Conosciamo il valore dell'uomo, e del giocatore. Conosciamo i limiti indiscutibili della difesa confusa e scivolosa. Conosciamo lo stato di accusa in cui versa l'operato di Delneri. Con il Brescia, la Juventus non ha fallito per Del Piero, Krasic e quel fattore interiore che appartiene a pochi. La crisi in cui versa Buffon è tale da rendere ogni sua uscita affetta da un esito improbabile. Il direttore generale, Giuseppe Marotta,  si è disturbato nel ribadire che gli aggiustamenti verranno. Intanto la  curva Scirea contesta. Cori, striscioni, improperi all'indirizzo della  panchina. E di una dirigenza in cerca di approvazione. Il 2-1 non  scaccia via i cattivi pensieri.
Tipo l'incertezza sul Delneri che aleggia ad ogni conferenza  stampa, ad ogni incontro. Oggi è un giorno diverso. Le scelte ovvie si  rivelano equilibrate. Fin da principio. Krasic va veloce,  velocissimo. Il capitano innesca una punizione a perdere. L'approccio è  diverso contro il Brescia privo dell'Airone che affida estro, fantasia e  invenzione a Eder e Diamanti. Matri - dopo lo scatto di Aquilani - prova  subito di testa (4') su cross dalla sinistra di Pepe, con Arcari bravo a  bloccare. Non occorre variare nulla se a mutare il corso si impone  Alessandro. E' in ogni dove, in ogni azione. Eppure nonostante  l'iniziale veemenza di Aquilani, sulla linea mediana si notano  incongruenze rischiose che danneggiano la difesa più che supportarla.
La punizione di Cordova è esemplificativa: perché Buffon esce  così, perché i centrali rimangono immobili? Non vanno mai sottovalutati  questi circoscritti annebbiamenti: manifestano più dell'occasionalità.  Si avverte il cedimento, di cui approfittano i bresciani.
Eppure grazie all'individualità si sblocca Krasic, portando  la Juve in vantaggio nel miglior momento del Brescia. Matri ruba palla e  tocca per il serbo che di destro annienta Arcari. E' 1-0 (23' pt).  L'andamento è equilibrato e i ragazzi di iachini gestiscono il  contraccolpo. Tanto che allo scadere Eder, arguto e intelligente, sul  cross di Vass la butta dentro di testa.
Sbagliare e soffrire è il leitmotiv della stagione bianconera. D'accordo. Ma questa squadra si merita qualcosa di più. Insiste il capitano che non smette di lottare. Krasic corre fino a quando i polmoni glielo permettono. Si muove Chiellini, che dopo un tiro ribattuto di Aquilani, tenta con delle misure improponibili. Iachini prova a metter dentro Lanzafame per imprimere una svolta offensiva che in effetti si nota. Le conclusioni si provano da entrambe le parti, vedi Aquilani, Eder e Krasic. Giusto che a sancire il punteggio finale sia però lui, Alessandro Del Piero. E' un capolavoro alla Pinturicchio, quello che disegna. Il numero dieci parte da metà campo, passa tra due, li inganna fingendo con il destro e finendo con un piatto di sinistro a giro. Poco da aggiungere, poi: l'espulsione di Mareco, cambi controversi (Del Piero per Martinez). E il punteggio finale: 2-1, per la Juve. Per Del Piero.


