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martedì 8 maggio 2012

Calcioscommesse, Palazzi firma: deferiti 22 società e 61 tesserati



Stefano Palazzi non abbandonerà la procura federale (ma di questo tema se ne parlerà a suo tempo e in uno spazio dedicato) senza aver chiuso la sua personale partita con quelle trecento pagine e più in cui si raccolgono le prove, le testimonianze, le note e, soprattutto, i riscontri degli ultimi due mesi di attività nell'ambito del filone cremonese. Dell'inchiesta Last Bet, dell'inchiesta sul calcioscommesse.


Che avrebbe firmato i provvedimenti in questo martedì, era noto. D'altronde per rispettare un calendario così denso, Palazzi non poteva e non voleva procrastinare oltre: 111 i tesserati ascoltati, 22 le società e 61 le persone fisiche deferite di cui 52 giocatori a cui le notifiche giungeranno nella giornata di domani. Sarà poi la Figc a rendere noto il contenuto del provvedimento.


Le partite su cui si è concentrata l'attività della procura federale e da cui sono scaturiti i deferimenti ammontano a 33 incontri: corrisponderebbero a 29 partite di serie B in diverse stagioni, 2 di Tim Cup, 2 Coppa Italia di Lega Pro della stagione 2010-2011. Tra i tesserati deferiti, ci sarebbero anche dirigenti e allenatori. 


In questa fase dovrebbero rientrare anche i match che interessano Novara e Atalanta, che all'epoca dei fatti erano iscritte al campionato minore. Ma perché si possa asserire con certezza quanto indicato, si dovrà attendere la giornata di domani, salvo sorprese.


Nessuna incertezza riguarda invece il periodo in cui verrà celebrato il primo processo: entro fine maggio si procederà con il rito abbreviato. Come più volte ribadito, entro fine mese l'ufficio della procura federale dovrebbe poi ricevere gli atti da Bari e Napoli, dove sono tuttora in fase di svolgimento le indagini su quanto attiene agli due filoni delle inchieste sul calcioscommesse. Poi, il procuratore preparerà i provvedimenti che condurranno a un secondo processo presumibilmente dopo gli Europei.

lunedì 7 maggio 2012

Calcioscommesse: anche Bari-Chievo nel mirino della Procura di Bari. Abete: "Domani deferimenti"

Bari-Sampdoria, Cesena-Bari e Bari-Chievo. Tre partite falsate, il cui risultato sarebbe stato alterato in seguito a reiterate pressioni e minacce da parte di tre ultrà biancorossi che avrebbero minacciato alcuni giocatori del Bari per incassare vincite derivanti, appunto, da puntate dirottate.

La Procura di Bari, che segue il filone pugliene dell'inchiesta calcioscommesse, avrebbe acquisito informazioni in tale direzione: gli accertamenti dei carabinieri a carico di questi tre presunti tifosi si sono sostanzalmente conclusi. Ora sta alla magistatura valutare il reato da contestare a questi assidui frequentatori della curva e di tesserati baresi.

Altra notizia che trapela e che viene riportata dall'agenzia di stampa ANSA investe prepotentemente Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce già inserito nelle indagini dopo la ricostruzione effettuata da Andrea Masiello - ex giocatore del Bari e sospeso dall'Atalanta -. I suoi conti correnti sarebbe in corso accertamenti anche bancari da parte dei carabinieri.

Già domani, 8 maggio, saranno ufficializzati i deferimenti da parte della procura federale di quel troncone d'inchiesta che fa riferimento a Cremona. Entro metà maggio, come affermato oggi dal presidente Giancarlo Abete alla presentazione del Comitato Etico della Lega Pro: "avremo sul tavolo gli esiti dell'inchiesta della procura di Bari e faremo le nostre valutazioni". Verosimilmente, secondo il programma di Stefano Palazzi e i suoi, dopo l'Europeo si celebrerà un secondo processo.

Serie A: l'ultima giornata di campionato, orari aggiornati

Con la vittoria dello Scudetto 2011-2012 alla Juventus, ecco che anche il calendario si ridisegna per l'ultima giornata, quella che chiude il campionato di Serie A. Come ha reso la Lega Calcio in un comunicato ufficiale diffuso nel pomeriggio, si disputeranno tutte le gare in programma domenica 13 maggio.


38esima
Domenica 13 maggio ore 15 
JUVENTUS – ATALANTA
Domenica 13 maggio ore 15
MILAN-NOVARA
Domenica 13 maggio ore 18 CESENA-ROMA

Domenica 13 maggio ore 18 PARMA-BOLOGNA

Domenica 13 maggio ore 20.45 CATANIA-UDINESE

Domenica 13 maggio ore 20.45 CHIEVO-LECCE

Domenica 13 maggio ore 20.45 FIORENTINA-CAGLIARI

Domenica 13 maggio ore 20.45 GENOA-PALERMO

Domenica 13 maggio ore 20.45
LAZIO-INTER
Domenica 13 maggio ore 20.45
NAPOLI-SIENA

Juve Campione: perché è e rimarrà lo Scudetto di Conte



Fosse stato l'allenatore di un'altra squadra, lo avrebbero tacciato di arroganza. Di un certo difensivismo linguistico nel tutelare il suo sistema, la storia della società. Della Juventus degli Agnelli. Invece Antonio Conte, l'ex capitano che ha giocato quel 5 maggio 2002, a 10 anni e un giorno di distanza riscopre l'identità di quell'orgoglio gobbo a cui il presidente che che segna il ritorno del cognome Agnelli, Andrea (definito giovin signore dal numero uno della squadra che ha collaborato alla conquista del titolo) si è appellato senza riuscire a ritrovarne le componenti radicali


Quella fatica, quell'umiltà, quella convinzione a cui la catechizzazione contiana ha educato i suoi, come abbiamo osservato poco tempo addietro nel cerchio magico costruito attorno allla sua figura caricato di una componente simbolica di una potenza epica. Nonostante fosse un allenamento qualunque. Nonostante fossimo a Vinovo. 


Perché Conte è lo juventino per antonomasia, pur risultando eccezionale. Ma non uno Special One, Uno Speciale. No, di grazia. Perché Conte ha studiato, si è preparato ma non ha persaso della sua riconversione. E' stato rifiutato. Quando toccò scegliere tra lui e Ciro Ferrara, che all'epoca ricopriva una funzione dirigenziale, si optò per il discepolo di Marcello Lippi. E conosciamo l'esito nefasto di quella scelta di cui il tecnico dell'Under 21 è responsabile solo in parte. 


Ha allenato così squadre non di pregio: è stato a Bari. E ha fatto bene. E' passato per Bergamo, ma non ha mai trovato intesa con la società e soprattutto con i tifosi dell'Atalanta. A Siena ha lasciato un ricordo ottimo e la Lady, Valentina Mezzaroma non spende che parole di elogio nei suoi riguardi per competenza e spessore umano.


La Juventus Campione d'Italia vanta 30 Scudetti perché a sedere su quella panchina c'è Antonio Conte. Un salentino che ha sempre l'insoddisfazione a muoverlo. Un orgoglio riflesso che si alimenta della voglia di riscatto dopo quella tarda primavera di facili entusiami e il disegno di un perfetto ritorno che lo ha visto capitano della squadra che ora guida da tecnico. 


Questo è il suo titolo perché ha scelto gli uomini, indicando gli inserimenti corretti da apportare alla rosa costruita da Marotta e Paratici. E' suo, questo tricolore, perché ha saputo adattarsi pur negando alcun revisione tattica respingendo allusioni, presunte tensioni e incertezze proteggendo con uno schermo pressoché invalicabile il suo ambiente. Dove ha imposto le sue leggi, forse come nessuno era riuscito a fare prima di lui. E dopo l'onta di Calciopoli. Perché a Trieste pur nell'amarezza dell'addio ad Alessandro Del Piero si è ribadito sul campo la pronuncia di una sentenza - quella di Napoli - che ha aperto, escludendo la responsabilità oggettiva della società, un nuovo ciclo. Che inizia stasera, sotto il cielo di una città di confine, Trieste.

sabato 5 maggio 2012

Calcioscommesse, l'analisi di Laudati e i limiti del sistema

C'è un tempo per l'analisi, c'è un tempo per le riforme. Uno per l'ordine e uno per la giustizia. Di proposte per una riforma della magistratura, in toto, si discorre praticamente dal varo della Carta Costituzionale. Da quando, già durante l'Assemblea Costituente (e ancora prima in seno ai ricostituiti nuclei partitici) si valutarono soluzioni differenti in materia di potere giurisdizionale.

La vicenda calcioscommesse che squarcia così profondamente quel velo di Maya utile a quanti desideravano trascurare le modalità di trarre profitto dall'industria del calcio (e del divertimento in generale) occorre a delineare come sia non solo ramificato il fenomeno (che vanta precedenti di livello), ma quanto sia complessa la macchina della giustizia messa in atto. Complessi (e anacronistici) i rapporti tra gli organi investiti e come si possa apportare maggiore incisività anche con migliorie normative. Perché il diritto deve vantare un'attinenza sociale.

L'intervista del procuratore Antonio Laudati a Sky Sport24 suggerisce degli spunti di riflessione sulle perversioni tutte italiane legate all'evolversi delle scommesse, alla proporzioni ridicole di quelle legali rispetto al sommerso e di come ancora sia complesso il passaggio di notizie e atti utili tra guistizia ordinaria e sportiva. Non sono temi inediti. Ma sono quelle evidenze che il magistrato che segue il filone barese dell'inchiesta ripete. Perché il business c'è, le pene sono inadeguate e le sinergie equivalgono alla distanza tra analogico e digitale. Nell'intervista di Laudati c'è l'esatto riflesso di un mondo sommerso a cui non si può porre rimedio nel breve scorrere di un post, ma alcuni correttivi come la richiesta di rigore sono leggittimamamente auspicabili e realizzabili.

"Le scommesse hanno avuto un'evoluzione inimmaginabile - ha risposto Laudati in un'intervista ai microfoni di Sky Sport -. Ora si scommette durante l'arco di tutta la partita e non solo sul risultato ma anche su singoli episodi di gioco, su una punizione, su un calcio d'angolo, su un'espulsione, e questo fa sì che le scommesse non condizionino tanto il risultato ma singoli eventi di gioco. Possiamo considerare che oggi l'interferenza delle scommesse prescinde dal risultato, ci sono comportamenti che non incidono sul risultato ma che hanno condizionato grosse vincite". 

I dati elencati dal procuratore sono emblematici dell'illegalità dominante in questo fenomeno in cui "il business delle scommesse è molto ampio, si parla di un fatturato legale di 4 miliardi di euro ma solo il 30% della portata generale delle scommesse va sul circuito legale per cui abbiamo una massa di denaro che oscilla tra i 12 e i 15 miliardi di euro all'anno e questo ha attirato gli interessi della criminalita' organizzata. Sul calcio c'è stata una pressione molto forte, con interessi molto importanti in gioco e questo ha condizionato alcuni eventi sportivi". 

"Le indagini sono presenti in tutta Europa e forse in tutto il mondo - continua - Dall'indagine di Bari emerge che alcuni comportamenti sono stati mutuati da organizzazioni criminali straniere, soprattutto dei Paesi dell'Est, e il fenomeno dell'interferenza sul circuito delle scommesse e' presente in moltissimi Paesi europei".
Andando all'indagine di Bari che a inizio aprile ha portato anche all'arresto di Andrea Masiello, "per quanto riguarda gli accertamenti in corso, gli atti di rilievo saranno trasferiti alla procura federale e spetterà all'ordinamento sportivo fare le valutazioni del caso - aggiunge Laudati - Il calcio è un sistema dalle pesanti interferenze molto complesso, un po' per il ruolo dei calciatori, un po' per il ruolo dei tifosi, e le valutazioni del caso sono da fare alla fine dell'indagine". 

Il procuratore capo di Bari ritiene pero' che il mondo del calcio resta "pieno di passioni, di comportamenti virtuosi e il reato di un singolo non puo' danneggiare l'immagine di un singolo sistema", fermo restando che occorre "intervenire per evitare che ci siano condizionamenti e che si possano favorire le attività criminali". 

I suggeriemnti di Laudati sono puntuali, specifici visto che attualmente "applichiamo la norma di frode sportiva che risale al 1989 e che è stata fatta dopo il calcioscommesse del 1982 - prosegue Laudati - Questa norma sanziona fino a un anno di reclusione o con la multa comportamenti tesi ad alterare un risultato sportivo ma oggi ritengo che questo tipo di sanzione sia inadeguata per aver alterato il risultato di un derby o per aver tradito la passione sportiva di milioni di tifosi. E' un comportamento grave come la corruzione che però può essere applicata solo ai pubblici ufficiali. Se per esempio viene data una piccola somma di denaro a un usciere per entrare in un ufficio pubblico dove non si può entrare il fatto e' punito fino a 6 anni di reclusione".

"Per un calciatore che riceve denaro e altera il risultato di un derby o fa un autogol la sanzione è invece la multa o fino a un anno di reclusione - spiega ancora Laudati - Ma per il grande interesse sociale e la rilevanza degli interessi che ruotano attorno al calcio si tratta di comportamenti gravi equiparabili alla corruzione". 

Lascia per ultimo un altro problema, quello del raccordo "tra la giustizia penale e la giustizia sportiva che persegue comportamenti che non hanno rilevanza penale e che però possono condizionare i risultati delle indagini. La responsabilità oggettiva, per esempio, fa sì che le società abbiano difficoltà a collaborare mentre nel caso dell'omessa denuncia chi è a conoscenza di comportamenti illeciti o viene chiamato a testimoniare incorre poi in una sanzione sportiva con gravi conseguenze a suo carico". Un fattore che di certo non agevola l'emergere dei fatti in un quadro che risente, inevitabilmente di un quadro ancora così arretrato.

venerdì 4 maggio 2012

Calcioscommesse, il giorno di Tomas Locatelli

Con l'interrogatorio del giocatore Tomas Locatelli, Stefano Palazzi e i suoi archiviano la prima fase delle indagini dell'inchiesta federale sul calcioscommesse, delineando de facto uno scenario - sia gradito o meno - di deferimenti in questa prima tranche che coinvolgeranno tesserati che giocano in società di Serie B e Lega Pro. L'attesa sarà ancora per poco: per l'inizio della prossima settimana la macchina sarà avviata a rispettare il calendario che vorrebbe chiudere il primo dei procedimenti prima che si disputino gli Europei (classifiche salve?).

Così in un pomeriggio romano, nella sede della procura federale, è stato ascoltato per la seconda volta il giocatore 36enne indicato pare da Carlo Gervasoni, uno dei pentiti che ha collaborato e con la procura federale e con quella di Cremona, come protagonista della presunta combine della partita Mantova-Ancona finita 2-2 e disputatasi il 30 maggio 2010. A chiedere di essere ascoltato in merito a quella vicenda è stato lo stesso tesserato dopo l'audizione del 18 aprile scorso. E non ha lesinato dichiarazioni a conclusione di questo secondo confronto.

"In questo calcioscommesse mi sento parte lesa - ha dichiarato Locatelli alle agenzie di stampa - perché sembra che alcuni giocatori del Mantova abbiano venduto alcune partite. Mi auguro non sia così, perché per me sarebbe una pugnalata da ragazzi con i quali ho condiviso tutto. Dal Mantova devo avere ancora un milione e 700mila euro, la retrocessione ha portato al fallimento della società e ho presentato ricorso per avere i miei soldi. Ora però mi chiedo: se alcuni miei ex compagni hanno venduto le partite, è giusto pretendere i soldi dal presidente Lori?".

L'ex calciatore del Mantova (ora all'Atletico Arezzo) è stato altrettanto netto verso l'ex compagno di squadra Gervasoni secondo il quale ci sarebbero stati due incontri tra alcuni giocatori del Mantova (Bellodi e Nassi, oltre allo stesso Locatelli) e quelli dell'Ancona, Mastronunzio nel primo di questi supposti colloqui e poi Cristante, De falco e Colacone per cercare un accordo. Incontri che Locatelli smentisce

"Di Gervasoni ho una brutta idea - ha confessato Locatelli - lui ha fatto tanti nomi e non posso pensare che siano tutti coinvolti nel calcioscommesse. E poi ha avuto il coraggio di pugnalare i suoi ex compagni, ragazzi che non prendevano lo stipendio da mesi e non avevano i soldi per fare la spesa. La partita con l'Ancona non è stata combinata anche perche' non era neppure quotata: tra l'altro Mastronunzio fece gol e ci mandò in serie C: oggi sono tornato qui in Procura per alcune precisazioni".

Ora il procuratore Palazzi potrà chiudere il primo fascicolo della seconda grande inchiesta della giustizia sportiva, dopo quella chiusa l'estate scorsa, per procedere oltre.
Perché poi Palazzi riprenderà i contatti con Napoli e Bari per acquisire altro materiale e proseguire  indagini e audizioni che, come ormai noto, potrebbero portare ulteriori deferimenti.

giovedì 3 maggio 2012

La squalifica di tre mesi di Delio Rossi. La Fiorentina mette fuori rosa Ljajic


Le aspettative dei cittadini, in una società giuridica evoluta, confluiscono verso il rispetto delle regole, l'equità e l'uguaglianza di trattamento quando queste stesse norme che regolano i comportamenti vengono a mancare. Questa premessa, semplicistica e ovvia e banale, è per introdurre la decisione del Giudice Sportivo Gianpaolo Tosel di squalificare per tre mesi Delio Rossi, dopo lo spettacolo (il più grande nel senso peggiorativo dopo il week-end) offerto ieri sera durante Fiorentina-Novara. Adem Ljajic fa i capricci, provoca, dice quale frase offensiva con altissima probabilità dopo il cambio. 


L'ormai ex tecnico viola passa a un'aggressione e viene fermato da parte degli occupanti della panchina tra lo sconcerto generale degli altri membri dello staff. Lo prende per un braccio, gli strattona l'altro e inizia a schiaffeggiarlo. La scena è documentata da immagini televisive che costituiranno prova nel procedimento. 


C'è chi prende e ha preso immediatamente le parti di RossiMa la simpatia umana e la comprensione nei riguardi di chi subisce offese, provocazioni e tensioni non mi induce a trascurare che l'essere tesserati comporta diritti e obblighi, come in qualunque altro mestiere o attività. E in quello dell'allenatore si riassume anche la figura di educatore che in questo campionato impazzito, tra i fatti di Marassi e l'assurda rissa con spinta ad arbitro al Friuli, non vanta nulla di pregevole. E - soprattutto - di civile. 


A due minuti dall'episodio, come riporta il comunicato, iniziano i cori contro il giocatore. Un sostegno al tecnico? No, scordatelo. Sono - riporto - frasi offensive che hanno comportato come se quanto già avvenuto fosse poca cosa, una ammenda alla società: 
"Ammenda di € 15.000,00 : alla Soc. FIORENTINA per avere suoi sostenitori, al 34° del primo tempo, indirizzato ad un calciatore della propria squadra grida e cori costituenti espressione di discriminazione etnica; per avere inoltre, al 40° del secondo tempo, indirizzato cori insultanti nei confronti delle forze dell'ordine; entità della sanzione attenuata ex 13 comma 1 lettere a) e b), per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza". 
Nulla in cui ravvedere sostegno o solidarietà. Né a Rossi né alla Fiorentina che oggi ha formalizzato l'incarico a Vincenzo Guerini e deciso di mettere fuori rosa Ljajic perché non si senta neanche per un istante autorizzato a ritenere il suo, di atteggiamento, reiterabile. Un intervento posticcio? Probabile. Per una società che ha fatto del Fair Play il suo valore identificativo è un segnale per tentare di salvare quel che rimane della sua immagine in una stagione - francamente - straziante. 

P.S.: il testo integrale della decisione lo trovate qui o, se preferite leggere l'estratto potete consultarlo di seguito.


Il Giudice Sportivo, 
ricevuta dal Procuratore federale rituale segnalazione ex art. 35, 1.3, CGS (pervenuta a mezzo fax alle ore 9,19 odierne) circa la condotta tenuta al 31° del primo tempo dall’allenatore Delio Rossi (Soc. Fiorentina) nei confronti del calciatore Adem Ljajic (Soc. Fiorentina); acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky e Rai), di piena garanzia tecnica e documentale; osserva: le immagini televisive documentano che, nelle circostanze segnalate, l’allenatore viola aveva provveduto alla sostituzione del calciatore n. 22 che, uscito dal terreno di giuoco, nell’accomodarsi in panchina, non accettando evidentemente tale decisione, gli rivolgeva un ironico e provocatorio applauso, presumibilmente accompagnato da parole altrettanto non gradite. Il Rossi si lanciava repentinamente sul proprio calciatore, afferrandolo con il braccio sinistro e colpendolo ripetutamente con il braccio destro al volto, fintantoché alcuni collaboratori riuscivano, sia pure a fatica, ad allontanarlo dallo Ljajic. Il tecnico riprendeva quindi a svolgere la sua funzione e la gara proseguiva regolarmente senza alcun intervento da parte dell’Arbitro che, su richiesta di questo ufficio, dichiarava (e-mail ricevuta alle ore 11,52 odierne) di “non aver visto quanto accaduto”. Le immagini televisive, puntualmente e dettagliatamente confermate da quanto relazionato dai collaboratori della Procura federale, evidenziano quindi una condotta inconsulta, tanto violenta quanto imprevedibile, la cui gravità non può essere attenuata dalla tensione emotiva generata da una delicata fase agonistica.
P.Q.M.
delibera di infliggere all’allenatore Delio Rossi (Soc. Fiorentina) la sanzione della squalifica per tre mesi. 
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