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martedì 28 settembre 2010

Mourinho furioso lascia conferenza stampa. Video



Mourinho l'ho capito - da tecnico - tardi. Per una forma di resistenza che deriva dall'ammettere che la contaminazione di questa nazione brutta si è sedimentata ormai anche nel calcio. Non quello delle società per azioni o nei bilanci o nel marketing senza ragione (forse il processo è irreversibile), ma nel gioco. E che tu hai provato a non allinearti. Invece Mou ha vestito un ruolo complesso da decifrare in cui addirittura si scomoda ne 'L'alieno Mourinho' l'ottimo Sandro Modeo per esplicitare il senso dell'essere Mou a chi relega il calcio al solo sistema. Quell'intreccio superbo che riesce solo a lui, al vincente qualunque sia l'obiettivo o il fine esercita una fascinazione rara.

Anche quando abbandoni una conferenza stampa, caro Mou ti riconosco. E tento di comprendere il gesto in prospettiva oltre l'antipatia del sottrarti ad ulteriori domande. Si chiede della mancata convocazione di Pedro Leon: "Io non devo giustificarmi. Non stiamo mica parlando di Maradona o di Zidane, il ragazzo fino a due giorni fa giocava nel Getafe". Il contenuto - come sempre - non di sicosta molto dal vero. Ma i modi, i modi sono i tuoi. Piacciano o meno. 


Mourinho lascia la conferenza stamopa
Caricato da Almiron. - Altri video di sport

lunedì 24 maggio 2010

Real Mou, Inter Maximo: quanto c'eravamo amati




Mourinho
non ha atteso che si elaborasse quanto accaduto a Madrid. Ha rotto gli equilibri, di nuovo per l'ennesima volta in questo biennio che non è stato propriamente un ciclo, guadagnandosi la scena che voleva essere solo dell'Inter. Del terzo titulo, della terza Coppa. Non è stato un comportamento evidentemente molto gradito dal presidente Massimo Moratti che non ha aspettato oltre per ribadire che Mou è il passato. Nel suo, di futuro, c'è solo il Real Madrid. In quello dell'Inter una rinascita.
“Forse non ho ancora metabolizzato tutto. Stamattina - ha detto il presidente nerazzurro a Sky Sport -, quando leggevo dei tre titoli, pensavo che lo scorso anno il Barcellona era fantastico, perché aveva vinto tre titoli e, quindi, forse, lo siamo anche noi. No ho ancora capito esattamente tutto quello che è successo. Questo capita perché sei ancora nel clima della fatica che devi fare, fatica da un punto di vista dello sforzo che devi fare per tenere tutto insieme e per riuscire ad arrivarci. Non si fa così in fretta ad uscire da questo tipo di sensazione, di svegliarsi al mattino e sapere che hai dei doveri anche per questa cosa. La cosa bella di questa mattina è stata, sarà vero che è finita?”.

Che ci potesse essere un'altra sfida lo si sapeva. Forse non nei modi, nella scelta di usufruire di una simile iperbole mediatica. “Ho pensato - ha risposto Moratti - che questo rischio non potesse capitare, perché conosco la serietà dell’uomo che, certamente, si sarebbe impegnato ancora di più perché non ci fosse un alibi da parte di nessuno, o una colpa da parte di nessuno. Certo, il tempismo non è stato splendido, perché anche i giocatori leggono i giornali, come li leggo io. Un dialogo diretto non c’è mai stato suq questa cosa, nemmeno un tentativo di farmi capire direttamente questa cosa qua. E’ sempre stato fatto attraverso la comunicazione. Lì, stava a me capire di non entrare con il pugno duro, perché ci tenevo troppo che finisse bene l’annata. Al di là della stima, che tutti abbiamo dimostrato a lui e dell’impegno che ci ha messo sempre, credo che sia una decisone, una tentazione, legata proprio al fatto di poter dimostrare personalmente che è bravo dappertutto. Ad una persona come fa a toglierglielo. Puoi dare tutti i giudizi che vuoi, ma capisci che questa persona è fatta così. Ci possono essere delle strade, magari, per cercare di trattenerlo, e si possono percorrere, ma credo che sia più attratto proprio da questa sfida, da questa avventura. Conoscendolo un pochino, non tantissimo, mi sembra che questa sia la cosa vera che a lui interessa. Più, forse, dei soldi”.

Da quanto risulta al quotidiano spagnolo 'Marca', lo Special One ha già il contratto in mano. I numeri? Dieci milioni di euro per quattro anni. L'amarezza del presidente è trapelata quando si è osservata l'innegabile capacità del profeta di Setubal di carpire l'attenzione, affabulare e raccogliere le tensioni senza che ciò comprometta il rendimento in campo dei suoi uomini. Gladiatori, soldati, calciatori. Come addestrati, seguono la sua disciplina. Esiste un Mourinho uguale, per capacità, e diverso, per obiettivi? Un allenatore altro, normal o special a sua volta, dovrebbe inaugurare un nuovo corso che ricompatti l'ambiente che rimarrà orfano del Mou vincente e tatticamente abile nella gestione del gruppo.

EREDE MOURINHO - Mancini? “Ci pensavo stamattina - la rivelazione di Moratti - è l’unico a cui non avevo pensato, per il fatto che ci siamo già incontrati e che abbiamo già avuto il nostro pezzo di vita. Penso che anche per lui non sia percorribile, si è trovato bene in Inghilterra, gli piace vivere in Inghilterra, riportarlo in queste difficoltà, penso ce si un dispetto che gli faccio”. O forse il suo amico, compagno e secondo Mihajlovic? “Certamente, ha carattere, sa imparare velocemente, è stimato dai giocatori, è anche molto amico dei giocatori. C’è anche tutta la stima nell’uomo, con me ha mantenuto un rapporto molto buono. Però, questo non vuol dire che questa debba esser una scelta, anche se, per simpatia e stima, mi farebbe piacere farla. Però, sinceramente, non ho ancora deciso”.

MILITO - Nota a parte, per il Principe: "C’è una differenza tra Milito e il nostro allenatore: Mourinho ha un clausola per cui, andando incontro a questa clausola, può andarsene, Milito no. Qui finisce il discorso”.


FUTURO - Si cambierà. E' indubbio: "Bisogna avere la concretezza ed il realismo di capire che questa è una strada da continuare con l’attenzione di capire anche i tempi, che non sono certamente gli ani 60, piuttosto che 6-7 anni fa , in cui sembrava che il mondo si arricchisse dieci volte tanto di quello che era il vero valore. Bisogna certamente fare attenzione a quella che potrebbe essere la situazione economica internazionale e nazionale ma, nello stesso tempo, mantenere dignitosamente la parte che, purtroppo, è importate, perché non è più una parte, ma è la parte più importante. Il giochetto non è facile". Intanto, c'è un nuovo inizio. Magari un nome fresco fresco: Rafa o Sinisa.

(dopo 72 ore consecutive in cui ho scritto solo di Inter)

domenica 16 maggio 2010

Mou, un uomo solo al comando



Il profeta di Setubal
che lacrima. Il profeta di Setubal in disparte. Il profeta di Setubal che riflette - solo - sul pullman della squadra. Special lo sa essere con quel tanto di stucchevole che ai cultori della materia garba, poiché l'altezzosità linguistica quanto la comunicativa dirompente si rivelano vezzi graditi alla critica.

Io ti attendo, Mou. Perché tu esca da questo calcio decadente - il nostro - da vincente devi dimostrarmi che il secondu titulo non ti appaga. Che quella pulsione ti muove creando spasmi non arginabili con uno scudetto. Che aspiri all'unicità. Che ciò sia popolare, addirittura banale.

Nota inutile e banale
sulla stagione appena conclusa
Tengo: Leonardo, Diego, Alessandro Del Piero, le conferenze stampe di Mou, la lealtà di Iaquinta, la riapertura di Calciopoli.
Butto: il vergognoso tifo della violenza, il qualunquismo linguistico, le interviste ammaestrate, l'interismo oltre ogni misura, l'insabbiamento delle intercettazioni, la dissoluzione di una società fondata sullo stile e sull'onore.

mercoledì 16 dicembre 2009

Quelle scuse a metà di Mourinho



Il fatto. Un allenatore di una squadra di Serie A, la squadra Campione d'Italia, domenica scorsa a Bergamo allontana un cronista accreditato di un noto quotidiano sportivo italiano. Il suddetto tecnico - portoghese - maestro di comunicazione insulta il giornalista reo di non essersi recato in sala stampa, ma dietro autorizzazione dell'ufficio stampa di essersi avvicinato al pullman del club. A quanto riportano altri, il noto allenatore lo avrebbe addirittura strattonato.

Josè Mourinho ha inveito contro Andrea Ramazzotti. No, magari no. Magari è un campo di periferia. Ma non sarebbe stato ammessibile comunque, non solo secondo la Ussi. Non solo per la Procura della Federcalcio nella persona di Stefano Palazzi. Si tratta di civiltà. E di sottrarsi a quella fastidiosa ipocrisia che aleggia in un caso che pare tutto tranne che annoverabile tra il meglio di Special one.