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venerdì 24 settembre 2010

Juve da riformare: Del Neri si inventa Pepe terzino


Quando Claudio Ranieri venne tacciato di propinare un brutto spettacolo nella Torino della rabbia e dell'orgoglio, la risposta a mezzo stampa fu semplice: "Basta non prendere gol". I ragazzi, come li chiamava, salivano optando per un fuorigioco strategico che fruttava almeno una difesa d'ufficio. Ma che si può addurre in una strategia, che possa definirsi all'altezza, per questo reparto che ieri sera all'Olimpico è scomparso? Nonostante Chiellini (reduce da una brutta distorsione) e Bonucci che, con tutta la volontà della disperazione, hanno perso i tempi dove e quando il tempismo è tutto.

Ora il tecnico del nuovo corso Luigi Del Neri - che ha poco dietro cui nascondersi - ci propina Pepe terzino. Un uomo, un giocatore che ha interiorizzato il ruolo di attaccante in un 4-3-3 (Udinese) e prova con alterni successi a interpretare la verticalizzazione secondo i dogmi delneriani. Il problema sugli esterni bassi esite, inutile negarlo. Non giova a nessuno, neanche ai diretti interessati che faticano a rientrare e a coprire adeguatamente. Sette reti incassate alla quarta giornata sono francamente eccessive per una società che si pone come obittivo la qualificazione in Champions League.
"Una prestazione volenterosa, ma siamo tornati indietro, ad errori pagati a caro prezzo, che il Palermo ha sfruttato a pieno - ha dettol'allenatore bianconero -. Noi invece abbiamo sfruttato di meno le occasioni che pure abbiamo avuto". Il problema della Juventus è difensivo, ma non è solo colpa della difesa. "Quando si sbaglia si sbaglia tutti - ha aggiunto Del Neri -. Una partita al di sotto delle prestazioni degli ultimi tempi: forse anche un po' di sfortuna, però serve più attenzione e grinta. E' un anno altalenante, dobbiamo convivere con questo. Pensavamo di aver risolto i problemi ad Udine, invece si sono ripetuti".
Provvisti poi di un centrocampo che faccia da filtro (ieri sera Melo e Marchisio hanno faticato troppo) ecco che i buchi si spiegano. Meno si capisce questa obiettiva difficoltà di mantenere le distanze tra i reparti, quell'ordine che manca tra le linee. Anche i nuovi schemi vanno studiati. Capiti, applicati. La matematica applicata al calcio intanto pesa e mostra quello che non c'è, come dimostrato dall'alieno Mourinho.

Forse per dicembre si ritroverà la vera formula. Forse no, ma allora le cose e le persone potrebbero già non essere le stesse.

giovedì 23 settembre 2010

Juve, la crisi infinita. Il Palermo rinasce a Torino. Video dei gol


Non dovevamo illuderci che l'orgoglio da solo bastasse a succhiare via quella linfa malevola che appesantisce le gambe e confonde la testa. Schemi, idee, misure latitano ancora in questa Juventus sconfitta 1-3, così difficile da capire. Da giustificare. Palermo si rigenera da Pastore. E rinasce meritatamente. Perché forse non era il tempo per scegliere Del Piero e preferirlo a Iaquinta. Ha da passa' 'a nuttata, ma il lassisimo di Bari e le lacune manifeste contro la Sampdoria emergono senza che la ruvidità di metodo di Del Neri abbia dimostrato di aver sanato quel male. Pastore, Ilicic e Bovo illuminano la notte torinese. E la Signora è di nuovo cupa, sciatta.



Juve-Palermo: le formazioni ufficiali




Juve-Palermo
è il posticipo della quarta giornata. Chiellini sì. Del Piero pure. Ora che siete tranquilli (e iniziate ad aver paura di Pastore&Miccoli) leggete le formazioni ufficiali.


Juventus (4-4-2): Storari; Motta, Bonucci, Chiellini, Grygera; Krasic, Melo, Marchisio, Pepe; Quagliarella, Del Piero. All. Del Neri

Palermo (4-3-2-1): Sirigu; Cassani, Munoz, Bovo, Balzaretti; Migliaccio, Bacinovic, Nocerino; Ilicic, Pastore; Pinilla. All. Rossi

Juve-Palermo: Chiellini recupera, Del Piero fa posto a Iaquinta


L'importanza degli uomini nella Juventus si nota da questo. Dalla rabbia, dalla voglia di esserci sempre e comunque.

"La caviglia è a posto, stasera serve la stessa concentrazione di Udine,è una settimana cruciale per noi...vi aspetto allo stadio, ciao a tutti"


Giorgio Chiellini, infatti, ha confermato via Twitter che sarà in campo stasera contro il Palermo di Delio Rossi in cerca di punti e conferme. Nonostante presidenti fumantini e arbitri inesperti.

Juve operaia
o meno, da Udine in avanti si deve imprimere quella continuità e quell'esercizio di concentrazione che, inutile negarlo, manca.

Il recupero di Chiello dalla distorsione alla caviglia riportata al Friuli rassicura, ma non allontana i soliti sospetti sull'eccesso di infortuni registrati a sole tre giornate dall'avvio del campionato (con gli impegni paralleli ben presenti). De Ceglie e Traoré sono gli ultimi ingressi di un club che annovera il medesimo numero (quasi) dei tesserati.


Son complicazioni che non devono confonderci: la formazione che il tecnico bianconero schiererà è imprescindibilmente vincolata al 4-4-2. Storari tra i pali, Grygera sulla sinistra, mentre a Motta andrà la fascia destra. A centrocampo la confermatissima coppia di laterali Krasic-Pepe, al centro si partirà probabilmente con Marchisio (autore di un gol da videoteca a Udine) e Sissoko. In panca Aquilani sarà pronto a prendere il posto di Claudio al momento opportuno (durante il secondo tempo). In avanti Iaquinta è in vantaggio su Del Piero in coppia con Quagliarella. Amauri partirà dalla panchina.

Sul versante rosanero, Rossi è obbligato a scegliere Sirigu con Cassani e Balzaretti sugli esterni e Bovo e Munoz al centro del reparto arretrato. A centrocampo Bacinovic (in ballottaggio con Kasami) con Liverani regista. Poi Pastore, titolare ormai fisso, con lo sloveno Ilicic e Nocerino. In attacco Maccarone e Pinilla si contendono la maglia da titolare. Hernandez e il capitano inizieranno l'incontro da seduti. Anche se Miccoli non ha mancato l'appuntamento da ex con il tabellino, vedi colonna marcatori.

mercoledì 22 settembre 2010

Juve, Chiellini in dubbio per il Palermo


Re Giorgio e una distorsione che, tra Palermo e rinnovo, non agevola il disbrigo delle pratiche. Del Neri richiama a un modello operaio che - francamente - nel contesto ambientale in questione è un motto che involontariamente si rivela segno dei tempi. In vista del posticipo di domani sera all'Olimpico di Torino anche la determinazione Chiellini e la rocciosità del tecnico infondono serenità. Legrottaglie si scalda già, anche se Chiello non si ritirerà senza aver lottato.


Con Delio Rossi in bilico dopo le picconate di Zamparini e i palesi limiti della difesa palermitana, l'avversario sarà prevedibile. Almeno sulla carta. Da temere, come sempre, la fantasia di Javier Pastore rimasto in Sicilia in attesa di ricevere - o il club per lui - l'offerta giusta. Magari dall'Inter che avrebbe intenzione di supportare con l'adeguato rincalzo Sneijder mai convinto fino in fondo di allontanarsi dal suo mentore, il profeta di Setubal.

Josè Mourinho è l'alieno che si lega agli uomini sapendoli proteggere nel nido dello spogliatoio esponendosi al turbinio mediatico, dirottandolo verso la direzione voluta. Perché Wesley che, in fondo, arriva dal Real dovrebbe sottrarsi? Coutinho deve crescere. A gennaio, l'arrivo dell'argentino potrebbe essere la conferma dell'operazione. Salvo non si decida, a corso Vittorio Emanuele, di investire subito in una punta.

martedì 21 settembre 2010

Juve: giovani che rimangono, giovani che partono




Bella che sarebbe la giovane Juve. Mi cullo in questa considerazione quando osservo Seba schiarirsi sotto il sole settembrino con la casacca del Parma indosso interrogandomi sul senso di una scelta che declina nella rassegnazione. Mi manca Giovinco, quello che a Empoli non affondava nel campo. Sempre dietro alle due punte. Anche Marchisio era stato mandato in Toscana a rinvigorirsi, a temprarsi per apprendere le leggi di un calcio che non consente di commettere errori a chi indossa la casacca della Juventus. A Siena De Ceglie ha trascorso una stagione formativa per integrarsi in un progetto nuovo. In cui viene menzionato e in cui pare escluso, secondo opportunità. Di chi, di che cosa sfugge a volte.

Criscito, Mirante, Palladino, Immobile, Pasquato: i bravi ragazzi del vivaio cercano un posto al sole. Che bella questa Juve disegnata in un vivaio che ha cresciuto giocatori vigorosi, forgiato caratteri e che, nella tragedia, si è rafforzata come Vincenzo Chiarenza ha tracciato in una recente intervista.

Eppure Sebastian ha deciso di andar via. E ha scansato Torino, la vita agra della panchina che non gli ha restituito pazienza. C'è solo disillusione nelle parole spese con una sagacia sproporzionata per un ragazzino. Anche se lo chiamano Formica Atomica e se il West Ham e l'Arsenal (in tempi finanziariamente migliori) avevano intenzione di portarlo in Premier. Claudio, dagli occhi silenziosi, affida a Facebook il proprio malessere per un rinnovo che stenta a rassicurarlo. Gli altri, i tanti andati e venuti, sono cresciuti e cresceranno altrove. Lontano da Vinovo.

lunedì 20 settembre 2010

Vale Rossi conferma: "Mi opero. Forse prima di fine stagione"


Capitolo primo, Valentino Rossi e la spalla. : "Operarmi prima della fine della stagione è un'opzione che dovremo valutare. Perché facciamo più fatica del previsto. Quindi ci penseremo, anche se vorrei correre tutte le gare e non vorrei saltarne altre, ma su tracciati come Motegi e Sepang potrei anche soffrire un po' più di adesso. Sono tutte valutazioni da fare con calma e a mentre fredda, non adesso".

Capitolo secondo, della diatriba Yamaha-Ducati: "Potevo anche operarmi alla spalla mentre ero a letto per la gamba, ma immaginate lo stato d'animo di uno che ha appena subito un intervento e ha dolori ovunque: se mi avessero detto di rientrare in sala operatoria avrei detto di no. Anche perché di conseguenza sarei rimasto completamente bloccato sul divano senza poter muovere spalla e gamba".

Capitolo terzo, c'eravamo tanto amati: "La Yamaha deve rimboccarsi le maniche, la differenza con Ducati e Honda nelle ultime gare sta diventando un po' troppa".