Il mio blog è stato rinnovato!

Dovresti essere redirezionato sulla nuova versione tra 6 secondi. Se non fosse così, visita
http://elisabettadonofrio.wordpress.com
e aggiorna i tuoi bookmarks.

Visualizzazione post con etichetta ibrahimovic. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ibrahimovic. Mostra tutti i post

lunedì 12 marzo 2012

Ibrahimovic, gli insulti alla giornalista e quella multa meritata


screenshot da Mediaset Premium


Zlatan Ibrahimovic ha quelle movenze da duro, perfettamente aderenti al personaggio del bulletto di Malmoe dietro il quale non può che celarsi la regia occulta del più intelligente regista del calciomercato pulp, Mino Raiola. Quello dalle espressioni tarantiniane, dagli occhiali da sole perennemente indossati e con una propensione alla repliche tranchant, dense di un citazionismo talmente colto da essere banalmente confuso con una morbosa propensione al trash. 


'Che caz.o guardi? vai a cucinare!", rientra nella mitologia di questo giocatore da 10 milioni di euro a stagione a cui troppo è permesso e che Pep Guardiola, suo ex allenatore al Barcellona ha liquidato togliendogli anche il saluto come lui stesso racconta. Forse queste scelte avevano un intento pedagogico che avevamo sottovalutato. L'accanimento verbale contro Vera Spadini, inviata di Sky Sport e ex volto di Milan Channel (tutto in famiglia) non fa che arrecare danno all'immagine di un giocatore già reo di aver insultato giornalisti, investendone quasi una di recente all'uscita di Milanello. 


Personalmente, come sintetizzato in 140 caratteri su twitter subito dopo il fatto, delle dichiarazioni di circostanza tipo quelle rilasciate da Adriano Galliani e della telefonata di scuse tempestivamente riportata dal sito ufficiale del club (acmilan.com), non me ne curo. Le reputo inconsistenti. Mi attenderei, però, che la Federcalcio e la stessa società di via Turati sanzionassero pesantemente (per motivi e regole diverse) l'attaccante svedese per le frasi ingiuriose e offensive pronunciate ai microfoni di una nota emittente e concorrente di Sky (Mediaset Premium) all'interno di uno stadio e sentite da milioni di telespettatori. L'ilarità degli inviati alla replica volgare di Ibra all'indirizzo di una collega con tanto di lancio del fermacoda è stucchevole, se considerato che si tratta di 'colleghi'. Si qualifica da sola.


In attesa di capire se questa multa giungerà o meno (come temo), mi interrogo sull'assenza (fino a questo momento e per le notizie in mio possesso) di solidarietà da parte dell'azienda nei riguardi della Spadini che, piaccia o meno, era lì per svolgere il suo lavoro. Il come e il perché visti gli sviluppi sono, davvero, di secondaria importanza.

domenica 29 agosto 2010

Ibra, il cuore è uno zingaro (e va)



Un'estate fa, la storia di loro due (Ibra e Guardiola). Poi silenzi, lunghi silenzi (sei mesi). L'insofferenza (non assunse quegli stessi atteggiamenti all'epoca in cui si vociferava del suo trasferimento dall'Ajax alla Juventus?), le pretese, il procuratore delle più brillanti (per lui) operazioni degli ultimi cinque anni che tiene le fila.

Zlatan Ibrahimovic, che inizia da Malmo e da un paese nella penisola balcanica anni prima senza che lui stesso ne abbia memoria, è una storia che non so ancora raccontare. Perché palla lunga e ci pensa Ibra, Ibracadabra, Ibracadaver sono semplificazioni che non afferrano l'uomo che può sancire un risultato senza aver mai vinto - davvero - nulla.

L'inquietudine è forse questa dimensione, in cui si alena l'eterna tensione si sfiora ma non si concretizza nulla di più di un titolo (e sommario) del lunedì panacea di questo male. Lasciare l'Olanda per la Torino sabauda nel feudo degli Agnelli, promettersi al Milan e firmare con l'Inter. Non aggiustarsi con Mourinho e preferirgli Pep che neanche gli parla, stando alle dichiarazioni odierne. E' una recherche estenuante, un peregrinare continuo in cui non solo il denaro detta tempi e modi. E che lo ha ricondotto a Milano, al Milan.

Zlatan è una storia che non so raccontare. Perché deve ancora accorgersi del suo talento e preservarlo senza lasciare che quel suo temperamento troppo sanguigno lo inquini. Champions, scudetto, Pallone d'Oro vogliono anche riflessione, strategia.