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sabato 16 aprile 2011

Inter, la danza dell'addio. Video



La dissoluzione di quello che non c'è (più), ovvero come il romanzo popolare ambientato nella Milano da bere elitaria quanto basta per amalgamare Eto'o, Milito, Samuel si scioglie nella filosofia del calcio che dà gioia congegnata da Leonardo. L'Inter campione d'Italia, d'Europa e del Mondo (quella di Mourinho) non esiste più. La fiacchezza con cui si trascinano in campo Milito e Sneijder (non circoscriviamo la questione al Parma) meriterebbe un ritiro in un eremo mentale sognando Etna e gli odori che trasudano da una terra vulcanica, fertile e intensa.

In quattro giorni, dalla sconfitta a Gelsenkirchen a questa sera, Leo - su cui a questo punto non è neanche sicuro il presidente Massimo Moratti che pure lo ha difeso - ha cancellato la Champions e alleviato il disturbo agevolando il Milan e Allegri che gli ha impartito una lezione accademica nell'impostazione del derby.

L'Inter non piace più, perché non lotta, non aggredisce e non sa difendersi. Si enuncino pure dichiarazioni d'intenti che sanno di corso di autostima. Passino anche la filosofia della felicità e la tensione di chi è sopraffatto dall'appagamento. Ma che si indossi l'ostinazione per governare un gruppo ormai smagliato produce effetti indesiderati. L'esaurimento di un ciclo si è già, inevitabilmente, consumato.





N.B.: reti di Giovinco e Amauri (arrivati dalla Juventus)

martedì 23 novembre 2010

Testata Eto'o: tre giornate e 30.000 euro di multa


Tre giornate e 30.000 euro di multa. Samuel Eto'o come Zinedine Zidane, Samuel Eto'o fermato dal giudice Gianpaolo Tosel. In particolare:

"le immagini televisive documentano che, nelle circostanze segnalate, l’Arbitro assegnava alla squadra nero-azzurra un calcio di punizione per un fallo subito, nella zona centrale del campo, dal calciatore Eto’o da parte del calciatore clivense Cesar.
In attesa della ripresa del giuoco, Cesar si portava nei pressi della propria area di rigore e, in tale frangente, veniva raggiunto dall’attaccante interista che, con mossa repentina, chinando in avanti il capo, lo colpiva con una testata al petto, facendolo cadere dolorante al suolo. L’Arbitro non adottava alcun provvedimento disciplinare in quanto la sua attenzione, e quella dei suoi collaboratori, era comprensibilmente rivolta “a controllare altre zone del terreno di giuoco” come precisato, a richiesta di questo Ufficio, con e-mail pervenuta alle ore 15.01 del 22 novembre 2010. Ritiene questo Giudice che il riprovevole gesto compiuto dal calciatore nero-azzurro integri gli estremi di quella “condotta violenta” che, per consolidato orientamento interpretativo, è connotata dall’intenzionalità e dalla potenzialità lesiva: palese è infatti il preordinato intento di colpire l’avversario e parimenti evidente è l’energia impressa al colpo inferto".

Una differenza c'è, rispetto a Krasic. E sta tutta in quella giornata in più che significa molto, soprattutto per il signor Benitez.