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lunedì 12 marzo 2012

Juve in silenzio stampa contro l'arbitro: senza gol e senza rigore



da Virgilio Sport (foto tratta da Sky)

L'insostenibile leggerezza e l'inutilità di uno 0-0 si leggono incrociando l'ennesimo pareggio della Juve con l'epopea milanista e il progressivo allontanamento dal vertice della classifica. Eppure in questo pomeriggio primaverile con il Genoa (in forte ascesa), la Juventus senza Barzagli, Chiellini e Bonucci (tanto per citare alcune delle assenze più eclatanti) ha sbattuto contro pali, traverse e sviste arbitrali. Rizzoli e i suoi hanno preso decisioni corrette (vedi il giallo a De Ceglie), ma non hanno convinto sui rigori negati a Matri e a Rossi, sulla rete di Pepe. Su quegli episodi che contano, hanno commesso degli errori. Il silenzio stampa da parte della società è l'atto estremo, simbolico e ideologico, di contrapposizione a questa classe arbitrale. Piaccia o meno.

Se il diktat contiano rimane vincere (altro che partecipare), forse più che nella singolarità delle azioni se ne percepisce il senso nella mentalità con cui questa Juventus senza difesa reinventatatasi priva di guida tecnica e di centrali con l'inedito duo Caceres-Vidal. Più orgoglio che determinazione, più tensione che superiorità. Quei tratti della juventinità si leggono nella propensione offensiva, nell'ostinazione anche quando pare evidente che la fluidità nella fase difensiva è carente. Così si sprecano occasioni tangibili come quella in avvio di Giaccherini o, per una sorta di incombenza da chiudere, quel meraviglioso suggerimento per Marchisio. Così è, fino al fatto cardine: Matri al limite prende Palacio che dentro l'area di rigore lo trattiene per la maglia. Rizzoli non concede il rigore. Con quel che ne viene.

L'insoddisfazione provoca rabbia e quel giallo cheKucka si prende per un alterco con Marchisio va inquadrato in questo contesto. Su un campo sfatto, il Genoa trova le corrette geometrie esaltate da Biondini che disegna traiettorie precise. Cross ottimi, come quella su cui arriva il Gila di testa impegnando Buffon e soci. A rompere le fila  auspichi possa essere la maledetta, quella che fa di Pirlo un giocatore insostituibile. Invece nulla, la punizione finisce sull'esterno della rete, alta sulla traversa. Non si vuole arretrare: Pepe è sempre lì, al suo posto ma si innervosisce troppo con il guardalinee e si fa ammonire da Rizzoli. De Ceglie, poco dopo, per fermare Palacio lo prende per la maglia. Anche per lui giallo. Ora è la Juve a soffrire: Jankovic va a tiro e pcoo ci amnca. Un minuto e si scende negli spogliatoi sullo 0-0. Il tutto mentre Conte si dimena a distanza, dietro a un vetro.

Senza variazioni sul tema (a parte nei rossoblu l'inserimento di Mesto per Sculli), la reprise è un susseguirsi di corner e pali con una continuità statistica impressionante, per gli appassionati del genere. Nota di merito va al taglio di Lichtsteiner e il suo tocco per Matri che si fa cogliere impreparato su questo pallone perfetto non riuscendo neanche a girarsi per coordinarsi e tentare il tiro. Nulla da fare. Vucinic, nella sua migliore interpretazione di questi secondi 45 minuti, colpisce di testa su cross di Pepe. Coglie la traversa con un Frey che assiste immobile. Anche Pirlo prova una conclusione improvvisa che il portiere genoano mette in angolo. Ancora il montenegrino fallisce in una ripetizione inspiegabile di quegli errori già studiati.

L'insistenza è ammirevole: Pepe in maniera ai limiti del parossismo tira contro il palo e segna poi. Una rete regolare annullata per una svista come dimostrano le immagini alla moviola. Si ribaltano gli equilibri, adesso. Viene lasciato spazio a Kaladze che diviene minaccioso e impegnativo per Buffon e in più l'episodio del tocco su Palacio di Marchisio. Finalmente si operano dei cambi: Elia, Del Piero e Borriello per dare fiato. Il tempo ha le sue ragioni e questi inserimenti a ridosso dello scadere producono un lieve effetto placebo. Il rigore negato per l'intervento di Pirlo su Rossi durante il recupero, poi, chiude una partita che non contribuisce a placare le polemiche sulla classe arbitrale. Anzi. Il silenzio stampa è la replica della società a questi avvenimenti.

domenica 21 novembre 2010

Genoa-Juve: i video dei gol


Genoa Juventus 0-2 Sintesi completa Gol Marchisio Krasic
Caricato da cuorejuve_it. - Calcio, basket, wrestling e altro ancora.

La testata di Eto'o merita la squalifica


Io non difendo Milos, perché anche una difesa d'ufficio vincerebbe dopo la squalifica per simulazione dietro ricorso alla prova tv. Il fallo era evidente. Quello che avevo da dire (e da scrivere) si riassume in questo concetto: il talento incontenibile a cui gli osservatori di questo sistema calcio decadente e fazioso devono piegarsi non può essere inquinato da letture dietrologiche. Ci devono stare. Krasic vale. Non lo si può trascurare in una Juventus che deve (ri)nascere. Allontanare la già fiorente fenomenologia del simulatore, in questa giornata, è incarico anche della società che ricostruisce credibilità dalla nettezza e sulla trasparenza.

Arriveranno i Gilardino, arriveranno i Luis Suarez, arriveranno i Maccarone o addirittura i Benzema. L'accoglienza che verrà loro riservata sarà magnificente, encomiabile. Intanto teniamoci Krasic, valorizziamo Aquilani, scuotiamo Felipe Melo.

E attendiamo che il giudice sportivo, dietro ovvio deferimento da parte del procuratore Stefano Palazzi, decida che squalifica infliggere (per me è cosa certa) all'attaccante dell'Inter, Samuel Eto'o, per la testata di zidaniana memoria a Bostjan Cesar, difensore del Chievo.Superfluo aggiungere che da Gianpaolo Tosel si vuole la medesima severità se non una maggiore censura dopo aver assistito a questo comportamento. Se Krasic ha preso due giornate per simulazione (art.35), tre mi paiono onestamente sanzione più che adeguata. No?