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venerdì 20 aprile 2012

Calcioscommesse: la procura federale prepara i deferimenti? Rosati da Palazzi il 23 aprile


Qualunque sia l'epilogo a cui condurrà l'inchiesta calcioscommesse, sul versante sportivo, lo scenario atteso sarà di totale annichilimento. Di quel sistema calcio fondato su risultati, punteggi, classifiche. Fittizie, falsate, truccate le partite, altrettanto le promozioni e le retrocessioni se quanto delineato dai pentiti (Doni, Gervasoni e Masiello per citare i nomi noti) fosse riscontrato e se le società coinvolte si rivelassero nel numero indicato dalle diverse inchieste. D'altronde se le indagini condotte dal procuratore Stefano Palazzi coadiuvato dall'ufficio indagini della FIGC richiedono un aggiornamento pressoché quotidiano del calendario delle audizioni, non vi sono più dubbi sui deferimenti. E' solo questione di tempo, visto lo slittamento in avanti delle date degli interrogatori. A rischiare sono 4-5 società che non scanseranno il codice né le conseguenze a livello europeo che potrebbero culminare nell'impossibilità di gareggiare nelle Coppe.
LA GIORNATA - Dopo Stefano Mauri e Cristian Brocchi, gli investigatori della procura federale hanno convocato a Roma Marco Rossi e Daniele Corvia. Lazio-Genoa e Lecce-Lazio le partite di fine campionato che sarebbero state combinate e oggetto delle convocazioni odierne. 
L'audizione del genoano Rossi si è protratta per circa due ore e mezzo, ma "solo per colpa mia - ha spiegato Alessandro Vaccaro, legale del calciatore - perchè abbiamo parlato di questioni forensi. Rossi è stato chiamato in quanto capitano del Genoa, per riferire le proprie impressioni sulla partita giocata il 14 maggio 2011 contro la Lazio. La discussione sulla gara si è esaurita in poco tempo, alla fine è stato stilato un verbale di appena una pagina e mezzo". È durato invece due ore l'interrogatorio di Corvia, "totalmente estraneo al calcioscommesse", secondo l'avvocato Massimo Ciardullo. "È andata bene - ha spiegato l'attaccante del Lecce - sono tranquillo". "Abbiamo chiarito le contestazioni che ci sono state mosse - ha precisato l'avvocato Ciardullo - sulle solite partite: tra queste c'è anche Lecce-Lazio del 22 maggio 2011, ma non il derby con il Bari. Domande sull'eventuale coinvolgimento delle dirigenze? Nessuna".
Ascoltato anche Vittorio Micolucci, che ha risposto per circa tre ore senza concludere. L'ex giocatore dell'Ascoli, fermato per un 14 mesi dalla giustizia sportiva dopo le ammissioni della scorsa estate sul calcioscommesse, verrà sentito domani mattina negli uffici della Procura federale per completare la propria deposizione, la seconda in pochi mesi.
"Micolucci è uno dei principali collaboratori sul calcioscommesse - ha dichiarato l'avvocato del calciatore Daniela Pigotti - e anche stavolta ha fornito particolari e dettagli su quanto dichiarato da Gervasoni e da altri tesserati (presumibilmente il centrocampista dell'Ascoli Alessandro Pederzoli, ndr)". Nel pomeriggiosentiti anche gli ex calciatori dell'Ancona Filippo Cristante e Andrea De Falco sulla partita Ancona-Mantova 2-2 del 30 maggio 2010, l'ex giocatore del Grosseto Thomas Hervè Job Iyock e l'ex dirigente del Piacenza Franco De Falcio per la presunta combine della gara Albinoleffe-Piacenza 3-3 del 20 dicembre 2010. 

Ma oggi è stato anche il giorno dell'arrivo a Roma dello sloveno Dino Lalic, uno degli uomini del gruppo degli zingari, e sarà presto interrogato dai magistrati di Cremona. Un passo ulteriore verso quelle ordinanze di custodia cautelare annunciate?

CALENDARIO AUDIZIONI AGGIORNATO

20 aprile 
Alessandro Zamperini (ex calciatore Lettonia), Antonio Bellavista (ex calciatore);

23 aprile 
Antonio Rosati (calciatore Napoli);

26 aprile
Massimo Taibi (direttore sportivo), Massimo Melucci (calciatore Piacenza), Fabrizio Garilli (presidente Piacenza), Daniele Vantaggiato (calciatore Bologna), Maurizio Sarri (ex tecnico Sorrento), Vincenzo Santoruvo (calciatore Frosinone), Nicola Mora (calciatore Spezia Calcio), Marco Esposito (calciatore Pisa), Lorenzo Sibilano (tecnico Taranto), Giuseppe Cannella (direttore sportivo), Umberto Cazzola (calciatore Alma J. Fano), Federico Cossato (ex calciatore), Alberto Comazzi (ex calciatore), Nicola Ferrari (calciatore Hellas Verona), Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Michele Anaclerio (calciatore Benevento), Armando Perna (calciatore Modena), Juri Tamburini (calciatore Pergocrema), Alessandro Sbaffo (calciatore Ascoli), Giuseppe Vives (calciatore Torino), Daniele Cacia (calciatore Padova), Sergio Volpi (tecnico Piacenza).

mercoledì 18 aprile 2012

Calcioscommesse: nuove audizioni in programma, convocato anche Mezzaroma


Se la procura di Cremona, come a più riprese e da più fonti annunciato, sarebbe nella condizione di emettere nuove ordinanze di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta Last Bet o calcioscommesse - come più vi aggrada - entro la fine del mese, quella federale non è da meno.  

In questa giornata densa di avvenimenti di rilevanza calcistica e non solo (vedi la cessione della Ducati) la procura della FIGC guidata da Stefano Palazzi ha provveduto a diramare un nuovo calendario delle audizioni includendovi il nome del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, il quale si presenterà davanti al procuratore il 26 aprile prossimo dopo essere stato indicato da Carlo Gervasoni.

Accuse di estrema gravità relativamente a Modena-Siena e sdegnosamente smentite con un comunicato ufficiale da parte del presidente della società toscana. Episodio su cui la procura federale approfondirà nella sede opportuna. 

Ma altri nomi eccellenti compaiono nella lista stesa da Palazzi e dai suoi uomini in Federcalcio. Giocatori di primo piano che hanno giocato nel massimo campionato e in quello cadetto chiamati a rispondere tra il 19 e il 26 aprile prossimo, stando alle convocazioni. 

19 aprile
Daniele Corvia (calciatore Lecce), Filippo Cristante (calciatore Portogruaro Summaga), Andrea De Falco (calciatore Bari), Franco De Falco (dirigente Reggiana), Thomas Hervè Job Iyock (calciatore Cittadella), Marco Rossi (calciatore Genoa), Vittorio Micolucci (ex calciatore Ascoli); 


20 aprile 
Alessandro Zamperini (ex calciatore Lettonia), Antonio Bellavista (ex calciatore), Antonio Rosati (calciatore Napoli); 


26 aprile 
Massimo Taibi (direttore sportivo), Massimo Melucci (calciatore Piacenza), Fabrizio Garilli (presidente Piacenza), Daniele Vantaggiato (calciatore Bologna), Maurizio Sarri (ex tecnico Sorrento), Vincenzo Santoruvo (calciatore Frosinone), Nicola Mora (calciatore Spezia Calcio), Marco Esposito (calciatore Pisa), Lorenzo Sibilano (tecnico Taranto), Giuseppe Cannella (direttore sportivo), Umberto Cazzola (calciatore Alma J. Fano), Federico Cossato (ex calciatore), Alberto Comazzi (ex calciatore), Nicola Ferrari (calciatore Hellas Verona), Massimo Mezzaroma (presidente Siena), Michele Anaclerio (calciatore Benevento), Armando Perna (calciatore Modena), Juri Tamburini (calciatore Pergocrema), Alessandro Sbaffo (calciatore Ascoli), Giuseppe Vives (calciatore Torino), Daniele Cacia (calciatore Padova), Sergio Volpi (tecnico Piacenza).

Calcioscommesse: Gianello getta altro fango, Grava e Cannavaro a rischio. Presto nuovi indagati a Cremona



E' uno scenario apocalittico quello del calcio nostrano: paesaggi spettrali spogliati da quel dolore (autentico o fittizio) per la morte inspiegabile e ingiusta di un giocatore di 25 anni, Piermario Morosini, in cui alle ragioni umane si rinuncia volentieri per uno spezzatino che ben si concilia con le esigenze televisive. Va così, tra il sistema che scende a compromessi con la leggerezza dell'opportunità e l'enucleazione più morbosa e fastidiosa di quanto continua a emergere dalla diverse inchieste sul Calcioscommesse. Per uno strano incrocio, fatto di atti, indagati e verbali questa mattina pareva dominante nelle cronache la questione Gianello e di Napoli. Stasera è più di Cremona che si dovrebbe parlare.


Una guerra tra procure? Nulla di più remoto, vista la penetrazione indistinta del malaffare in ogni serie e a livello ai limiti del dilettantismo. Banalmente, la giornata si è aperta con il recupero di una storia nota in parte e che vede coinvolto Matteo Gianello, ex portiere del Napoli personaggio di primo piano nell'inchiesta della magistratura napoletana, da parte della Gazzetta dello Sport che ha pubblicato i contenuti di un interrogatorio che vide l'ex estremo difensore azzurro. Gianello avrebbe ammesso davanti agli inquirenti che anche alcuni compagni, Paolo Cannavaro e Grava nello spogliatoio furono messi al corrente della sua intenzione di modificare l'andamento della gara. La partita era quel Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, che si concluse 1-0.




Una combine. Nel lungo interrogatorio al quale è stato sottoposto l'allora portiere di riserva della formazione napoletana, indagato dalla Procura del capoluogo campano insieme ai fratelli Michele e Federico Cossato e a Silvio Giusti (tutti ex calciatori), è emerso che altri giocatori erano al corrente del tentativo di truccare l'incontro. Si rifiutarono, ma non denunciarono agli organi deputati di essere stati contattati nel tentativo di alterare l'esito di quella partita decisiva in chiave Champions League. Ora rischiano per omessa denuncia, come il Napoli: la società verrebbe investita in virtù della responsabilità oggettiva.


La Procura federale chiederà gli atti e procederà nei confronti dei due giocatori secondo quanto indica il Codice di Giustizia Sportiva: per Cannavaro e Grava le conseguenze potrebbero essere significative, mentre il Napoli non dovrebbe rischiare molto. 


L'avvocato di Gianello, Vincenzo Siniscalchi tiene a precisare che non si tratta di novità in senso proprio: “La notizia emersa stamani sulla Gazzetta dello Sport è molto vecchia e riguarda l’interrogatorio di Gianello che a suo tempo era secretato e che non ha avuto fino a questo momento nessuna conseguenza. L’indagine è ancora in corso, non è stata chiusa ma Gianello non è più stato convocato né per riscontri, né per fare confronti. Non credo ci siano motivi di preoccupazione sia a livello penale e sia per ciò che concerne la giustizia sportiva. Per avere degli sviluppi, una circostanza del genere, dovrebbe avere conseguenza almeno sul piano della giustizia sportiva”.


L'agenzia di stampa ANSA, in serata batte poi una notizia decisamente più interessante della stessa di nuove partite sospette indicate oggi da Filippo Carobbio alle 20.38. Secondo il contenuto di questo dispaccio il registro degli indagati della procura di Cremona è destinato ad arricchirsi di nomi nuovi, precisamnete quelli fatti da Carlo Gervasoni dopo quell'interrogatorio del 12 marzo scorso che ha segnato il prosieguo delle indagini anche sul versante della giustizia sportiva.

Procura federale che ha apportato qualche variazione al calendario: il ds Massimo Taibi verrà sentito il 26 aprile, il rinvio a data da destinarsi per la deposizione del calciatore del Torino Giuseppe Vives e l'anticipo delle audizioni dell'atalantino Ciro Polito (domani) e del leccese Daniele Corvia (spostata a giovedi' 19). Rinviate quelle relative a Antonio Benfenati e a Federico e Michele Cossato.

lunedì 16 aprile 2012

Serie A: in campo il 24 e 25 aprile per recuperare la 33° giornata

Prendete il calendario della Serie A, depennate anticipi e posticipi. Anzi, cancellate la vostra griglia Excel (perché è così che lo ordinate, vero?) e riscrivete queste ultime giornate. Anche la 34° giornata di Serie A, dopo la tragica fine di Piermario Morosini e il rinvio della 33° di campionato, subisce delle ulteriori variazioni. Oltre ai già previsti Chievo-Udinese e Novara-Napoli si giocano anche altri due anticipi: Parma-Cagliari e Catania-Atalanta. La 33° giornata prevede invece due anticipi martedì 24 alle 18.30, un match mercoledì 25 alle 12.30, 5 partite alle 15 e le sole sfide di Juve e Milan alle 18. 
Tutto da rifare.


34ª GIORNATA 
Sabato 21 
ore 18: Chievo-Udinese
Parma-Cagliari
ore 20.45: Napoli-Novara
Catania-Atalanta
Domenica 22 
ore 12.30: Fiorentina-Inter
ore 15: Cesena-Palermo
Genoa-Siena
Lazio-Lecce
Milan-Bologna
ore 20.45: Juventus-Roma
33ª GIORNATA 
martedì 24 
ore 18.30: Atalanta-Chievo
Cagliari-Catania (a Trieste)
mercoledì 25 
ore 12.30: Novara-Lazio
ore 15: Lecce-Napoli
Palermo-Parma
Roma-Fiorentina
Siena-Bologna
Udinese-Inter
ore 18: Cesena-Juventus
Milan-Genoa

Morte Petrini, nel dio pallone: scommesse, debiti e doping

Assemblare fatti e documentarne la solidità con libri, testimonianze, atti e processi. Per uno strano incrocio, Carlo Petrini è nato nella Monticiano di Lucianone Moggi a cui dedica l'ultimo libro per cui gli era stata promessa una querela ancora prima della pubblicazione. Di procedimenti, verità supposte e da provare vantava un'esperienza pluriennale Petrini, da quando aveva deciso di intraprendere una guerra sintomatica dell'esigenza di un impegno civile contro doping e quel sistema calcio che non si chiude certo oggi, con la sua morte a 64 anni.

Era un attaccante, Petrini. Da giocatore ha vestito la maglia della Roma e del Milan di Nereo Rocco, con cui vinse una Coppa dei Campioni (1968-1969), e del Torino che vinse la Coppa Italia. Ma è stato anche attaccante del Verona, del Cesena, del Bologna solo per citarne alcune di quelle società che lo tesserarono. Nel fango dei dio pallone, contaminato, sudicio, marcio in cui Petrini ricopriva un ruolo. D'altronde non esitsono innocenti, ma solo dievrsi gradi di responsabilità. Come ci insegna quel suo primo libro-documento testimonianza di una conversione, di un impegno civile che lo aveva indotto a strisciare fuori dall'artificialità del calcioscommesse e di quella bonaria squalifica di tre anni e sei mesi amnistiata dopo la vittoria dell'Italia al Mondiale del 1982.

Una revisione seguita anche alle vicende personali: imprese personali rivelatesi fallimentari, usurai non pagati, debiti ingigantiti. Per sfuggire ai creditori, decise di lasciare l'Italia per la Francia cercando di scivolare nell'anonimato.

Interruppe i rapporti con chiunque, anche con la famiglia. Nel 1995, suo figlio Diego, vittima di un tumore al cervello, chiese di lui. Ma Petrini non rientrò neanche dopo l'appello del ragazzo spirato a 19 anni nel disinteresse del padre e della società in cui giocava da due anni, la Sampdoria.

Personaggio chiaroscurale, trasfigurato di quella necessità così frequente nella società dei consumi di investire di un ruolo semplice, chiaro un nuovo eroe, un ex giocatore convertito da denaro, investimenti e legami discutibili in una figurina da album Panini



L'espiazione si è rivelato un percorso, nell'altra vita di Petrini quella segnata dal rientro in patria nel 1998 e dalla sua attività di scrittore: Nel fango del dio pallone (Edizioni Kaos) non va ridotto al genere dell'autobiografia per allettare la morbosità di un pubblico alla ricerca del voyerismo gossipparo. E' lo spaccato di un calcio marcio, malato in cui al connivenza e la prossimità con la disponibilità alla discussione di ogni regola etica, morale che ci viene restituita da inchieste giudiziarie. 

L'intento di sollevare l'attenzione dell'opinione pubblica su cose di calcio di dubbia veridicità sottintese ne Il calciatore suicidato ricalcano questo impegno. A scrivere di Donato Denis Bergamini e della sua morte (su cui recentemente la procura di Castrovillari ha aperto un nuovo fascicolo) non furono in molti allora, non lo sono oggi.

La malattia è riuscita dove neanche l'innaturale dramma di suo figlio è riuscito: il deterioramento fisico, secondo alcuni medici da correlare all'assunzione spudorata di farmaci dopanti che avrebbero contribuito all'esplosione di malattie in giocatori professionisti tra gli anni '60 e '70, ne aveva plasmato la personalità e proiettato in un contesto di evidente denuncia civile di un sistema corrotto dalla commistione di interessi, malavita e ambizione. Una rete di cui anche Petrini ha fatto parte, con la particolarità che mai ha negato di averne preso parte.

sabato 14 aprile 2012

Piermario Morosini, morte di un giocatore


Non spenderò che frasi volte a raccogliere il mio vissuto, senza filtrare riflessioni e osservazioni, appellandomi a quella distanza che consente di comprendere i fatti e di saperli riportare aderenti al vero. Venticinque anni per un'esistenza non sono abbastanza per capire che ci appaga, che cosa ci irrita, chi vogliamo ci accompagni. Per Piermario Morosini che si accascia sul campo dello stadio Adriatico, venticinque anni sono pari al risultati della sottrazione tra giorni passati e quelli venturi. Una interruzione atroce, ingiusta, grottesca per le vicende personali e per quella vettura della polizia municipale che ha bloccato l'ingresso allo stadio Adriatico di Pescara. 

Tre, quattro minuti di ritardo. E la constatazione - amara, ridicola - che a impedire l'ingresso fosse una vettura della polizia municipale, come documentano le immagini e le riprese audiovisive.

Un carabiniere ha sfondato il finestrino di quella macchina che ostruiva il passaggio, impedendo il transito per la via di accesso principale alla struttura e al campo, dove nel frattempo il massaggiatore del Pescara e il dottor Paloscia stavano praticando il massaggio cardiaco al centrocampista del Livorno, in arresto. Una automobile in dotazione alla polizia municipale. Spostata a braccio dai vigili del fuoco. 

Una vettura evidentemente chiusa, davanti alla principale via d'accesso e di fuga dell'impianto sportivo. Indagine interna e approfondimenti della magistratura chiariranno perché quell'auto fosse lì. Non è questione da poco, non lo è affatto. E se il sindaco Luigi Albore Mascia ha risposto solo in serata i presupposti per ritenere scellerata quella circostanza sono legittimi. 

Quella vettura dei vigili urbani lasciata in sosta lì denota un "atteggiamento superficiale", dice il sindaco dopo le 21 per poi aggiungere "chi ha sbagliato pagherà, saranno adottati provvedimenti sulla base della relazione d'indagine". E così sia. 

Attendo l'esito delle indagini: dei 14 vigili in servizio nessuno si è presentato per spostare in tempi ragionevoli quell'auto. Ripeto: una vettura della municipale. Ripeto: un segno di profonda, drammatica inciviltà.





Rossi crack e addio a Euro2012. E se Prandelli chiamasse Del Piero?



Giuseppe Rossi, passaporto italiano e svaghi americani, rimane uno di quegli attaccanti da decifrare. In cerca di una seconda occasione per convincerti della sua qualità, delle sue qualità tecniche e della sua visione di gioco e importi l'onere di stendere un panegirico celebrativo per celebrarne la bellezza, l'eccezionalità. Chi per lui ha deciso che non è tempo di consacrazioni da 3000 caratteri rimandando ancora il suo rientro in campo. Niente Europei. Peccato, davvero. 


Il 26 ottobre scorso la rottura del legamento crociato anteriore, dopo un impagabile incontro del Villarreal con il Real Mou, oggi di nuovo un infortunio al ginocchio. Di nuovo un intervento chirurgico. Di nuovo fermo per almeno 6 mesi.

 "E' stato un colpo bruttissimo per l'atleta e l'uomo, gli voglio un bene dell'anima - ha detto Enrico Castellacci, il medico della Nazionale italana -. L'ho sentito al telefono ed era addoloratissimo, si aspettava di rientrare e magari di avere una speranza per gli Europei. Ora credo che tornerà negli Stati Uniti. L'avevo sentito due giorni fa e mi aveva detto 'prof sono a posto'. Eravamo felici di sentirlo così, e probabilmente sarei andato a vederlo per sincerarmi delle sue condizioni. Di intervento ai crociati ne faccio centinaia all'anno, lui dice che è stato un trauma banale, le cause possono essere tante ma non mi sembra il caso di parlarne finché non saprò nel dettaglio, il dramma del ragazzo rimane. Dovrà sottoporsi a un altro intervento e attendere i fatidici 6 mesi per tornare a giocare".

Antonio Cassano, invece è rientrato in campo dopo l'operazione al cuore e il rischio di chiudere con il calcio agonistico. "Notizia splendida perché le condizioni di Antonio ci avevano preoccupato - ha aggiunto Castellacci -. Anche in questo caso starà al mister decidere, la soddisfazione è comunque quella di rivedere in campo un ragazzo per il quale sembrava a rischio il proseguimento della carriera". Un'apertura lieta, quasi. Ma è più ottimismo che altro. Forse sarebbe da valutare l'esperienza di numeri 10 dalla carriera consolidata. Discussi quanto basta per vantare una certa abitudine all'esposizione mediatica e alla pressione. Uno alla Del Piero, tanto per fare un esempio.