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mercoledì 3 novembre 2010

Juve: cedere Amauri è un errore




Io non cedo Amauri. Non credo che un attaccante completo che dispensa sapientemente tecnica e agonismo debba essere inserito nella vetrina dei balocchi che non divertono più. Della logica di depauperamento della rosa juventina in nome delle ragioni di bilancio non me ne curo. Non me ne sono mai curata nel giudizio di un giocatore.

Io lo difendo, Amauri. Perché infortuni e indeterminatezza strategica lo inducono a interrogarsi. Ne compromettono la concentrazione e la resa e il cinismo che occorre e che potrebbe arrivare. Rumors di mercato che lo riguardano si sono moltiplicati con l'allontanarsi dai numeri di una media onorevole: Manchester Utd, Fiorentina, Milan in scambi ai limiti dell'illogico. E poi c'è una ragione in più: l'assenza di quel finalizzatore (finale o anche da rete) che asciughi quell'ansia trasbordante di tutelarsi in un fortino d'alta classifica che - la matematica mourinhiana insegna - non prescindono da una media onorevole.

Di Karim Benzema scrissi in tempi antichi. Ne apprezzo quello sguardo irriverente e quel miscuglio francoalgerino tanto quanto il suo tocco e il suo destro. Non lo desidero con la maglia della Juventus se ciò indurrà a ripercorre la sventurata pantomima che ha introdotto alla cessione di Diego. Come non voglio Bale o Cassano o chiunque altro. Sempre che la qualità conti, oltre i semplici proclami.

domenica 10 ottobre 2010

Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon: un numero 10, un numero 1


Frammenti di una giornata affogata, in cui gli occhi pesti si sono appassiti davanti a un filtro costrittivo come quello di un monitor. Essere Alessandro Del Piero e essere Gianluigi Buffon. Li vedo contrapporsi in questa maledetta domenica. Quanta distanza corre tra un numero 10 e un numero 1?
Facile numerologia intrisa di una valenza simbolica si spende in questo 10-10-10. Forse poco si concilia con l'insegnamento mourinhiano derivante dalla matematica applicata al calcio. Li osservo, con la giusta distanza. Uno è pressoché certo che rimarrà alla Juventus. L'altro si prepara all'eventualità di cambiare. L'inutilità della puntualità è tutta qui.

"Per quelli che mi chiedono del contratto... Sinceramente sto vivendo con grande serenità la questione del rinnovo del contratto e del mio futuro. Non ho nessuna intenzione di sfuggire a questo argomento - ha spiegato - ma davvero in questo momento il mio futuro è solo e soltanto la prossima partita. Da vincere. Per il resto, dobbiamo lasciare il tempo che le cose maturino, senza fretta".
 Un capitano si celebra nel 10-10-10. Un portiere, il suo portiere, si congeda - forse - con poche parole:
"Il Manchester United è una grandissima squadra, ma così come era accaduto l'anno scorso, non ha mai palesato in maniera diretta il suo interesse verso il sottoscritto, sono sole indiscrezioni o bombe giornalistiche". "Siamo a ottobre, è un po' presto per immergerci in quello che potrà accadere a giugno, manca ancora tanto tempo . Io al momento aspetto con ansia il giorno del mio rientro, più avanti si affronteranno altri discorsi. Buffon è a disposizione della società, quel che accadrà lo deciderà la società perchè alla fine il fatto di avere un contratto fino al 2013 è un qualcosa che lega abbastanza". 
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sabato 9 ottobre 2010

Juve: se Buffon parte, arriva Forlan?


Gianluigi Buffon è il migliore. Gianluigi Buffon è il portiere della Juventus e della Nazionale. E' l'unico nel suo ruolo a valere quanto e più di un attaccante. Non c'è storia, spazio, posa che si accompagni a una vittoria in cui il suo contributo non figuri. Rinunciare a lui chiuderebbe un ciclo. Ne aprirebbe un altro? Non saprei. Non osservo che cieli neri. Per questo e perché non credo che Milos Krasic possa - da solo - superare i limiti di questa compagine rifondata, non credo - ancora e di più - che si possa tornare grandi svendendo tenacia e determinazione non lo auspico. Non avallo la cessione al Manchester Utd (si rumoreggia assai su questo trasferimento), come non condividevo l'ipotesi City.


Non mi curo di quanti leggono sommariamente bollettini, note, comunicati sul decorso postoperatorio sperando di rinvenire parole di sostegno a una blanda tesi che lo veda partire da Torino per Manchester o qualunque altra orrorifica città industriale inglese. E non mi curo di quanti, scansati i lettori ossessionati delle condizioni cliniche, riportano alla ragioni di bilancio ogni manovra. La gestione va considerata. Se si non si sanno equilibrare le voci in capitolo, è difficile gli investimenti rendano. Quindi, boccio senza appello questa esigenza spudorata e insistente di inserire Buffon nella lista dei partenti. E se sarà, non credo si possa semplificare tutto nell'una o nell'altra ragione come non è stato per David Trezeguet.



Neanche se dovesse concretizzarsi l'ingresso nello spogliatoio di Vinovo di Diego Forlan. Che sia l'attaccante più interessante da inserire nell'organico bianconero lo sostengo da tempi addirittura precedenti al Mondiale. E' una mera questione di ingaggio? E' un vezzo? E' davvero l'esigenza che ci paventa a tutta pagina lo spagnolo 'As' a dettare così tanta cautela nell'uruguayano? Edin Dzeko rimane l'obiettivo per giugno, ha affermato a più e più riprese il neodg Giuseppe Marotta. Ci sto. Va bene. Anzi, è una dichiarazioni d'intenti lodevole dopo lo scempio consumatosi con la cessione iniqua di Diego al Wolsfburg - società che detiene guarda un po' il cartellino del giocatore - ma non sottovalutiamo Forlan, por favor. Il contratto fino al 2014 e la volontà di fermarsi a Madrid (Atletico) vanno tenute da conto. Ovvio. Eppure qualcosa mi induce a non marcare le dichiarazioni e ad aspettare. A pazientare.

lunedì 4 ottobre 2010

Inter-Juve, pari spettacolo a San Siro. Video



Di Inter-Juve tengo la dissolutezza di Milos Krasic, la capacità di impostare di Alberto Aquilani, le geometrie che funzionano (finalmente), l'ordine, l'incontenibilità di Samuel Eto'o, la rabbia dell'antagonismo senza remore e ipocrisie. E anche l'orgoglio.

Butto via le entrate di Chivu e Lucio, la confusione di Motta, la svogliatezza di Quagliarella, l'inquietudine di Milito.

Io non firmo per il pari. Mai. Ma questa è un'altra storia.


sabato 2 ottobre 2010

Del Neri: "Non firmo per il pari". Spazio a Amauri

 
 
 
A Manchester la Juventus ha dimostrato di poter risalire. Un risultato come il pareggio conta, se pochi giorni prima una vittoria e i tre punti si sono conquistati dimostrando che la tenuta fisica c'è. Alla vigilia del derby d'Italia, Luigi Del Neri indossa la sua maschera di pacatezza con quell'aggressività di chi, seduto sulla panchina bianconera, non può che galvanizzarsi a poche ore da Inter-Juve. Si gioca per vincere, ha risposto l'allenatore. Una frase da tecnico della Juve.
 
 
CALCIOPOLI - "Si affrontano due squadre di grande spessore, sarà una partita particolare, c’è grande antagonismo. Calciopoli? Con l'Inter c'è un antagonismo di vecchia data, ma del processo non ci deve interessare molto, pensiamo soltanto al campo".
 
 
NON FIRMO PER IL PARI - "Se firmo per un pareggio? Non firmo mai. Se una vittoria può cambiare la stagione? Ultimamente ogni partita è un'esame, giocheremo cercando una buona prestazione, scenderemo in campo con grande attenzione per i nostri avversari alla ricerca di un miglioramento. La nostra arma in più potrebbe essere l’aggressività, e puntiamo sulla tecnica. L’Inter è una squadra di grandi palleggiatori, Eto’o è molto più incisivo da quando non ha obblighi difensivi. Non credo che l’Inter sia dipendente da un giocatore, è una squadra compatta, sta ottenendo grandi risultati perché è compatta".
 
 
FORMAZIONE - Un po' di pretattica è ordinaria segnalazione per l'allenatore che non svela anticipatamente gli uomini del suo undici come ormai di tendenza negli ultimi incontri con la stampa: “Se giocano Melo e Marchisio? Più facile che giochino Aquilani e Melo. Amauri? Se sta bene gioca. Se non sta bene non lo convoco. Ora non mi fate dire tutta la formazione. De Ceglie? Aveva bisogno di riposo, l’infortunio gli ha permesso di tirare un po’ il fiato. Sono sereno nelle mie decisioni, mi concentro sui giocatori e sulla squadra. Dobbiamo stemperare le pressioni e scendere in campo al top. L’errore da non fare? Essere presuntuosi dopo la buona prova di Manchester, ma so che contro l’Inter non c’è pericolo: abbiamo troppo rispetto per i nostri avversari”.

 
NESSUNA PAURA - “Abbiamo giocatori abituati a grandi sfide, non credo che soffriremo il fatto di giocare in trasferta a San Siro. Molti dei nuovi hanno giocato partite importanti con la Nazionale. I tifosi? Mi hanno dimostrato affetto, non pressione. E’ la partita più importante di questo periodo della mia carriera. Sarà una gara intensa, c’è antagonismo di vecchia data. Dobbiamo pensare a fare bene in campo, Calciopoli non ci deve interessare molto. La condizione fisica? Nelle ultime due settimane abbiamo giocato molte partite, tenendo botta. La squadra è proiettata verso una condizione fisica ottimale, ma anche il fattore psicologico è importante".
 
I CONVOCATI - Ecco l'elenco dei convocati in vista dell'Inter: 2 Motta, 3 Chiellini, 4 Felipe Melo, 5 Sissoko, 8 Marchisio, 9 Iaquinta, 10 Del Piero, 11 Amauri, 13 Manninger, 14 Aquilani, 18 Quagliarella, 19 Bonucci, 20 Lanzafame, 21 Grygera, 23 Pepe, 25 Martinez, 27 Krasic, 29 De Ceglie, 30 Storari, 31 Costantino, 33 Legrottaglie.