che la ripetizione di uno schema consueto e praticato che contribuisce alla regressione politica e sociale di questo Paese, tanto quanto le veline provenienti dagli uffici delle procure.


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giovedì 31 maggio 2012

Buffon, calcioscommesse e presunzione di innocenza


Metti che il portiere della Nazionale italiana, sublimazione del modello difensivista, palesi la propria indignazione, testimone involontario di una perquisizione durante il ritiro a Coverciano con telecamere e inviati presenti dalle 6 del mattino conclusasi con sequestro di beni personali e l'esclusione di un compagno. Non uno sfigatello, come ha sentenziato con una faciloneria confinante con l'ingenuità il c.t. Cesare Prandelli.


Metti che sia Gianluigi Buffon, non solo il migliore nel suo ruolo ma il giocatore che indossa la maglia numero uno della Juventus. Di Antonio Conte. Di Leonardo Bonucci. Entrambi iscritti nel registro degli indagati a Cremona con la differenza che per quest'ultimo la procura di competenza sia Bari.


Metti che Buffon davanti ai soliti nomi al seguito della rappresentativa nostrana abbia palesato l'insofferenza verso un sistema espressione di una versione anche rivedibile dello Stato di Polizia ai tempi del post berlusconismo


Metti che abbia sottolineato che certe notizie, informative ad esempio, trovino spazio prima sui giornali e dunque accoglienza presso redazioni piuttosto che essere prima notificate a chi di competenza. 


Metti che abbia evidenziato che la vera vergogna è questa. Che atti, informative, ipotesi accusatorie, sensazioni (ricorrendo all'espressione utilizzata dal pm di Cremona Roberto di Martino l'estate scorsa) circolino senza cura alcuna tra addetti all'informazione con puntualità, senza che ciò implichi la necessaria veridicità degli stessi, la loro indiscutibile fondatezza.


Calciopoli con la sentenza dell'8 novembre 2011 ci ha ricordato che l'Italia dalle stucchevoli moltiplicazioni normative cela un paese senza memoria che preferisce omettere quando è conveniente, pur fondandosi su una cultura giuridica evoluta. Non sulla necessità di accontentare in un colosseo virtuale le voglie delle folle alla ricerca di virtuosismi circensi.


Buffon con altri colleghi (Maresca, Chimenti, Iuliano) già nel 2006 fu coinvolto in un procedimento in merito a presunte scommesse illegali da parte della procura federale. Stefano Palazzi, il procuratore federale che oggi ha aperto il primo dei processi sportivi di questa nuova stagione di calcioscommesse, allora decise di non procedere contro il portiere archiviando la sua posizione (cito Repubblica non a caso, dopo le pubblicazioni odierne). 


Uno dei fondamenti del diritto penale e della procedura è la presunzione di innocenza sino a condanna definitiva. Andrebbe ricordato anche questo, prima di giungere a facili conclusioni. Servite magari con tutte le cure del caso grazie alle ormai a quelle, puntuali, veline. 

sabato 14 aprile 2012

Rossi crack e addio a Euro2012. E se Prandelli chiamasse Del Piero?



Giuseppe Rossi, passaporto italiano e svaghi americani, rimane uno di quegli attaccanti da decifrare. In cerca di una seconda occasione per convincerti della sua qualità, delle sue qualità tecniche e della sua visione di gioco e importi l'onere di stendere un panegirico celebrativo per celebrarne la bellezza, l'eccezionalità. Chi per lui ha deciso che non è tempo di consacrazioni da 3000 caratteri rimandando ancora il suo rientro in campo. Niente Europei. Peccato, davvero. 


Il 26 ottobre scorso la rottura del legamento crociato anteriore, dopo un impagabile incontro del Villarreal con il Real Mou, oggi di nuovo un infortunio al ginocchio. Di nuovo un intervento chirurgico. Di nuovo fermo per almeno 6 mesi.

 "E' stato un colpo bruttissimo per l'atleta e l'uomo, gli voglio un bene dell'anima - ha detto Enrico Castellacci, il medico della Nazionale italana -. L'ho sentito al telefono ed era addoloratissimo, si aspettava di rientrare e magari di avere una speranza per gli Europei. Ora credo che tornerà negli Stati Uniti. L'avevo sentito due giorni fa e mi aveva detto 'prof sono a posto'. Eravamo felici di sentirlo così, e probabilmente sarei andato a vederlo per sincerarmi delle sue condizioni. Di intervento ai crociati ne faccio centinaia all'anno, lui dice che è stato un trauma banale, le cause possono essere tante ma non mi sembra il caso di parlarne finché non saprò nel dettaglio, il dramma del ragazzo rimane. Dovrà sottoporsi a un altro intervento e attendere i fatidici 6 mesi per tornare a giocare".

Antonio Cassano, invece è rientrato in campo dopo l'operazione al cuore e il rischio di chiudere con il calcio agonistico. "Notizia splendida perché le condizioni di Antonio ci avevano preoccupato - ha aggiunto Castellacci -. Anche in questo caso starà al mister decidere, la soddisfazione è comunque quella di rivedere in campo un ragazzo per il quale sembrava a rischio il proseguimento della carriera". Un'apertura lieta, quasi. Ma è più ottimismo che altro. Forse sarebbe da valutare l'esperienza di numeri 10 dalla carriera consolidata. Discussi quanto basta per vantare una certa abitudine all'esposizione mediatica e alla pressione. Uno alla Del Piero, tanto per fare un esempio.