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martedì 16 febbraio 2010

I tre buoni motivi per vedere Sanremo secondo Bonolis-Laurenti

Ovvero:
1) non se ne può fare a meno (bimbo in foto);
2) per soddisfare la curiosità (bimbetti in tinozza e un terzo che guarda);
3) può succedere di tutto (due canguri che si accoppiano).


Sanremo 2010, via!




"Pa' perché m'hai riportato qua?"
. Con questa battuta pronunciata da Luca Laurenti inizia il 60° Festival della canzone italiana di Sanremo. Un fascio di luce, tra le centinaia che illuminano nel buio il palco dell'Ariston, individua Paolone Bonolis al fianco del maestro.

"Hai sbagliato, non è il teatro Ariston, Pa'".
"Perché?"
"Non c'è Del Noce, il direttore di Rai Uno".
"E' cambiato, c'è Mazza, Mauro Mazza".

Del Nox, Bigazzi, Morgan, Arisa, la canzone popolare. Le finte diatribe pre-sanremesi vengono ridicolizzate nel dialogo tra Laurenti e Bonolis sul palco (senza scalinata e in verità poco Avatar come invece mi aspettavo). E poi? Il maestro canta "Crazy little thing called love", il bravo presentatore tiene il tempo.

Sanremo 2010, la scaletta della prima serata




La scaletta della prima serata inizia a circolare, tra lanci, comunicati e quanto riportano siti specializzati. La serata dovrebbe svolgersi, salvo inconvenienti, secondo il
seguente programma:

- Apertura con gli ospiti ed ex conduttori Paolo Bonolis e Luca Laurenti

- Antonella Clerici introduce la serata e i cantanti in gara

- Irene Grandi con La cometa di Halley
- Valerio Scanu con Per tutte le volte che
- Toto Cutugno con Aeroplani
- Arisa con Malamorenò

- Primo ospite della serata: l'attaccante della Sampdoria, Antonio Cassano

- Riprende la gara, Nino D'Angelo con Maria Nazionale con Jammo Ja'
- Marco Mengoni con Credimi ancora

- Secondo ospite, Susan Boyle

- Si torna alla gara, Simone Cristicchi con Meno male
- Malika Ayane con Ricomincio da qui
- Pupo, Emanuele Filiberto, Luca Canonici con Italia amore mio
- Enrico Ruggeri con la notte delle fate
-
Sonohra con Baby
- Povia con La verità
- Irene Fornaciari feat Nomadi con Il mondo piange
- Noemi con Per tutta la vita
- Fabrizio Moro con Non è una canzone

- Terzo ospite ed esibizione burlesque, Dita Von Teese

- La conduttrice, Antonella Cleric, presenta i 10 cantanti in lizza della categoria Nuova Generazione

- Comunicazione dei 12 artisti che accedono alla seconda serata secondo il voto della giuria demoscopica

Sanremo 2010, si parte




Antonellona Clerici
nostra si è presentata stamattina in sala stampa con gli occhialoni per proteggersi dalle luci e dalle domande dei cronisti sanremesi affamati di polemiche post-Morgan (ormai si distingue in pre-Morgan e post-Morgan e Paolo Rossi attira solo gli addetti ai lavori). "Niente polemiche", ha detto dopo l'intro di Maurizio Costanzo. I giornalisti? Tanti, tanti, tanti anche se l'organizzazione si è affrettata a precisare che le testate accreditate sono in numero inferiore, ma sono arrivati più inviati. Bizzarro (saranno forse meno quelle registrate e più quelle non?), no?

La diretta dovrebbe iniziare alle 21.08 secondo più, secondo meno. La nostra golosa fatina delle canzoncine e dei piatti sapientemente cucinati da altri con lei nella veste-ruolo-funzione di degustatrice si appresta a mangiare sul palco dell'Ariston Paolo Bonolis, Luca Laurenti, Susan Boyle, Dita Von Teese, Antonio Cassano. Sanremo 2010 sta per avere inizio.

giovedì 11 febbraio 2010

La Rai che non c'è (di Mediterraneo, della Melevisione e altre catastrofi)


Scrissi, in tempi non sospetti, che la Melevisione (visitate il sito) era il programma Rai migliore della prima metà degli anni Novanta dal punto di vista autoriale. Dopo aver appreso della chiusura in programma della rubrica di informazione Mediterraneo, si palesa la medesima eliminazione dai palinsesti riuniti di questo esempio di equilibrismo tra narrazione, interpretazione, scrittura televisiva.

L'involuzione culturale dettata dalla ragion di mercato imporrà la cancellazione dalla fascia pomeridiana di quelli che lo snobbismo lessicale evita di definire tv dei ragazzi, L'espressione, a me, invece garba parecchio. E disturba lo sgretolamento dell'azienda che in nome di una strategia di razionalizzazione annulla il GTRagazzi e Trebisonda. Rai Tre non manderà più in onda Il Gran Concerto, trasmissione di musica destinata ai bambini, e i programmi del week end come Il videogiornale del Fantabosco e Mamme in blog.

Il centro di produzione di Torino, da cui si irradiò la rivoluzione mediatica scaturita dall'avvento dell'Uri-Eiar, ospita gli studi in cui si registrano questi programmi che si trasferiranno su Rai Gulp! e Rai Yoyo, i canali verticali dedicati al pubblico di età scolare che la tv di Stato ha predisposto sulla piattaforma del digitale terrestre.

In quel buco, così appetibile, si inseriranno formati più semplici, più generalisti in una programmazione orientata al mercato. La funzione educativa, quella che si ravvedeva nel contratto di servizio, è offuscata. Pronta a spegnersi al tocco di quel tasto rosso sul telecomando.

Una autoesclusione (l'ennesima) dalla Casa della tv di qualità incomprensibile. «La decisione mi è stata comunicata dall'azienda circa un mese fa» ha spiegato Maria Mussi Bollini, capostruttura di Rai Tre per i programmi di bambini e ragazzi. «Non c'è nessuna certezza riguardo la ricollocazione dei programmi sul digitale terrestre: il pericolo è che la Rai disperda il lavoro di anni, in cui è riuscita a dare un'identità di qualità ai programmi per bambini, intesi come tali, e non come mini-divi che partecipano ad una gara di canto o di ballo».

«Stiamo ricevendo tantissime e-mail di solidarietà da genitori e bambini, ma non so nemmeno a chi mandarle in Rai» conclude sconsolata. e i gruppi su Facebook, il social network più social, aumentano.

In una società sempre più schizofrenica, colta in una fase di ricollocazione tra piattaforme nuove o pronte ad essere lanciate, il servizio pubblico stenta a riconoscersi come centro di produzione culturale preferendo che un persistente iperspot vestito da talk detti le regole.

In un'intervista recentissima il professor Aldo Grasso, ordinario di Storia della televisione all'Università Cattolica e critico per il Corrierone, rammenta quanto questo genere si sia evoluto marcando i confini. «L’’identità l’ha trovata da qualche anno con L’albero azzurro, la Melevisione, i personaggi del Fantabosco, cioè quando è nato un centro di produzione dedicato a Torino, in cui si è portato avanti un progetto di ricerca, una proposta creativa calibrata proprio sui bambini e sui ragazzi. E' stata la prima volta che si è aperto una via italiana alla tv dell’infanzia. Prima di allora non si faceva altro che confezionare programmi televisivi per grandi adattati ai bambini, modello Zecchino d’oro, per intenderci». Una televisione può essere anche una buona maestra. Se la si lascia fare.



giovedì 4 febbraio 2010

Che ne sarà di Ciro (Ferrara)



Mentre ascolto lui parlare ( e io di lui, ritratto in questa foto, sono infatuata) rifletto sul destino ingrato di Ciro. Dalla Nazionale alla Juventus. Da mister a sollevato dall'incarico (una nuova forma di flessibilità nello Stato ove tale condizione non ricade nella disoccupazione frizionale). Da Napule a corso Galileo Ferraris (non vale spendere neanche le coordinate).

"Non credo proprio che tornerà in azzurro, lui ora si sta riposando. Lasciamolo recuperare con calma". Sarà paziente abbastanza perché si compongano gli assetti dell'organigramma della Juventus che verrà, quella delineata in un disegno più che futuribile, unico e necessario. Un conseguente divenire per non soccombere mentre si tenta, a fatica e con inquietudine, una risalita. Avevano detto che cinque anni sarebbero bastati. Nel mentre alcuni errori di percorso, perdonate, sono peccati di supponenza che hanno consumato tempo e spazi quando tempi e spazi si contraggono. E impongono di non perseverare.


Nota: Giorgio Chiellini - che stimo e apprezzo moltissimo - promette di rimanere alla Juventus. Spero glielo consentano.