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martedì 26 ottobre 2010

Juve: Krasic squalificato. Milos, hai sbagliato


Milos hai sbagliato. E paghi l'onere dell'ingenutà con due giornate di squalifica. Quando ti abbiamo osservato tutti cadere per un presunto tocco di Portanova durante Bologna-Juventus, nessuno di noi ha nutrito alcun dubbio sull'esito dell'esame della prova tv.  Deferimento ovvio, sentenza altrettanto prevedibile.

Il giudice Gianpiero Tosel, in base all'art.35 del codice, si è espresso come sapevamo sul volo tuo volo, Krasic. Avevi compreso tu stesso la portata di quella simulazione, perché altrimenti quel repentino oscuramento e perché quel cambio - ripeto - tatticamente incongruente in una sorta di estremo tentativo di arginare fischi, polemiche, strisciante insicurezza?

"In realtà, le immagini televisive documentano, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, che i due calciatori non vennero in alcun modo a contatto e che l’Arbitro fu indotto in errore da un abile “tuffo” in avanti effettuato dal calciatore bianconero (l’innaturale “trascinamento” del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l’intento ingannevole). Evidente la simulazione e consequenziale la sanzione, che appare equo quantificare nel minimo edittale, per tale condotta gravemente antisportiva ex art. 35, 1.3 CGS".


Nessuna ambiguità, secondo il giudice sportivo in quello che definisce 'abile tuffo'. Non capisco il gesto, in una partita dove mi permetto di inserirti fino a quel momento della lista dei migliori con Aquilani. Il presidente del rientro dell'egemonia (?) Agnelli, Andrea, paventa indignazione sollevata - forse -da battute di un cameratismo talmente qualunquista (vedi il caso Pistocchi che poi ha chiesto scusa) da risultare stucchevoli. "Stiamo valutando il deferimento, il rigore non c'era ma nemmeno l'esigenza di tale pressione mediatica"

Nessuno intende inorridire davanti a un comportamento reiterato con abbondanza di precedenti (da Ibra a Gilardino) nella nostrana Serie A.  Tanto meno crocifiggere l'esterno serbo reo di essere scivolato in una simulazione ridicola talmente era evidente. Lo si registra, lo si valuta e a sanzionare è il giudice, non certo i mezzi di informazione. Massimo Mauro, ex giocatore della Juve e commentatore di Sky Sport dunque opinion leader nella società mediatica per status ha espresso con lucida capacità di analisi la sua verità:


Io non me lo sento di condannare Krasic. E’ un giocatore non abituato alle sceneggiate e ha dimostrato di essere corretto. E che sia un bravo ragazzo lo dimostra il fatto che dopo l’episodio di Bologna, il serbo ha smesso di giocare, non ha più inciso nella partita. Quella caduta evidentemente pesava”.C’è poi la dinamica dell’azione a scagionarlo. Portanova è stato furbo, ha fatto finta di entrare e si è fermato. Krasic è rimasto sorpreso, si è buttato, ma l’errore grave è stato dell’arbitro e del guardalinee: non hanno visto che non c’era stato nessun contatto, eppure era una cosa evidente”.

Sottoscrivo. Bisogna scrivere, bisogna parlare. Aspirando (magari) a una dovuta distanza rispetto ai fatti, senza inutili moralismi o pigri silenzi. Peggiori di qulunque opinione contro.

sabato 23 ottobre 2010

Adrian Mutu: cronaca di una aggressione


Adrian Mutu è un esterno, è un uomo controverso. E' l'immagine riflessa in una sequenza irritante di aggressioni, squalifiche e dipendenze. Da cocaina e altre sostanze. Quanto accaduto a Firenze, ovvero l'aggressione al cameriere ventottenne reo di aver chiesto il pagamento di una bottiglia di vino ordinata  dall'attaccante viola e dai suoi convitati, ne è l'ovvia conseguenza da cui prendere la giusta distanza? Per raccontarla da cronista serve calarsi in questo baratro o ci si deve appellare a una oggettività squagliata dal reiterarsi di episodi di violenza incontrollati?

Chiedere il versamento del corrispettivo per quanto consumato è parso troppo, stavolta. Mutu, riportano lanci di agenzia e inviati che ossessivamente si rincorrono in titoli strillati, avrebbe atteso il cameriere con cui aveva avuto screzi verbali nel locale dove aveva 'un conto sempre aperto' e alle cinque del mattino (la Fiorentina non sarà contenta di sapere che a pochi giorni dall'esaurirsi della squalifica era ancora a girello) ha aggredito il ragazzo kosovaro secondo quanto riporta il proprietario del posto a SkySport24. Lo ha picchiato mentre era a terra. A terra, già sopraffatto.


Il referto dopo il ricovero al Santa Maria Nuova recita: 'trauma contusivo cranico-facciale con escoriazioni multiple; contusioni del torace e dell'addome; frattura della piramide nasale'. Significa che gli ha rotto il naso. Significa che lo ha bloccato una volta caduto. La querela, inevitabile, arriva come prevedibile. La multa della società verrà sicuramente ad unirsi a questo epilogo dopo la lite alla festa di un hotel di lusso e la lite per difendere la moglie, avvenuta più di recente. Rimarranno i dubbi, non blandi, di chi racconta. E di chi deciderà.

giovedì 14 ottobre 2010

Italia-Serbia: scontro tra governi per ultrà. L'Uefa accusa. Video

 
 
 
Quanto accaduto a Genova prima, durante e dopo Italia-Serbia (sospesa) non poteva cadere nel dimenticatoio, esaurita l'onda emotiva culminata con l'apologia di Ivan il serbo e il suo arresto. Sul piano della sicurezza e su quello sportivo le annotazioni a margine vanno enucleate con puntualità perché ne scaturiranno altre per determinare le responsabilità, le scelte. La Serbia subirà delle sanzioni, ma la Uefa si è già apprestata a specificare che anche il paese ospitante ovvero l'Italia andrà incontro a delle conseguenze. E tra l'Italia e il paese candidato ad entrare nell'Unione Europeaè scontro sulle reciproche, presunte, manchevolezze.


"Questi teppisti non rappresentano il popolo serbo", ha detto l'ambasciatrice serba a Roma, Sanda Raskovic-Ivic, parlando a Belgrado a margine di un convegno. "Quanto accaduto a Genova è una disgrazia, un vero incubo. Io e tutti noi serbi ci vergogniamo molto. Colgo l'occasione per inviare al popolo italiano le scuse dell'ambasciata, del governo e del popolo di Serbia per quanto accaduto". Più tardi, ha riferito il ministro Frattini, le scuse anche del ministro degli Esteri serbo, Vuk Yeremic. Ma alle scuse per il vergognoso comportamento degli ultranazionalisti si sono accompagnate delle osservazioni tutt'altro che benevole avanzate dal ministro dell'interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic. Critiche all'organizzazione e alla gestione del problema sono state fatte senza problemi. La replica del Viminale è giunta puntuale in un botta e risposta che si addice a questi casi.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha afermato senza dubbi che "è stata evitata una strage" e che "non c'è alcuna responsabilità della polizia italiana".


UEFA - L'Uefa, intanto come si legge in un comunicato diffuso oggi, ha aperto un'inchiesta sugli incidenti rimandando al 28 ottobre prossimo la decisione. E scaricando sull'Italia parte delle responsabilità dell'accaduto. "Oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della  federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare  svolgimento dell'incontro", ha affermato Rob Faulkner, portavoce Uefa. "Una volta che l'intero dossier sarà completo - si legge nel comunicato pubblicato sul sito ufficiale - con l'assistenza dei referti di arbitro e delegato, la questione verrà sottoposta all'indipendente Commissione Disciplinare e di Controllo UEFA per ulteriori esami e possibili sanzioni. Le sanzioni a disposizione della Commissione Disciplinare e di Controllo si possono trovare nel Regolamento Disciplinare UEFA, edizione 2008, Articolo 14, e spaziano dalla diffida e multa, fino alla chiusura dello stadio o alla squalifica dalle competizioni in corso e/o esclusione da future competizioni". E' stata poi formalizzata alla Federcalcio italiana la richiesta di immagini e video filmati allo stadio Marassi. La Figc si è tenuta in queste ore in contatto con l' Uefa ed il punto sarà fatto dal direttore generale Antonello Valentini nella conferenza congiunta con il Viminale. L'Italia è comunque pronta a rispondere ad eventuali quesiti dell' Uefa sulla dinamica degli incidenti, sulle misure di sicurezza e, nel caso, sulla linea seguita dalla Federcalcio in caso di trasferta di tifosi italiani all'estero.
 
PLATINI - "Sono rimasto choccato nel vedere le immagini di Italia-Serbia di ieri. Attendo i risultati dell'inchiesta e le decisioni della Disciplinare e ricordo a tutti che la Uefa segue una linea di tolleranza zero nei confronti della violenza degli stadi". Michel Platini, presidente Uefa, è intervenuto con nettezza su questa spaccatura. Lato Federazione, il direttore generale Antonello Valentini ha chiarito nel pomeriggio la posizione in merito a possibili sanzioni:  "L'istituto della responsabilità oggettiva è uno dei capisaldi della giustizia sportiva internazionale - ha dichiarato Valentini. La dichiarazione del portavoce dell'Uefa su eventuali rischi di sanzione anche per l'Italia è dunque di una banalità assoluta". Che avverrà è da comprendere alla luce della nota della Uefa. Intanto Joseph Blatter, presidente della Fifa che non partecipò alla consegna della Coppa del Mondo all'Italia nel 2006, ha liquidato la vicenda così: "Se Italia-Serbia di ieri sera fosse stata ospitata in uno stadio inglese non sarebbe mai accaduto quello che si è visto ieri sera a Genova. C'erano difficoltà tra il 1985 ed il 1989, ma la reazione è stata esemplare. C'è sicurezza all'interno degli stadi, che sono di proprietà e non ci sono reti o barriere dove gli spettatori stanno a sedere".

 



Ivan il serbo capo degli ultras Italia-Serbia 13-10-10
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martedì 12 ottobre 2010

Nedved nel CdA Juve: l'Exor conferma

(riscriviamoci addosso)


Che rimane del progetto pianificato da John Elkann? Legittimo domandarselo se le manovre che avrebbero indotto a una rifondazione di corso Galileo Ferraris vanno riviste constatando l'ingresso nel Cda di Pavel Nedved e dell'attuale dg bianconero Giuseppe Marotta, anticipato ieri da SkySport24. Quel ruolo di team manager nella nuova Juventus, evidentemente, non è mai garbato assai alla Furia ceca forte di un vincolo personale con il neopresidente Andrea Agnelli. Il presidente dei 29 scudetti, delle polemiche con l'Inter e delle azioni formali.
 
L'indiscrezione trapelata nella tarda mattinata di lunedì e confermata dal comunicato stampa dell'Exor che introduce all'assemblea del 27 ottobre prossimo ha un che di trascendentale. Perché sottintende l'allargamento dell'organo che storicamente e operativamente decide. Al momento si compone di sette membri, ma l'obiettivo è di estenderlo a undici con l'inserimento di Nedved e Marotta più Michele Briamonte, vicino a Franzo Grande Stevenz, e Aldo Mazzia, ai vertici della Exor. Attualmente il consiglio di amministrazione è composto dal presidente Agnelli, l’amministratore delegato Jean-Claude Blanc e gli amministratori Carlo Barel di Sant’Albano, Riccardo Montanaro, Marzio Saà, Camillo Venesio e Khaled Fared Zentuti. Le candidature saranno ratificate nella prossima assemblea in calendario, appunto, il 27 ottobre prossimo. Una mera formalità.
 

Meno formale è il ribaltamento societario che si sta consumando, nonostante risultati altalenanti, presunti miglioramenti nella preparazione, nella riduzione degli infortuni, nell'attenta gestione del mercato. La promozione a rango di consigliere allontana de facto Jean-Claude Blanc, che come in precdenza evidenziato, verrà progressivamente a disimpegnarsi per dedicarsi allo stadio e alle vicende Sportfive Italia srl, ramo italiano del colosso del marketing sportivo Lagardere Sports con cui sono stati stretti accordi in materia. Come exit strategy non male.
 
 
L’area marketing tornerebbe invece nelle mani di Romi Gay, stratega all’epoca di Giraudo e Moggi, che segna un ritorno al passato o solo a una migliore gestione dei rapporti del marchio con gli sponsor. In attesa che ottobre si concluda e che si formalizzi il piano agnelliano, ci sono nuove partite da giocare. Vincerle, fuori e dentro il campo, è tutta un'altra cosa.

lunedì 11 ottobre 2010

Agnelli vuole Pavel Nedved e Giuseppe Marotta nel CdA Juve

 
(scriversi addosso)
Che rimane del progetto pianificato da John Elkann? Legittimo domadarselo se le manovre che avrebbero indotto a una rifondazione di corso Galileo Ferraris vanno riviste constatando l'ingresso nel Cda di Pavel Nedved e dell'attuale dg bianconero Giuseppe Marotta, come ha riportato SkySport24. Quel ruolo di team manager nella nuova Juventus, evidentemente, non è mai garbato assai alla Furia ceca forte di un vincolo personale con il neopresidente Andrea Agnelli. Il presidente dei 29 scudetti, delle polemiche con l'Inter e delle azioni formali.
 
L'indiscrezione trapelata in tarda mattinata ha un che si trascendentale. Perché sottintende l'allargamento dell'organo che storicamente e operativamente decide. Al momento si compone di sette membri, ma l'obiettivo è di estenderlo a undici con l'inserimento di Nedved e Marotta più uomini legati a John Elkann. Attualmente il consiglio di amministrazione è composto dal presidente Agnelli, l’amministratore delegato Jean-Claude Blanc e gli amministratori Carlo Barel di Sant’Albano, Riccardo Montanaro, Marzio Saà, Camillo Venesio e Khaled Fared Zentuti. Le candidature dei due candidati saranno ratificate nella prossima assemblea dell'Exor a fine mese. Una mera formalità.
 

Meno formale è il ribaltamento societario che si sta consumando, nonostante risultati altalenanti, presunti miglioramenti nella preparazione, nella riduzione degli infortuni, nell'attenta gestione del mercato. La promozione a rango di consigliere allontana de facto Jean-Claude Blanc, che come in precdenza evidenziato, verrà progressivamente a disimpegnarsi per dedicarsi allo stadio e alle vicende Sportfive Italia srl, ramo italiano del colosso del marketing sportivo Lagardere Sports con cui sono stati stretti accordi in materia. Come exit strategy non male.
 
 
L’area marketing tornerebbe invece nelle mani di Romi Gay, stratega all’epoca di Giraudo e Moggi, che segna un ritorno al passato o solo a una migliore gestione dei rapporti del marchio con gli sponsor. In attesa che ottobre si concluda e che si formalizzi il piano agnelliano, ci sono nuove partite da giocare. Vincerle, fuori e dentro il campo, è tutta un'altra cosa.

domenica 10 ottobre 2010

Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon: un numero 10, un numero 1


Frammenti di una giornata affogata, in cui gli occhi pesti si sono appassiti davanti a un filtro costrittivo come quello di un monitor. Essere Alessandro Del Piero e essere Gianluigi Buffon. Li vedo contrapporsi in questa maledetta domenica. Quanta distanza corre tra un numero 10 e un numero 1?
Facile numerologia intrisa di una valenza simbolica si spende in questo 10-10-10. Forse poco si concilia con l'insegnamento mourinhiano derivante dalla matematica applicata al calcio. Li osservo, con la giusta distanza. Uno è pressoché certo che rimarrà alla Juventus. L'altro si prepara all'eventualità di cambiare. L'inutilità della puntualità è tutta qui.

"Per quelli che mi chiedono del contratto... Sinceramente sto vivendo con grande serenità la questione del rinnovo del contratto e del mio futuro. Non ho nessuna intenzione di sfuggire a questo argomento - ha spiegato - ma davvero in questo momento il mio futuro è solo e soltanto la prossima partita. Da vincere. Per il resto, dobbiamo lasciare il tempo che le cose maturino, senza fretta".
 Un capitano si celebra nel 10-10-10. Un portiere, il suo portiere, si congeda - forse - con poche parole:
"Il Manchester United è una grandissima squadra, ma così come era accaduto l'anno scorso, non ha mai palesato in maniera diretta il suo interesse verso il sottoscritto, sono sole indiscrezioni o bombe giornalistiche". "Siamo a ottobre, è un po' presto per immergerci in quello che potrà accadere a giugno, manca ancora tanto tempo . Io al momento aspetto con ansia il giorno del mio rientro, più avanti si affronteranno altri discorsi. Buffon è a disposizione della società, quel che accadrà lo deciderà la società perchè alla fine il fatto di avere un contratto fino al 2013 è un qualcosa che lega abbastanza". 
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