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mercoledì 28 luglio 2010

Juve: doppia rabona cult


Juve, la comica della doppia rabona...
Caricato da Almiron. - Guarda altri video di sport estremi.

Fenomeni da Juventus: Diego rabona, Pasquato s-rabona. La Vecchia Signora vista dal ventre del calcio scritto pare in evidente carenza di creatività, se non di emulazioni ad alto tasso di goffagine. Eppure il primato di visualizzazioni su YouTube e Dailymotion, per citare due tra i più noti operatori di video sharing, consola.

Consola quanti di questa industria non desiderano più parlare, non assistere (magari) alla reiterazione rappresentativa della moviola disturbati dall'analisi postuma. Quegli stessi ingurgitano golosi le comiche delle amichevoli estive, dei raduni e dei ritiri. Per deridere una scuola in decadenza senza ragionare più di tanto sullo stato di sanità di questo universo-sfera.

Il pluralismo del fermo immagine ci impartisce la lezione della difficoltà applicativa del regolamento, della sua messa in scena e in campo nonostante la variante dei casi con minuziosi schemi da manuale, e ci educa all'estetica dello sport. Non si può solo svilire per dimenticare - momentaneamente - tutto il resto. Di calcio si discute, si costruisce una dialettica attorno agli episodi, si contribuisce al processo di edificazione (del linguaggio) dell'opinione pubblica di un Paese. Non si gioca più, quando si tratta di pallone.

“Rinuncia al tuo potere di attrarmi e io perderò la volontà di seguirti”.

giovedì 15 luglio 2010

Prima di dimenticare questo Mondiale

1) Diego Forlan e Luis Suarez - Che aspettano a comprarli le presunte società di prima fascia?

2) Marcello Lippi - Ti ho sempre difeso. Non rinnego nulla, ma dalle responsabilità nell'istante in cui si disfa, si deve passare all'esame delle conseguenze.

3) Il gol di Lampard - Nella sventurata agonia delle attese, sfiorare l'impresa per assisterne poi alla sua negazione ha del ridicolo. E del comico. L'Inghilterra meritava più di una ennesima reprise della scempiaggine del calcio nudo. Sensori, moviola, quarto arbitro: Don Fabio e i suoi (ex) ragazzi meritavano di più.

4) Il bacio di Casillas a Sara - Un po' naif, un po' postmoderno. Sopratutto estetico.

5) L'errore di Gyan - Le lacrime del Ghana sono vere, perché di sangue e fatica.

domenica 11 luglio 2010

Appunti a margine/4

Miniserie all'italiana (finalina)

De Uruguay-Germania

La coscienza di Loew gli ha imposto di ribadire l'identità smarrita nella semifinale. Oscar Tabarez, il maestro, non ha ceduto alle lusinghe di un paragone facile. Se, in pieno recupero, Diego Forlan avesse replicato quella rete di disturbante bellezza (7' st), loderemmo l'incompreso uomo triste che provò a insegnare il calcio e studieremmo l'apologia della rinascita sudamericana.

Immunizziamoci da analisi che si chiudono nell'esito di una finalina di un Mondiale - a l contrario - fiacco. Piuttosto ammettiamo che, comunque vada, non li vedremo nel nostro campionato. Muller, Suarez, Schweinsteiger, Forlan, Podolski: no Serie A.

L'Ajax non cede i suoi giocatori dopo accurati investimenti. Il Milan ci provò per Luisito (Suarez), ma questo meraviglioso emulo de la Mano de Dios versione uruguayana non fu concesso.





Muller
(personalmente lo trovo più maturo di Ozil, interrottosi ieri sera nel secondo tempo inspiegabilmente) fossimo stati nella prima metà degli anni doppio zero avrebbe già un preaccordo con la Juventus. Non parliamo poi di Xabi Alonso (sfuggito alla premiata coppia Blanc-Secco): i 18 milioni chiesti dal Liverpool furono ritenuti somma spropositata per poi, la stagione successiva chiudere per 25 milioni la trattativa che ha portato a Torino Felipe Melo (reo di aver infangato l'immagine del Brasile). Il miglior affare del geniale Pantaleo Corvino, uomo mercato e di bilancio. Schweinsteiger dichiarò a più riprese, forse nella pressoché assenza di domande in merito, di studiare italiano. Rimarrà nel suo bagaglio culturale. Idem per Podolski. E' la Serie A.

Torniamo al caso Forlan. Per il maestro merita il Pallone d'Oro. “Sarebbe una gran cosa se venisse considerato il miglior giocatore di questa competizione, e non sarebbe una sorpresa se vincesse persino il pallone d’oro, perché per me è da pallone d’oro ma non spetta a me decidere - ha dichiarato - ma senza dubbio merita di diritto la candidatura al premio”. Meglio di Sneijder o Klose non ha fatto in termini di club. Ma se si premiasse - per una volta - l'impegno, la tenacia, la fatica e il talento (quello dell'incostanza, della determinazione, del sacrificio) questo rituale avrebbe un senso, oltre che un significato.

mercoledì 7 luglio 2010

Appunti a margine/3

Nomi mercatosi per un campionato under 35 (3° puntata, miniserie all'italiana)

Mueller?



Elia?

lunedì 28 giugno 2010

I signori del calcio



I signori del calcio esercitano la loro democrazia nell'aberrazione tecnologica appellandosi alla ritualità del gioco che gioco non è. Joseph Blatter, presidente FIFA, ha esplicitato o ribadito che moviola e sensori non entreranno nella prassi calcistica tanto meno nel regolamente per non deturpare la sua beltà. Si apprende ciò dopo che l'Inghilterra si è inchinata alla Germania derubata di una rete siglata da Frank Lampard sul 2-1 per i tedeschi. Sarebbe stato pareggio, avrebbe ribaltato 'l'atteggiamento psicologico dei giocatori' come ha ribadito in sala stampa Don Fabio Capello.

Il suo gol, nemesi di quanto consumatosi nella finale dei Mondiali inglesi del 1966 tra Inghilterra e Germania Ovest, era all'interno della linea di porta. Immagini che, ha affermato il portavoce dell'organizzazione, "non avrebbero dovuto mostrare" sui maxischermi all'interno del Soccer City. Non ve ne era alcuna necessità, concordo. Che la rete fosse da convalidare, l'avrebbe intuito chiunque. Al primo passaggio e a velocità normale.


Che questa sia la replica a chi, come mister Capello (rimarrà fino a nuova collocazione, ne sono certa), ha domandato che i supporti offerti dal progresso vengano vagliati dagli organi collegiali del mondo del calcio, è mera demagogia. Demagogico come questo scorcio in cui Blatter è nel paese delle meraviglie. Che non c'è.

Argentina. Sarebbe da rimuovere una simile partita nella storia dei Mondiali, perché la terna italiana costituita da Rosetti-Calcagno-Ayroldi si è compromessa al primo caso che poi così controverso non era. Il guardalinee non alza la bandierina che aspetta Tevez, lascia che si passi all'1-0 per l'Argentina. Proteste immediate del Messico. L'assistente è raggiunto da Rosetti, rapido scambio di battute (la mano sulla bocca non copre però l'immagine che rivela la chiamata al quarto uomo via microfono). Tutto a posto, tutto bene. Ci si è giocati l'assegnazione di altri incontri di cartello. Diego Maradona e i suoi passano 3-1, Messico a casa con giusti strascichi e interrogativi sul sistema calcio. Oggi, soffia il conservatorismo. Bene, no?