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venerdì 11 maggio 2012

Calcioscommmesse: Palazzi da Laudati per le carte dell'inchiesta, rischiano Bari e Lecce


E' tarda mattinata quando il procuratore federale Stefano Palazzi arriva alla Procura di Bari per incontrare il procuratore generale Antonio Laudati, il giorno dopo l'esecuzione dei provvedimenti restrittivi a carico di tre capi ultrà della squadra del capoluogo pugliese per violenza privata aggravata. 

Verranno acquisiti gli atti che sanciranno l'apertura di un nuovo capitolo nell'inchiesta sportiva, quella che sancirà l'ingresso plausibilmente nell'attività di Palazzi e dei suoi collaboratori di Lecce e Bari società coinvolte nelle vicende legate a Andrea Masiello e nell'operato dei magistrati che seguono il filone pugliese del calcioscommesse.

Nella conferenza stampa convocata ieri, oltre ai contenuti tracciati con puntualità e parole scelte dal procuratore generale nella ricostruzione degli avvenimenti che hanno condotto agli arresti di presunti esponenti del mondo del tifo organizzato rei di aver minacciato giocatori e giornalisti. 

Durante l'incontro co i cronisti, Laudati ha poi confermato che quanto inerente alla frode sportiva va esarendosi e che dunque, di riflesso, i presupposti per l'avvio dei lavori di competenza della procura federale sono ormai imminenti. Atti funzionali a completare l'impianto edificato dagli inquirenti e che andrebbe a investire le società le cui posizioni sono state stralciate dai deferimenti di inizio settimana. 

Per Bari e Lecce il coinvolgimento sarà ovvio: l'incolpazione per responsabilità oggettiva è altrettanto scontato, meno quello diretto per i salentini su cui grava la vicenda Quarta-Masiello e l'inserimento come trapelato della società nella combine. Da dimostrare l'estraneità dei Semeraro quanto la responsabilità diretta relativa a incontri all'hotel Tiziano e versamenti di oboli a Masiello. Palazzi, poco fa, ha tenuto a dire: "Pene meno severe per chi collabora". Un impegno per quei giocatori che hanno squarciato il silenzio.


Il Lecce rischierebbe sanzioni che vanno dai punti di penalizzazione alla retrocessione, stando alle eventualità contemplate dal codice che non lascia confidare al Bari di soluzioni migliori sul versante della giustizia sportiva. Altre società potrebbero essere investite poi da questa secondo spezzone dell'inchiesta sportiva. Classifiche da rivedere? Playoff e playout da riposizionare in calendario? Calcio caos? Sarà un'estate lunga e calda anche questa.




giovedì 10 maggio 2012

Calcioscommesse, arrestati ultrà Bari: minacciati giocatori e giornalisti. Palazzi da Laudati


Nel baratro melmoso in cui il calcioscommesse ha trascinato giocatori, dirigenti, giornalisti (perché no) costretti a documentare l'oscenità di questa deriva non c'è sistema più ridicolo di quello agli atti. Non c'è assurdità più grottesca di quanto riportato dalla Procura di Bari. Perversione più odiosa del tradimento di una maglia da parte di quanti abbracciata una fede per quanto pagana, celebrano la domenica nel templio del pallone offrendo alla propria squadra l'omaggio di cori, urla, striscioni. 

Eppure se i carabinieri provinciale hanno provveduto ad eseguire i provvedimenti restrittivi a carico di tre capi ultrà del Bari innegabilmente colpevoli di aver minacciato calciatori e indotto gli stessi a manipolare il risultato di tre incontri per personali profitti, i magistrati hanno raccolto riscontri sufficienti per dare seguito a queste decisioni. E ai tre destinatari viene contestato un reato che svela la macchinazione che si nasconde dietro a tutta quella pantomima della domenica e della celebrazione di un culto mercanteggiato. Il reato  che viene loro addossato è di violenza privata aggravata. 

Le partite che questo terzetto, costituito da Raffaele Lo Iacono, Roberto Sblendorio (portati in carcere) e Alberto Savarese (ai domiciliari), avrebbe aggiustato per ottenere i proventi delle scommesse rispondono a: Bari-Sampdoria, Cesena-Bari e Bari-Chievo. Incontri che andavano combinato secondo le scommesse dei tre capi ultrà per incassare. Che ciò implicasse il ricorso ad argomenti illeciti non costituiva un deterrente come documentato nel corso delle indagini e sulla base delle testimonianze di Andrea Masiello, dell'ex portiere del Bari Jean Francois Gillet e Marco Rossi, ora non più tesserato del club pugliese. 

I tre avevano minacciato e intimidito i giocatori con cui avevano avuto un confronto: Gillet e Masiello, a cui era stato chiesto di perdere due partite per incassare i proventi delle scommesse. Il francese, nel suo interrogatorio, aveva aggiunto che aveva ricevuto - personalmente - minacce molto serie. Una pratica che i vertici della tifoseria organizzata biancorossa avevano in programma di estendere a altri. Secondo le intercettazioni e da quanto riportano quotidiani e agenzie, sarebbero state studiate delle ritorsioni nei confronti di due giornalisti.

Al contrario, però, di quanto emerso nella fase convulsa delle indiscrezioni successive alle rivelazioni di Masiello, quando l'inchiesta barese poteva delineare una sorta di inserimento nelle questioni della criminalità organizzata, i tre arrestati non sarebbero stati legati a clan. Almeno a questo livello.

Perché il lavoro della Procura non si conclude con questi arresti. Il messaggio del procuratore Antonio Laudati, nelle recenti interviste e nei suoi interventi nell'ambito di diverse manifestazioni sulla legalità e nella conferenza stampa odierna, va tenuto sempre a mente in queste circostanze. Il suo invito a tradurre per questi reati pene più severe, meno suscettibili di interpretazione in sede di giudizio è una richiesta di supporto all'attività delle procure. 

Laudati ha spiegato, davanti alla stampa, che i tre ultrà devono rispondere di violenza privata "perché in più occasioni questi personaggi, che non definisco tifosi perché ho rispetto della parola 'tifosi', si sono resi protagonisti di atti violenti nei confronti di giocatori del Bari al fine di perdere le partite, non di propria iniziativa ma mandati da alcuni scommettitori".

I tre ultras durante lo scorso campionato minacciarono alcuni calciatori del club biancorosso invitandoli a indirizzare i risultati di tre gare con Samp, Cesena e Chievo verso la sconfitta. "Il primo episodio si è verificato durante l'antidoping di Bari-Chievo - racconta Laudati - quando si sono introdotti nello spogliatoio per fare minacce. Il secondo episodio è stato invece prima di Cesena-Bari e il terzo prima di Bari-Samp, quando sono andati sul campo, hanno preso anche a schiaffi i calciatori e li hanno minacciati creando un clima di paura. L'utilizzo dei tifosi - ha detto il procuratore generale - in un meccanismo che chiamo 'sistema criminale' è stata una delle modalità con le quali si riuscivano a condizionare i giocatori e le società per lucrare dall'esito delle scommesse"

E se il Lecce e il Bari, nei deferimenti del procuratore federale Stefano Palazzi, per ora non compaiono se non da attori non protagonisti ciò non toglie che le cose possano mutare molto velocemente. Palazzi andrà da Laudati. E non sarà una visita di cortesia.



mercoledì 9 maggio 2012

Deferimenti Calcioscommesse: colpite anche Atalanta, Siena, Novara



Ricapitolando: Atalanta, Novara e Siena. Tre sono le società di Serie A deferite per responsabilità oggettiva, come riporta con una enucleazione puntuale la nota stampa pubblicata dalla Figc. Si tratta di chiudere con una tempistica ragionevole il primo processo che dovrebbe celebrarsi entro la fine del mese per procedere poi a imbastire quello che verrà. Quello che presuppone nuovi deferimenti che deriveranno dall'acquisizione degli atti dalle procure di Bari e Napoli.


Volevamo i nomi. Li abbiamo. Aspettative diverse? Nient'affatto, perché da quanto trapaelato non poteva essere altrimenti o, almeno, non si riusciva a figurare uno scenario meno prepotente. Di queste 22 società, scorrendo l'elenco, se ne annotano alcune più importanti di altre. Vedi Atalanta, vedi Novara, vedi Siena. Ricoprono ruoli preminenti negli affari di Lega e gestione dell'industria calcio. E nel caso della società bergamasca già sconta nel campionato in corso 6 punti di penalizzazione.


Le partite truccate risultano 33: 29 di Serie B e Lega Pro, 2 di Tim Cup, due di Coppa Italia di Lega Pro. Le società di Serie B deferite risultano 10: Albinoleffe, Ascoli, Pescara, Empoli, Grosseto, Livorno, Modena, Padova, Reggina e Sampdoria. Soltanto l'Empoli per responsabilità presunta, le altre ai sensi del codice sono colpite da responsabilità oggettiva.


Risponderanno di questo e risponderanno davanti alla Commissione Disciplinare dei reati contestati, in base all'art. 9 del Codice cioè per associazione per illeciti sportivi e scommesse illecite alcuni nomi che sono ricorsi con estrema frequenza in questi due intensi mesi di attività: Luigi Sartor, Cristiano Doni, Filippo Carobbio, Alessandro Zamperini, Cristian Bertani, Mario Cassano. Tutti personaggi di primo piano secondo quanto delineato dal filone cremonese dell'inchiesta accusati: 

della violazione di cui all’art. 9 C.G.S. perché si associavano fra loro, in numero di tre o superiore a tre, e con altri soggetti, fra cui quelli già deferiti con provvedimento del 25 luglio 2011 e giudicati responsabili dagli Organi giudicanti della FIGC, al fine di commettere una serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i quali illeciti sportivi ex  art. 7 CGS e effettuazione scommesse illecite ex artt. 1 e 6 CGS, come dimostrato dalle specifiche contestazioni mosse ai suddetti associati che vengono integralmente richiamate, operando con condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento e il risultato di gare dei campionati nazionali con lo scopo di illecite locupletazioni o mediante dazioni di denaro costituenti il compenso per l’illecita attività posta in essere ovvero mediante scommesse dall’esito sicuro perché realizzate su gare combinate. Programma perseguito con un assetto stabile e con una distribuzione di ruoli. In epoca anteriore e contestuale ai fatti evidenziati nel presente procedimento e, comunque, per tutta la durata corrispondente ai singoli fatti in odierna contestazione. Su tutto il territorio nazionale e con contatti di natura internazionale. 


Vendersi, vendere una delle partite da quanto si legge poteva avere un costo variabile, anche di soli 5.000 euro. Una sorta di tariffario con modalità di accordo e di specifiche di linguaggio estremamente creative tra i giocatori, entrature che costituivano l'anello di congiunzione indispensabile per il gruppo degli zingari o dei bolognesi. Ma le modalità, i soprannomi e il loro gergo meritano una declinazione specifica. Come molti risvolti di quanto ricostruito da Palazzi e dalla procura di Cremona.

martedì 8 maggio 2012

Calcioscommesse, Palazzi firma: deferiti 22 società e 61 tesserati



Stefano Palazzi non abbandonerà la procura federale (ma di questo tema se ne parlerà a suo tempo e in uno spazio dedicato) senza aver chiuso la sua personale partita con quelle trecento pagine e più in cui si raccolgono le prove, le testimonianze, le note e, soprattutto, i riscontri degli ultimi due mesi di attività nell'ambito del filone cremonese. Dell'inchiesta Last Bet, dell'inchiesta sul calcioscommesse.


Che avrebbe firmato i provvedimenti in questo martedì, era noto. D'altronde per rispettare un calendario così denso, Palazzi non poteva e non voleva procrastinare oltre: 111 i tesserati ascoltati, 22 le società e 61 le persone fisiche deferite di cui 52 giocatori a cui le notifiche giungeranno nella giornata di domani. Sarà poi la Figc a rendere noto il contenuto del provvedimento.


Le partite su cui si è concentrata l'attività della procura federale e da cui sono scaturiti i deferimenti ammontano a 33 incontri: corrisponderebbero a 29 partite di serie B in diverse stagioni, 2 di Tim Cup, 2 Coppa Italia di Lega Pro della stagione 2010-2011. Tra i tesserati deferiti, ci sarebbero anche dirigenti e allenatori. 


In questa fase dovrebbero rientrare anche i match che interessano Novara e Atalanta, che all'epoca dei fatti erano iscritte al campionato minore. Ma perché si possa asserire con certezza quanto indicato, si dovrà attendere la giornata di domani, salvo sorprese.


Nessuna incertezza riguarda invece il periodo in cui verrà celebrato il primo processo: entro fine maggio si procederà con il rito abbreviato. Come più volte ribadito, entro fine mese l'ufficio della procura federale dovrebbe poi ricevere gli atti da Bari e Napoli, dove sono tuttora in fase di svolgimento le indagini su quanto attiene agli due filoni delle inchieste sul calcioscommesse. Poi, il procuratore preparerà i provvedimenti che condurranno a un secondo processo presumibilmente dopo gli Europei.

lunedì 7 maggio 2012

Calcioscommesse: anche Bari-Chievo nel mirino della Procura di Bari. Abete: "Domani deferimenti"

Bari-Sampdoria, Cesena-Bari e Bari-Chievo. Tre partite falsate, il cui risultato sarebbe stato alterato in seguito a reiterate pressioni e minacce da parte di tre ultrà biancorossi che avrebbero minacciato alcuni giocatori del Bari per incassare vincite derivanti, appunto, da puntate dirottate.

La Procura di Bari, che segue il filone pugliene dell'inchiesta calcioscommesse, avrebbe acquisito informazioni in tale direzione: gli accertamenti dei carabinieri a carico di questi tre presunti tifosi si sono sostanzalmente conclusi. Ora sta alla magistatura valutare il reato da contestare a questi assidui frequentatori della curva e di tesserati baresi.

Altra notizia che trapela e che viene riportata dall'agenzia di stampa ANSA investe prepotentemente Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce già inserito nelle indagini dopo la ricostruzione effettuata da Andrea Masiello - ex giocatore del Bari e sospeso dall'Atalanta -. I suoi conti correnti sarebbe in corso accertamenti anche bancari da parte dei carabinieri.

Già domani, 8 maggio, saranno ufficializzati i deferimenti da parte della procura federale di quel troncone d'inchiesta che fa riferimento a Cremona. Entro metà maggio, come affermato oggi dal presidente Giancarlo Abete alla presentazione del Comitato Etico della Lega Pro: "avremo sul tavolo gli esiti dell'inchiesta della procura di Bari e faremo le nostre valutazioni". Verosimilmente, secondo il programma di Stefano Palazzi e i suoi, dopo l'Europeo si celebrerà un secondo processo.

Serie A: l'ultima giornata di campionato, orari aggiornati

Con la vittoria dello Scudetto 2011-2012 alla Juventus, ecco che anche il calendario si ridisegna per l'ultima giornata, quella che chiude il campionato di Serie A. Come ha reso la Lega Calcio in un comunicato ufficiale diffuso nel pomeriggio, si disputeranno tutte le gare in programma domenica 13 maggio.


38esima
Domenica 13 maggio ore 15 
JUVENTUS – ATALANTA
Domenica 13 maggio ore 15
MILAN-NOVARA
Domenica 13 maggio ore 18 CESENA-ROMA

Domenica 13 maggio ore 18 PARMA-BOLOGNA

Domenica 13 maggio ore 20.45 CATANIA-UDINESE

Domenica 13 maggio ore 20.45 CHIEVO-LECCE

Domenica 13 maggio ore 20.45 FIORENTINA-CAGLIARI

Domenica 13 maggio ore 20.45 GENOA-PALERMO

Domenica 13 maggio ore 20.45
LAZIO-INTER
Domenica 13 maggio ore 20.45
NAPOLI-SIENA

Juve Campione: perché è e rimarrà lo Scudetto di Conte



Fosse stato l'allenatore di un'altra squadra, lo avrebbero tacciato di arroganza. Di un certo difensivismo linguistico nel tutelare il suo sistema, la storia della società. Della Juventus degli Agnelli. Invece Antonio Conte, l'ex capitano che ha giocato quel 5 maggio 2002, a 10 anni e un giorno di distanza riscopre l'identità di quell'orgoglio gobbo a cui il presidente che che segna il ritorno del cognome Agnelli, Andrea (definito giovin signore dal numero uno della squadra che ha collaborato alla conquista del titolo) si è appellato senza riuscire a ritrovarne le componenti radicali


Quella fatica, quell'umiltà, quella convinzione a cui la catechizzazione contiana ha educato i suoi, come abbiamo osservato poco tempo addietro nel cerchio magico costruito attorno allla sua figura caricato di una componente simbolica di una potenza epica. Nonostante fosse un allenamento qualunque. Nonostante fossimo a Vinovo. 


Perché Conte è lo juventino per antonomasia, pur risultando eccezionale. Ma non uno Special One, Uno Speciale. No, di grazia. Perché Conte ha studiato, si è preparato ma non ha persaso della sua riconversione. E' stato rifiutato. Quando toccò scegliere tra lui e Ciro Ferrara, che all'epoca ricopriva una funzione dirigenziale, si optò per il discepolo di Marcello Lippi. E conosciamo l'esito nefasto di quella scelta di cui il tecnico dell'Under 21 è responsabile solo in parte. 


Ha allenato così squadre non di pregio: è stato a Bari. E ha fatto bene. E' passato per Bergamo, ma non ha mai trovato intesa con la società e soprattutto con i tifosi dell'Atalanta. A Siena ha lasciato un ricordo ottimo e la Lady, Valentina Mezzaroma non spende che parole di elogio nei suoi riguardi per competenza e spessore umano.


La Juventus Campione d'Italia vanta 30 Scudetti perché a sedere su quella panchina c'è Antonio Conte. Un salentino che ha sempre l'insoddisfazione a muoverlo. Un orgoglio riflesso che si alimenta della voglia di riscatto dopo quella tarda primavera di facili entusiami e il disegno di un perfetto ritorno che lo ha visto capitano della squadra che ora guida da tecnico. 


Questo è il suo titolo perché ha scelto gli uomini, indicando gli inserimenti corretti da apportare alla rosa costruita da Marotta e Paratici. E' suo, questo tricolore, perché ha saputo adattarsi pur negando alcun revisione tattica respingendo allusioni, presunte tensioni e incertezze proteggendo con uno schermo pressoché invalicabile il suo ambiente. Dove ha imposto le sue leggi, forse come nessuno era riuscito a fare prima di lui. E dopo l'onta di Calciopoli. Perché a Trieste pur nell'amarezza dell'addio ad Alessandro Del Piero si è ribadito sul campo la pronuncia di una sentenza - quella di Napoli - che ha aperto, escludendo la responsabilità oggettiva della società, un nuovo ciclo. Che inizia stasera, sotto il cielo di una città di confine, Trieste.