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mercoledì 15 settembre 2010

Ibra, Borriello e l'attaccante che manca alla Juve




Quanto tempo c'è, quanto tempo abbiamo perché si possa consolidare un giudizio denso, che poggi su accadimenti insindacabili, a prescindere dall'indole e dalle preferenze? Tra parentesi si collocano: dubbi, incertezze, infortuni, antipatie, maglie, donne, colori. Tutto si evolve, muta forma. Due attaccanti uniti dalla Juventus si incontrano a distanza. Uno ha vissuto lì l'inizio, l'altro ha scelto di non abbracciare il nuovo progetto. Ibrahimovic e Borriello sarebbero potuti essere e non sono stati. E oggi la loro assenza, per motivi diversi, forse non è un male.

Nella notte dell'epopea milanista e della dissoluzione romanista, due giocatori che per esigenze diverse hanno omesso corso Galileo Ferraris dalla loro storia si intersecano.

Zlatan Ibrahimovic non commette alcun errore. Marco Borriello ne commette uno, fatale. Determinante. Se ne assume responsabilità e oneri. Ne osservo le movenze. Ne studio la reazione.

Sì, ammette la leggerezza ai microfoni e conosce il debito che grava ora sulla sua nuova squadra, sulla sua nuova società (chi la comprerà, chi sarà il prossimo a soddisfare il popolo?). Era un giocatore della Juventus, poi un sms, un colloquio parallelo (vero?) e fu Fabio Quagliarella in lite con Walter Mazzarri, allenatore del Napoli.

Quando Zlatan, l'uomo senza fede e senza affezione, arrivò in Italia si era inimicato l'ambiente dell'Ajax che lo aveva reso un attaccante di vigore. Ma Luciano Moggi lo aveva imposto, nel suo stile, convinto che non avrebbe deluso le aspettative. E' diventato Ibra, alla Juventus. Ma ha scelto di legarsi al proprio egocentrismo promettendo sentimenti quasi mai ricambiati.

Borriello, invece, ha declinato convinto l'offerta bianconera. E non è l'uomo giusto. Non è quel giocatore di cui Del Neri poteva fidarsi per condurre quel piano che ha deciso di realizzare (un 4-4-2 operaio). E' il miglior non acquisto di un mercato estivo controverso in cui la qualità è parsa superflua. Non saranno state adottate le soluzioni del caso, agevolando la scelta a favore della Roma dell'attaccante eppure questo gioco non avrebbe giovato a Marco né alla causa del nuovo corso. Con la massima stima (ribadita a più e più riprese) nei suoi riguardi.

martedì 31 agosto 2010

Juve-Borriello: io vorrei non vorrei, ma se vuoi



La costruzione di un amore e di una squadra richiedono pazienza in parti uguali. Opportunità, talento, capitali si celano in questo campionato di maniera in cui tutto è apparenza. Nulla, in questa sessione di mercato dormiente, ho obiettato fino a questo momento sulle scelte della nuova triade che la Juventus rifondata ha scelto di presentare. Perché ridimensionare le ambizioni espiando le incongrunze passate senza preservare quanto di buono rimasto? Cedere Diego non ha solo esplicitato l'arenarsi di un progetto, ma la rinuncia - mesta - a quella voglia di rivalsa gonfiata dall'onta (per i senatori) di Calciopoli. E, studiando la strategia che l'ha ispirata, l'errore rimane. Non comprendo, mi spiace.

Ora Marco Borriello. Ora Gianpaolo Pazzini. L'uno alternativo all'altro. Facili entusiasmi di manifesta inconsistenza dopo lo stato di osservazione in cui versa la Serie A. Jorge Martinez si ferma, intanto, per un mese. Claudio Marchisio (afflitto dalla sindrome dell'ansia da rinnovo) lascia Coverciano per il lieve (dice il responsabile dello staff medico della nazionale, Enrico Castellacci) infortunio riportato al bicipide femorale. Amauri indisponibile, Iaquinta fuori. Mi passa per la mente che il regista che si sarebbe dovuto acquistare due anni fa non compare nella lista delle entrate. Poche ore rimangono per sigillare gli ultimi contratti. Zebina ha rescisso il proprio contratto per il Brescia, Camoranesi andrà allo Stoccarda, Trezeguet gioca ormai in Spagna (Alicante). Le risorse del vivaio (Ciro Immobile ad esempio) sono contropartite o risorse con cui monetizzare. Siamo lieti che Krasic abbia pagato di proprio conto il viaggio aereo, ma è altrettanto malinconico apprendere che il 24enne difensore del Saint-Etienne Yohan Benalouane arrivato in Italia per le visite mediche sia stato bloccato dalla Juventus (pare sia pronto a firmare con il Cesena). Si è preferito Tasci? E perché?


Krasic, Martinez, Storari, Motta, Pepe, Quagliarella: pur distinguendo tra acquisti a titolo definitivo e prestiti, sommati presentano una somma considerevole che non corrisponde alla qualità di quanti dovrebbero sostituire. Forse la Roma riuscirà a convincere Borriello (15 milioni non sono in programma per corso Galileo Ferraris), magari il Pazzo vestirà la maglia cara agli Agnelli. Il caso Grosso continuerà a essere tale. Cambiare ha sempre un costo. Ma deve portare benefici perché non si scivoli (presto) nel pentimento.