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venerdì 19 febbraio 2010

Sanremo 2010- Palco vietato alla Brando. Passa il suo avatar



Elisa, ovvero quando ci si può permettere tutto (o quasi). Nel cappellaio matto version ci garba assai, tanto quanto le coreografie di un Luca Tommasini ispiratissimo dal concetto di immergere nei fiori-palco-ritornello la splendente Elisa che vive in un altrove diverso (e non è quello di Morgan).

Ma di questa terza serata del Festivalone autocelebrativo (poco autoreferenziale), con il mejo der mejo dei sessanta di Sanremo, che rimarrà? Elisa, sicuramente. Elisa e Fiorella Mannoia sicuramente II (perché quando ascolto 'Almeno tu nell'universo' piango bene perché piango dentro e ciò mi rende felice). Carmen Consoli a tratti (la sua vocina mi aggrada poco). La scelta assolutamente suicida ai limiti del masochismo della costruzione di questa seratona. Non elaboro dati Auditel prima del dovuto, ma far slittare la gara dei giovani (Nuove proposte) dopo la mezzanotte con tanto di assurda messa in onda in una diretta di un avatar registrato di Jessica Brando (è minorenne e dunque non può cantare dal vivo per l'ora tarda) ha del masochistico. La meravigliosa voce della quindicenne (non si può dir lo stesso della canzone), registrata, incanta e passa (l'altro è Tony Maiello). In un secondo livello di realtà. Chissà se la vedremo magari domani...


Nota: passa tra i fischi la canzone del Principe. Pupo si è annullato come il tenore. Con lui Valerio Scanu l'amore-in-ogni-dove-in-ogni-luogo-in-ogni-lago (anche mia madre mi ha chiesto di farlo smettere). Toto nonostante Belen Rodriguez non indovina la tariffa giusta, Nino D'Angelo non è capito e i Sonohra tornano al loro pop pronto consumo.

Per riprenderci da tutto l'incomprensibile, il magnifico duetto di Fiorella Mannoia e Elisa (scusate ancora). "E che mi amerai davvero di più, di più, di più".