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venerdì 14 settembre 2012

In Svizzera i soldi del calcioscommesse: tutti contro Doni


Cristiano Doni
In quanti all'ipotesi avanzata dal portale svizzero fussball.ch che il giocatore importante coinvolto nella macchina del riciclaggio fosse Cristiano Doni non hanno provato alcun moto pietistico? 

Di Cristiano Doni, della sua capacità poliedrica di rinnovarsi imprenditore sorridente e paparazzato in un servizio più decadente di quelli studiati dal sempre geniale Roberto D'Agostino o dell'essere rinnegato dagli atalantini chi se ne cura - nell'accezione migliore - da 
quando ha ammesso il proprio coinvolgimento? 

E' una provocazione, sia ben chiaro, ma la menzione di Doni fatta dalla stampa svizzera non ha destato alcuna sorpresa dopo la consueta anticipazione della Gazzetta. L'indicazione dell'ex capitano come il professionista di primo piano che si sarebbe avvalso di un uomo di paglia, di un prestanome per aprire un conto corrente cifrato in Svizzera su cui versare denari derivanti - si sospetta - da attività illecite è scaturita dalla richiesta avanzata dalla magistratura svizzera, Berna in particolare, di acquisire la documentazione prodotta dalla procura di Cremona attraverso una rogatoria internazionale. 

Salvatore Pino, legale di Doni, ha inviato una nota all'Ansa con cui smentisce asserendo che il suo assistito "non ha ricevuto alcun invito a comparire di fronte alle autorità elvetiche o italiane, nell'ambito dell'indagine sul riciclaggio svizzero dei proventi del calcioscommesse, riferita oggi da molti siti internet".


Guido Salvini
"Escludo, in ogni caso - scrive il legale nella nota - che il mio assistito abbia a che vedere con quest'inchiesta e con il conto elvetico di cui hanno parlato gli organi d'informazione". L'avvocato Pino aggiunge che "è ferma intenzione di Cristiano Doni querelare chiunque accosti il suo nome alla vicenda del presunto riciclaggio in Svizzera".

I giudici elvetici sentiranno cinque persone i cui nomi sono già emersi nel corso del procedimento in occasione degli arresti avvenuti nel giugno, nel dicembre dello scorso anno e nello scorso maggio. Tra i destinatari della rogatoria dei magistrati svizzeri ci sarebbe anche un calciatore che l'avvocato ha negato essere Doni. Un giocatore che ha già avuto problemi con la giustizia per fatti simili: è indagato a Cremona per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. E' assai probabile che il giocatore sia convocato dagli uomini della squadra mobile e dello Sco di Roma per rispondere alle domande del gip Guido Salvini, alla presenza del procuratore capo Roberto Di Martino.

mercoledì 14 marzo 2012

Calcioscommesse: Gervasoni, lo zingaro e il caso di Lazio-Genoa




da Virgilio Sport

Sculli, lo zingaro Gervasoni. Si inizia da qui, da questo triangolo che vede intrecciarsi le sorti di un giocatore di Serie A, Genoa nello specifico, il latitante più importante al vertice di uno dei gruppi che gestivano le scommesse illegali nel quadro della comprensione delle implicazioni multilivelli  e uno dei pentiti, il primo, che ha accettato di collaborare con la Procura di Cremona nell'ambito del'inchiesta calcioscommesse.


Ieri l'interrogatorio di Carlo Gervasoni assistito dal suo legale Filippo Andreussi, ex calciatore di Cremonese e Piacenza arrestato il 19 dicembre scorso nell'ambito del filone cremonese, che si è presentato davanti al pm Roberto Di Martino per essere sentito nuovamente. Secondo fonti investigative, riporta La Repubblica, il primo collaboratore avrebbe definito ulteriori dettagli di alcune partite sotto osservazione da parte degli inquirenti e avrebbe fornito informazioni su altre gare su cui alegia il sospetto di combine. Il tutto, come ribadito, da riportare a indiscrezioni visto che il verbale dell'interrogatorio - per la delicatezza dei contenuti - è stato secretato. Gervasoni ha risposto alle domande del pm e lo stesso procuratore di Martino ha liquidato le affermazioni in questo modo: "è stata una deposizione soddisfacente".


Nel primo interrogatorio del 27 dicembre scorso, Gervasoni aveva menzionato 20 partite, tra cui 3 di serie A: Palermo-Bari, Lazio-Genoa e Lecce-Lazio dello scorso campionato. E aveva fatto il nome di una quarantina di calciatori, tra i quali Stefano Mauri, centrocampista della Lazio, Omar Milanetto, ex Genoa, i fratelli Federico e Michele Cossato, ex Chievo, e Andrea Masiello, ex Bari ora all'Atalanta.


Un nome eccellente lo ha fatto anche lo zingaro, intervistato dagli inviati di Repubblica, nel suo covo in Macedonia. Ilievski  - come si legge in questa intervista scioccante per l'entità della diffusione e del livello di penetrazione delle scommesse illegali - fa esplicitamente il nome di Giuseppe Sculli: "Non avete capito niente. Lazio-Genoa l'ha fatta Sculli, non Mauri". Sculli? Sicuro? "Sculli. Con gli amici suoi di Genova. Al cento per cento. Anzi no, a un milione per cento. Se volete ve ne parlo. Però non qui, non ora", quanto riporta il quotidiano.


Di nomi ne fa alcuni, ovviamente di livello anche se quello che colpisce sono due particolari: il numero di giocatori coinvolti - si parla di una trentina di calciatori tra massimo campionato e serie cadetta - e l'insistenza con cui si fa riferimento al ruolo di Giuseppe Signori, uno dei 'capi del calcioscommesse' stando alle parole dello zingaro. Parole già smentite dai legali dell'ex attaccante.


Accuse, dunque, pesantissime relative poi a uno degli incontri più controversi, Lazio-Genoa. La replica di Sculli, menzionato direttamente dallo zingaro è stata molto netta: "Non sapevo chi fosse questo personaggio fino a ieri mattina, poi il mio avvocato mi ha spiegato che è un latitante lontano dall'Italia e che è uno che dice un sacco di stronzate. Quello che mi dispiace è che ci siano dei giornalisti italiani pronti a scrivere certe cose che non stanno nè in cielo nè in terra, ma solo per sentito dire. Oggi ho visto che hanno un po’ rettificato la situazione dicendo che questo personaggio non mi conosce, quindi non mi preoccupo. Io ho già preso il mio avvocato e in questi giorni sporgeremo querela". Sculli, ai microfoni di RTL 102.5, ha replicato con fermezza.

 
"Mi vien da ridere perché le ultime quattro partite non le ho giocate - ha ricostruito il giocatore -, stavo male, ed ero in panchina indisponibile quindi non mi preoccupo. In questi mesi in cui sta parlando di questa situazione hanno tirato nel tritacarne almeno 50-60 giocatori, anche della Nazionale. Bisogna darsi un freno perché uno non si può svegliare la mattina e accusare senza prove e c'è gente pronta a scrivere. Sinceramente ero all'oscuro di tutto, non ho seguito questa vicenda perché non mi interessava, hanno messo in mezzo anche calciatori amici miei come Di Vaio, gente veramente pulita".
 
Alla domanda sull'eventualità che la vicenda non sia emersa per caso ma prima del match contro la Juventus, Sculli è categorico: "Mi viene da ridere ma non posso rispondere, può darsi che qualcuno si sia ricordato che c'era una partita importante come Genoa-Juventus".  Anche la società ha deciso di tutelarsi e di prendere posizione in merito: "Sì, ho parlato con il presidente, e la società con l'avvocato hanno fatto un comunicato stampa. Sinceramente è stato un fulmine a ciel sereno, in particolare la domenica mattina prima di una partita è stata una cosa un po’ pesantuccia. Mi hanno chiamato in tanti dopo aver letto l'intervista e il virgolettato di questo signore che ha scritto l'articolo, è veramente brutto e di cattivo gusto e per sentito dire non si può mettere in prima pagina. Si parla solo di un vagabondo che vive dall'altra parte del mondo, che è latitante e che parla. Chi conosce la vicenda può solo dire che sono solo delle cavolate e all'indomani lasciano solo la brutta figura che ha fatto chi ha scritto questa cosa pensando forse di fare lo scoop"