
Nel
new deal intrapreso dalla famiglia
Elkann-Agnelli si cambia modulo, presidente e assetto societario. Ad ogni rinuncia una contropartita, ovvio. La
Juventus dopo Palermo muta, sotto il profilo squisitamente tecnico dal 4-3-1-2 che
Ciro Ferrara ha approntato finora in vista delle prove su molteplici fronti (campionato e Champions, per esempio) che attendono lui e la squadra.
E questo è un primo punto su cui soffermarsi dopo lo spettacolo mediocre offerto al
Barbera domenica sera. Ma la Juventus è anche una società quotata in Borsa (e forse questo aspetto interessa di più gli azionisti). Altrettanto ovvia l'attenzione - confermati i rumors - dato all'annuncio ufficiale in cui tutto il detto si traduce in un cambio al vertice sintetizzato in poche espressioni del giovane
Elkann, John, presidente della
Exor.
"Sarà lui il presidente esecutivo, che riassume tutte le cariche". Si conclude l'era di
Giovanni Cobolli Gigli, l'uomo di fiducia. Al suo posto, l'attuale ad
Jean Claude Blanc -
il manager - che formalmente approverà l'indicazione di massima il prossimo 27 ottobre, quando si riunirà il
CdA.
Blanc assumerà almeno fino a gennaio la nuova carica ad interim assieme a quelle di ad e di dg.
"La carica di presidente esecutivo è il cumulo di tutte le altre", ha precisato Elkann omettendo la provvisorietà del quadro societario. Quel che interessa i più e i meno
juventini è la
revolution in atto. Il non detto. Quell'omesso costruite su indiscrezioni trapelate in ambiente finanziario e riportate più o meno sommessamente dalla
stampa specializzata.
Torniamo agli uomini in partenza e ai nuovi arrivi. Gianpiero Montali, membro del Cda è in partenza per
Napoli. Il direttore generale, posto attualmente vacante e a maggior ragione indispensabile se Blanc assumerà altri impegni, sarà affidato (a gennaio) a
Beppe Marotta, dirigente della
Sampdoria. Il direttore generale doriano, che ha già incontrato la scorsa primavera lo stesso Blanc e John Elkann, avrebbe già avuto il benestare per l’operazione dal presidente blucerchiato
Garrone. Ma resta in piedi anche un’altra ipotesi, pure questa più volte annunciata: Marcello Lippi, terminato il Mondiale sudafricano.
Altro nome che torna è quello di
Fabrizio Giugiaro, figlio del designer Giorgetto. L’intento è anche quello di snellire una struttura troppo macchinosa per una squadra di calcio: come più volte è successo, infatti, a ogni operazione di mercato, si doveva riunire il comitato sportivo del cda, con perdite di tempo notevoli. Anche il
comitato etico, nato nella nuova
Juventus subito dopo
Calciopoli, potrebbe avere esaurito la propria funzione storica ed essere sciolto.
Il tutto, compreso il nuovo stadio dovrebbe concludersi in un ciclo ideale con data di chiusura a fine 2011. Un progetto elaborato, articolato in tappe per inserire gradualmente uomini di calcio e non solo esperti di finanza in grado di risollevare il disavanzo in bilancio. Il presidente di
Exor ha ringraziato
Cobolli Gigli: "Gli sono grato per questi tre anni molto difficili, in cui ha dato tanto". E sulla attuale crisi della Juventus, non ha potuto che ammettere gli errori: "Sono deluso, ma si lavora con grande umiltà. La strada è lunga, ma c’è tanto potenziale". Insomma, siamo solo all'inizio.