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sabato 16 aprile 2011

Inter, la danza dell'addio. Video



La dissoluzione di quello che non c'è (più), ovvero come il romanzo popolare ambientato nella Milano da bere elitaria quanto basta per amalgamare Eto'o, Milito, Samuel si scioglie nella filosofia del calcio che dà gioia congegnata da Leonardo. L'Inter campione d'Italia, d'Europa e del Mondo (quella di Mourinho) non esiste più. La fiacchezza con cui si trascinano in campo Milito e Sneijder (non circoscriviamo la questione al Parma) meriterebbe un ritiro in un eremo mentale sognando Etna e gli odori che trasudano da una terra vulcanica, fertile e intensa.

In quattro giorni, dalla sconfitta a Gelsenkirchen a questa sera, Leo - su cui a questo punto non è neanche sicuro il presidente Massimo Moratti che pure lo ha difeso - ha cancellato la Champions e alleviato il disturbo agevolando il Milan e Allegri che gli ha impartito una lezione accademica nell'impostazione del derby.

L'Inter non piace più, perché non lotta, non aggredisce e non sa difendersi. Si enuncino pure dichiarazioni d'intenti che sanno di corso di autostima. Passino anche la filosofia della felicità e la tensione di chi è sopraffatto dall'appagamento. Ma che si indossi l'ostinazione per governare un gruppo ormai smagliato produce effetti indesiderati. L'esaurimento di un ciclo si è già, inevitabilmente, consumato.





N.B.: reti di Giovinco e Amauri (arrivati dalla Juventus)

martedì 12 aprile 2011

Juve-Genoa 3-2, video dei gol


Juventus - Genoa 3-2 Gol Pepe Matri Toni by... di cuorejuve_it

Juve-Genoa: si soffre e si vince. Con Matri, l'uomo da riscattare



L'uomo della domenica che segna, esulta. E onora la maglia. Di quanta rabbia si avvertiva l'esigenza per arrivare ad apprezzare una semplificazione che si riassume in un calcio sporco tirato a un pallone sotto il sole che batte sul campo. Se ne contempla la bellezza, di Alessandro Matri nel decadimento generale. Mentre i dubbi sul suo ruolo, quelli che striscianti avanzano tra le righe di un taccuino ormai desueto, inducono a rivedere tutto. E gli acquisti e il mercato. E il tecnico e il modulo. Che ne rimane dell'ingordigia di un'estate fa dell'operato del duo Marotta-Paratici se non rarissime eccezioni? E con estrema franchezza, se di rifondazione si discute, se ne discorre con una certa amarezza.

Quel medesimo disorientamento provato alla constatazione che l'infortunio di Quagliarella in quel Juve-Parma maledetto avrebbe destabilizzato gli equilibri imposti dal nuovo allenatore. Delneri ha perso il riferimento indispensabile a conferire possenza al suo gioco. Come possa Matri sopperire in tutto e come sia riuscita quest'operazione durante il mercato di riparazione ha un che di vecchio stile. Ottimo, per un presente così incerto, fatto di Europa League e utopia Champions.

Il suo riscatto è una necessità, come lo è quello di Aquilani, la riconferma di Quaglia. La scelta di rimandare con questa formula per evidenti limiti finanziari ha fornito uomini. Adesso è tempo di decidere. Anche di cedere giocatori importanti. E di rinnovare a uomini altrettanto fondamentali per rinsaldare quella mentalità, quella personalità che non si vede in campo. Neanche quando il risultato esalta aspirazioni eccellenti.

Quando l'attaccante è arrivato a Torino dal Cagliari sapevamo che Massimo Cellino, presidente-padrone, non avrebbe ceduto per poco la punta. Quei 15 milioni per riscattare il suo cartellino hanno dettato le regole di un gioco a perdere, in cui l'assenza di liquidità impone scelte difficili e la piazza chiede, chiede, chiede.

E anche da qui si avanzano quesiti. Per comprendere, solo per capire il senso delle cose.

1) Delneri rimarrà anche se mancherà la Champions?
2) la cessione di Buffon significa mercato?
3) chi sarà sacrificato tra i 'riscattabili'?
4) chi rientrerà tra i ragazzi ritenuti estranei al progetto?
5) a quando (ancora) il rinnovo di Del Piero?

mercoledì 6 aprile 2011

Il tempismo è tutto

E' tempo di tornare a scrivere (tempismo).
Non per l'impudenza che pure ha riscattato una Juventus frammentaria.
Neanche per l'ostinazione dei pochi.
Respira. Torna ciò che sei.
E scrivi. Scrivi quello che osservi per decifrare la confusione congenita nell'ordinario. I fatti ti condurranno (il tutto).  


Roma - Juventus 0-2 Gol Krasic Matri Highlights... di cuorejuve_it

lunedì 21 marzo 2011

Riscatto Juve: la mente e il cuore di Del Piero. Video

 
Conosciamo il valore dell'uomo, e del giocatore. Conosciamo i limiti indiscutibili della difesa confusa e scivolosa. Conosciamo lo stato di accusa in cui versa l'operato di Delneri. Con il Brescia, la Juventus non ha fallito per Del Piero, Krasic e quel fattore interiore che appartiene a pochi. La crisi in cui versa Buffon è tale da rendere ogni sua uscita affetta da un esito improbabile. Il direttore generale, Giuseppe Marotta, si è disturbato nel ribadire che gli aggiustamenti verranno. Intanto la curva Scirea contesta. Cori, striscioni, improperi all'indirizzo della panchina. E di una dirigenza in cerca di approvazione. Il 2-1 non scaccia via i cattivi pensieri.
 
Tipo l'incertezza sul Delneri che aleggia ad ogni conferenza stampa, ad ogni incontro. Oggi è un giorno diverso. Le scelte ovvie si rivelano equilibrate. Fin da principio. Krasic va veloce, velocissimo. Il capitano innesca una punizione a perdere. L'approccio è diverso contro il Brescia privo dell'Airone che affida estro, fantasia e invenzione a Eder e Diamanti. Matri - dopo lo scatto di Aquilani - prova subito di testa (4') su cross dalla sinistra di Pepe, con Arcari bravo a bloccare. Non occorre variare nulla se a mutare il corso si impone Alessandro. E' in ogni dove, in ogni azione. Eppure nonostante l'iniziale veemenza di Aquilani, sulla linea mediana si notano incongruenze rischiose che danneggiano la difesa più che supportarla.
 
La punizione di Cordova è esemplificativa: perché Buffon esce così, perché i centrali rimangono immobili? Non vanno mai sottovalutati questi circoscritti annebbiamenti: manifestano più dell'occasionalità. Si avverte il cedimento, di cui approfittano i bresciani.
 
Eppure grazie all'individualità si sblocca Krasic, portando la Juve in vantaggio nel miglior momento del Brescia. Matri ruba palla e tocca per il serbo che di destro annienta Arcari. E' 1-0 (23' pt). L'andamento è equilibrato e i ragazzi di iachini gestiscono il contraccolpo. Tanto che allo scadere Eder, arguto e intelligente, sul cross di Vass la butta dentro di testa.
 

Sbagliare e soffrire è il leitmotiv della stagione bianconera. D'accordo. Ma questa squadra si merita qualcosa di più. Insiste il capitano che non smette di lottare. Krasic corre fino a quando i polmoni glielo permettono. Si muove Chiellini, che dopo un tiro ribattuto di Aquilani, tenta con delle misure improponibili. Iachini prova a metter dentro Lanzafame per imprimere una svolta offensiva che in effetti si nota. Le conclusioni si provano da entrambe le parti, vedi Aquilani, Eder e Krasic. Giusto che a sancire il punteggio finale sia però lui, Alessandro Del Piero. E' un capolavoro alla Pinturicchio, quello che disegna. Il numero dieci parte da metà campo, passa tra due, li inganna fingendo con il destro e finendo con un piatto di sinistro a giro. Poco da aggiungere, poi: l'espulsione di Mareco, cambi controversi (Del Piero per Martinez). E il punteggio finale: 2-1, per la Juve. Per Del Piero.
 
 

Milan spento e demotivato: senza Ibra non va. Pato, stop di 10 giorni

 
 
Palermo, la caviglia di Pato, la remontada, l'assenza di Ibrahimovic: quanto asserito da Massimiliano Allegri in dichiarazioni di circostanza deve misurarsi con questi fatti alla vigilia di un derby che molto significa. Per la solidità del primato in classifica. Per la compattezza dello spogliatoio. Per una stagione in cui, palesemente, l'obiettivo è e si è ridotto al titolo. Inter e Napoli permettendo.
 
Se le dirette inseguitrici (gli uomini di Mazzarri non sono affatto fuori dai giochi) dovessero - complice il calendario -  incassare punti importanti, allora sì che si dovrà ricorrere ai ripari.
 
Anche se il tecnico rossonero minimizza davanti alle telecamere, la trasferta siciliana imponeva mentalità e risultato diametricalmente opposti a quanto registrato: "Abbiamo buttato via una parte del nostro vantaggio in classifica".  Vero, potenzialmente oggi l'Inter può accorciare le distanze. Altra questione: il blocco degli attaccanti che latitano. "I due attaccanti potevano fare molto meglio", ha detto ancora l'allenatore, conscio che i voti bassi in pagella l'avrebbero presi Pato e Cassano.
 
Proprio il Papero preoccupa: la caviglia traballante non è un dato incoraggiante da combinarsi con uno stato d'animo malinconico, poco affine alla marcatura. "Ma Pato può recuperare, ha preso solo una botta a una caviglia e mancano ancora due settimane al derby". La prima diagnosi riferisce di dieci giorni di stop per la distorsione alla caviglia e quindi, seppure non al meglio, il brasiliano dovrebbe tornare in campo per la stracittadina..
 
Passiamo a Ibrahimovic che non tornerà contro l'Inter: la riduzione della squalifica da 3 giornate a 1 non è pensabile. Quindi? Quindi centrocampo. Se la spregiudicatezza dell'azione milanista passa da Seedorf (o chi per lui), per Allegri rinvigorire la linea mediana è più che urgente. Van Bommel e Gattuso con il Palermo non hanno inciso. Pirlo è fuori e non rientrerà certo la prossima giornata. Con Boateng le cose sarebbero diverse: si sono viste anche al Barbera. Non c'è altra soluzione: deve recuperare. E i tempi sono obbligati: per il derby e quel che ne viene.