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giovedì 4 febbraio 2010

Che ne sarà di Ciro (Ferrara)



Mentre ascolto lui parlare ( e io di lui, ritratto in questa foto, sono infatuata) rifletto sul destino ingrato di Ciro. Dalla Nazionale alla Juventus. Da mister a sollevato dall'incarico (una nuova forma di flessibilità nello Stato ove tale condizione non ricade nella disoccupazione frizionale). Da Napule a corso Galileo Ferraris (non vale spendere neanche le coordinate).

"Non credo proprio che tornerà in azzurro, lui ora si sta riposando. Lasciamolo recuperare con calma". Sarà paziente abbastanza perché si compongano gli assetti dell'organigramma della Juventus che verrà, quella delineata in un disegno più che futuribile, unico e necessario. Un conseguente divenire per non soccombere mentre si tenta, a fatica e con inquietudine, una risalita. Avevano detto che cinque anni sarebbero bastati. Nel mentre alcuni errori di percorso, perdonate, sono peccati di supponenza che hanno consumato tempo e spazi quando tempi e spazi si contraggono. E impongono di non perseverare.


Nota: Giorgio Chiellini - che stimo e apprezzo moltissimo - promette di rimanere alla Juventus. Spero glielo consentano.

sabato 30 gennaio 2010

Pensieri e parole



Se un giocatore (Giorgio Chiellini) che incarna anacronisticamente (visto quanto si è consumato) lo stile Juve scrive pensieri che vengono tradotti in parole così, per quanto misurate, che cosa ci si deve aspettare?

Juve, Zac-chettatore o anche long seller. Fate voi



Cronaca di un esonero annunciato (Ferrara) e di un sostituto altrettanto noto (Zaccheroni). I colori dello stile Juve sbiadiscono controluce.

"La Juventus - recita il comunicato - ha sollevato dall’incarico l’allenatore Ciro Ferrara. La guida tecnica della squadra è stata affidata ad Alberto Zaccheroni. Il nuovo allenatore dirigerà il suo primo allenamento alle 15". Ciro rimane in famiglia. Quella che lo ha immolato accollandogli responsabilità che andrebbero condivise.

"Con Zaccheroni abbiamo trovato l’accordo per questa stagione ma anche, eventualmente, per il prossimo anno. Dipenderà dai risultati. Opzione che gli abbiamo proposto noi dirigenti, non è stata una sua richiesta". Bettega dixit. Che la Champions, condizione posta da Rafa Benitez e dall'investimeno che implicherebbe il suo ingaggio, non sia così scontata?

mercoledì 27 gennaio 2010

Zac, il traghettatore



Quando le conferme arrivano da più e più fonti ecco che tutto si ribalta. Ciro (a cui voglio bene) sarà anche un 'Dead Coach Walking' (mai definizione fu più appropriata, merito di Fabrizio Bocca), ma chi conduce il gioco pare incerto anche quando le alternative si limitano (eccome). Dunque, Alberto Zaccheroni sarebbe stato contattato. E' il traghettatore. In attesa che el Rafa (Benitez) valuti e accetti le condizioni economiche che gli verranno sottoposte. Il suo contrattino con il Liverpool c'è, il suo ingaggio da manager (figura più complessa di un semplice allenatore) corrisponde a circa 4,5 milioni di euro, il suo staff pare sia costituito da quindici fedelissimi che lo seguono ovunque vada. La soluzione agilissima non è. Intanto Roberto Mancini con il Manchester City convince, si aggiudica Marco Motta e si prenota pure Anto' (Cassano, un genio). Rimpianti? Nessuno lo ammetterà, nonostante la sua disponibilità ad essere investito dell'arduo compito che declinare sia stato un errore.

In corso Galileo Ferraris proseguono i contatti, le telefonate, le valutazioni con tanto di consulenti. Il tempo sembra ridursi tanto quanto gli obiettivi. Non vale la pena confrontare i numeri della scorsa stagione (Claudio Ranieri) con quelli di una agonizzante dai facili entusiasmi in cui la Champions è un obiettivo ora esagerato, ora ambizioso. Fino alla prossima stagione c'è poi ancora tempo? O tutti i tasselli di questo disegno adesso discontinuo si ricomporranno al ritorno dal Sudafrica e di mister Lippi?

domenica 24 gennaio 2010

Agonia di una Juve in cerca d'autore



'Pinturicchio'. Quando Ciro ha guardato in là, verso l'area, cercando di trattenere l'emozione - la speranza in questo caso - il suo sguardo deve averlo riconosciuto. Pinturicchio, dai Pinturicchio. Il 24 gennaio l'Avvocato Agnelli chiudeva con la Fiat, la Ferrari e la sua Juventus. Perché quella maglia e per quella maglia avrebbe ingaggiato volentieri anche un Caravaggio senza interrogarsi troppo sui motivi, valutando e soppensandone valore e prospettive ma preferendola a qualunque altro.

Il 26, due giorni dopo, le dediche si fissavano così su un campo di pallone. Anche Ciro ha creduto un po' di rivederlo quel Pinturicchio dopo che quel tiro a volo così ben disegnato è finito in rete.

Ma dove sono Nedved, Camoranesi, Trezegol? In questo stadio si vedono altri nomi. Ranieri consuma la sua vendetta perfetta, servita fredda. E' mancato il controllo del risultato, vero. Manca l'ordine, la disciplina. Le immagini di oggi sono quelle della contestazione a una società in via di ristrutturazione. Non certo quelle di una magnificazione che va ricordata.

giovedì 10 dicembre 2009

La coscienza di Ciro. Riflessioni su Juventus-Bayern Monaco una disfatta annunciata




Giorni sbagliati, ma diversi. Ciro Ferrara, quella maglia l'ha indossata e l'ha tatuata con segni indelebile del colore della china sull'avambraccio destro quando ancora l'Avvocato telefonava alle sette del mattino. Ciro Ferrara, adesso, non riesce a star seduto su quella panchina dell'Olimpico. "Siamo tutti colpevoli", diranno. Dirà Alessandro Del Piero. E' un capitano, e che capitano, quello su cui gravano le delusioni, i 15 milioni a salire di perdite finanziarie che ne derivano, gli abbattimenti del valore in borsa delle azioni della società (quotata, sì). Lo ha affermato nelle interviste anche lui, il tecnico scugnizzo. L'esclusione dalla Champions League non è affare di Del Piero, di Ferrara o della Juventus come undici indisponente, confuso, goliardico fino ad apparire goffo in alcuni momenti dell'assedio bavarese. La rottura con quanto è stato, con l'identità che rivendicavano dagli spalti, con lo stile Juventus va imputata ai fautori di un nuovo corso che non paga neanche sul versante economico.

Non crocifiggo Ciro, ma gli domando perché quei cambi. E perché Felipe Melo pare così inquieto, insofferente e indisciplinato più del dovuto. Diego si è palesato a sprazzi: del trequartista incontenibile in duplice veste rimane poco, appannati ricordi di una stagione appena iniziata in cui si folleggiava incitando reduci a inneggiare a obiettivi ambiziosi. Della tradizione. Dov'erano? Dove si sono rifugiati? I dubbi su questo reparto arretrato aumentano: è stato composto a fatica attendendo gli ultimi istanti del mercato estivo per tagliare i costi del trasferimento di Fabio Grosso dal Lione o superando la linea del comune senso della valutazione e ingaggiare il centrale Fabio Cannavaro (l'esperienza è molta e non ci si aspetta che la medesima lucidità si ravvisi su ogni fronte). Martin Caceres vale tanto quanto chiede il Barcellona, da cui è arrivato in prestito? D'accordo sulle valutazione d'insieme scritte sui quotidiani sportivi. Contro l'Inter è stata un'altra storia, ma non annoveriamola come perfezione combinata di modulo, schemi e gioco (a esclusione fatta per il gol di Marchisio).

Mister Ferrara, è giunto il tempo di cambiare e di lasciare spazio a quanto invocato dal capitano, da te. Responsabilità. Come assumerle, vedi tu. Vedete voi (leggere qui).

martedì 6 ottobre 2009

Dimenticare Palermo

Bisogna saper perdere



Una sconfitta così netta, come quella raccolta a Palermo mette in discussione molto di quanto costruito fino a questo momento della stagione da Ciro Ferrara, il traghettatore. Con Diego ancora in fase di recupero, Amauri che non segna da più di otto mesi, una difesa da rivedere e l'impossibilità di riconvertire la squadra all'occorrenza, il delfino del ct Marcello Lippi si trova d affrontare telecamere e giornalisti. L'evidenza è innegabile. Ma ogni crisi è un eccesso di lucidità. Quindi l'ammissione di colpa ci sta tutta.