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domenica 31 ottobre 2010

Alessandro Del Piero, 179 gol per non smettere



Discutetelo, se intendete sostenere tesi fragili. Qualunque sia la vostra opinione, qualunque ragione vi ispiri, rimane il numero 10. Alessandro Del Piero.

mercoledì 27 ottobre 2010

Juve, Andrea Agnelli: i 29 scudetti, il bilancio e l'orgoglio gobbo. Video



Io dico che, due giornate o no a Krasic, oggi c'è da appuntare sul taccuino. Andrea Agnelli ha detto quel che andava asserito, compresa la questione affatto risolta dopo i risvolti processuali scaturiti dall'inchiesta Telecom-Pirelli di Milano dei due scudetti strappati. Sono l'Assemblea dei soci e il Consiglio di amministrazione degli Agnelli di Umberto che succedono agli Elkann e i loro che rimangono di riflesso nella società. Giuseppe Marotta e Pavel Nedved si sono insediati come consiglieri, Jean-Claude Blanc confermato amministratore delegato con poteri e deleghe sullo stadio. Il resto: bilancio approvato, allargamento del Cda, conferme di ruoli e incarichi. Non è l'era nuova, ma chi si stia operando una cesura rispetto al progetto Jaki possiamo crederlo.

TENDENZA AGNELLI - "Una volta accertata la correttezza della società negli anni in questione potremmo avanzare la richiesta di riassegnazione dei titoli", ha dichiarato Agnelli nel discorso di apertura davanti all'Assemblea dei soci al Lingotto in questa lunga giornata. "Il procedimento giudiziario al Tribunale di Napoli è uno dei due aperti. L'altro riguarda l'esposto che abbiamo presentato per la revoca dello scudetto 2006. Abbiamo avuto dalla Federcalcio sufficienti garanzie che a breve avremo una risposta a questo esposto. Attendiamo con fiducia". Fiducia l'abbiamo dal 2006, dall'avvio dell'indagine e dal relativo processo sportivo e quel che ne è venuto compresa decisione dei giusti. L'opportunità di resistere a un processo irreversibile non fu ritenuta prevaricante. Se questa verità, ricostruita anch'essa, dovesse appagarci allora ci fermeremo. Altrimenti, chi si interroga andrà avanti.




RUMORE - "La mia esternazione sugli scudetti del 2005 e del 2006 fa rumore ma il concetto è lo stesso che ho già espresso ad agosto: allorché sarà accertata la correttezza dell'operato della Juve, chiederemo la riassegnazione dei titoli. Il dialogo tra noi e Roma è continuo e costante, le cose si stanno muovendo in un rapporto di stima reciproca tra la società e le istituzioni"

NO MOGGI, NO BETTEGA - Per rifondare una squadra, una società dalla storia gloriosa non si può che ricominciare. Lasciando ai nostalgici le icone di un passato discusso: "Stimo Luciano Moggi per il lavoro che ha svolto da noi e non solo, l'ho già ribadito anche in pubblico più volte, e questa stima non verrà mai meno. Oggi, però, il nostro punto di riferimento per l'area tecnica è Giuseppe Marotta, che ha tutta la mia stima e che vorrei avesse anche quella di tutti i sostenitori della Juventus". No a Moggi, al suo ritorno. No anche a Bettega: "Roberto è stato, è e sarà per sempre una bandiera juventina".

martedì 26 ottobre 2010

Squalifica Krasic, la Juventus prepara il ricorso


Sulla 'violenza mediatica' di dubbi e assimilabili ne avrei molti. Ma lasciamo fare. Intanto alla squalifica di due giornate decisa dal giudice Gianpiero Tosel, segue l'inevitabile ricorso della Juventus che tenterà di persuadere della bontà dell'abile tuffo, in cui non vi era alcuna malizia da parte di Milos Krasic. Tutto perché giochi anche a San Siro. La Krasic dipendenza è (modestamente) anche questo.
A seguito della decisione del Giudice Sportivo di comminare due giornate di squalifica a Milos Krasic, la Juventus è già al lavoro, attraverso i suoi avvocati Michele Briamonte e Luigi Chiappero, per presentare il ricorso in via d'urgenza presso i competenti organi. Tale ricorso sarà depositato domani nei termini previsti.

In mattinata, entrando in Lega, Andrea Agnelli aveva parlato della vicenda. Leggi le dichiarazioni del Presidente.

Al termine dell'Assemblea di Lega, anche Giuseppe Marotta si è espresso sulla squalifica dicendo che «la decisione del giudice è fortemente iniqua». «Krasic assolutamente non voleva commettere un'infrazione regolamentare - prosegue Marotta - e tantomeno consumare un comportamento antisportivo. Se metto il cappello da dirigente di calcio dico che la norma certamente va rivista, se metto il cappello da dirigente della Juventus ribadisco che credo assolutamente non congrua la sanzione inflitta dal giudice sportivo».

«Presenteremo ricorso immediatamente e dimostreremo  – conferma Marotta - che il giocatore non ha commesso questa infrazione e starà ai nostri avvocati dimostrare questa tesi. Quando si parla di simulazione la definizione è molto ampia, sicuramente il comportamento di Krasic non era tendente ad ingannare l'arbitro che era ben appostato così come ben piazzato era l'assistente e pure il quarto uomo. Sicuramente non era fallo da rigore, ma da qui a dire che Krasic è un simulatore ne passa molto perché chi ha giocato a calcio sa benissimo che generalmente certi giocatori, ad esempio lo stesso Krasic, tendono magari a cadere con più facilità» (fonte juventus.com).


Juve: Krasic squalificato. Milos, hai sbagliato


Milos hai sbagliato. E paghi l'onere dell'ingenutà con due giornate di squalifica. Quando ti abbiamo osservato tutti cadere per un presunto tocco di Portanova durante Bologna-Juventus, nessuno di noi ha nutrito alcun dubbio sull'esito dell'esame della prova tv.  Deferimento ovvio, sentenza altrettanto prevedibile.

Il giudice Gianpiero Tosel, in base all'art.35 del codice, si è espresso come sapevamo sul volo tuo volo, Krasic. Avevi compreso tu stesso la portata di quella simulazione, perché altrimenti quel repentino oscuramento e perché quel cambio - ripeto - tatticamente incongruente in una sorta di estremo tentativo di arginare fischi, polemiche, strisciante insicurezza?

"In realtà, le immagini televisive documentano, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, che i due calciatori non vennero in alcun modo a contatto e che l’Arbitro fu indotto in errore da un abile “tuffo” in avanti effettuato dal calciatore bianconero (l’innaturale “trascinamento” del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l’intento ingannevole). Evidente la simulazione e consequenziale la sanzione, che appare equo quantificare nel minimo edittale, per tale condotta gravemente antisportiva ex art. 35, 1.3 CGS".


Nessuna ambiguità, secondo il giudice sportivo in quello che definisce 'abile tuffo'. Non capisco il gesto, in una partita dove mi permetto di inserirti fino a quel momento della lista dei migliori con Aquilani. Il presidente del rientro dell'egemonia (?) Agnelli, Andrea, paventa indignazione sollevata - forse -da battute di un cameratismo talmente qualunquista (vedi il caso Pistocchi che poi ha chiesto scusa) da risultare stucchevoli. "Stiamo valutando il deferimento, il rigore non c'era ma nemmeno l'esigenza di tale pressione mediatica"

Nessuno intende inorridire davanti a un comportamento reiterato con abbondanza di precedenti (da Ibra a Gilardino) nella nostrana Serie A.  Tanto meno crocifiggere l'esterno serbo reo di essere scivolato in una simulazione ridicola talmente era evidente. Lo si registra, lo si valuta e a sanzionare è il giudice, non certo i mezzi di informazione. Massimo Mauro, ex giocatore della Juve e commentatore di Sky Sport dunque opinion leader nella società mediatica per status ha espresso con lucida capacità di analisi la sua verità:


Io non me lo sento di condannare Krasic. E’ un giocatore non abituato alle sceneggiate e ha dimostrato di essere corretto. E che sia un bravo ragazzo lo dimostra il fatto che dopo l’episodio di Bologna, il serbo ha smesso di giocare, non ha più inciso nella partita. Quella caduta evidentemente pesava”.C’è poi la dinamica dell’azione a scagionarlo. Portanova è stato furbo, ha fatto finta di entrare e si è fermato. Krasic è rimasto sorpreso, si è buttato, ma l’errore grave è stato dell’arbitro e del guardalinee: non hanno visto che non c’era stato nessun contatto, eppure era una cosa evidente”.

Sottoscrivo. Bisogna scrivere, bisogna parlare. Aspirando (magari) a una dovuta distanza rispetto ai fatti, senza inutili moralismi o pigri silenzi. Peggiori di qulunque opinione contro.

sabato 23 ottobre 2010

Adrian Mutu: cronaca di una aggressione


Adrian Mutu è un esterno, è un uomo controverso. E' l'immagine riflessa in una sequenza irritante di aggressioni, squalifiche e dipendenze. Da cocaina e altre sostanze. Quanto accaduto a Firenze, ovvero l'aggressione al cameriere ventottenne reo di aver chiesto il pagamento di una bottiglia di vino ordinata  dall'attaccante viola e dai suoi convitati, ne è l'ovvia conseguenza da cui prendere la giusta distanza? Per raccontarla da cronista serve calarsi in questo baratro o ci si deve appellare a una oggettività squagliata dal reiterarsi di episodi di violenza incontrollati?

Chiedere il versamento del corrispettivo per quanto consumato è parso troppo, stavolta. Mutu, riportano lanci di agenzia e inviati che ossessivamente si rincorrono in titoli strillati, avrebbe atteso il cameriere con cui aveva avuto screzi verbali nel locale dove aveva 'un conto sempre aperto' e alle cinque del mattino (la Fiorentina non sarà contenta di sapere che a pochi giorni dall'esaurirsi della squalifica era ancora a girello) ha aggredito il ragazzo kosovaro secondo quanto riporta il proprietario del posto a SkySport24. Lo ha picchiato mentre era a terra. A terra, già sopraffatto.


Il referto dopo il ricovero al Santa Maria Nuova recita: 'trauma contusivo cranico-facciale con escoriazioni multiple; contusioni del torace e dell'addome; frattura della piramide nasale'. Significa che gli ha rotto il naso. Significa che lo ha bloccato una volta caduto. La querela, inevitabile, arriva come prevedibile. La multa della società verrà sicuramente ad unirsi a questo epilogo dopo la lite alla festa di un hotel di lusso e la lite per difendere la moglie, avvenuta più di recente. Rimarranno i dubbi, non blandi, di chi racconta. E di chi deciderà.

giovedì 14 ottobre 2010

Italia-Serbia: scontro tra governi per ultrà. L'Uefa accusa. Video

 
 
 
Quanto accaduto a Genova prima, durante e dopo Italia-Serbia (sospesa) non poteva cadere nel dimenticatoio, esaurita l'onda emotiva culminata con l'apologia di Ivan il serbo e il suo arresto. Sul piano della sicurezza e su quello sportivo le annotazioni a margine vanno enucleate con puntualità perché ne scaturiranno altre per determinare le responsabilità, le scelte. La Serbia subirà delle sanzioni, ma la Uefa si è già apprestata a specificare che anche il paese ospitante ovvero l'Italia andrà incontro a delle conseguenze. E tra l'Italia e il paese candidato ad entrare nell'Unione Europeaè scontro sulle reciproche, presunte, manchevolezze.


"Questi teppisti non rappresentano il popolo serbo", ha detto l'ambasciatrice serba a Roma, Sanda Raskovic-Ivic, parlando a Belgrado a margine di un convegno. "Quanto accaduto a Genova è una disgrazia, un vero incubo. Io e tutti noi serbi ci vergogniamo molto. Colgo l'occasione per inviare al popolo italiano le scuse dell'ambasciata, del governo e del popolo di Serbia per quanto accaduto". Più tardi, ha riferito il ministro Frattini, le scuse anche del ministro degli Esteri serbo, Vuk Yeremic. Ma alle scuse per il vergognoso comportamento degli ultranazionalisti si sono accompagnate delle osservazioni tutt'altro che benevole avanzate dal ministro dell'interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic. Critiche all'organizzazione e alla gestione del problema sono state fatte senza problemi. La replica del Viminale è giunta puntuale in un botta e risposta che si addice a questi casi.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha afermato senza dubbi che "è stata evitata una strage" e che "non c'è alcuna responsabilità della polizia italiana".


UEFA - L'Uefa, intanto come si legge in un comunicato diffuso oggi, ha aperto un'inchiesta sugli incidenti rimandando al 28 ottobre prossimo la decisione. E scaricando sull'Italia parte delle responsabilità dell'accaduto. "Oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della  federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare  svolgimento dell'incontro", ha affermato Rob Faulkner, portavoce Uefa. "Una volta che l'intero dossier sarà completo - si legge nel comunicato pubblicato sul sito ufficiale - con l'assistenza dei referti di arbitro e delegato, la questione verrà sottoposta all'indipendente Commissione Disciplinare e di Controllo UEFA per ulteriori esami e possibili sanzioni. Le sanzioni a disposizione della Commissione Disciplinare e di Controllo si possono trovare nel Regolamento Disciplinare UEFA, edizione 2008, Articolo 14, e spaziano dalla diffida e multa, fino alla chiusura dello stadio o alla squalifica dalle competizioni in corso e/o esclusione da future competizioni". E' stata poi formalizzata alla Federcalcio italiana la richiesta di immagini e video filmati allo stadio Marassi. La Figc si è tenuta in queste ore in contatto con l' Uefa ed il punto sarà fatto dal direttore generale Antonello Valentini nella conferenza congiunta con il Viminale. L'Italia è comunque pronta a rispondere ad eventuali quesiti dell' Uefa sulla dinamica degli incidenti, sulle misure di sicurezza e, nel caso, sulla linea seguita dalla Federcalcio in caso di trasferta di tifosi italiani all'estero.
 
PLATINI - "Sono rimasto choccato nel vedere le immagini di Italia-Serbia di ieri. Attendo i risultati dell'inchiesta e le decisioni della Disciplinare e ricordo a tutti che la Uefa segue una linea di tolleranza zero nei confronti della violenza degli stadi". Michel Platini, presidente Uefa, è intervenuto con nettezza su questa spaccatura. Lato Federazione, il direttore generale Antonello Valentini ha chiarito nel pomeriggio la posizione in merito a possibili sanzioni:  "L'istituto della responsabilità oggettiva è uno dei capisaldi della giustizia sportiva internazionale - ha dichiarato Valentini. La dichiarazione del portavoce dell'Uefa su eventuali rischi di sanzione anche per l'Italia è dunque di una banalità assoluta". Che avverrà è da comprendere alla luce della nota della Uefa. Intanto Joseph Blatter, presidente della Fifa che non partecipò alla consegna della Coppa del Mondo all'Italia nel 2006, ha liquidato la vicenda così: "Se Italia-Serbia di ieri sera fosse stata ospitata in uno stadio inglese non sarebbe mai accaduto quello che si è visto ieri sera a Genova. C'erano difficoltà tra il 1985 ed il 1989, ma la reazione è stata esemplare. C'è sicurezza all'interno degli stadi, che sono di proprietà e non ci sono reti o barriere dove gli spettatori stanno a sedere".

 



Ivan il serbo capo degli ultras Italia-Serbia 13-10-10
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