Il blog di Elisabetta D'Onofrio, un tentativo di citazionismo al contrario su un certo calcio, su un certo giornalismo
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giovedì 13 maggio 2010
L'anno senza scudetto
Non vedo: "Lo scudetto 2006 non l'ho assegnato io".
Non sento: "devono smetterla di dire queste cose".
Non parlo: "Io non intervengo mai, ma c'è molta gente che farebbe bene a tacere".
Guido Rossi, commissario della Federcalcio a margine di un convegno all'Università Bocconi di Milano, in merito all'assegnazione dello scudetto 2005-2006 all'Inter.
mercoledì 12 maggio 2010
lunedì 10 maggio 2010
Scacco al re (come e perché si chiese la revoca dello scudetto)
Lo scempio che si è consumato all'Olimpico, nel corso del match contro il Parma di una Juventus offesa e ridicolizzata, trascende l'immaginabile.
Cinque minuti di interruzione. Lancio di fumogeni e petardi da una curva all'altra. Surreale. Il capitano, Alessandro Del Piero, si porta sotto la curva. Parla ai tifosi. Negozia, investito di un ruolo - quello di mediatore - in un conflitto che si consuma all'interno di uno stadio in una domenica di maggio. E' Torino. La sconfitta è giusta. Meritata.
Nel consiglio di amministrazione, convocato oggi nel lunedì della ripresa dopo il venerdì nero in Borsa (il club è quotato, ricordiamo), si decide quanto sussurrato fino a pochi istanti prima. Andrea Agnelli presidente, Roberto Bettega e Alessio Secco defenestrati, Beppe Marotta nuovo direttore generale con il fido Fabio Paratici, uomo mercato, e avvio delle azioni volte presso le sedi competenti alla revoca del titolo 2005-2006 assegnato all'Inter dal commissario Guido Rossi dopo l'indicazione della commissione dei tre saggi.
Si accantona una stagione e un progetto fallimentari per intraprendere un nuovo corso. Luigi Del Neri si è candidato, ha un contratto annuale. E' la dote di Marotta. Rafa Benitez chiede troppo, più dei 4 milioni di euro della Juventus. Chiede troppo anche al Liverpool per coprire quanto dovrebbe ai collaboratori che non potrebbe portare a Torino. Sarà più provinciale che Reds, questa macchina della prossima volta. Che sia rifondazione, che sia semplice revisione non vale che quanto una rottazione.
E sì, questo non è un mondo perfetto.
sabato 1 maggio 2010
Primo maggio (o senza titolo)
Viva l'Italia fondata sul lavoro,
via l'Italia del precariato generazionale,
viva l'Italia della professionalità invisa,
viva l'Italia della lotta al caporalato e delle rivoluzioni silenziose,
viva l'Italia che non si rassegna,
viva l'Italia dell'impegno creativo,
viva l'Italia dal basso,
viva l'Italia che resiste.
giovedì 22 aprile 2010
Rita101, auguri alla ricerca
Fosse nata nel 1976 (come me) che cosa ne sarebbe stato di questa ragazza appassionata, tenace, di religione ebraica con una predisposizione allo studio? Avrebbe scelto la ricerca? Avrebbe sostenuto l'iter estenuante che hanno affrontato colleghi e coetanei giunti alle soglie degli anta con una borsa di studio coperta da multinazionali, aziende e/o famiglie? Rita ne fa 101, Rita101 (la diretta on line dalle 21). E' nata a Roma, è splendida, elegantissima, di un umorismo vivace e arguto più degli opinionisti da deriva post televisione generalista. Ha vinto un premio Nobel. Di cognome fa Levi Montalcini. E' nata nel 1909, non nel 1976.
Oggi 22 aprile, per celebrare la sua insolita intelligenza si partorisce un progetto dirompente tra le web tv che offrono le proprie piattaforme annullando personalismi per esprimere una cittadinaza digitale coerente e consapevole. In un paese in cui la banda larga risulta pressoché inesistente, Rita non si cura dell'assenza di coraggio (altrui). Prosegue, impartendo la sua lezione di quotidiano apprendimento senza ritenendosi mai sazia e chiedendo opportunità per quanti sono nati nel 1976, nel 1977, nel 1980 in questo paese. Che non è un paese per donne (sottopagate, sfruttate, declassate). Che non è un paese di e per giovani (). Ma che ha lei, Rita.
venerdì 16 aprile 2010
RAImondo Vianello, scorrono i titoli di coda
Addio Raimondo, la migliore chiosa l'avresti trovata tu.
"Mi hanno detto dei tuoi viaggi/ mi hanno detto che stai male/ che sei diventata pazza/ ma io so che sei normale".
mercoledì 14 aprile 2010
Disturbante, ma autentico. Come e quanto la rivalsa meschina nei confronti di una ong che opera in un paese dove non vi è garanzia del più elementare diritto all'assistenza medica. E dove ancora oggi - adesso, ora - il territorio è seminato di mine antiuomo inesplose.
Il ritiro dall'ospedale afghano di Lashkar Gahdi di Emergency non può che essere una battaglia di civiltà persa. Da noi, dalla diplomazia internazionale, dall'Italia che resiste.