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martedì 12 ottobre 2010

Nedved nel CdA Juve: l'Exor conferma

(riscriviamoci addosso)


Che rimane del progetto pianificato da John Elkann? Legittimo domandarselo se le manovre che avrebbero indotto a una rifondazione di corso Galileo Ferraris vanno riviste constatando l'ingresso nel Cda di Pavel Nedved e dell'attuale dg bianconero Giuseppe Marotta, anticipato ieri da SkySport24. Quel ruolo di team manager nella nuova Juventus, evidentemente, non è mai garbato assai alla Furia ceca forte di un vincolo personale con il neopresidente Andrea Agnelli. Il presidente dei 29 scudetti, delle polemiche con l'Inter e delle azioni formali.
 
L'indiscrezione trapelata nella tarda mattinata di lunedì e confermata dal comunicato stampa dell'Exor che introduce all'assemblea del 27 ottobre prossimo ha un che di trascendentale. Perché sottintende l'allargamento dell'organo che storicamente e operativamente decide. Al momento si compone di sette membri, ma l'obiettivo è di estenderlo a undici con l'inserimento di Nedved e Marotta più Michele Briamonte, vicino a Franzo Grande Stevenz, e Aldo Mazzia, ai vertici della Exor. Attualmente il consiglio di amministrazione è composto dal presidente Agnelli, l’amministratore delegato Jean-Claude Blanc e gli amministratori Carlo Barel di Sant’Albano, Riccardo Montanaro, Marzio Saà, Camillo Venesio e Khaled Fared Zentuti. Le candidature saranno ratificate nella prossima assemblea in calendario, appunto, il 27 ottobre prossimo. Una mera formalità.
 

Meno formale è il ribaltamento societario che si sta consumando, nonostante risultati altalenanti, presunti miglioramenti nella preparazione, nella riduzione degli infortuni, nell'attenta gestione del mercato. La promozione a rango di consigliere allontana de facto Jean-Claude Blanc, che come in precdenza evidenziato, verrà progressivamente a disimpegnarsi per dedicarsi allo stadio e alle vicende Sportfive Italia srl, ramo italiano del colosso del marketing sportivo Lagardere Sports con cui sono stati stretti accordi in materia. Come exit strategy non male.
 
 
L’area marketing tornerebbe invece nelle mani di Romi Gay, stratega all’epoca di Giraudo e Moggi, che segna un ritorno al passato o solo a una migliore gestione dei rapporti del marchio con gli sponsor. In attesa che ottobre si concluda e che si formalizzi il piano agnelliano, ci sono nuove partite da giocare. Vincerle, fuori e dentro il campo, è tutta un'altra cosa.

lunedì 11 ottobre 2010

Agnelli vuole Pavel Nedved e Giuseppe Marotta nel CdA Juve

 
(scriversi addosso)
Che rimane del progetto pianificato da John Elkann? Legittimo domadarselo se le manovre che avrebbero indotto a una rifondazione di corso Galileo Ferraris vanno riviste constatando l'ingresso nel Cda di Pavel Nedved e dell'attuale dg bianconero Giuseppe Marotta, come ha riportato SkySport24. Quel ruolo di team manager nella nuova Juventus, evidentemente, non è mai garbato assai alla Furia ceca forte di un vincolo personale con il neopresidente Andrea Agnelli. Il presidente dei 29 scudetti, delle polemiche con l'Inter e delle azioni formali.
 
L'indiscrezione trapelata in tarda mattinata ha un che si trascendentale. Perché sottintende l'allargamento dell'organo che storicamente e operativamente decide. Al momento si compone di sette membri, ma l'obiettivo è di estenderlo a undici con l'inserimento di Nedved e Marotta più uomini legati a John Elkann. Attualmente il consiglio di amministrazione è composto dal presidente Agnelli, l’amministratore delegato Jean-Claude Blanc e gli amministratori Carlo Barel di Sant’Albano, Riccardo Montanaro, Marzio Saà, Camillo Venesio e Khaled Fared Zentuti. Le candidature dei due candidati saranno ratificate nella prossima assemblea dell'Exor a fine mese. Una mera formalità.
 

Meno formale è il ribaltamento societario che si sta consumando, nonostante risultati altalenanti, presunti miglioramenti nella preparazione, nella riduzione degli infortuni, nell'attenta gestione del mercato. La promozione a rango di consigliere allontana de facto Jean-Claude Blanc, che come in precdenza evidenziato, verrà progressivamente a disimpegnarsi per dedicarsi allo stadio e alle vicende Sportfive Italia srl, ramo italiano del colosso del marketing sportivo Lagardere Sports con cui sono stati stretti accordi in materia. Come exit strategy non male.
 
 
L’area marketing tornerebbe invece nelle mani di Romi Gay, stratega all’epoca di Giraudo e Moggi, che segna un ritorno al passato o solo a una migliore gestione dei rapporti del marchio con gli sponsor. In attesa che ottobre si concluda e che si formalizzi il piano agnelliano, ci sono nuove partite da giocare. Vincerle, fuori e dentro il campo, è tutta un'altra cosa.

domenica 10 ottobre 2010

Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon: un numero 10, un numero 1


Frammenti di una giornata affogata, in cui gli occhi pesti si sono appassiti davanti a un filtro costrittivo come quello di un monitor. Essere Alessandro Del Piero e essere Gianluigi Buffon. Li vedo contrapporsi in questa maledetta domenica. Quanta distanza corre tra un numero 10 e un numero 1?
Facile numerologia intrisa di una valenza simbolica si spende in questo 10-10-10. Forse poco si concilia con l'insegnamento mourinhiano derivante dalla matematica applicata al calcio. Li osservo, con la giusta distanza. Uno è pressoché certo che rimarrà alla Juventus. L'altro si prepara all'eventualità di cambiare. L'inutilità della puntualità è tutta qui.

"Per quelli che mi chiedono del contratto... Sinceramente sto vivendo con grande serenità la questione del rinnovo del contratto e del mio futuro. Non ho nessuna intenzione di sfuggire a questo argomento - ha spiegato - ma davvero in questo momento il mio futuro è solo e soltanto la prossima partita. Da vincere. Per il resto, dobbiamo lasciare il tempo che le cose maturino, senza fretta".
 Un capitano si celebra nel 10-10-10. Un portiere, il suo portiere, si congeda - forse - con poche parole:
"Il Manchester United è una grandissima squadra, ma così come era accaduto l'anno scorso, non ha mai palesato in maniera diretta il suo interesse verso il sottoscritto, sono sole indiscrezioni o bombe giornalistiche". "Siamo a ottobre, è un po' presto per immergerci in quello che potrà accadere a giugno, manca ancora tanto tempo . Io al momento aspetto con ansia il giorno del mio rientro, più avanti si affronteranno altri discorsi. Buffon è a disposizione della società, quel che accadrà lo deciderà la società perchè alla fine il fatto di avere un contratto fino al 2013 è un qualcosa che lega abbastanza". 
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sabato 9 ottobre 2010

Juve: se Buffon parte, arriva Forlan?


Gianluigi Buffon è il migliore. Gianluigi Buffon è il portiere della Juventus e della Nazionale. E' l'unico nel suo ruolo a valere quanto e più di un attaccante. Non c'è storia, spazio, posa che si accompagni a una vittoria in cui il suo contributo non figuri. Rinunciare a lui chiuderebbe un ciclo. Ne aprirebbe un altro? Non saprei. Non osservo che cieli neri. Per questo e perché non credo che Milos Krasic possa - da solo - superare i limiti di questa compagine rifondata, non credo - ancora e di più - che si possa tornare grandi svendendo tenacia e determinazione non lo auspico. Non avallo la cessione al Manchester Utd (si rumoreggia assai su questo trasferimento), come non condividevo l'ipotesi City.


Non mi curo di quanti leggono sommariamente bollettini, note, comunicati sul decorso postoperatorio sperando di rinvenire parole di sostegno a una blanda tesi che lo veda partire da Torino per Manchester o qualunque altra orrorifica città industriale inglese. E non mi curo di quanti, scansati i lettori ossessionati delle condizioni cliniche, riportano alla ragioni di bilancio ogni manovra. La gestione va considerata. Se si non si sanno equilibrare le voci in capitolo, è difficile gli investimenti rendano. Quindi, boccio senza appello questa esigenza spudorata e insistente di inserire Buffon nella lista dei partenti. E se sarà, non credo si possa semplificare tutto nell'una o nell'altra ragione come non è stato per David Trezeguet.



Neanche se dovesse concretizzarsi l'ingresso nello spogliatoio di Vinovo di Diego Forlan. Che sia l'attaccante più interessante da inserire nell'organico bianconero lo sostengo da tempi addirittura precedenti al Mondiale. E' una mera questione di ingaggio? E' un vezzo? E' davvero l'esigenza che ci paventa a tutta pagina lo spagnolo 'As' a dettare così tanta cautela nell'uruguayano? Edin Dzeko rimane l'obiettivo per giugno, ha affermato a più e più riprese il neodg Giuseppe Marotta. Ci sto. Va bene. Anzi, è una dichiarazioni d'intenti lodevole dopo lo scempio consumatosi con la cessione iniqua di Diego al Wolsfburg - società che detiene guarda un po' il cartellino del giocatore - ma non sottovalutiamo Forlan, por favor. Il contratto fino al 2014 e la volontà di fermarsi a Madrid (Atletico) vanno tenute da conto. Ovvio. Eppure qualcosa mi induce a non marcare le dichiarazioni e ad aspettare. A pazientare.

mercoledì 6 ottobre 2010

Chiellini: "Krasic? Spero gli venga un po' di influenza..."



Juve o Nazionale? Italia o società di appartenenza? Sicuramente per Giorgio Chiellini ci sono l'una e l'altra. Due maglie, quella azzurra e quella bianconera, a cui è legato visceralmente. E che non mancano nelle risposte puntuali del dottor Chiello, investito anche della fascia di capitano, durante la conferenza stampa odierna dal ritiro di Coverciano.


JUVE CHAMPIONS — Partiamo dalla sua squadra e dagli obiettivi: “L’Inter resta la più forte, anche se la speranza è che abbia un po’ meno fame di vittorie. La verità è che noi dobbiamo fare il salto di qualità contro le squadre più deboli. Dobbiamo essere più bravi quando si tratta di fare la partita”. L'obiettivo, inevitabilmente, riguarda la zona alta della classifica: “Quest’anno sarà fondamentale arrivare in Champions, sotto tutti i punti di vista. Compresa la possibilità di attirare in futuro giocatori che possano fare la differenza. Quest’anno non ci sono stati dei ‘no’ al progetto Juve. Quelle di Borriello e Di Natale sono state scelte di vita”. Il prolungamento di contratto tarda ad arrivare. Ma preoccupa? “Slitta il mio rinnovo del contratto? Solo perché ancora non ho il dono dell’ubiquità. Mancano pochi dettagli, dopo la Nazionale parleremo. Ma c’è stata la stretta di mano, e per me basta quella. Il City? Che io sappia non si è mai fatto avanti. Di sicuro non con me, credo neppure con la società che non ha mai manifestato la voglia di trattare”. Intanto preoccupa - ancora - la notizia dell'ernia discale di Leandro Rinaudo. Quanto rimarrà fuori? Troppo, consideranso lo stato della difesa juventina.


NAZIONALE - Irlanda del Nord e Serbia aspettano. “Sono partite cruciali” ammette Giorgio Chiellini. Cruciali perché, anche da qui, passa la qualificazione ai prossimi Europei. “Vero, a cominciare dall’Irlanda, che ha mancato di pochissimo il Mondiale e in casa si esalta. Dovremo essere pronti a una battaglia sportiva. La Serbia ha più tecnica, ma sono due gare ugualmente difficili”. Lo scotto del recente mondiale sudafricano sono ancora evidenti. Così, volendo andare oltre le questioni di modulo e il ruolo di Cassano, Chiello ammette che la voglia di riabilitarsi è cresciuta: “E’ così, la voglia di riscatto c’è sempre, ma passa da un percorso che ci potrà portare all’Europeo, non da una sola partita”.


KRASIC - Parole di elogio sono spese poi per il giocatore rivelazione di queste prime giornate, Milos Krasic: “Krasic? Quando l’hanno preso sono stato uno dei primi a dire che ci avrebbe fatto comodo. Certo, non pensavo che ci avrebbe fatto così comodo da subito. In Italia succede che poi ti prendono le misure e trovi delle difficoltà, ma ci darà una grande mano. E finora è stato quello che ci ha dato quel qualcosa in più. Spero (ride) che prima della partita contro di noi gli venga un po’ di raffreddore, un po' di influenza…E se c’è da dargli una bottarella gliela daremo, anche se Del Neri si è raccomandato: ‘Non fargli male che ci serve’…”.

lunedì 4 ottobre 2010

Inter-Juve, pari spettacolo a San Siro. Video



Di Inter-Juve tengo la dissolutezza di Milos Krasic, la capacità di impostare di Alberto Aquilani, le geometrie che funzionano (finalmente), l'ordine, l'incontenibilità di Samuel Eto'o, la rabbia dell'antagonismo senza remore e ipocrisie. E anche l'orgoglio.

Butto via le entrate di Chivu e Lucio, la confusione di Motta, la svogliatezza di Quagliarella, l'inquietudine di Milito.

Io non firmo per il pari. Mai. Ma questa è un'altra storia.


sabato 2 ottobre 2010

Del Neri: "Non firmo per il pari". Spazio a Amauri

 
 
 
A Manchester la Juventus ha dimostrato di poter risalire. Un risultato come il pareggio conta, se pochi giorni prima una vittoria e i tre punti si sono conquistati dimostrando che la tenuta fisica c'è. Alla vigilia del derby d'Italia, Luigi Del Neri indossa la sua maschera di pacatezza con quell'aggressività di chi, seduto sulla panchina bianconera, non può che galvanizzarsi a poche ore da Inter-Juve. Si gioca per vincere, ha risposto l'allenatore. Una frase da tecnico della Juve.
 
 
CALCIOPOLI - "Si affrontano due squadre di grande spessore, sarà una partita particolare, c’è grande antagonismo. Calciopoli? Con l'Inter c'è un antagonismo di vecchia data, ma del processo non ci deve interessare molto, pensiamo soltanto al campo".
 
 
NON FIRMO PER IL PARI - "Se firmo per un pareggio? Non firmo mai. Se una vittoria può cambiare la stagione? Ultimamente ogni partita è un'esame, giocheremo cercando una buona prestazione, scenderemo in campo con grande attenzione per i nostri avversari alla ricerca di un miglioramento. La nostra arma in più potrebbe essere l’aggressività, e puntiamo sulla tecnica. L’Inter è una squadra di grandi palleggiatori, Eto’o è molto più incisivo da quando non ha obblighi difensivi. Non credo che l’Inter sia dipendente da un giocatore, è una squadra compatta, sta ottenendo grandi risultati perché è compatta".
 
 
FORMAZIONE - Un po' di pretattica è ordinaria segnalazione per l'allenatore che non svela anticipatamente gli uomini del suo undici come ormai di tendenza negli ultimi incontri con la stampa: “Se giocano Melo e Marchisio? Più facile che giochino Aquilani e Melo. Amauri? Se sta bene gioca. Se non sta bene non lo convoco. Ora non mi fate dire tutta la formazione. De Ceglie? Aveva bisogno di riposo, l’infortunio gli ha permesso di tirare un po’ il fiato. Sono sereno nelle mie decisioni, mi concentro sui giocatori e sulla squadra. Dobbiamo stemperare le pressioni e scendere in campo al top. L’errore da non fare? Essere presuntuosi dopo la buona prova di Manchester, ma so che contro l’Inter non c’è pericolo: abbiamo troppo rispetto per i nostri avversari”.

 
NESSUNA PAURA - “Abbiamo giocatori abituati a grandi sfide, non credo che soffriremo il fatto di giocare in trasferta a San Siro. Molti dei nuovi hanno giocato partite importanti con la Nazionale. I tifosi? Mi hanno dimostrato affetto, non pressione. E’ la partita più importante di questo periodo della mia carriera. Sarà una gara intensa, c’è antagonismo di vecchia data. Dobbiamo pensare a fare bene in campo, Calciopoli non ci deve interessare molto. La condizione fisica? Nelle ultime due settimane abbiamo giocato molte partite, tenendo botta. La squadra è proiettata verso una condizione fisica ottimale, ma anche il fattore psicologico è importante".
 
I CONVOCATI - Ecco l'elenco dei convocati in vista dell'Inter: 2 Motta, 3 Chiellini, 4 Felipe Melo, 5 Sissoko, 8 Marchisio, 9 Iaquinta, 10 Del Piero, 11 Amauri, 13 Manninger, 14 Aquilani, 18 Quagliarella, 19 Bonucci, 20 Lanzafame, 21 Grygera, 23 Pepe, 25 Martinez, 27 Krasic, 29 De Ceglie, 30 Storari, 31 Costantino, 33 Legrottaglie.