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giovedì 6 gennaio 2011

Juve, la grande disfatta. Senza Quagliarella si spera in Caracciolo



(della serie, parliamoci addosso)

I cattivi pensieri che albergano nella mente di Giuseppe Marotta si sono concretizzati. Quagliarella si è infortunato al ginocchio, probabile interessamento al collaterale per lui. Il gol di Chiellini viene annullato. Krasic ancora reo della simulazione di Bologna è invisibile agli occhi della ragione. Felipe Melo che sragiona e si fa esplellere (una delle poche decisioni importanti azzeccate da De Marco). Un anno che inizia così, afflitto da un male oscuro. Profondo. Che gli interventi sul mercato siano di qualità, come detto da Delneri, poco conta. Davvero. Dopo la debacle odierna con il Parma per 4-1 all'Olimpico, conta solo l'acquisto di un attaccante.


QUAGLIARELLA KO - Con Del Piero titolare e un Chiellini ritrovato, Delneri cerca la misura contro un Parma denso di ex. Non prevede l'imponderabile caduta di Quagliarella. Impreca, solleva lo sguardo. Comprende che non è, quello scontro irritante tanto è banale, così trascurabile. Il capitano chiama l'intervento dello staff medico, lo stato del ginocchio pare subito grave. Il miglior marcatore della Juventus è a terra. Urla, grida, piange. Ne ha tutte le ragioni, anche quelle che non gli sarebbero riconosciute in un altro dove. Sarà un lungo stop perché l'interessamento dei legamenti c'è, forse è solo il collaterale. Ma senza Quaglia, chi metterà lì Delneri? Entra Amauri intanto, al rientro dopo lo stop. L'insistenza bianconera non è ripagata da altrettando distacco da parte dell'arbitro De Marco e dai suoi assistenti. Prima l'indifferenza per il fallo su Krasic, poi la trascuratezza nei riguardi di Zaccardo e Paletta che intervengono con durezza sempre e comunque.


Fabio Quagliarella infortunio Juventus-Parma
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FOLLIA MELO - Follia e irrequietezza in Felipe Melo inducono il direttore di gara a richiamarlo verbalmente. Ma il brasiliano cova dentro rancore. Perché altrimenti lo spegnimento della parte buona e razionale che gli aveva dettato i tempi fino a quel momento? Il fallo di Paci, al limite della propria area, produce l'ennesimo gesto istintivo quanto irrazionale del giocatore che rifila un violento calcio in faccia al difensore emiliano. Rosso indiscutibile. Dell'ammonizione a Paci nessuna traccia.

GIOVINCO SBLOCCA - In dieci, la Juve arranca, spreca nonostante l'estro di Aquilani. Il tecnico non può fare altro che sostituire Del Piero con Pepe per sostenere quella spinta propulsiva e coprire al momento giusto, operazione che non riesce a sostenere con continuità il pur buon Krasic che lascia spesso solo Sorensen. Dzemaili rischia di sbloccare il risultato (30' pt). La superiorità, fisica e psicologica del Parma, è tangibile. Vantaggio del Parma: sul cross dalla destra di Zaccardo, Gobbi arriva di testa al centro e gira di testa sul secondo palo. Storari (che lamenta un dolore alla spalla destra) compie una parata prodigiosa, la palla arriva però sul sinistro di Giovinco. Gol dell'ex. Seba non esulta. Il clima è strano, quasi surreale. Finisce il primo tempo. Delneri urla all'indirzzo di Leonardi, all'uscita dal campo.


LA DISFATTA - Nel medesimo contesto, si riaprono le ostilità. I bianconeri ritentano senza tregua per i primi 60'. Giovinco sguscia, salta, contempla. Tre minuti e replica. Altro contropiede micidiale del Parma. Nell'indeterminatezza complessiva del gruppo, Delneri opta per Sissoko, tirando fuori il ragazzino. pepe si inventa una punizione superba che, purtroppo colpisce il palo. In pochi secondi è Legrottaglie a scippare la speranza di riaprire il match: Aquilani crossa bene un angolo da destra sul secondo palo, il difensore si fa trovare e mette dentro di testa. L'illusione è brevissima perché Crespo si guardagna un calcio di rigore. Solo Krasic reagisce, accelera come a convincersi che autonomamente può riuscire. E' un facile entusiamo che si spegne così, con l'appropinquarsi del recupero. Palladino entrato pochi minuti prima, tocca e scivola via in rete. Una simile disfata insegna. E questo quarto colpo, arrivati in fondo, è quasi innocuo. Indolore.

lunedì 27 dicembre 2010

Bambino insulta Leonardo in diretta (la voce dell'innocenza)


Bambino insulta Leonardo per il suo passaggio all'Inter
Caricato da Almiron. - Guarda altri video di sport estremi.

(da quando Baggio non gioca più)

L'innocenza si perde in molti modi. Nel passaggio di Leonardo dal Milan all'Inter. Nella negoziazione che vedrà un epilogo nel rientro di Kakà a Milano, sponda nerazzurra, per assenza di empatia con l'alieno Mourinho.

Nell'enunciazione del nuovo manifesto programmatico del Milan ri-creato da parte dell'uno-nessuno-centomila Ibra che si combina assai bene con il calcio dell'era del marketing strategico privo di quel candore infantile, di quelle magliette aderenti così anni ottanta. Come quella del Vicenza, quella che metteva RB.

Poi irrompe Gianni da Pioltello che nell'anno del Signore 2010 restituisce verità (e diventa guru di un video già cult tanto per andare di anglicismi). Dario Nicolini, ottimo giornalista di Sky Sport 24, gli propone una domanda semplice, naif, mentre nel solito multisala attende di entrare per vedere il film. Ignaro, dopo aver appurato che il dodicenne è di fede rossonera, gli chiede di commentare il passaggio di Leo all'Inter. Gianni risponde con il massimo candore: 'E' uno stron...!'. Cvd.

domenica 5 dicembre 2010

Catania-Juventus, quel gol di Quagliarella. Video



Quel gol di Quagliarella, signor Damato era valido. Non che alteri prestazione e risultato (1-3), ma un simile errore non giova all'economia dell'arbitrato di questo Catania-Juventus.



Per il resto, il miglior attacco del campionato è confermato, Sorensen illumina, Pepe anche con inserimenti taglienti, Iaquinta va in profondità, Krasic incarna quella mentalità operaia impartita dalla lezione delneriana. Aquilani insolitamente oscuro, a disagio. Peccato, perché complice uno Storari che non intende arretrare all'avvicinamento del rientro di Buffon sarebbe stata quella Juve disegnata dalla nuova triade.

martedì 30 novembre 2010

Manita del Barcellona. L'Uefa punisce Mou

Primo fatto: il Barcellona ha predicato calcio fino alla commozione. Mou ha cambiato status, da Special one a Special five. Non ha gradito affatto. Come non ha gradito affatto la squalifica per un turno, più uno con la condizionale.

Secondo fatto: la Uefa non perdona Josè per aver pianificato le ammonizioni di Xabi Alonso e Sergio Ramos in Champions League vinto 4-0 sul campo dell'Ajax. Il profeta di Setubal non siederà sulla panchina contro l'Auxerre. Incontro ininfluente, archiviata la qualifcazione agli ottavi. Diabolico.

domenica 28 novembre 2010

Juve-Fiorentina, pari al Pepe. Video


Arriverà il tempo per capire se quelle scelte (tema mercato), discusse e controverse, dovranno essere riviste. Arriverà la comprensione, l'indulgenza successiva all'analisi. Si concluderà che Juventus-Fiorentina, partita esemplare che spiega la dicotomia di una squadra ancora incompiuta, avrebbe potuto condurre a conclusioni simmetricamente opposte rispetto ai facili entusismi della precedente giornata (con il Genoa si è fatto bene) e alla temporanea impressione di ottimismo delneriano della vigilia.


Motta ha commesso l'errore che si temeva, Storari (Buffon lo osserva dalla tribuna e messaggia) ha presidiato con merito e sul gol è sinceramente incolpevole, Pepe è diventato emblema del sacrificio e della versatilità conquistando meritatamente titoli e sommari sui quotidiani. Se Aquilani e Krasic non tengono, la qualità latita anche contro una Fiorentina sempre più demotivata che neanche Sinisa Mihajlovic riesce a risollevare. 



Accantonate le tesi 'occasione sprecata', 'Juve fermata dalla Fiorentina', 'Pepe salva la Juve', le fragilità son quelle note. Le ostilità sono assodate. Determinazione, riscatto, volontà in questo nuovo corso che pazientemente va verso i correttivi sono le fondamenta su cui costruire i risultati, quando tecnica e agonismo calano.

Le parole migliori, nel post, le ha pronunciate con estrema onestà intellettuale, Leonardo Bonucci: "E’ stata una partita molto difficile. A centrocampo, Aquilani ci ha dato e ci dà tanto. Detta i tempi di gioco, e oggi non era neanche facile farlo, dato che loro hanno segnato fortunosamente ad inizio partita. Fisicamente non stava al top, ed aveva di fronte un importante avversario. Boruc è stato grande sulle nostre conclusioni. Ma noi siamo la Juventus e abbiamo l’obbligo di lottare sempre per i massimi traguardi. Seguiamo il gruppo di testa e cerchiamo di capire fin dove possiamo arrivare".