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venerdì 13 aprile 2012

Calcioscommesse, Mauri da Palazzi: "Sono sereno"



Come annunciato dalla Procura, Stefano Mauri è stato ascoltato questa mattina a Roma. Tre ore di interrogatorio per restituire la sua verità dopo le affermazioni rilasciate ai magistrati di Cremona da Carlo Gervasoni. "Sono sereno e tranquillo, ma non posso parlare per il codice di giustizia sportiva. L'interrogatorio è durato tanto perché ci sono state molte domande, ma i tifosi laziali possano stare tranquillissimi", ha detto il giocatore biancoceleste subito dopo l'interrogatorio. 


"Confidiamo in una rapida definizione della vicenda", ha detto anche Matteo Melandri, uno dei legali del giocatore. "Il colloquio si è svolto serenamente, crediamo nell'archiviazione", aggiunge evidenziando che "l'estraneità del giocatore è assoluta".


Mauri era arrivato in procura poco prima delle 9.30 di questa mattina. Pochi minuti dopo il suo ingresso, nella sede di via Po, anche l'ex calciatore di Piacenza e Cremonese Carlo Gervasoni. I due non si sono incrociati per pochi minuti. Il calciatore biancoceleste è chiamato a difendersi proprio dalle accuse di Gervasoni legate alle presunte combine delle partite Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, nella scorsa stagione di Serie A. 


Torniamo ai contenuti di quell'interrogatorio che risale al 12 marzo scorso. Secondo l'ex giocatore del Piacenza, lo slavo Amir Gegic avrebbe investito 400 mila euro su Lecce-Lazio del 22 maggio. uesti soldi servivano per sistemare la partita. Mauri sarebbe stato chiamato dentro la combine da Gervasoni, che lo individua come il "contatto" - grazie alla mediazione dell'ex calciatore Zamperini, indagato - per arrivare alla squadra biancoceleste e manipolare il risultato della partita. 



Il pentito del Calcioscommesse è stato convocato, formalmente, dal pool del Procuratore Stefano Palazzi a confermare le dichiarazioni rilasciate nell'interrogatorio del 12 marzo scorso, desecretato dalla Procura. 


Oggi gli "007" della squadra guidata da Palazzi ascolteranno anche l'altro giocatore della Lazio Cristian Brocchi ("Sono molto tranquillo" ha detto al suo arrivo). In calendario anche le audizioni di Conteh (ex calciatore Cremonese), Bertani (Sampdoria) e Shala (ex calciatore).


La soccietà presieduta da Claudio Lotito, investita da queste accuse, ha respinto alcun addebito e ha difeso i singoli: "Siamo vicini ai nostri calciatori, Mauri e Brocchi non hanno commesso alcun illecito", ha riferito l'avvocato della Lazio Gian Michele Gentile, presente negli uffici della Procura federale per questioni diverse dall'inchiesta sul calcioscommesse, mentre è in corso l'interrogatorio di Mauri


"Questa vicenda sta turbando l'ambiente e la serenità della squadra - ha aggiunto Gentile - In ogni caso Mauri è serenissimo e caricatissimo, una persona con sensi di colpa non potrebbe avere questo rendimento sul campo". Gentile ha poi parlato dei tempi stretti della giustizia sportiva: "Leggo che si vuole chiudere l'indagine in tempi brevi e fare il processo prima dell'estate ma l'importante è che sia un processo serio". Il legale biancoceleste parla poi anche della responsabilità oggettiva: "Revisione della responsabilità oggettiva? Non credo. La giustizia sportiva si basa sulla responsabilità oggettiva, dubito si possa arrivare a qualcosa. Quello che invece si può vedere è come si possono applicare i criteri della giustizia sportiva. Se un calciatore rema contro la società è mai possibile che ne risponda la società, che è parte offesa?".



Brocchi deve invece chiarire la presunta conoscenza con lo stesso Zamperini. Ieri negli uffici della procura Federale si sono presentati Milanetto e Dainelli che avrebbero tratto personali benefici da quel match del 15 maggio. È meglio che non parli altrimenti potrei dire cose sconvenienti, comunque i tifosi non devono dubitare di me", è stato il laconico commento di Cristian Brocchi dopo l'audizione. "Abbiamo definitivamente chiarito la nostra posizione rispetto a questa vicenda, siamo molto sereni perché abbiamo dato la nostra versione rispetto a molte cose che si sono lette sui giornali in questi giorni - ha spiegato il legale del giocatore, Dania Manti -. Cristian è molto soddisfatto, ci teneva tantissimo a chiarire la situazione, perché è un ragazzo dedito allo sport, ama il calcio, è una figura specchiata, icona per la gioventù e desiderava dimostrare la sua innocenza ed estraneità ai fatti".

Calcioscommesse: Gervasoni accusa Siena, Reggina e AlbinoLeffe



Se la verità ricostruita con una certa artificialità da parte di Cristiano Doni induce a interrogarsi su quanto asserito dalle ricostruzioni processuali che lo hanno visto imputato in precedenza, prima che questa nuova stagione del Calcioscommesse lo investissero del ruolo - non voluto - di pentito quella di Carlo Gervasoni inquieta per il livello di penetrazione del fenomeno. Un presidente - quello del Siena, l'imprenditore Massimo Mezzaroma, che paga due giocatori per falsare il risultato di un incontro. Altri due, vedi Foti e Andreoletti rispettivamente legati a Reggina e AlbinoLeffe scivolati nel fango delle combine. Un arbitro, Roberto Bagalini, possibilista. Con un fatto altrettanto interessante dal punto di vista giudiziario: una foto che ritrae il laziale Stefano Mauri con il capo del gruppo degli slavi. Partite che si aggiungono alle già citate dal pentito per antonomasia, ormai.


Da quel giocatore che si presenta con occhiali da sole e uno stile citazionista nell'abbigliamento curato. La Procura di Cremona - pronta a far scattare le manette stando ai ripetuti annunci di una parte dell'informazione - smista e verifica queste notizie che pervengono adesso numerose ai magistrati incaricati. Ieri, riporta Bianconi sul Corriere, il pm Roberto Di Martino ha ascoltato Vinko Saka che ha riferito al magistrato di Cremona di
"Ancona-Grosseto del 30-4-2010, con 18 giocatori su 22 corrotti".
Sconvolgente. Una proporzione che non assolve alcun calciatore di quelli in campo, fosse riscontrata l'effettiva congruenza delle affermazioni di Gervasoni con i fatti. Sussisterebbero solo diversi gradi di responsabilità. Altra notizia, fornita agli inquirenti dal pentito il cui verbale di interrogatorio è stato desecretato, riguarda poi il presidente della società toscana che ha respinto ogni coinvolgimento in una nota apparsa sul sito ufficiale bianconero.
"Il presidente Massimo Mezzaroma replica così alle notizie di agenzia relative alla partita Modena-Siena dello scorso campionato: “Sono esterrefatto da una tale notizia e nego sdegnosamente qualsiasi tipo di coinvolgimento del club e mio personale. Fino a questo momento avevamo scelto di non commentare i vari passaggi dell’inchiesta per il doveroso rispetto nei confronti degli organi inquirenti, verso i quali nutriamo la massima fiducia, e per non rincorrere il quotidiano chiacchiericcio alimentato da pseudo notizie di fonti difficilmente credibili. Ma di fronte a una falsità di tale portata, che coinvolge direttamente anche la mia persona, non posso esimermi dallo smentire nella maniera più assoluta certe affermazioni”.


Riferimenti specifici li fa, Gervasoni, anche su Lillo Foti e Gianfranco Andreoletti su Reggina-AlbinoLeffe. L'ex di Piacenza, Bari, Cremonese, AlbinoLeffe appunto riporta di un direttore di gara possibilista che sarebbe stato però solo sondato. Indicazioni misurate, pregnanti che non mancheranno di costituire argomento nell'interrogatorio odierno a cui sono stati sottoposti dalla procura federale (che ha già acquisito l'interrogatorio) due giocatori della Lazio, Stefano Mauri e Cristian Brocchi.


Mauri sarebbe stato immortalato con il capo degli zingari in una fotografia. Ma a destare le maggiori preoccupazioni, anche in seno alla società biancoceleste, sono Lazio-Genoa e Lecce-Lazio su cui i sospetti di accordi che avrebbero alterato gli incontri vengono accreditati da più affermazioni in questo interrogatorio. 


Nulla di rassicurante, dopo l'individuazione da parte della Procura di Bari del secondo emissario del Lecce nei contatti con Andrea Masiello in un avvocato salentino. Anzi, questi ulteriori elementi andrebbero a rinforzare il quadro delineato dalle procure coinvolte di un sistema marcio. Viziato. Fallimentare se come pare dalle indiscrezioni riguardanti la procura federale e i deferimenti in preparazione, sarebbero investite da quest'onta ben undici società. 

giovedì 12 aprile 2012

Venditti, Marione e il dossieraggio su Baldini


La peculiarità, in questa vicenda così romana e così capitolina, risiede nell'irruzione del nome di uno di quei personaggi buono per tutte le stagioni, le occasioni e le cerimonie in questo intreccio di Roma, pallone, massoneria e nomi clou della buona borghesia dei terrazzi e delle serate all'ombra del Colosseo. A Il Giornale risulta, infatti, che nella vicenda sgradevole quanto ambigua del dossieraggio ai danni di Franco Baldini, direttore generale della Roma del progetto, sia coinvolto anche Antonello Venditti, cantautore e romanista (non è l'uno senza l'altro) che avrebbe ricoperto un ruolo chiave nella questione. Precisamente:
"Stando a quanto trapelato dalle indagni l'Antonello omissato col «bip» sarebbe, giust'appunto, Antonello Venditti. Che a Marione avrebbe raccontato nei dettagli di un suo incontro con Baldini (e forse Baldissoni) in un hotel del centro, nel quale l'uno o l'altro si sarebbero lamentati di come Corsi (s)parlava della Roma e di loro due in particolare".
In questa sorta di complotto confezionato a uso e consumo delle telecamere de Le Iene di personaggi eccellenti ne abbondano fin troppi. E se dietro a queste congetture arzigogolate quanto affascinanti - al pari di una sceneggiatura alla Alfred Hitchcock - sarebbe prevalente la tesi del complotto che imputerebbe addirittura a Luciano Moggi (il nemico di Baldini anche sul piano processuale) una qualche presunta responsabilità, nel clou del racconto spunterebbe anche il nome dell'autore di 'Notte prima degli esami'.

Venditti sarebbe stato però omissato dai discorsi contenuti nel video girato dalla iena Paolo Calabresi all'insaputa di uno dei due speaker radiofonici e dall'ex giornalista Roberto Renga coinvolto in questa storia di brogli e brogliacci, tutti indagati dalla Procura di Roma.
Alla vigilia dell'ultimo derby, Calabresi viene avvicinato da un giornalista ormai in pensione, Renga, già "firma" di Paese Sera e Il Messaggero. L'uomo dice di avere documenti in grado di devastare l'immagine pubblica e privata di Franco Baldini, direttore generale della Roma, e di Mauro Baldissoni, avvocato  membro del cda. Si tratta di "trascrizioni di sms" - e mostra due fogliacci compilati a mano libera da chi sa chi - che dimostrerebbero che i due sono massoni (come indicherebbe un umoristico anagramma, "tfa", triplice fraterno abbraccio) e che il nuovo gruppo dirigente fa "la cresta" sul calciomercato.
La "Iena" sospetta il falso, registra di nascosto la conversazione. Il nastro finisce alla Digos, che ascolta come testimoni Baldini, Baldissoni e il ds Walter Sabatini. Nella stangata accerta rapidamente l'indagine con pedinamenti e testimonianze - il giornalista non sarebbe il solo da indagare. Suo figlio Francesco e un paio di voci delle radio libere: Giuseppe Lo Monaco e Mario Corsi, detto "Marione". Un tipo con un passato neofascista che, da anni, usa il microfono come un randello. Ora sono tutti indagati per diffamazione. Mentre la Digos va a casa Renga, dove ha recuperato le prove del falso.

Una di quelle appendici da scartare, da buttar via che pure hanno il loro seguito. La Procura indaga, il programma ha mandato in onda quei filmati che documentano i fatti. Venditti non commenta. Non ha aggiungere altro, evidentemente la magistratura da sola basta. Anche se la conclusione è ancora lontana.

Calcioscommesse: interrogato Parisi, verbale secretato

Verbale secretato. Su disposizione del pubblico ministero Ciro Angelillis. E un altro ragazzo di quel Bari che viene ascoltato. L'ex difensore della squadra pugliese, Alessandro Parisi, ora al Torino (allenato proprio dal tecnico ex Bari Giampiero Ventura), è stato interrogato per tre ore e mezzo dai carabinieri come indagato nell'ambito dell'indagine Calcioscommesse. 


L'audizione si è svolta nella caserma dei carabinieri Bari Centro, dove ha sede il locale reparto operativo dell'Arma. Parisi, difeso dai legali Piero Nacci Manara e Paolo Rodella, avrebbe risposto a tutte le domande che gli sono state rivolte, specifica l'agenzia di stampa ANSA

mercoledì 11 aprile 2012

Calcioscommesse: Masiello e il secondo emissario





Andrea Masiello e le parole. Quelle messe a verbale. Quelle pronunciate dopo quell'autogol assurdo durante Bari-Lecce che abbiamo rivisto fotogramma per fotogramma. Quelle affermazioni sicure, ferme durante l'interrogatorio di garanzia e quello a cui è stato sottoposto dal procuratore Antonio Laudati e dal sostituto Ciro Angelillis nel pomeriggio in cui ha riconosciuto, come trapelato e riportato da agenzie di stampa e quotidiani, due emissari. Due uomini indicati dall'ex difensore del Bari e dell'Atalanta in maniera inequivocabile. Da una fotografia. Un primo interlocutore individuato anche grazie al riconoscimento di uno dei pentiti di questa oscena inchiesta, a cui si aggiunge un secondo interlocutore, un avvocato di Lecce.


La Procura di Bari - che con quelle di Cremona e Napoli indaga - ha identificato quell'uomo che consegnò materialmente a Masiello e a Gianni Carella l'acconto da 50.000 euro della somma pattuita. Di quei 230.000 euro complessivi. Il riconoscimento del presunto secondo Mister X sarebbe stata fatta dal giocatore. Durante quell'incontro all'hotel Tiziano di Lecce il 22 agosto 2011 erano presenti in quattro. Masiello, Carella, Carlo Quarta, indagato, e il quarto uomo. Personaggi investiti di una funzione che sarebbe stata loro attribuita dalla famiglia Semeraro che in un comunicato ufficiale, diffuso dal sito ufficiale del Lecce, con cui il patron prende le distanze dall'intera vicenda. Concetto che è poi stato ribadito senza perifrasi o ambiguità linguistiche.


Le sollecitazioni secondo quanto trapela in merito alle dichiarazioni di Masiello sarebbero state fate a Gianni Carella da un suo amico leccese che gli avrebbe consegnato un assegno da 300.000 euro. Non poco. Carella avrebbe fatto una proposta quindi al giocatore dopo un allenamento per poi insistere, di nuovo, in un albergo - il Vittoria - una seconda volta dietro richiesta di questo presunto 'amico'.


Fu ancora lui, secondo quanto ricostruisce La Repubblica, la prima persona che i tre baresi incontrarono proprio a Lecce il 22 agosto: un uomo che chiese poi di non incassare l'assegno e che avrebbe chiamato un uomo vicino a un esponente della dirigenza della società salentina. Costui avrebbe raggiunto il gruppo al Tiziano, consegnando loro circa 200.000 euro che custodiva in una valigetta. Quel signore sarebbe, a detta degli indagati, Carlo Quarta a sua volta indagato per frode sportiva. 


Un quadro che getta su questo esponente leccese ombre non da poco, considerata la sua militanza politica agli albori (era in lista per le amministrative) e quella combine che avrebbe inorridito per modalità e centralità nel passato campionato su cui i sospetti si moltiplicano preoccupantemente. E non solo per le ammissioni di pressioni da parte degli ultrà dei giocatori di quel Bari e per le denunce di esponenti di un un calcio sano - meritevole nella sua onestà ovvia - come Simone Farina e Fabio Pisacane. Sospetti che, da quanto asserito da Enrico Mentana e più parti, dovrebbero tradursi in ulteriori arresti. Su mandato della Procura di Cremona, stavolta. 

mercoledì 4 aprile 2012

Amanda Beard: nuoto, bulimia e lamette nella sua biografia





Te la vedi lì, bellissima mentre si muove nell'acqua armoniosa, contratta. Tanto quanto nelle pose plastiche, patinate e artificiali dei servizi di Sports Illustrated e Playboy che poco hanno a che spartire con Harold, il suo orsacchiotto piazzato ad Atlanta in ogni foto celebrative di quelle Olimpiadi dorate. Il suo libro non è la biografia che ti aspetti, ma un dramma ben scritto almeno nelle anticipazioni girate alla stampa. Perché Amanda Beard, la bella divenuta la sexy ranista o il conturbante ritratto di femminilità nei servizi da copertina ha convissuto con un dolore profondo, espresso nei disturbi alimentari, la bulimia, nelle droghe. Addirittura nell'autolesionismo.


In acqua non si possono vedere le lacrime è il titolo scelto per questa vita di trentenne splendida e realizzata, da invitare agli spettacoli di prima serata o da propinare per non concedersi in tempi di crisi il lusso di svegliarsi dal sogno americano dei fumetti, dei classici della letteratura e dallo star system più finto. Invece, Amanda era una adolescente fragile, sofferente per la separazione dei genitori che ha dedicato al nuoto la sua vita. Per essere la migliore. Essere amata e idolatrata.






Fingendo che ciò appagasse quel vuoto interiore. "Non sono mai stata completamente felice", scrive Amanda che in carriera ha vinto di tutto tra cui sette medaglie olimpiche. Il dolore per la separazione dei genitori e il conforto trovato in acqua "dove non ero costretta a parlare con nessuno, ma solo a nuotare. Per anni l'acqua è stato il mio rifugio, poi è diventata la mia prigione".
La voglia di primeggiare, di essere la migliore dentro e fuori la piscina. "Volevo essere non solo una grande nuotatrice, ma anche bella, magra, perfetta" scrive Amanda che ad Atene 2004 è stata eletta la più avvenente in quell'edizione dei Giochi.
"Tutti volevano essermi amici, pensavano che io fossi la loro perfezione. Mi sentii obbligata a non deluderli". La fase peggiore rimane quella vissuta tra droghe, bulimia e, il peggio, coltello e rasoio su gambe e braccia."Volevo sentire qualcosa. Ma tenevo tutto segreto. Se avessero saputo chi ero davvero, non mi avrebbero più amato". Allora, credeva si potesse tener chiuso il dolore. Quello che, per dirsi in via di elaborazione, ha avvertito la necessità di descrivere.




martedì 3 aprile 2012

Champions: Barcellona in semifinale, il Milan perde anche Pato


Pato e quel male oscuro che non ha nome e che interrompe le sue partite. Quella del Camp Nou dura la bellezza di 13 minuti. L'ennesimo infortunio muscolare del brasiliano, appena rientrato dagli Stati Uniti, Atlanta affidato alle cure del chiropratico specializzato in problemi neurologici e di postura. Neanche il tempo di auspicare il recupero del Papero che si assiste al suo ennesimo infortunio. 

Scontro di gioco? Contrasto? Nulla di simile. Siamo di fronte all'evolversi di quel genere noto anche come Mistero Pato. Il brasiliano si tocca dietro alla coscia, in corrispondenza del flessore sinistro. E chiede il cambio.

Allegri soffre di un eccesso di ottimismo da sale della vita, forse per inserire Patuzzo contro Il Barcellona. Sarà, ma infortunarsi così getta ancora ombre sull'operato di Milan Lab. Almeno quando si tratta di Pato.