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mercoledì 6 giugno 2012

Inter, Moratti e Tavaroli: ancora Calciopoli

Quando ho letto, nell'afosa controra milanese, che Giuliano Tavaroli durante la sua deposizione presso l'aula bunker della Corte d'Assise (il riepilogo qui) aveva sommato nella medesima frase Moratti, Facchetti, Inter ho ricostruito una sequenza in accelerazione di eventi collaterali scaturiti.
"L'operazione Ladroni mi venne commissionata dall'Inter nella persona di Moratti, poi la feci con Facchetti". 
E' riemersa quell'estate del 2006 e l'epilogo parso nella sua incisività risultante di una giustizia ancora non piena, sommaria. Quello che semplicisticamente è stato il primo Calciopoli


E' riemersa la cautela con cui venne trattato quel vertice alla Saras menzionato da Tavaroli - responsabile della security in Telecom Italia all'epoca dei fatti - in merito all'attività di dossieraggio che sarebbe stata effettuata ai danni dell'arbitro De Sanctis.


E' riemerso il contenuto della relazione del procuratore generale della FIGC, Stefano Palazzi, che ha riscontrato l'illecito sportivo e per l'Inter e per il presidente di allora, Giacinto Facchetti relativamente alle intercettazioni emerse durante il processo di Napoli. Reato caduto in prescrizione. Prescrezione a cui la società non intende rinunciare.


E' riemerso quel passaggio lucido nella sentenza dell'8 novembre 2011 che ha sancito condanne eccellenti (come quelle di Moggi, Bergamo e Pairetto) e l'estraneità della Juventus, che investe nuovamente l'Inter e la necessità da parte della magistratura di lasciare che i fatti vengano ricostruiti per restituire l'esatto quadro del sistema.


Ecco, mi attendo che questi nuovi elementi indicati da Tavaroli in qualità di testimone, oggi, vengano vagliati e non con la frettolosità che abbiamo conosciuto in precedenza. Che siano effettuati i riscontri in maniera autonoma, indipendente. Senza trascinarci oltre il dovuto.



lunedì 4 giugno 2012

Calcioscommesse: le proposte di Laudati, gli arresti domiciliari di Mauri e Milanetto




Ho creduto che avrei dovuto riflettere più nello specifico sulle proposte del procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, che ha sostenuto con la consueta incisività che gli deriva da una forma mentis strutturata dal diritto e da una coscienza civile rara.


Ho creduto che l'abolizione della responsabilità oggettiva per le società investite anche dalla volgarità del calcioscommesse avrebbe destato in me interrogativi degni di approfondimento. Di risposte. Di studio volto a sostenere un'opinione.


Poi, in serata, le agenzie ribattono la notizia che per Stefano Mauri e Omar Milanetto il gip di Cremona, Guido Salvini, ha concesso gli arresti domiciliari anche se la sua versione è ritenuta 'scarsamente plausibile'. 


Nega Mauri le combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, sostenendo di avere puntato solo sul basket. Pratica non vietata che avrebbe insospettito il magistrato. Per Milanetto, il gip ha spiegato che sul derby "Genoa-Sampdoria, pur non oggetto di contestazione, e sul ruolo in tale contesto di Milanetto e di altri giocatori, si sono allungate pesanti ombre". 


Domiciliari per Gritti, obbligo di firma per Tisci. Ruopolo ha ammesso la sua partecipazione. E la restituzione dei soldi perché non era stato raggiunto l'over concordato. 


Ecco, la conclusione è che adesso, di domande, me ne faccio più sui contenuti degli interrogatori che sui possibili miglioramenti di legge. 





sabato 2 giugno 2012

Buffon, l'informativa e i Rolex in cassaforte



Un grande Paese non dovrebbe celebrare la gogna mediatica di un giocatore. Un grande quotidiano non necessita di una informativa sul portiere della Nazionale e campione d'Italia con la Juventus, ennesima prova di fuga di notizia dalle procure italiane, perché ne sia riconosciuta l'autorevolezza. Due giorni e più di titoli e contenuti accusatori riconducibili alle sole prassi di uno Stato di Polizia - o peggio, se possibile - in cui gli allegati sono pubblicati quando serve, relegando il diritto a una informazione verificata e oggettiva a una dimensione trascurabile. Un argomento futile e banale. Quel take di agenzia dell'ANSA, battuto sul finire di una serata trascinata da vicende risalenti al 2006 o alle indicazioni di Santoni, ordina le cose già in parte delineate nelle conclusioni della stessa informativa:

Secondo Agipronews dall'Ufficio scommesse dei Monopoli si sottolinea come "non si hanno informative circa comportamenti scorretti da parte del bookmaker e del titolare del punto vendita, ivi compresi quelli relativi all'antiriciclaggio, che obbliga il gestore al riconoscimento del giocatore che scommetta o incassi vincite per cifre superiori a mille euro". In sostanza, se si volessero approfondire i dati registrati dal punto vendita, questi ultimi sarebbero a disposizione degli inquirenti per l'identificazione degli scommettitori. 

Il corner Lottomatica inoltre, secondo le analisi svolte a piazza Mastai, risulta specializzato nell'accettazione delle scommesse sugli sport minori, in particolare basket, hockey su ghiaccio e tennis. "E' in ogni caso apprezzabile - aggiungono all'Ufficio scommesse di Aams - che magistratura e forze dell'ordine si dedichino al controllo della rete legale delle scommesse, laddove ogni puntata "sospetta" viene registrata e, eventualmente, segnalata alle federazioni e agli organi inquirenti. Non riscontriamo però analoga attenzione verso punti vendita non autorizzati massicciamente presenti sul territorio italiano e la cui attività è finita anche nel mirino di recenti trasmissioni televisive. Senza entrare in questioni etiche, è altamente apprezzabile il fatto che venga utilizzato il canale distributivo autorizzato, riconoscendone l'importanza del processo regolatorio a tutela dei giocatori, dell'Erario e delle società, italiane ed estere, che vogliono operare nel rispetto delle stringenti regole, da sportivi che amano divertirsi su sport o manifestazioni che non sono quelli per i quali indossano la maglia in campo", conclude l'agenzia.
Per inciso, in Italia, non è consentito scommettere a calciatori su partite di campionati italiani ed esteri della loro disciplina il che non esclude che ciò sia plausibile su altri sport. Buffon non è indagato. Buffon non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. Le ragioni sono in quello stesso allegato dove si riporta della vicenda dei Rolex acquistati dal capitano azzurro, come spiega egli stesso dopo l'amichevole disputatasi ieri sera, Italia-Russia. Sul piano formale non vi sono i presupposti per alcuna azione nei suoi riguardi ai sensi di questa informativa. 


Ma la pubblicazione di questi dettagli strettamente personali e sottoposti al vaglio della magistratura, a distanza di qualche ora appena dall'esplicitazione di una serie di considerazioni in conferenza stampa sulle modalità di procedere nell'inchiesta calcioscommesse, è preoccupante al pari di questo calcio malato (e lo spiego qui) nello stato agonizzante della democrazia nostrana. Far uscire carte a comando non è sintomatico di capacità professionale, a mio personalissimo avviso. Soprattutto se con tempi e spazi sospetti.


Un grande Paese non si riconosce in principi che scardinano lo Stato di Diritto. Non deve. E il giornalismo esasperato delle procure non è che un sintomo ulteriore della sclerotizzante gara a primati inconsistenti. L'attentato di Brindisi, il 2 giugno, il caso Buffon o Avetrana non sono - nella moda del sensazionalismo spiccio - che la ripetizione di uno schema consueto e praticato che contribuisce alla regressione politica e sociale di questo Paese, tanto quanto le veline provenienti dagli uffici delle procure.


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venerdì 1 giugno 2012

La severità di Palazzi, i dubbi della FIGC


Ricapitoliamo. Stefano Palazzi, procuratore della FIGC, al termine della sua requisitoria all'udienza del primo dei due processi in calendario in questa estate di calcioscommesse avanza le richieste della procura federale. Non è conciliante. Cinque anni di squalifica più preclusione in continuazione per Mario Cassano, Nicola Santoni, Luigi Sartor e Alessandro Zamperini, responsabili, secondo gli elementi raccolti dall'ufficio della procura, di aver costituito un'associazione finalizzata alla commissione di illeciti, violando così l'articolo 9 del Codice di giustizia sportiva.

Con lo stesso capo d'accusa erano stati deferiti anche Cristian Bertani - la cui posizione è stata stralciata perché l'attaccante della Sampdoria è stato arrestato lunedì scorso nell'ambito dell'inchiesta "New Last Bet" della Procura di Cremona -, Cristiano Doni e Filippo Carobbio, che invece hanno patteggiato rispettivamente 24 e 20 mesi di squalifica.

Per l'Albinoleffe 27 punti di penalizzazione e 90mila euro di ammenda, per l'Ancona 10 punti, per l'Avesa (club, iscritto alla LND, di calcio a 5 in cui milita Cossato) 1 punto e 200 euro di ammenda, per il Pescara 2 punti, per l'Empoli 1 punto, per il Monza 6 punti, per il Novara 6 punti e 50 mila euro di ammenda, per il Padova 2 punti, per il Piacenza 19 punti + 70 mila euro di ammenda, per il Ravenna 1 punto, per la Reggina 6 punti (di cui 5 per responsabilità oggettiva per l'operato di Rosati + 1 per responsabilità presunta per attività posta in essere da Tamburini).

Per Monza e Novara secondo Palazzi vi è un problema da sottoporre alla Commissione Disciplinare poiché le gare in cui è contestato l'illecito riguardano la Coppa Italia e quindi la concorrente sanzione (ulteriore) dovrebbe essere l'esclusione dal torneo per la prossima stagione. Per le società deferite per il tesseramento di Bertani sussiste una responsabilità oggettiva indiretta e quindi Sampdoria e Siena dovranno pagare 50 mila euro e lo Spezia 30 mila euro.

All'approccio severo di Palazzi, espressione di un corpo della Federazione, propenso a una pulizia sommaria di un calcio malato che censura de facto e consente de iure si abbina un risvolto che ci saremmo evitati: la contrapposizione ai patteggiamenti decisi ieri della stessa Federazione. 

L'impugnazione delle sentenze emesse dalla Disciplinare nel processo sportivo sul calcioscommesse "è una facoltà attribuita dal codice di giustizia sportiva al presidente federale". Una facoltà che secondo il presidente Giancarlo Abete eserciti il potere di impugnazione che gli viene attribuito "in via teorica e regolamentare" dallo statuto, dopo le prime sentenze emesse ieri nel processo sportivo di primo grado in corso a Roma. La Federcalcio che ricorre contro se stessa. 

Cesare Prandelli che appellandosi a un rivedibile sistema di etica applicata si immola rendendo disponibile la nazionale all'autoesclusione dagli Europei

Gianluigi Buffon, reo di altro, ma non ancora indagato per scommesse illegali che viene segnalato in una informativa alla procura in merito a una vicenda di assegni e milioni di euro versati a un tabaccaio titolare anche di una ricevitoria. 


Giancarlo Abete che potrebbe valutare l'ipotesi di impugnare le decisioni assunte dalla Disciplinare presieduta da Sergio Artico, nella giornata di apertura.


Troppe incertezze, troppi dualismi.


giovedì 31 maggio 2012

Buffon, calcioscommesse e presunzione di innocenza


Metti che il portiere della Nazionale italiana, sublimazione del modello difensivista, palesi la propria indignazione, testimone involontario di una perquisizione durante il ritiro a Coverciano con telecamere e inviati presenti dalle 6 del mattino conclusasi con sequestro di beni personali e l'esclusione di un compagno. Non uno sfigatello, come ha sentenziato con una faciloneria confinante con l'ingenuità il c.t. Cesare Prandelli.


Metti che sia Gianluigi Buffon, non solo il migliore nel suo ruolo ma il giocatore che indossa la maglia numero uno della Juventus. Di Antonio Conte. Di Leonardo Bonucci. Entrambi iscritti nel registro degli indagati a Cremona con la differenza che per quest'ultimo la procura di competenza sia Bari.


Metti che Buffon davanti ai soliti nomi al seguito della rappresentativa nostrana abbia palesato l'insofferenza verso un sistema espressione di una versione anche rivedibile dello Stato di Polizia ai tempi del post berlusconismo


Metti che abbia sottolineato che certe notizie, informative ad esempio, trovino spazio prima sui giornali e dunque accoglienza presso redazioni piuttosto che essere prima notificate a chi di competenza. 


Metti che abbia evidenziato che la vera vergogna è questa. Che atti, informative, ipotesi accusatorie, sensazioni (ricorrendo all'espressione utilizzata dal pm di Cremona Roberto di Martino l'estate scorsa) circolino senza cura alcuna tra addetti all'informazione con puntualità, senza che ciò implichi la necessaria veridicità degli stessi, la loro indiscutibile fondatezza.


Calciopoli con la sentenza dell'8 novembre 2011 ci ha ricordato che l'Italia dalle stucchevoli moltiplicazioni normative cela un paese senza memoria che preferisce omettere quando è conveniente, pur fondandosi su una cultura giuridica evoluta. Non sulla necessità di accontentare in un colosseo virtuale le voglie delle folle alla ricerca di virtuosismi circensi.


Buffon con altri colleghi (Maresca, Chimenti, Iuliano) già nel 2006 fu coinvolto in un procedimento in merito a presunte scommesse illegali da parte della procura federale. Stefano Palazzi, il procuratore federale che oggi ha aperto il primo dei processi sportivi di questa nuova stagione di calcioscommesse, allora decise di non procedere contro il portiere archiviando la sua posizione (cito Repubblica non a caso, dopo le pubblicazioni odierne). 


Uno dei fondamenti del diritto penale e della procedura è la presunzione di innocenza sino a condanna definitiva. Andrebbe ricordato anche questo, prima di giungere a facili conclusioni. Servite magari con tutte le cure del caso grazie alle ormai a quelle, puntuali, veline. 

Calcioscommesse: Conte, Gervasoni e Carobbio. #carobbiohadetto




Innocentisti e colpevolisti, giustizialisti e garantisti, monarchici e repubblicani, doroteismo e sinistra sociale, socialisti e comunisti, riformisti e massimalisti. L'Italia delle semplificazioni, delle generalizzazioni, si esercita in questi dualismi per arrivare alla pancia dell'ascoltatore o del lettore educato oramai al solo zapping mentale, all'informazione dei titoli e poco meno. Non è esentato da questa tendenza il calcioscommesse scritto. Compreso quello delle ordinanze tradotte, come se si potesse attribuire l'assoluta certezza - già in questa fase - un aggettivo, una valenza. E nonostante non lo azzardi chi l'ha stesa, questa elencazione di fatti, testimonianze, intercettazioni per ben 488 pagine. Non lo affermi, insomma, il gip Guido Salvini che questa ordinanza l'ha firmata. 


Quanto asserito con così tanta sicurezza da Carlo Gervasoni e da Filippo Carobbio, i pentiti ritenuti attendibili anche dal procuratore federale Stefano Palazzi, deve ancora essere dimostrato nelle sedi opportune, vedi tribunale. La versione dell'ex giocatore del Siena in merito alla presunta combine con il Novara diverge completamente da quella fornita da Cristian Bertani. Diverge da quanto riferito da altri giocatori del club toscano, in primis Coppola che di quella formazione è stato portiere. La questione è introdotta con cautela:

Il ruolo delle società NOVARA e SIENA nella combine delle rispettive compagini calcistiche dello campionato di serie B 2010-2011. Il possibile ruolo di Antonio CONTE - attualmente allenatore della JUVENTUS Calcio, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA calcio – e dei dirigenti sportivi del SIENA PERINETTI e FAGGIANO.
NOVARA - SIENA - La prima partita incriminata di cui si riporta la versione di Carobbio è Novara-Siena. "“..In NOVARA – SIENA del 30 aprile 2011, ci fu un accordo per far finire la gara in parità, in effetti ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara; lo stesso allenatore, Antonio CONTE, ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio; non sono certo di chi per primo si accordò, comunque DRASCEK venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con VITIELLO; credo che quello sia stato il primo contatto, ma poi l’accordo è stato comunicato a tutti, visto che, come precisato, se ne parlò anche durante la riunione tecnica con l’allenatore; ricordo che, oltre a parlarne con l’intera squadra durante la riunione tecnica, ne parlai, singolarmente al campo, con BERTANI e GHELLER del
Novara, prima della partita. Dalle dichiarazioni rese emergerebbe un altrettanto inquietante caso di pianificazione della combine sportiva tra due società di primo livello del campionato di serie B dello scorso anno(entrambe militano attualmente in serie A), al quale evidentemente avrebbero aderito tutte le componenti del sodalizio senese, (calciatori e dirigenti), d’intesa con l’altra società. Di più, risulterebbe il coinvolgimento, ma è tutto da verificare e non in questa sede, di Antonio CONTE, già importante giocatore della massima serie, all’epoca dei fatti allenatore del SIENA". 
"…omissis…
ADR: alla riunione tecnica partecipavano l’allenatore, il vice allenatore, il preparatore dei portieri ed il collaboratore tecnico. 
ADR: è evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente, ricordo, peraltro, nel caso di specie, di averne anche parlato con Daniele FAGIANO (ndr. Direttore Sportivo del SIENA) che è un dirigente, braccio destro di PERINETTI (ndr. Giorgio PERINETTI, Direttore Generale della formazione toscana)".
La partecipazione alla combine sportiva dell’intero staff tecnico societario senese viene ribadita da CAROBBIO in occasione della partita ALBINOLEFFE-SIENA (terminata 1-0), la cui
pianificazione sarebbe iniziata addirittura al termine della gara di andata, a riprova di un
“attitudine”, oramai consolidata in taluni ambienti calcistici, a ritenere “normale” l’adesione di accordi di tal fatta".


MODENA - SIENA - Ma la lucidità espositiva che viene riconosciuta a Gervasoni e la dovizia di particolari mancano, quando si riferisce della vicenda che vede coinvolti il Siena e i giocatori del Modena che sarebbero stati coinvolti in una combine. 
"GEGIC mi riferi di avere appreso da un suo amico del Kazakistan che il presidente del Siena diede dei soldi ai giocatori del Modena TAMBURINI e PERNA, per vincere l’incontro Modena – Siena, terminato 0 a 1. L’incontro è stato il 26 febbraio 2011". Di elementi ulteriori, niente. Solo una manipolazione riferita. 


SIENA - ALBINOLEFFE - La connivenza sarebbe poi evidente anche da altre partite manipolate nel risultato: "Al termine della gara SIENA – ALBINOLEFFE dell’8 gennaio 2011, l’allenatore in seconda, STELLINI chiese a me e TERZI di contattare qualcuno dell’Albinoleffe per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse avuto maggiormente bisogno. Ne parlai con GARLINI, un senatore dell’Albinoleffe e TERZI parlò con BOMBARDINI, entrambi 55 mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara ALBINOLEFFE – SIENA del 29 maggio 2011, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park Hotel di Stezzano (BG), dove vennero Luigi SALA, Dario PASSONI e Mirko POLONI, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’Albinoleffe, che si incontrarono con me, Nando COPPOLA ed un altro calciatore che ora non ricordo e, in quell’occasione, ci accordammo di concedere i punti all’Albinoleffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai Play Out, ma chiedemmo di limitare la vittoria ad un solo goal di scarto, possibilmente 1-0, sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori su risultati troppo eclatanti; preciso che in settimana si parlò molto in società tra calciatori, allenatore e società, dell’accordo raggiunto con l’Albinoleffe, in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio “primo posto” (qualora l’Atalanta non avesse vinto), poi alla fine fummo tutti d’accordo, squadra ed allenatore, di lasciare il risultato all’Albinoleffe".

domenica 27 maggio 2012

Quello che Buffon (indirettamente) rivela sul Calcioscommesse



Il presunto imbarazzo a cui sarebbero stati sottoposti i puristi, investiti dalle affermazioni di Gianluigi Buffon portiere della Nazionale e della Juventus, rischia di azionare quel meccanismo di distrazione di massa dai contenuti - più che preoccupanti, drammatici - sullo stato in cui versa il sistema.
Sono affari loro. Alcune volte, se qualcuno ci pensa bene, cosa devi fare? In alcuni casi si dice: meglio due feriti che un morto. È chiaro che le squadre le partite se le giocano e sarà sempre così. Penso che ogni tanto anche qualche conto è giustificato farlo.
Oliviero Beha con Andrea Di Carlo aveva elaborato un libro-inchiesta sconcertante, che anticipò alla sua prima edizione quanto ritroviamo in atti. Nella sua ultima edizione, 'Il calcio alla sbarra', si aggiorna. Postille obbligatorie. Perché i fenomeni che avevano destato così tanta indignazione all'epoca dell'uscita del volume (come di altri legati al calcio, sul campo e di Palazzo) non sono certo estinti del tutto.

Temo, però, che questo impennarsi di dichiarazioni di circostanza distraggano da quanto si deve sottolineare. Che le partite vengano combinate è un sospetto, più di un dubbio per alcuni, che attraversa addetti ai lavori che potrebbero tacere in merito, nonostante il codice di giustizia sportiva sanzioni in caso di omessa denuncia. Se ad asserire, in modo indiretto, che di incontri manipolati ve ne siano è il numero due dell'Associazione Nazionale Calciatori, sindacato dei giocatori, la diffusione della negoziazione dei risultati risulta quasi ovvia.


Le partite si farebbero negli spogliatoi. O addirittura in campo, come ci ricordano alcuni passaggi dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Cremona, Guido Salvini, e dei verbali che riportano le verità dei collaboratori e pubblicati in questi ultimi mesi.

No, non ho paura prima di tutto perché lo conosco; secondariamente perché conosco il calcio; terzo perché ho già sentito che moltissimi giocatori del Siena hanno dato delle versioni completamente diverse da quelle accusatorie; quarto perché per chi conosce il calcio e vive il calcio, nella propria testa può avere già in mente cosa possa essere accaduto e cosa accade in certe situazioni, che sicuramente non è nulla di negativo o nulla che possa far pensare alla malavita o a qualcosa del genere.
Antonio Conte, il fautore di questa Juventus dal bel gioco e dall'aggressività vincente, risponderà a Stefano Palazzi presto.Intanto, ha firmato il rinnovo fino al 2015. Non ha paura, la società non teme le conseguenze delle accuse formulate da Filippo Carobbio che mutano lo scenario dal punto di vista disciplinare. Buffon ha ribadito la propria serenità. E, da uomo di calcio, non nega quella malattia. Partirei da questo, più che analizzare il perché discuterne così adesso.