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venerdì 11 giugno 2010

Intercettatemi, intercettateci

10 giugno 2010

Non leggerete più di Calciopoli, non saprete più che c'è chi ride mentre un terremoto ha raso al suolo L'Aquila, non avrete più la sequenza dell'orrore della Diaz davanti agli occhi, non avrete più notizia di quanto accadde a Palazzo Grazioli. Ma voi che bramate perché ciò avvenga, non ci metterete a tacere, non svuoterete di senso la potenza della parola.





Black out. Nero. Non pervenuto.

lunedì 7 giugno 2010

Sgarbi killed the archistar




E' rock. E' lento. E' pop. E' hard art. Facciamo conto che non sia 'L'ultima parola', che non sia una notte fonda di inizio giugno e che anche Sgarbi non sia Sgarbi, quanto un mero aggressore delle bruttezze di cotanta architettura.

Chi inveisce contro le archistar? Il critico? L'esteta? Il narcisista? Svestiamolo di ruoli da circo mediatico condito - solitamente - da contraddittori accesi ad hoc per alimentare un dibattito in cui nulla vi è su cui dire - forse pensare - per riabilitarlo. La difesa di ciò che appartiene all'identità quanto l'arte, la concezione urbanistica, l'architettura non deve ridursi all'accettazione del gusto dominante (concetto labile), ma esprime quel senso di civiltà che pare subordinato a logiche di palazzo.

Quanto sottindende l'invettiva sgarbiana, così barbarica nell'abusare dei termini brutti in contrapposizione alla bellezza insita nell'opera o nelle opere, palesa le alleanze che funzionano. Ciò che è eterno perché inevitabilmente suscita sentimenti eterei si tramuta in orrorifiche scatole di finta modernità (Ara Pacis, tanto per citare un esempio). e le parole sono brutte, cacofoniche.

Quelle stesse parole che lui, l'archistar Massimiliano Fuksas al centro di polemiche senza fine, pare comprima nelle sue opere (dal citato Palazzo della Regione Piemonte all'altrettanto criticata chiesa di Foligno) nella parabola narrata da Sgarbi. Rissa con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e querelle verbali di santoriana memoria che gli hanno procurato querela del presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, accuse di sinistrismo e parcelle milionarie. Come finirà tra il critico e il maestro? Nel reality dell'archistar l'epilogo è rimandato al prossimo progetto (forse).

giovedì 3 giugno 2010

Freedom Flotilla, filo spezzato



Riflessione in divenire

Gli equilibri stravolti che ci spiega Lucia Annunziata su La Stampa, il racconto puntuale di Francesca Paci, le testimonianze da Gaza (molteplici e legate ai gruppi di riferimento) ci dipingono uno scenario di disordine e indeterminazione militare e politico. La questione israelo-palestinese non è cosa loro, affatto. E il caso Freedom Flotilla ci insegna che qualcosa è cambiato (in peggio).

lunedì 24 maggio 2010

Videocomunicato FNSI-Usigrai



"Il disegno di legge sulle intercettazioni e sulla cronaca giudiziaria in votazione al Senato limita fortemente il vostro diritto di sapere e il nostro dovere di informare. I giornalisti sono dalla parte dell'informazione libera e non da quella dei segreti di criccopoli, di calciopoli, della malasanità e via dicendo. Dietro la scusa nobile della tutela della riservatezza si nasconde la volontà di imbavagliare la stampa proibendo la pubblicazione di notizie su indagini in corso. Se fosse già stata in vigore avremmo potuto raccontare solo dopo anni delle inchieste sulle stragi, sui grandi scandali nel mondo dell'economia, della politica, della sanità, dello sport. Durante le indagini silenzio. Non certo per tutelare la vita privata dei cittadini, ma quella dei potenti, per non creare imbarazzo a chi vuole fare credere che in Italia tutto vada bene. I giornalisti italiani dicono no al bavaglio e si a un'informazione libera, completa e rispettosa. Il Senato ci ripensi".



Lady Madonna children at your feet
Wonder how you manage to make ends meet.


(Lady Madonna, i bambini ai tuoi piedi
si chiedono come farai a sbarcare il lunario.)

Real Mou, Inter Maximo: quanto c'eravamo amati




Mourinho
non ha atteso che si elaborasse quanto accaduto a Madrid. Ha rotto gli equilibri, di nuovo per l'ennesima volta in questo biennio che non è stato propriamente un ciclo, guadagnandosi la scena che voleva essere solo dell'Inter. Del terzo titulo, della terza Coppa. Non è stato un comportamento evidentemente molto gradito dal presidente Massimo Moratti che non ha aspettato oltre per ribadire che Mou è il passato. Nel suo, di futuro, c'è solo il Real Madrid. In quello dell'Inter una rinascita.
“Forse non ho ancora metabolizzato tutto. Stamattina - ha detto il presidente nerazzurro a Sky Sport -, quando leggevo dei tre titoli, pensavo che lo scorso anno il Barcellona era fantastico, perché aveva vinto tre titoli e, quindi, forse, lo siamo anche noi. No ho ancora capito esattamente tutto quello che è successo. Questo capita perché sei ancora nel clima della fatica che devi fare, fatica da un punto di vista dello sforzo che devi fare per tenere tutto insieme e per riuscire ad arrivarci. Non si fa così in fretta ad uscire da questo tipo di sensazione, di svegliarsi al mattino e sapere che hai dei doveri anche per questa cosa. La cosa bella di questa mattina è stata, sarà vero che è finita?”.

Che ci potesse essere un'altra sfida lo si sapeva. Forse non nei modi, nella scelta di usufruire di una simile iperbole mediatica. “Ho pensato - ha risposto Moratti - che questo rischio non potesse capitare, perché conosco la serietà dell’uomo che, certamente, si sarebbe impegnato ancora di più perché non ci fosse un alibi da parte di nessuno, o una colpa da parte di nessuno. Certo, il tempismo non è stato splendido, perché anche i giocatori leggono i giornali, come li leggo io. Un dialogo diretto non c’è mai stato suq questa cosa, nemmeno un tentativo di farmi capire direttamente questa cosa qua. E’ sempre stato fatto attraverso la comunicazione. Lì, stava a me capire di non entrare con il pugno duro, perché ci tenevo troppo che finisse bene l’annata. Al di là della stima, che tutti abbiamo dimostrato a lui e dell’impegno che ci ha messo sempre, credo che sia una decisone, una tentazione, legata proprio al fatto di poter dimostrare personalmente che è bravo dappertutto. Ad una persona come fa a toglierglielo. Puoi dare tutti i giudizi che vuoi, ma capisci che questa persona è fatta così. Ci possono essere delle strade, magari, per cercare di trattenerlo, e si possono percorrere, ma credo che sia più attratto proprio da questa sfida, da questa avventura. Conoscendolo un pochino, non tantissimo, mi sembra che questa sia la cosa vera che a lui interessa. Più, forse, dei soldi”.

Da quanto risulta al quotidiano spagnolo 'Marca', lo Special One ha già il contratto in mano. I numeri? Dieci milioni di euro per quattro anni. L'amarezza del presidente è trapelata quando si è osservata l'innegabile capacità del profeta di Setubal di carpire l'attenzione, affabulare e raccogliere le tensioni senza che ciò comprometta il rendimento in campo dei suoi uomini. Gladiatori, soldati, calciatori. Come addestrati, seguono la sua disciplina. Esiste un Mourinho uguale, per capacità, e diverso, per obiettivi? Un allenatore altro, normal o special a sua volta, dovrebbe inaugurare un nuovo corso che ricompatti l'ambiente che rimarrà orfano del Mou vincente e tatticamente abile nella gestione del gruppo.

EREDE MOURINHO - Mancini? “Ci pensavo stamattina - la rivelazione di Moratti - è l’unico a cui non avevo pensato, per il fatto che ci siamo già incontrati e che abbiamo già avuto il nostro pezzo di vita. Penso che anche per lui non sia percorribile, si è trovato bene in Inghilterra, gli piace vivere in Inghilterra, riportarlo in queste difficoltà, penso ce si un dispetto che gli faccio”. O forse il suo amico, compagno e secondo Mihajlovic? “Certamente, ha carattere, sa imparare velocemente, è stimato dai giocatori, è anche molto amico dei giocatori. C’è anche tutta la stima nell’uomo, con me ha mantenuto un rapporto molto buono. Però, questo non vuol dire che questa debba esser una scelta, anche se, per simpatia e stima, mi farebbe piacere farla. Però, sinceramente, non ho ancora deciso”.

MILITO - Nota a parte, per il Principe: "C’è una differenza tra Milito e il nostro allenatore: Mourinho ha un clausola per cui, andando incontro a questa clausola, può andarsene, Milito no. Qui finisce il discorso”.


FUTURO - Si cambierà. E' indubbio: "Bisogna avere la concretezza ed il realismo di capire che questa è una strada da continuare con l’attenzione di capire anche i tempi, che non sono certamente gli ani 60, piuttosto che 6-7 anni fa , in cui sembrava che il mondo si arricchisse dieci volte tanto di quello che era il vero valore. Bisogna certamente fare attenzione a quella che potrebbe essere la situazione economica internazionale e nazionale ma, nello stesso tempo, mantenere dignitosamente la parte che, purtroppo, è importate, perché non è più una parte, ma è la parte più importante. Il giochetto non è facile". Intanto, c'è un nuovo inizio. Magari un nome fresco fresco: Rafa o Sinisa.

(dopo 72 ore consecutive in cui ho scritto solo di Inter)